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2 Febbraio 2014 PALEONTOLOGIA
ilfattostorico.com
Il cranio di Ardi si collega con l'evoluzione umana
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Una delle questioni più dibattute sulle origini dell'uomo riguarda come la specie dell'Ardipithecus ramidus sia coinvolta nel lignaggio umano.

"Ardi" era un primate insolito. Sebbene possedesse un piccolo cervello e un alluce adatto a salire sugli alberi, aveva dei denti canini simili a quelli dell'uomo e la parte superiore del bacino adatta a camminare su terra come un bipede.

Gli scienziati si chiedono se Ardi, vissuto 4.4 milioni di anni fa, fosse una scimmia antropomorfa con alcune caratteristiche umane rimaste da un antenato comune (il famoso anello mancante, presumibilmente vissuto tra i 6 e i 8 milioni di anni fa o forse 13). Oppure se faceva parte della linea evolutiva umana che conservava ancora molti segni degli antenati che salivano sugli alberi.Una nuova ricerca condotta dal paleoantropologo William Kimbel, apparsa su PNAS, conferma la prima ipotesi. Lo studio della base del cranio di Ardi rivela similitudini con gli uomini moderni.

Tra i coautori dello studio vi sono Tim White (Università della California a Berkeley), il cui team recupera fossili di Ardipithecus ramidus in Etiopia, nella depressione di Afar, dagli anni '90; Gen Suwa (museo dell'Università di Tokyo), autore del più recente studio (2009) sul cranio di Ardi che rivelava aspetti umani. Kimbel era a capo di un team che aveva ritrovato i primi teschi conosciuti di Australopithecus nel sito di Hadar, casa di "Lucy"."Data la dimensione molto piccola del cranio di Ardi, la similitudine della sua base craniale con quella umana è sorprendente", dice Kimbel.

Questa parte del cranio è importante per la storia evolutiva data la sua complessità anatomica e l'associazione con cervello, postura e masticazione. Negli esseri umani, le strutture che collegano la colonna vertebrale al cranio sono più avanzate rispetto alle scimmie antropomorfe, dove la base è più corta e le aperture su ogni lato per il passaggio dei vasi sanguigni e dei nervi sono più ampiamente separate. Queste differenze di forma modificano il modo in cui le ossa si dispongono sulla base del cranio, dunque è piuttosto semplice distinguere anche dei frammenti ossei.

Un lavoro precedente di Kimbel aveva dimostrato che queste peculiarità erano presenti anche nei crani di Australopithecus 3.4 milioni di anni fa. La nuova ricerca collega queste caratteristiche anche agli uomini moderni, ipotizzando una linea evolutiva Ardipithecus - Australopithecus - Homo.

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