
La datazione di un fossile di ittiosauro ritrovato in Medio Oriente potrebbe riscrivere la storia di questi antichi rettili marini.
Scoprire una nuova creatura può bastare a mettere in crisi generazioni di paleontologi. Malawania anachronus, l'animale fossile appena ritrovato, è un ittiosauro lungo tre metri. Questi veloci predatori marini, di aspetto simile ai delfini, potevano raggiungere i 20 metri di lunghezza; si stima che il maggior numero di specie appartenenti a questo gruppo di rettili visse nel Giurassico.
Eppure, una ricerca pubblicata a maggio sul Journal of Biology Letters che riguarda il nuovo fossile del Kurdistan suggerisce che M. anachronus risalirebbe al primo Cretaceo, ben 66 milioni di anni dopo, cioè, il periodo in cui sarebbero vissuti i suoi cugini più stretti.
Questa è la ragione per cui il responsabile dello studio, Valentin Fischer, geologo e paleontologo del Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Brussels, afferma che Malawania anachronus - in latino e in curdo "nuotatore fuori-tempo" - è "qualcosa che non dovrebbe trovarsi lì, ma c'è".
"Questo 'fossile vivente' del suo tempo dimostra l'esistenza di una linea evolutiva che non avevamo mai neanche immaginato", continua Fischer.
Tuttavia, Michael Caldwell, esperto di ittiosauri della University of Alberta in Canada, non coinvolto nello studio, invita a frenare l'entusiasmo, considerando che la scoperta si basa sull'analisi di un unico esemplare incompleto.
Sulle tracce di un "fossile vivente"
Tutto iniziò negli anni Cinquanta, quando alcuni geologi scoprirono per la prima volta una lastra di roccia contenente un pezzo di scheletro di ittiosauro in quella che oggi è la regione del Kurdistan, in Iraq.
La lastra di roccia venne usata a lungo come passaggio per i muli, fino a quando qualcuno ne riconobbe l'importanza e la spedì nel Regno Unito per analizzarla. L'esperto di ittiosauri Robert Appleby la studiò fino alla sua morte nel 2004, senza tuttavia riuscire a venire a capo del mistero riguardo al periodo in cui il mostro marino sarebbe vissuto.
Enter Fischer and his team, who extracted microscopic spores and pollen from inside the slab of rock and dated them to the early Cretaceous, according to the study, published May 15 in the journal Biology Letters. (See 3-D pictures of Cretaceous sea monsters.)
Oggi quel mistero sembrerebbe non essere più tale: Fischer e il suo team hanno datato al Cretaceo inferiore alcune spore microscopiche e del polline che si trovavano nel sedimento roccioso.
Inoltre, il team ha aggiornato l'albero della famiglia degli ittiosauri - aggiungendovi il nuovo componente - e si è reso conto che numerosi gruppi di ittiosauri comparsi nel Triassico e Giurassico potrebbero essere sopravvissuti anche fino al Cretaceo.
Restano però diversi punti oscuri. Uno riguarda il corpo di M. anachronus - specialmente il torace e le pinne pettorali - che sembra molto simile a quello dei suoi parenti del primo Giurassico. Gli scienziati infatti non si spiegano come M. anachronus abbia potuto conservare la stessa forma del corpo attraverso i millenni - un "evento davvero raro" tra i rettili marini, che tendono di solito a evolvere rapidamente in risposta alle mutevoli condizioni dell'oceano.
Un altro interrogativo è come mai i paleontologi non abbiano trovato prima questa linea evolutiva. Un'ipotesi è che ciò sia dovuto a problemi di conservazione: il Medio Oriente non ha restituito molti fossili di ittiosauro completi, spiega Fischer. La ragione, forse, sta nel fatto che in quell'area potrebbe non essere stato svolto un lavoro scrupoloso; inoltre, il mostro marino viveva in acque basse e limitate, che potrebbero essere state abitate da un numero minore di animali rispetto al mare aperto.
Prove non schiaccianti
A questo Caldwell ribatte affermando che riscrivere la storia dell'evoluzione basandosi su una sola specie nuova è "una tesi ardua da sostenere", e aggiunge che le reinterpretazioni dell'evoluzione di solito si basano sull'analisi di centinaia di fossili.
In questo caso, oltretutto, il fossile è lacunoso: manca del cranio, elemento cruciale per determinare la specie di ittiosauro.
Nonostante il cranio sia importante per identificare di quale specie di ittiosauro si tratti, sottolinea comunque Fisher, diverse parti dello scheletro di M. anachronus hanno caratteristiche "uniche" e "peculiari", che indicano che si tratta di una nuova specie.
A rendere il tutto più difficile c'è anche il fatto che i campioni usati per datare M. anachronus provengono da una lastra di roccia, e non dal sito originale - ed è più facile datare la roccia in cui il fossile è stato trovato se si conosce il sito, continua Caldwell. I dati sul microfossile di M. anachronus infatti non sono precisi, e permettono di stimare la sua età con un margine di errore di circa sei milioni di anni.
"Temo che la tesi si riveli un po' troppo debole... quando ci si confronta con i dati". Ciò detto, il significato di "paleontologia" è proprio "tentare di ricostruire delle ipotesi a partire da frammenti; è già tanto se riusciamo a tirare fuori qualcosa dalla documentazione fossile".






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