Le Isole Far Oer sono state colonizzate molto prima di quanto finora ritenuto; e non dai Vichinghi, secondo una nuova ricerca
Nuove prove archeologiche collocano la colonizzazione umana nel IV-VI secolo d.C., almeno 300-500 anni prima di quanto precedentemente sia stato dimostrato.
La ricerca, diretta dal dr. Mike J. Churh, del Dipartimento di Archeologia della Durham University, e da Simun V Arge, del Museo Nazionale delle Isole Fær Øer, nell'ambito del progetto multidisciplinare "Heart of the Atlantic", è pubblicato nella Quaternary Science Review.
L'arcipelago, che conta 18 isole, di cui solo una completamente disabitata, è collocato a nord della Scozia, nel mezzo dell'Atlantico settentrionale, a metà strada tra l'Islanda e la Norvegia.
La natura rocciosa, la scarsa vegetazione, il clima di tipo oceanico - abbastanza mite, ma con venti quasi costanti - il cielo generalmente coperto e le frequenti nebbie consentono una limitatissima attività agricola e l'economia si basa essenzialmente sulla pesca dei cetacei.
La storia antica delle isole è avvolta nelle nebbie, come le stesse Fær Øer.
Probabilmente i Vichinghi vi fecero tappa, percorrendo i mari del Nord, ma della loro presenza non ci sono prove tanto antiche.
Finora si era ritenuto che alcuni monaci irlandesi vi fossero sbarcati nel 512 d.C., battezzando, senza troppa fantasia, due delle isole Sheep Island e Paradise Island of Birds.
Non si sa niente, invece, di alcuna colonizzazione norvegese prima del IX secolo, quando è storicamente attestata l'annessione delle isole al dominio della Norvegia, sotto re Olaf I.
Le Fær Øer sono comunque state il trampolino di lancio, dopo le Isole Shetland, per la diffusione dei popoli europei nel Nord Atlantico, che culminò con lo sbarco dei primi navigatori sulla sponda occidentale del continente americano nell'XI secolo, circa 500 anni prima che Colombo attraversasse l'Atlantico.
L'attuale ricerca è stata effettuata sul sito archeologico di A Sondum sull'Isola di Sandoy.
L'analisi ha riportato alla luce un vasto deposito di sabbia portata dal vento che contiene macchie di torba bruciata e cenere, resti di attività umana risalenti ad un insediamento umano presumibilmente pre-Vichingo.
Queste ceneri contenevano chicchi d'orzo, bruciato in focolari domestici e poi disperso sulla superficie della sabbia, deposta dal vento nel corso dei secoli dal IV all'VIII.
Il dr. Mike Church afferma: "Esistono ora prove archeologiche certe di una colonizzazione umana delle Isole Fær Øer 300-500 anni prima della colonizzazione vichinga, avvenuta su larga scala nel IX secolo d.C., anche se ignoriamo ancora chi fossero queste genti e da dove venissero".
"La maggior parte delle testimonianze archeologiche di questa prima colonizzazione è probabile che sia andata distrutta dalla grande invasione vichinga" - continua lo studioso - "Questo spiegherebbe la mancanza di precedenti prove, rinvenute finora, del primo insediamento umano nelle Fær Øer.
"Anche se non sappiamo chi fossero i gruppi umani che si stabilirono qui, né da dove provenissero" - ha ribadito Simun V Arge - " è chiaro che questi non prepararono torba per utilizzarla, ma quasi certamente siamo in presenza di un prodotto residuale del taglio della legna, dell'asciugatura delle pelli e della cottura di cibi. E questo indicherebbe che questi visitatori ignoti devono aver soggiornato qui per qualche tempo".
"Ora dobbiamo contestualizzare questa prima prova in relazione ad altre fonti e valutare se possano esistere altri siti simili, sulle altre isole, che siano in grado di fornire ulteriori prove archeologiche".
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