Venerdì scorso un gruppo di archeologi ha annunciato la scoperta di un antico complesso funerario a circa 70 chilometri a nordest della città di Venezia. Si tratta del più grande e meglio conservato sito archeologico scoperto in Italia dal 19° secolo.
Certamente la città romana di Pompei è il sito archeologico più conosciuto al mondo, consentendo ai suoi visitatori di assaporare la vita quotidiana di quasi 2 mila anni fa.
A farle concorrenza potrebbe essere un complesso funerario romano ottimamente conservato portato alla luce da un gruppo di archeologi.
Situato a circa 70 chilometri a nordest di Venezia, il sito rappresenta il più grande sito dell'antica Roma scoperto in Italia nell'ultimo secolo e, come Pompei, è stato preservato da un disastro naturale.
Il sito si trova fuori le antiche mura della colonia romana di Iulia Concordia, oggi parte del comune di Concordia Sagittaria. In maniera simile a Pompei, sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., la colonia romana fu colpita da una catastrofica inondazione avvenuta nel 5° secolo d.C., seppellendola sotto una coltre di detriti e sedimenti che ne hanno garantito la perfetta conservazione nei secoli.
Rimasto inaccessibile per quasi 1500 anni, il complesso comprende un podio alto quasi due metri e largo sei, con i resti di due eleganti sarcofagi nella parte superiore. Come riporta Ansamed, lo scavo è stato finanziato dalla Regione Veneto grazie ai fondi dell'Unione Europea, sotto la direzione della Soprintendenza veneta per i Beni Archeologici.Il sito è parte di Iulia Concordia, un importante centro romano fondato nel 42 a.C. In epoca romana fece parte della Regio X Venetia et Histria. Dopo le invasioni barbariche entrò a far parte del Ducato Longobardo di Cividale; nel Medioevo fu parte integrante prima della Marca del Friuli e poi del Patriarcato di Aquileia.
Nel 1420 venne annesso assieme all'intera regione friulana alla Repubblica di Venezia. Nel 1838 Concordia venne scorporata dalla "Patria del Friuli" per essere aggregata alla Provincia di Venezia.
Si tratta di un centro da sempre sospeso tra Veneto e Friuli: anche oggi, pur essendo amministrativamente veneto, gli abitanti autoctoni parlano un dialetto di tipo friulano occidentale (il "friulano concordiese") e possiedono tradizioni di origine friulana.
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