Aperta a Bologna la mostra "Davvero! La Pompei di fine '800 nella pittura di Luigi Bazzani", che mette a confronto gli scavi ritratti meticolosamente dal pittore bolognese con il loro aspetto attuale.È un viaggio nel tempo, nella Pompei che si poteva ammirare alla fine dell'800. E poi il ritorno. Un salto di oltre un secolo, da un'epoca in cui ancora molte delle pitture e decorazioni delle abitazioni conservavano la loro vivace policromia fino a oggi, in cui tanta parte di questo patrimonio è andato perduto. È lo sguardo su Pompei vista attraverso gli acquerelli di Luigi Bazzani, artista che alla fine del XIX secolo documentò con straordinaria precisione le rovine da poco riportate alla luce dalle ceneri del Vesuvio.
La mostra "Davvero! La Pompei di fine '800 nella pittura di Luigi Bazzani" che aprirà a Bologna il 29 marzo, e successivamente a Napoli il 4 luglio, porta al pubblico il confronto tra queste due realtà. Il titolo dell'evento, organizzato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e dal dipartimento di Storia, culture, civiltà dell'Università di Bologna, riflette il formidabile virtuosismo pittorico di Bazzani nel riprodurre fedelmente la realtà e di rendere ogni dettaglio con grande accuratezza. Una minuzia quasi scientifica a metà tra pittura e fotografia, proprio nell'epoca in cui la tecnologia in questo campo muoveva i suoi primi passi e la resa cromatica era ancora lontana, come si vede in quest'immagine che mette a confronto il Ninfeo della Casa del Centenario visto dall'artista e, a destra, come appare oggi.
Nonostante questo ambiente sia stato protetto abbastanza precocemente da una tettoia, molti dettagli della decorazione sono scomparsi, come ad esempio la figura di divinità fluviale ai piedi della monumentale fontana decorata a mosaico. L'acquerello di Bazzani ha contribuito in modo determinante allo studio condotto in questa casa dall'Università di Bologna.
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