In Colombia è in corso, già da qualche anno, una politica nazionale per tentare di far vedere il lato buono del Paese al mondo esterno. Troppi decenni di guerra civile, narcotraffico e terrorismo hanno contribuito ad affossare l'immagine internazionale di questo Paese sudamericano.
A partire dal periodo presidenziale di Alvaro Uribe le cose sono cambiate: anche con l'aiuto degli Stati Uniti d'America, che non hanno mai voluto perdere un alleato strategico importante, le forze armate si sono riorganizzate e sono stati assestati duri colpi ai gruppi rivoluzionari, che anticamente avevano un'ispirazione marxista-leninista.
Dal 2006 la sicurezza nel Paese è indubbiamente migliorata, e molte zone, che prima erano off-limits, oggi sono percorribili e fruibili anche dal punto di vista turistico.
Contestualmente, a partire dal 2008, il Paese si è aperto agli investimenti stranieri. La dove c'erano gruppi d'estremisti e narcotrafficanti, oggi ci sono delle imprese multinazionali, che in molti casi arricchiscono solo pochi potenti.
La Colombia è, infatti, il Paese più diseguale del continente sud-americano.
La ricchezza, come spesso accade in altri Paesi sud-americani, per esempio il Perú, è concentrata nelle mani di una ricca elite, che corrisponde poi ai discendenti degli encomienderos, ovvero coloro i quali reggevano il potere fin dal XVI secolo.
E' stato uno scontro di culture: da una parte gli Spagnoli o i loro discendenti, con l'individualismo tipico degli Europei, dall'altra il mondo indigeno, alla base del quale vi era una concezione di vita basata sul collettivismo.
Questa è la causa della disparità sociale che vi è in Colombia, e anche per questo è così difficile che la società raggiunga livelli d'equità sociale comparabili con quelli europei.
In Colombia non è stata mai fatta una vera e propria distribuzione di terre, ma i grandi latifondisti sono grossomodo i discendenti dell'elite "criolla" (ovvero i discendenti degli Spagnoli), del XVI secolo.
Grandi multinazionali del settore minerario controllano vasti giacimenti di carbone (Guajira), e d'oro (Antioquia, Santander), mentre una grande impresa colombiana controlla l'estrazione d'idrocarburi.
C'è, però un settore che per la sua natura, non è controllato da grandi multinazionali, ma è gestito da innumerevoli piccoli e medi cercatori e minatori, quello degli smeraldi.
Camminando per le vie del centro storico di Bogotá, detto "La Candelaria", si notano decine di negozi dove si vendono bellissime pietre preziose: rubini, topazi, alessandriti, diamanti, ma soprattutto smeraldi.
La Colombia è, infatti, il più grande produttore del mondo di questa pietra, che è una varietà del berillo caratterizzata da un intenso colore verde, dovuto alla presenza di cromo e/o vanadio.
Quando poi si giunge nelle vicinanze del Museo dell'Oro, dove sono esposti pezzi d'inestimabile valore artistico ed intrinseco propri delle antiche culture indigene come Muisca, Sinú, Quimbaya e Tayrona, si notano delle accozzaglie di persone nel marciapiede, intente a vendere smeraldi, avvolti in pezzetti di carta, ad ignari passanti.
In questo caso, se si vuole tentare l'acquisto in strada, si deve avere una buona conoscenza delle pietre verdi, per evitare di farsi ingannare.
La maggioranza degli smeraldi colombiani viene dal dipartimento di Boyacá, ed in particolare dalla zona collidente il paese di Muzo, che già dai tempi dei gloriosi indigeni Muzos, che furono sottomessi dai conquistatori Pedro de Lancheros e Pedro de Ursua nel 1559, era famoso per la produzione delle ambite pietre.
Oggi, in Colombia, diventare cercatore di smeraldi in modo legale, ed ottenere quindi la concessione per poter sfruttare una miniera, detta titulo minero, è stranamente facile: bisogna presentare il piano topografico della zona che s'intende sfruttare, certificato da un geologo, somministrare un certificato del rappresentante legale della società che ne fa richiesta, fornire il documento d'identità, pagare la somma di un salario minimo (circa 300 $), ed ecco che si ottiene la concessione trentennale.
Poter ottenere ampi guadagni però non è cosa facile: in caso che si trovi una vena di smeraldi, i titolari della concessione sono tenuti ad avvisare le autorità del Ministero delle Miniere, che fanno una stima del giacimento ed in base a ciò applicano una tassa.
Secondo alcuni proprio questo è il momento più affascinante dell'attività mineraria. Bisogna tentare di togliere il più possibile del materiale prezioso, prima della stima delle autorità, e prima che gli operai lo facciano a loro volta sparire e che poi tenteranno di rivendersi, contrabbandandolo sul mercato della capitale.
Molti concessionari di titulos mineros però, non si sono dedicati a cercare smeraldi o altri minerali nelle terre a loro assegnate. Hanno aspettato il momento propizio e hanno rivenduto il loro titolo sul mercato internazionale, alzando il prezzo e sostenendo semplicemente che la loro terra, collidente ad un'altra ricca miniera, vale moltissimo.
Ci sono stati anche casi, per esempio nel dipartimento del Santander, dove semplici concessioni ottenute con l'equivalente di 300 $ sono state rivendute anche a 5 milioni di $!
Quanti sono gli esmeralderos in Colombia?
Si pensa che il settore degli smeraldi dia da vivere a decine di migliaia di persone tra minatori, tagliatori di pietre, commercianti e contrabbandieri. Bisogna aggiungere che gli smeraldi vanno poi incastonati in gioielli d'oro e che quindi molti altri esperti gioiellieri si sommano a questa categoria, formata in gran parte da piccoli artigiani. Gli smeraldi si vendono un po' dappertutto in Colombia, ma il loro prezzo massimo, lo raggiungono a Cartagena de Indias, dove i turisti americani che sostano nel porto caraibico, durante le loro lussuose crociere, pagano anche il doppio rispetto ai prezzi di Bogotá.
Gli stessi smeraldi invece, nei negozi europei o nord-americani potranno valere anche fino a cinque volte di più, senza contare poi quelli che saranno incastonati in oro lavorato da gioiellieri famosi, che decuplicheranno il loro valore.
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