Tra due settimane partiranno i lavori di restauro degli affreschi, dei mosaici e di tutto l'apparato decorativo della Villa dei Misteri, una delle più famose e belle abitazioni situate all'interno dell'area archeologica di Pompei. La notizia è veramente importante e lascia ben sperare per le sorti della domus che da qualche tempo ormai combatte contro gli agenti atmosferici, l'umidità e l'inesorabile passare del tempo che mette a dura prova sia pitture e mosaici sia strutture architettoniche.
E' passato più di un secolo ormai dall'ultimo grande intervento di restauro che ha interessato la villa ed è un tempo incredibilmente lungo per una realtà difficile e al limite del degrado come quella di Pompei. Interventi urgenti, realizzati pochi anni fa, interessarono le coperture, si cercò di consolidare la scarpata che gira intorno all'edificio e si sistemarono gli elementi architettonici che sembravano essere più a rischio.
Polemiche su questi interventi nacquero, pochi mesi or sono, a causa del crollo di una trave lignea dal soffitto di uno degli ambienti della villa.
Il primo impianto della Villa dei Misteri risale all'età sannitica e doveva prevedere una corte di accesso, atrio, tablino e vari ambienti. La corte diverrà poi un peristilio, mentre nell'atrio molte porte furono chiuse di cui però è ancore possibile vedere i battenti. La decorazione pittorica dell'atrio è costituita da grossi rombi del noto colore rosso, oggi anneriti dalla luce.
I restauri interesseranno in particolare la Sala dei Misteri con la famosa megalografia. Prima di accedere a questa sala, però, vi è un cubicolo con statue dipinte di Dioniso, di un Sileno e di Menadi danzanti. Si può dire che queste pitture sono quasi un'anticipazione del grande affresco che il visitatore avrebbe poi visto: figure a grandezza naturale che sembrano vivere un rito dionisiaco o matrimoniale, ma la cui interpretazione è oggi ancora difficile e oscura e su cui sicuramente c'è ancora molto da dire. Forse l'ultimo proprietario della villa fu L. Istacidius Zosimus nella cui gens, in età giulio -claudia, vi era una sacerdotessa di Venere. E proprio con la gens giulio-claudia in passato si sono voluti vedere legami. Matteo Della Corte, noto esperto di epigrafia pompeiana, riteneva che la villa fosse stata regalata dall'imperatore Nerone ad Aniceto come regalo per aver ucciso la madre Agrippina.
Quel che è certo, per ora, è che presto le bellissime figure che compiono lo stesso arcano rito da 2000 anni, presto ritroveranno il loro vivido colore e non rischieranno di sbiadire per sempre.
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