Il famoso busto della regina Nefertiti, la moglie del faraone Akhenaton, regnante dal 1.353 al 1.336 a.C., è considerato avere uno dei visi scolpiti più belli mai ritrovati.
Questo famoso manufatto, 20 kg e a grandezza naturale, ha uno strato di stucco di gesso colorato sopra un nucleo di calcare. Venne scoperto un secolo fa nelle rovine nell'antico studio di un artista ad Amarna. Reso pubblico nel 1924, diventò presto un'icona della bellezza femminile.Trovati sparsi in quello stesso studio vi erano 22 stampi in gesso di altri visi. Alcuni ritraggono donne più anziane con tutte le rughe - un'anomalia artistica per una cultura che stilizzava le donne come belle e slanciate (recenti scansioni tomografiche hanno dimostrato che l'immagine di Nefertiti sotto lo stucco era più realistica: una donna con meno zigomi, guance rugose e una protuberanza sul naso).
Ma il mondo vede solo la superficie. Il viso "fa parte della nostra cultura", ha detto l'egittologo francese Alain Zivie in una lezione ad Harvard, "come un'immagine di Che Guevara o Einstein o la Monna Lisa".
Il ritrovamento del busto ad Amarna nel 1912 è una delle grandi scoperte dell'archeologia. Un famoso fotografo racconta dell'egittolo tedesco Ludwig Borchardt mentre guarda per la prima volta il busto. "Improvvisamente avevamo l'opera più viva d'Egitto nelle nostre mani", scrisse sul suo diario. "Non si può descrivere a parole. Potete solo vederlo" (tenne il busto nella sua casa di Berlino per 11 anni prima che andasse al Neues Museum).Nella sua lezione all'Università di Harvard, "Discovering the Egyptian Queen Nefertiti's Artist", Alain Zivie ha parlato del creatore del busto di Nefertiti, lo scultore di corte ufficiale del faraone Akhenaton, un uomo che lui chiama "il Michelangelo dell'antico Egitto": Thutmose.
Secondo Zivie, il Thutmose dello studio di Amarna è lo stesso Thutmose del quale avrebbe scoperto la tomba molto più a nord, a Saqqara. Nel 1996 mentre aiutava a scavare quelle che inizialmente sembravano solo gallerie sotterranee per gatti e cani mummificati. Le tombe, dice, "a volte sono piccoli buchi", e può essere difficile identificarle. Quella di Thutmose era piccola e puzzava: "all'inizio non era molto affascinante".
L'area del ritrovamento si chiama Bubasteion, che ora si riferisce meno agli animali mummificati (comunque milioni) e "sempre di più a una necropoli del Nuovo Regno", dice Zivie, direttore della Missione archeologica francese di Bubasteion.Zivie chiama Thutmose un "eccellente artista che si fece la propria tomba". E ne mostra l'interno. A sinistra ci sono tre muri dipinti conservati che formano una sorta di trittico autobiografico: "Sono i passaggi di una vita", dice riferendosi alle immagini, che includono Thutmose, sua moglie e i figli.
Zivie ha mostrato poi un dettaglio della "moglie del maestro, dipinto da lui stesso", che "è molto commovente". Così come la raffigurazione dell'artista e della moglie dipinti insieme su una bara doppia. "È commovente perché sappiamo che era Thutmose stesso", dice Zivie. "Dipinse se stesso morto".
Al centro del trittico c'è quello che Zivie chiama una metafora della vita dell'artista, una piccola tavolozza con molti colori, simile a una d'avorio ritrovata nello studio di Amarna. Era con la pittura, dice, che il mastero dava alle sculture "il tocco finale di vita".Ma si tratta davvero della tomba di Thutmose? Zivie ammette che "la storia non è finita", mentre gli egittologi non hanno ancora espresso una posizione unitaria. Per Peter Der Manuelian, "più prove sarebbero gradite, ma il discorso fila", mentre Jacquelyn Williamson dice: "Sono convinto al 98%".
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