Importante ritrovamento alla Fortezza Medicea di Arezzo. Durante i lavori di risistemazione dell'edificio storico è stata portata alla luce una domus romana databile intorno al primi decenni del I secolo d.C. I nuovi reperti sono stati presentati dal soprintendente regionale ai beni archeologici Andrea Pessina che ha annunciato il proseguimento dei lavori grazie a un immediato finanziamento di diecimila euro per stabilire con esattezza di cosa si tratti.
Si tratterebbe di un edificio residenziale di età romana di cui sono stati individuati per ora tre ambienti, due dei quali, parzialmente indagati, conservano resti in posto di intonaco parietale dipinto e piani pavimentali. Il primo ambiente ha rivelato la presenza di un piano pavimentale musivo di fattura raffinata con decorazione "a nido d'ape" composto da esagoni delineati con tessere nere su fondo campito con tessere bianche, straordinariamente conservato sotto livelli di distruzione e di abbandono che lo hanno sigillato: l'ambiente e il pavimento musivo, fin qui visti per un'ampiezza di 5, 40 per 0, 80 metri, proseguono in direzione est, ovest e soprattutto sud, verso il centro del pianoro.
Un secondo ambiente mostra la presenza di un tappeto musivo con decorazione "a stuoia" con rettangoli delineati a tessere nere su fondo a tessere bianche disposti attorno a un quadrato centrale campito in nero, con diverse lesioni e lacune, una delle quali, particolarmente ampia, rivela un'integrazione in cocciopesto attestante un intervento di restauro di età antica: sul lato nord l'ambiente presenza un'apertura con una soglia in pietra. Un terzo ambiente deve essere ancora indagato.
Le pareti degli ambienti descritti, conservate per circa mezzo metro di altezza, presentano uno spesso intonaco parietale dipinto: motivi di conservazione hanno fin qui suggerito di non portare completamente in vista la decorazione pittorica che presenta colori rosso, giallo, verde e bruno su fondo bianco.
I piani pavimentali rinvenuti sono ascrivibili all'età augustea-giulio claudia (fine I a.C. - decenni iniziali I d.C.), che trovano confronti stringenti tra l'altro con mosaici della villa dell'Ossaia di Cortona. L'edificio, situato nel settore nord-est del pianoro del poggio di S. Donato, si affacciava sulla valle sottostante prossimo alle ripide pendici di questo lato dell'altura.
Nel corso degli scavi sono venuti alla luce anche i resti della sepoltura di un guerriero, forse di un cavaliere medievale. La sepoltura, solo parzialmente vista dagli esperti che stanno compiendo gli scavi, è quello di un uomo con una lunga spada di ferro. Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di una inumazione databile attorno all'anno mille.
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