Importantissimo sito dell'Età del Bronzo Antico, il Villaggio Preistorico di Nola (la cosiddetta Pompei della Preistoria), è stato ritrovato in località Croce del Papa al confine tra i comuni di Nola e Saviano, sepolto dall'eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino (1860-1680 a.C.). L'eccezionalità del ritrovamento è dovuta proprio alle condizioni del seppellimento che hanno garantito la conservazione delle capanne attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando anche tutte le suppellettili che si trovavano al loro interno al momento del disastroso evento. Le strutture abitative, con pianta a forma di ferro di cavallo, erano del tipo a due navate e internamente era divise da tramezzi di legno in due o tre ambienti comunicanti. La zona absidale di fondo veniva utilizzata come dispensa in cui erano disposti i grandi vasi pieni di derrate, mentre gli ambienti centrali, con il pavimento in battuto in cui era inserito il focolare, il forno e delle fosse (per la raccolta dei rifiuti) erano usati come luoghi di soggiorno.
Il villaggio preistorico non sarà sotterrato. Dopo discussioni accese, manifestazione di gruppi di ambientalisti a difesa del villaggio di Nola, a poche ore dal suo interramento è finalmente arrivata l'intesa tra Regione e Soprintendenza: "Una task force farà partire, da lunedì prossimo, il piano di recupero del sito sempre inondato dall'acqua delle falde freatiche. Inizieremo con i rilievi sul territorio, per presentare entro dicembre un progetto di tutela definitivo per salvare le antiche capanne", dichiara l'assessore regionale Eduardo Cosenza dopo un vertice tra Regione, il sindaco di Nola, Geremia Biancardi, e la soprintendente speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei Teresa Elena Cinquantaquattro.
Tempi stretti e compiti ripartiti in tre fasi: la Soprintendenza provvederà con una task force di archeologi subacquei a ricoprire con una sostanza chimica impermeabile le tre intatte capanne sommerse preservandole dalla falda acquifera. Spesa complessiva: 70mila euro.
E proprio da lunedì 24 settembre la Regione darà il via con l'Arcadis, agenzia per la difesa del suolo, alla seconda fase del progetto con studi e ricognizioni sulla parte non ancora scavata. La terza parte del progetto prevede che in tre mesi verrà selezionato un perimetro da isolare con speciali paratie di cemento o alluminio. Per ora naturalmente l'area (circa 1.500 metri quadrati) resta interdetta al pubblico, dopo il sequestro della Guardia di Finanza nel gennaio 2011 per il cedimento di parte dello scavo causa infiltrazioni d'acqua.
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