Del metano - un atomo di carbonio legato a quattro di idrogeno, una tra le più semplici molecole organiche - su Marte non ci sarebbe praticamente traccia. I risultati arrivano dall'unità Sam (Sample Analysis at Mars), il naso di Curiosity, che ha cominciato a sniffare l'aria marziana lo scorso settembre alla ricerca di indizi che potessero rivelare la presenza di vita sul Pianeta rosso. E il metano era uno di quelli più preziosi: prodotto, sulla Terra, per circa il 90% da attività biologiche, la sua presenza su Marte avrebbe fatto ben sperare nella presenza di forme di vita aliene (anche se potrebbero essere stato rilasciato da processi geologici, come interazioni tra roccia e acqua). Ma ora Curiosity smorza gli entusiasmi: " Finora non abbiamo nessuna indicazione definitiva della presenza di metano", ha dichiarato infatti Chris Webster, responsabile dello spettrometro laser di Sam.
Le indicazioni sulla presenza di metano su Marte avevano cominciato ad accumularsi tra il 2003 e il 2004, attraverso le rivelazioni degli strumenti a bordo della sonda Mars Express, in orbita intorno al Pianeta. Il team di Michael Mumma del Goddard Space Flight Center della Nasa aveva successivamente stabilito che quegli hotspots di metano erano locali e stagionali, che scomparivano velocemente. Per spiegare il fenomeno erano state avanzate diverse ipotesi: o che il gas fosse intrappolato rapidamente dal suolo o eliminato da reazioni con altri composti, o distrutto velocemente da interazioni con la radiazione ultravioletta.
Ipotesi che potrebbero valere anche oggi, e che riuscirebbero, in parte, a spiegare il mistero del metano su Marte: Curiosity potrebbe aver annusato l'aria in un periodo in cui non c'è stata produzione del gas oppure questo potrebbe essersi degradato troppo velocemente per raggiungere il naso del rover. Ragion per cui, come racconta Wired.com, non è escluso che Curiosity non trovi tracce del gas in futuro. "La storia del metano [su Marte, nda] è appena cominciata", ha infatti precisato Sushil Atreya, co-investigator di Sam, e la variabilità dell'atmosfera marziana potrebbe far rivedere i risultati osservati ora.
Metano a parte, l'aria del Pianeta rosso, è comunque interessante. Gli ultimi dati raccolti dal rover ne hanno determinato la composizione: conterebbe per lo più anidride carbonica (circa il 96%) e tracce di argon, azoto, ossigeno e monossido di carbonio. Ma soprattutto le analisi avrebbero suggerito che un tempo l'atmosfera marziana, oggi circa cento volte più sottile di quella terrestre, sarebbe stata molto più spessa. Tanto da riuscire a spiegare anche la presenza di acqua liquida sulla superficie del pianeta, come suggerisce Ars Technica. Così, se da una parte l'assenza di metano deporrebbe a sfavore dell'esistenza di forme di vita marziane, dall'altra è lo stesso Curiosity ad alimentarne ancora le speranze.
I dati in questione sono quelli catturati dal rover riguardo la composizione isotopica dell'atmosfera. In particolare, gli isotopi leggeri di alcuni elementi sarebbero notevolmente diminuiti nel tempo, come se l'atmosfera se ne fosse liberata. Ovvero, come se una frazione dell'aria di Marte fosse stata persa nel corso degli anni. I dati acquisiti oggi da Sam mostrano infatti concentrazioni più basse di isotopi leggeri rispetto a quanto emerso dalle analisi condotte sulle meteoriti marziane piovute sulla Terra, contenenti tracce dei gas presenti in passato su Marte. Questo perché, come raccontano alla Nasa, l'aria del Pianeta potrebbe essere stata interessata in passato da fenomeni fisici che avrebbero favorito l'arricchimento di isotopi pesanti degli elementi, a discapito di quelli leggeri, volati via nello Spazio.
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