Finalmente pubblicato integralmente lo studio di Albino Malanchini che ha vinto a pari merito la 1^ categoria del Concorso "Megal(m)iti&Megal(m)itiche"
ACROPOLI DI ALATRI
VIAGGIO ARCHEOASTRONOMICO ALLA RICERCA DI MISTERI
( Per una ipotesi di datazione)
di Albino Malanchini.
Introduzione
1 - Le mura
2 - L'Acropoli
- Analisi della struttura
- La Sezione Aurea
- La rampa della Portella dei Falli
3 - Ipotesi di datazione
4 - La tavoletta 'Templum'
5 - Quale aspetto aveva l'Acropoli?
6 - Due frecce sul parapetto
Bibliografia
Tavole
Introduzione
Il geniale intuito del compianto mons. Capone ha più volte messo in evidenza relazioni numeriche e particolarità storiche della città di Alatri ritenuta, non a caso, unica nel suo genere. Il suo impianto a stella, esempio rarissimo, non rintracciabile nelle civiltà greca, etrusca e romana, la sua Acropoli che è lo specchio della costellazione dei Gemelli e la struttura megalitica sono argomenti che lasciano il fiato sospeso anche al più frettoloso turista. Forti perplessità sorgono invece quando si tratta di attribuirne l'età: ad una romanità, fatta passare per la maggiore, si affianca un giudizio che va ben oltre di svariati secoli. Nella sostanza una valutazione incoerente che spazia dall'età del bronzo al III secolo a.C. ovvero troppo spazio per essere accettabile.
Lo scopo di questo mio tentativo, fatto con l'ausilio di una neonata scienza, è quello di provare a sciogliere uno o più nodi di questa intricata matassa o, quanto meno, di provare ad aggiungere altri particolari a quelli sino ad ora noti.
Punto di partenza, e non poteva essere altrimenti, una rivisitazione delle scoperte di mons. Capone, il resto è venuto di volta in volta seguendo un percorso che ho ritenuto logico.
1 - Le mura (tavole 1, 2, 3)
Il circuito murario che circonda Alatri è lungo circa 2250 m, ha un'altezza media di 5 m ed uno spessore medio di circa 2 m. E' stato costruito con l'ausilio di grossi massi di calcare dal profilo irregolare, ma con gli spigoli ben definiti, incastrati uno sull'altro a secco (mura megalitiche). La pianta che lo contraddistingue ricalca il profilo del fegato di montone al centro del quale, leggermente spostata verso sud, s'innalza una poderosa, e nel suo genere unica, Acropoli. Nel perimetro di questa è il punto d'origine della topografia della città, basata su di un rarissimo schema a stella ove i punti salienti della mappa cittadina sono definiti dal segmento OH derivante da un raggio di sole captato all'alba del 21 giugno. Infatti partendo da H, allo spigolo NE dell'Acropoli, il segmento termina in O su di una profonda spaccatura ai piedi dello ierone sul lato destro della Cattedrale. Fatto centro su O si traggono i 9 segmenti che si proiettano a raggiera verso 6 porte e 3 portelle generando, nelle quattro porzioni cardinali, una suddivisione simmetrica degli ingressi principali e secondari.
Dalle relazioni di mons. Capone abbiamo:
Le verifiche effettuate sulle piante, con il riposizionamento di alcuni radiali e dell'asse della città, ha evidenziato alcune differenze da attribuirsi al materiale a disposizione ed agli strumenti utilizzati dall'Autore durante le analisi .
- Asse dell'impianto 355°58', parallelo al muro E dell'Acropoli (tavola 1)
3 - relazione fra i segmenti con il centro in 'O', primo raggio ( tavola 2)
4 - relazione fra i segmenti con il centro O, misura origine, centro della città (tavola3)
O, primo raggio, decentrato di 5 cubiti, verso nord del quadrante NE e di 4, 5 braccia verso E del quadrante SW avremo il centro della città con le seguenti relazioni:
Ulteriore punto di partenza sono gli orari dell'alba e del tramonto per solstizi ed equinozi. La tabella qui di seguito definisce sia i valori eliaci che quelli locali basati sugli impedimenti orografici a GMT +1, escluso orario estivo. Per questi ultimi si è tenuto conto del metodo standard che richiede espressamente la valutazione di azimut e declinazione del sole alla sua mezzeria fuori dal profilo dell'ostacolo che si oppone alla sua visione prescindendo quindi dal "primo raggio".
Analisi dei dati del circuito murario
a-
l'asse strutturale cittadino definito allineato Nord-Sud nella realtà risulta essere sfasato di 4°02' verso Ovest, è parallelo al muro Est dell'Acropoli e sostanzialmente allineato con la Stella Polare ( 21 settembre, ore 00:00:00 GMT+1, anno 1270 a.C.). A conferma di quanto constatato è il radiale pertinente il segmento AHF dell'Acropoli, ovvero a quello del "primo raggio", che riallineato rispetto al Nord vero assume un angolo di poco superiore a 57°56'( valore dell'alba eliaca del 21 giugno) sufficiente a provocare le ombre che convergono al taglio nella roccia .Di conseguenza con il riallineamento si conferma la perfetta armonia con la teoria della fondazione della città progettata su di un raggio di sole all'alba del solstizio estivo
b-
alcuni segmenti da O verso porte e/o portelle coinvolgono rapporti particolari quali il Ï€ (già preso in considerazione da mons. Capone) e √5 uno degli elementi dell'equazione relativa al Rapporto Aureo
c-
il rapporto 1 : 1.5 fra gli assi è riscontrabile anche nelle dimensioni delle tre nicchie nei pressi della Porta Maggiore ove, si suppone, erano collocati i simulacri dei Numi Tutelari cittadini
2 - L'Acropoli (tavole 4, 5, 6)
Si erge poderosa sulla parte più alta della città ed ospita nel suo interno la Cattedrale e l'Arcivescovado. Il suo circuito murario, dotato di due ingressi, delimita un'area dalla forma trapezoidale che riproduce il profilo ridisegnato a specchio della Costellazione dei Gemelli. Entro le mura su di un basamento in opera poligonale dagli incastri perfetti la Cattedrale alla sinistra della quale si trova l'Arcivescovado . Sul lato Sud in uno scavo, non lontano dalla Porta Maggiore a ridosso delle mura interne, i resti di un tempio riconducibile al VI-V secolo a.C. quasi corrispondente a tre nicchie poste al di fuori delle mura stesse. Visibile a fianco della Porta Maggiore quanto rimane di una vasca per la raccolta delle acque reflue datata II-I secolo a.C.
Analisi della struttura
L'insieme è stata verificato come:
- analisi dimensionale dei 138 segmenti generati dai vari punti
- relazioni matematiche fra gli stessi.
Il trattamento dei dati è stato elaborato secondo i metodi statistici inserendo ciascun dato nella classe di appartenenza secondo i limiti fissati :
- nei rapporti dimensionali tolleranza max. +/- 0.5 cubiti pari a m 0, 278
- limiti di controllo per Sezione Aurea 0.616 - 0.620
- limiti di controllo per Numero d'Oro 1.616 - 1.620
Rapporti dimensionali fra i segmenti
Si è scelto d'utilizzare valori del sistema mensurale in cubiti, braccia e selil, in conformità al sistema adottato dai costruttori. Questa decisione non ha influito sulla globalità dei risultati in quanto ha comportato l'adozione di un errore medio di 0.14 m (0.25 cubiti) nei limiti che vanno da 0.00 a 0. 27 m ( da 0.00 a 0.48 cubiti).
La Sezione Aurea e il Numero d'Oro
La presenza di due aperture d'ingresso all'Acropoli aventi altezza e larghezza relazionate alla Sezione Aurea ha fatto sorgere il dubbio di analogie esistenti fra i vari segmenti tracciabili all'interno della pianta. Si è resa quindi necessaria una verifica in tal senso valutando la possibilità di rintracciare valori di Rapporto Aureo e Numero d'Oro estendendo l'analisi anche ai loro multipli e alle costanti di Ï€ e 2Ï€ già note nel perimetro per il legame esistente con il tratto HO.
La possibile inscrizione di una spirale nell'area della struttura (L. Malentacchi) ha inoltre determinato la scelta, nei limiti dei valori trovati, di effettuare i calcoli relazionati alla sequenza del Fibonacci.
Va osservato che nell'ambito di questa serie se si calcola il rapporto fra il numero che segue con il precedente a partire da 5/3...8/5...13/8.... sino a 89/55 il valore che si ottiene si avvicina sempre di più al Numero d'Oro 1, 618. Detto valore si stabilizza in modo preciso, con oscillazioni che riguardano solo dalla quarta cifra in poi, da 144/89...233/144...
Analisi dei dati dell'Acropoli
L'analisi individuale e congiunta dei dati di struttura manifesta senza ombra di dubbio che l'impianto è stato progettato con l'intenzione di ottenere, nel pieno rispetto di regole astronomiche e matematiche alle quali è probabile poter aggiungere motivi dedotti dal culto osservato, un insieme dalle caratteristiche spiccatamente armoniche.
a - il profilo della pianta riproduce, ridisegnata a specchio e riadattata all'orografia del territorio, la parte interna
della costellazione dei Gemelli quando è molto vicino alla massima declinazione (tavola 4)
b - come l'asse della città, l'asse del muro E è allineato sulla Stella Polare quando questa si trova alle ore 00:00:00
GMT+1del 21/09, anno 1270°a .C alle coordinate azimut 355°37'14'', declinazione 60°02'18' '(tavola 5)
c - il muro di NW è allineato ai valori eliaci del sole all'alba del 21 giugno, sul lato opposto è
rilevabile l'allineamento relativo al tramonto eliaco del 21 dicembre (tavola 5)
d - il muro di SW è allineato con un valore molto vicino al tramonto eliaco del sole agli equinozi (tavola 5)
e - otto coppie di segmenti, della stessa dimensione, hanno in comune un vertice a formare sull'area dell'Acropoli
altrettanti triangoli isosceli privi di base ma posizionati in modo tale da costituire punti di riferimento con
triangolazioni precise per la stesura del perimetro (tavola 6 : BO BT, FB FE, GA GP1, GD1 GE, ML MN, NA NC,
OA OH, TC TP1)
f- interessante è la posizione della Portella dei Falli al vertice del segmento CP2 Sezione Aurea di ON retta passante
per F centro dell'Acropoli e alla distanza pari a AH da C
g- la Porta Maggiore si trova dentro una Sezione Aurea ( D1B Sezione Aurea di ID) e alla distanza pari a IF da D1
- La rampa della Portella dei Falli (tavole 7, 8)
Si tratta del varco minore dell'Acropoli posto ad una trentina di metri dall'inizio del muro che guarda a NW. E' alto m 2, 02 e largo m 1, 25 pari a cubiti 3.63 x 2.25, misure da ritenersi in Rapporto Aureo. E'architravato con un monolito appoggiato sui montanti tramite due denti dal perfetto incastro. Sull'architrave, in rilievo, sono scolpiti tre falli, da qui il nome, e subito sopra di esso, a sinistra, con luce radente è possibile notare una serie, in parte dalle righe sovrapposte, di caratteri osci. Il varco mette in comunicazione il piano stradale dell'attuale via Gregoriana con la parte alta dell'Acropoli tramite una ripida scalinata, preceduta da un ingresso profondo poco più di 2 m, composta da tre segmenti gradinati raccordati da due pianerottoli. A sinistra dell'ingresso un'apertura offre passaggio verso un altro vano dal quale, tramite una sapiente fessurazione dei massi che compongono il muro, è possibile controllare la strada nel tratto adiacente.
Premesso che è palese la sua funzione di osservatorio nei confronti di Orione e del sole la rampa gode attualmente delle seguenti caratteristiche:
- L'azimut è di 147°54'49'' (rilievo Tofani/ Malentacchi)
- I dati della scalinata (dai rilievi di G.B. Giovenale) sono:
- dislivello coperto m 9, 68 su una base di m 13, 44
- larghezza media m 1, 21
- inclinazione media rilevata sulla retta tangente ai gradoni di copertura 41°42'
- gradini per rampa: 1° settore: 13 2° settore:17 3°settore: 8 per un totale di gradini 38
Guardando nell'apertura superiore della scalinata sono possibili osservazioni astronomiche con i seguenti limiti:
- Visuale dall'ingresso a ridosso del primo gradino (un braccio dal suolo):
- azimut min. 144°27' max. 150
- declinazione min. 35°38' max. 44°41'
- Visuale dal 1.° pianerottolo
- azimut min. 143°57' max. 151°54'
- declinazione min. 32°05' max. 47°58'
L'insieme dei dati è apparso disarmonico nei confronti del concetto della ricerca di armonia applicata a tutto il complesso. Il motivo di questa disarmonia è rimasto latente sino al giorno in cui una ricognizione più accurata rivelava una struttura al di sotto di quella esistente. Rivisitando criticamente i rilievi venivano alla luce alcuni spunti interessanti:
- Non esiste uniformità di spazio fra gli spioventi dei gradoni di copertura con la progressione degli scalini.
- L'esame dei gradoni di copertura evidenzia che il secondo e l'ottavo sono allineati fra di loro; il primo, il quarto, il quinto e il nono sono leggermente arretrati mentre sesto e settimo hanno una smussatura intenzionale nei confronti di una retta tracciata dall'alto verso il basso e tangente ai due allineati.
- Questa retta delimita un campo visivo nella parte superiore mentre in basso fuoriesce dalla soglia.
Una retta che garantisce una buona uniformità di luce scala/gradoni su tutta la rampa e parallela alla retta tracciata sui gradoni veniva individuata a 5 cubiti dalla soglia con conseguente allungamento dell'ingresso e della bocca d'uscita di 1, 1 cubiti. Inoltre al centro dell'ingresso era possibile fissare il punto d'osservazione ad un braccio d'altezza, punto che sfiora la retta dei gradoni e garantisce la massima visibilità.
Per effetto di questi spostamenti i limiti di visibilità assumono i seguenti valori:
azimut min. 144°21' max. 151°27'
declinazione min 33°15' max. 41°20'
Osservazioni
- Orione è controllabile nel tunnel all'equinozio di settembre e al solstizio invernale
- La penetrazione del sole è riscontrabile nella mattinata dei due equinozi e per alcuni giorni che lo precedono e che lo seguono.
Il giorno dell'equinozio all'allineamento sulla mezzeria del tunnel la luce si proietta all'esterno per un cubito esatto. In particolare il 21/03/1270 a.C., ore 10:37:14 GMT+1, con declinazione 38°39'04'' il centro dei raggi passano al centro del vano d'uscita.
E' presente una forte valenza simbolica nella sequenze d'illuminazione dei 9 gradoni. Sembra chiaro il riferimento alla fecondazione (nove sono i cicli lunari di una gravidanza umana) che si completa al tramonto con il sole che scompare nella sella a 'V' formata da Monte Lungo con Fumone
- I simbolismo si completa con i tre falli scolpiti sull'architrave, alludendo alla fecondazione e alla triade di
Orione, e con i 38 gradini che richiamano i giorni di festa di Arinna dea del sole hittita
3 - Ipotesi di datazione (tavole 9, 9bis)
Durante le ricerche abbiamo notato che il moto di una costellazione, controllata ad azimut costante, nel tempo modifica la sua declinazione gradualmente, e varia il suo passaggio in orari indipendenti. Questa caratteristica, dovuta alla precessione degli equinozi, può essere utilizzata per determinare l'età in particolare per la Portella. Nel nostro caso la stella guida (Mintaka), dotata di moto trasversale dal basso in alto, non può far altro che iniziare la sua visibilità a partire dallo spigolo basso di sinistra del vano, quindi con azimut e declinazione ben definiti corrispondenti di conseguenza ad un determinato periodo. Per stabilirne l'età è bastato con l'ausilio di un buon software identificare una fascia di valori in grado di poter fornire dati attendibili e comparabili alla richiesta, valori della declinazione che si sono evidenziati in una gamma compresa fra il 1290 e il 1270 a.C. . Ulteriori dati che confermano questa data sono la posizione della Stella Polare, ovvero la definizione dell'asse della città, nella nottata e quella del sole nel tunnel della Porta Minore in mattinata (vedi capitoli precedenti)
Pertanto, in relazione a quanto definito in precedenza, ritengo possibile poter fissare, con buona approssimazione, la data di progettazione e/o d'inizio del cantiere di mura e Acropoli a partire dal secondo quarto del XIII secolo a.C., periodo che ben si correla con civiltà in atto nel bacino mediterraneo e dell'Asia Minore caratterizzate dallo stesso stile costruttivo.
- Raggiunto l'obbiettivo del tentativo di datazione rimane insoddisfatto il quesito ad essa correlato: "Chi erano e da dove provenivano gli esecutori materiali dell'opera?". Scartata l'ipotesi di una civiltà locale della quale non si ha traccia alcuna allo stato attuale si possono formulare solo indizi. Rivediamoli complessivamente.
- La scelta del segno dei Gemelli potrebbe riferirsi ai due re, reggenti contemporaneamente il trono, in uso nella cultura micenea; in tal caso l'età delle mura arretrerebbe almeno di un paio di secoli
- E' una civiltà che dispone di forma di scrittura ed è in grado d'utilizzare principi matematici ed astronomici. Basta osservare la complessità dei calcoli effettuati per gli sviluppi della Divina Proporzione ove è necessario saper risolvere equazioni di 2° grado, estrazione di radice quadrata, applicare il teorema di Pitagora (in anticipo di secoli), utilizzare concetti di trigonometria e usare la progressione di Fibonacci ovvero una progressione logaritmica.
- La partizione dell'area cittadina (impianto a stella) e l'elaborata Acropoli entrambi rinchiuse da mura megalitiche non hanno riscontro nel mondo greco, etrusco e romano sistematici nell'utilizzare l'impianto ortogonale e costruttori di opere in mura dal tessuto "tradizionale".
- Uso sistematico di una stazione astronomica (vedi Templum)
- L'indizio segnalato da mons. Capone relativo alle tavolette di Mari
- Il triplice simbolo fallico sulla Portella che ci ricorda il culto fallico ben radicato in oriente.
- I due leoni (zampe stilizzate) sugli stipiti della portella Sud correlabili con i due analoghi simboli sulle porte di Hattusa e di Micene ai quali aggiungiamo il Toro allo spigolo del Pizzale (non Aquila come si nota chiaramente da fotografie elaborate per interferenza colore).
- L'accettabile coincidenza degli insediamenti storici con la posizione di stelle caratterizzanti una specifica costellazione rilevata da Giorgio Copiz
- Le tre piramidi di Giza allineate come la cintura di Orione
Tutti indizi da ritenersi semplici coincidenze tenuto conto che alcuni di essi convergono per più di un elemento su aree ben precise? Penso proprio di no, ritengo siano tessere di un mosaico ancora incompleto ma che nel tempo a venire potrà essere letto nella sua interezza.
.
4 - La tavoletta Templum (tavola 10, 10bis)
- data e luogo del rinvenimento - O. Tofani e G. Boezi agosto 2008, Acropoli angolo SE, a m 3.20 dal muro S ed a circa m 6.00 dal muro E, posizione geografica 41°43'28.18'' N 13°20'41.59'' E. E' tracciata su di un banco di roccia calcarea spianato intenzionalmente, affiorante per circa 50 cm e circondato da altri massi su alcuni dei quali appare evidente lo stacco di blocchi utilizzati verosimilmente per le mura o per l'Acropoli. A pochi centimetri dalla cuspide superiore le tracce lasciate dall'inserimento di una barra metallica durante precedenti restauri.
Nota: la definizione del periodo d'appartenenza (bronzo, settembre 2009, A. Malanchini) ha dato un ulteriore impulso alla conoscenza dei "misteri" che l'Acropoli nasconde, in particolare per la Portella dei Falli, e per il tentativo di datare la struttura coerentemente con il suo stile architettonico
- descrizione del reperto - il rilievo calcografico evidenzia un quadrato irregolare con incisioni dalla larghezza di 3-5 mm ed una profondità di 2-3 mm circa. Le misure al centro sono di circa 28 cm per lato. Inscritti nel quadrato altri due riquadri ; da quello interno, a metà di ciascun lato, si staccano due linee ortogonali che si uniscono alle incisioni esterne mentre nel mezzo, in alto, sono evidenti due linee convergenti a formare un settore di mm 27 e largo alla base 37 mm, che interrompono l'incisione del lato superiore e sovrastano una freccia parzialmente inserita nella protuberanza già descritta. Al di sotto, leggermente decentrato verso sinistra, quasi al centro del quadrato di mezzo, un incavo rotondo profondo 3-5 mm e dal diametro di circa 3, 5 cm sotto il quale si trova un'altra incisione a punta di freccia. L'origine dell'incisione trasversale di destra è identificabile a partire da un solco posto a circa la metà della porzione destra superiore del quadrato di mezzo e che prosegue sino al bordo esterno .
I rilievi effettuati nella direzione della cuspide superiore indicano una orientamento di 147°41'24''..
- utilizzo della tavoletta - è possibile solo applicando al suo centro una semplice asta munita di codolo e di un regolo mobile imperniato all'asta stessa, praticamente un rudimentale collimatore dove l'azimut dell'oggetto osservato è ricavabile dalla base in pietra mentre la declinazione è dedotta dal regolo mobile.
Sua funzione è quella di verificare lo svolgersi delle sequenze stagionali nel tempo valendosi di più punti di controllo
Analisi dei dati
radiale 147°41' base, interagisce con la Portella dei Falli per Orione
21/06 radiale 57°41' alba eliaca
21/09 Rigel a 119° con Saiph a 12° stelle principali di Orione fuori orizzonte
21/12 Rigel a 186° con Betelgeuse a 180° sul meridiano d'Alatri
21/12 radiale 237°41' tramonto eliaco
Radiali 102°41, 119°, 187°, 192°41', 204° : riscontri a coppie (posizioni contemporanee anno 1270 a.C., 21/09 )
Rigel 118 Alnitak 102° Bellatrix 102°
Betelgeuse 102°41' Bellatrix 102° Rigel 119°
Mintaka 119° Bellatrix 119° Mintaka 187°
Saiph 119° Alnitak 119° Bellatrix 192°41'
Alnitak 187° Betelgeuse 187° Meissa 204°
Betelgeuse 187° Rigel 192°41' Bellatrix 204°
Betelgeuse 204° Betelgeuse 102° 41'
Rigel 204° Saiph 00°00'
Nota: i valori sono arrotondati entro una tolleranza massima di 30'
5 - Quale aspetto aveva l'Acropoli? (tavole 11, 12)
Per dare una risposta coerente con la possibile realtà è necessario considerare i seguenti punti:
a - il livello della Porta Maggiore
b - il livello dei resti del tempio che si osserva nello scavo alla sua sinistra
c - il banco di rocce allo spigolo SE
d - il livello ai piedi dello ierone della rampa della Porta dei Falli
e - il livello dello ierone sul quale poggia la Cattedrale
f - lo stato attuale dopo l'interramento post dominio dei de Ceccano
g - l'attuale rampa d'ingresso sul lato N
Per semplificare la descrizione immaginiamo d'essere un anonimo visitatore dell' XIII sec. a.C. che si avvia verso l'Acropoli partendo da porta S. Francesco. Percorsa la breve salita sino ad un bivio posto di fronte allo spigolo creato dall'intersezione del muro N con quello di NW alla base dell'Acropoli, alla sua sinistra noterà una breve rampa ed un rivellino posto a protezione dell'ingresso NE, un percorso che a differenza di oggi si snodava mantenendo un profilo più basso ai piedi delle mura e non verso il livello dell'attuale interramento. Scegliendo la via di destra, via che si snoda sotto il tratto NW delle mura, fatti pochi passi troverà l'apertura della Portella dei Falli. Proseguendo poi lungo il tratto W poco oltre l'angolo che delimita i muro S attraverserà un rivellino posto a protezione della Porta Maggiore passando davanti a tre nicchie ove sono riposti i simulacri dei numi tutelari prima di raggiungere la Porta Maggiore. Attraversata la Porta Maggiore una breve galleria, coperta da monoliti ed in leggera salita, lo porterà ad osservare un'ampia conca che abbraccia la diagonale SW/NE contrapposta, ad un livello maggiore, dagli spigoli SE, con un banco di roccia, e NW in alto con lo ierone con alle spalle una spianata. In fondo, di fronte, l'ingresso opposto. Da qui per salire sullo ierone sceglierà se piegare subito verso sinistra e risalire il declivio sino alla spianata dove sbocca la ripida scalinata della Portella dei Falli oppure proseguire verso il fondo e, sempre piegando verso sinistra, risalire la china. Dalla spianata una breve scalinata inserita nello ierone porta all'ara (o ad un tempietto) meta finale.
Caratteristiche dello ierone:
a) - la sua collocazione è parallela al lato maggiore del muro di NW ed è tale che il suo lato W, quasi perpendicolare al muro, risulta passante sul punto F .
b) - il rapporto lato minore/lato maggiore ( m 23, 75/29, 42 ovvero cubiti 43/53) dà quale valore 0.811 pari a
½ x Numero d'Oro (2Ã-0.811=1.622 assimilabile a 1.618)
c) - se si traccia una parallela a MN passante per il suo centro, il punto d'incontro di questa con il lato N della
struttura tocca esattamente il punto 'O' luogo della spaccatura nella roccia e punto focale del segmento
O'H' definito da mons. Capone (165 cubiti ovvero m 91, 76).
6 - Due frecce sul parapetto (Alla ricerca di un osservatorio astronomico esterno)
La constatazione della precisione con la quale radiali riguardanti mura e 'Templum', presenti sull'Acropoli, sono stati riprodotti lasciava irrisolto il metodo e il luogo utilizzato per raccogliere tali informazioni.
Necessitava quindi porsi l'obbiettivo di rintracciare almeno un luogo adatto all'osservazione astronomica dalla quale ricavare dati progettuali per la struttura.
Una ricognizione nell'area di ''Templum'', fatta nel settembre 2011, rilevava la presenza di una freccia(A), in buono stato di conservazione, di circa 12 cm di lunghezza, incisa sul ripiano di un masso delle mura posto a 5 metri circa dallo spigolo SE, immediatamente dopo un breve spacco che interrompe la continuità del muro stesso.
La freccia è volta verso un azimut di 45° circa e marca una zona ricca di ostacoli naturali che hanno reso necessario
la preparazione di un grafico della sezione del luogo lungo la direttrice indicata per comprendere senza errori di valutazione la reale visibilità possibile . Al termine del rilievo un punto distante 13.9 km, posto a quota 1920 m, identificava la cresta di un crinale del Monte Ginepro alle coordinate 41°48'47'' N, 13°27'44'' E, ovvero una posizione dominante la valle di Roveto poco oltre l'abitato di S. Vincenzo, dalla quale è si può spaziare ampiamente verso l'orizzonte senza alcun ostacolo, quindi adatta ad effettuare rilievi astronomici.
La distanza fra i due estremi fa sorgere qualche dubbio relativo alla capacità di poter comunicare con chiarezza tramite opportuni segnali concordati con l'Acropoli anche se tale azione doveva essere fattibile con falò e/o specchi con buone condizioni di tempo e mancanza d'inquinamento atmosferico.
Successive ricerche davano come risultato il rinvenimento di una seconda freccia (B) posta più a nord e a breve distanza dalla prima. Ugualmente incisa e con un azimut di 32°30' circa, ha una lunghezza di quasi 14 cm, è però difficilmente identificabile sul masso a causa delle pessime condizioni di conservazione nelle quali si trova. La sua direzione punta sotto la cima della Rotonaria alla distanza di quasi 8500 metri a quota 1182 senza alcun ostacolo visivo frapposto.
Si possono fare due ipotesi sulle sue funzioni: la prima che si tratta della posizione di una ulteriore stazione d'osservazione; la seconda ipotesi è che potrebbe trattarsi di una stazione intermedia per comunicare indirettamente monte a monte con Monte Ginepro.
Nota- La presenza di una notevole quantità di barre ferrose nelle immediate vicinanze dei reperti ha reso necessario l'utilizzo di fotografie elaborate e confrontate con Google Earth in luogo della tradizionale bussola. Pertanto i dati esposti sono viziati da un errore comune e devono essere valutati con maggior tolleranza..
Bibliografia:
- G. Capone: "La progenie Hetea", "Gli Ernici", "Hernica Mater"- ed. Tofani; .
"Collepardo, storia di un antico Castello" 1° vol. - ed. Pasquarelli
- G. Magli: "Il tempo dei Ciclopi", "Archeoastronomia" - ed. Pitagora
"Dalle piramidi di Giza all'Acropoli di Alatri" - ed. Tofani
- A.L. Hoppenheim "L'antica Mesopotamia", G. Goyon: "I segreti delle grandi piramidi; S. Moscati "Gli antichi
imperi d'Oriente"; E. Hadingham "I misteri dell'antica Britannia" - ed. Newton Compton
- A. Radmilli: "Guida alla preistoria italiana" - ed. Sansoni
- AA.VV. "Preistoria" ed. Quasar
- Compact "Enclclopedia della storia universale" - ed. Club
- AA.VV. "Le grandi avventure dell'archeologia" e "Astronomia" - ed. Curcio
- Le Garzantine - L'Universale: "Astronomia", "Atlante Storico", "Antichità Classica", "Architettura", "Religioni",
" Mitologia", "Simboli"
- S.N. Kramer: "I Sumeri- Alle radici della storia" ed. Newton
- S. Moscati: "Antichi imperi d'Oriente" ed. Newton
- A.L. Oppenheim: "L'antica Mesopotamia" ed. Newton
- J.G. Macqueen: "Gli Ittiti" ed. Newton
- M.R. Spiegel: "Statistica", Collana Schaum - ed. Etas Libri
- IGM- "Manuali vari per l'utilizzo e l'interpretazione delle carte topografiche"
- M. Ritarossi: "Alatri", "Aletrium" - ed. Tofani
- A. Frusone: "Conoscere Alatri" - ed. Tofani
- P.O. Tofani : "Alatri - l'Acropoli ed i suoi misteri" - Antica Stamperia Tofani
- G. Hancock: "Impronte degli Dei, alla ricerca dell'inizio e della fine" - ed . Euroclub
di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
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