Ricercatori spagnoli hanno scoperto che gli uomini di Neanderthal erano cannibali opportunisti in tempi di carestia.
L'Uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis), così chiamato in onore della valle teutonica di Neander dove furono ritrovati i primi resti fossili, convisse con l'Homo sapiens nel paleolitico medio e ancora oggi la sua classificazione tassonomica è ampiamente dibattuta in ambito accademico, tra chi lo vede come una sottospecie dell'uomo moderno e chi come una sorta di antico "cugino", sebbene indagini genomiche recenti puntino sul fatto che si trattasse della medesima specie, condizionata fisicamente da fattori climatici ed ambientali. Ciò che è certo è la sua scomparsa misteriosa dalla Terra, improvvisa ed avvenuta in un lasso di tempo relativamente ristretto, sebbene ciò non abbia impedito il ritrovamento di reperti fossili che oggi fanno luce, in parte, su alcuni aspetti peculiari della socialità e dell'evoluzione di questo Homo vissuto verosimilmente tra i 200 mila ed i 30 mila anni fa. Da diversi anni alcune scoperte scientifiche lasciano supporre che l'Uomo di Neanderthal fosse un cannibale opportunista, ovvero che si cibasse di carne umana solo in tempi di carestia (molto diffusi all'epoca), e una nuova conferma giunge dal ritrovamento di alcuni reperti fossili recuperati da antropologi spagnoli in una grotta nel sito archeologico di El Sidron, nel nord della penisola iberica in Asturia. Nello specifico gli studiosi hanno recuperato le ossa di un intero gruppo familiare, attaccato verosimilmente a scopi alimentari da un altro gruppo di Neanderthal, come ha spiegato l'antropologo Carles Lalueza-Fox dell'Istituto di Biologia Evolutiva presso l'Università di Barcellona: "I membri di una famiglia formata da 12 persone fra cui tre femmine e tre maschi adulti, e tre bambini fra i due e i nove anni, sono stati uccisi e macellati da altri Neanderthal". L'evento, che sarebbe accaduto circa 50 mila anni fa, è stato ricostruito attraverso indagini approfondite dopo quasi 20 anni di studi. I primi resti furono infatti recuperati nel 1994 e dal 2000 sono stati avviate le analisi più specifiche, che oggi ci raccontano questa macabra storia: "Dalle informazioni in nostro possesso - spiega Lalueza-Fox - direi che queste persone sono state uccise in inverno, quando il cibo è molto difficile da trovare. Non vi è alcuna prova sull'utilizzo del fuoco ed è altamente probabile che essi siano stati consumati immediatamente sul posto. Gli aggressori hanno anche tagliato intorno alle mandibole ed alle mascelle per estrarre le lingue, inoltre alcune ossa sono state spezzate per il midollo". I dettagli di questa scoperta scientifica sono stati presentati alla Royal Society di Londra e diffusi dal Sunday Times.
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