Il personaggio raffigurato nella statua in marmo di fattura greca "Giovinetto in tunica", esposta nel museo Whitaker di Mozia sarebbe Alcimedonte. L' autore dell'opera, secondo Lorenzo Nigro, docente associato di archeologia e storia dell'arte all'Università La Sapienza di Roma, avrebbe ritratto il capo mirmidone greco, figlio di Laerce, ricordato da Omero nei libri XVI e XVII dell'Iliade e descritto come un ottimo auriga che guidò personalmente il carro di Achille, trainato dagli immortali destrieri Balio e Xanto, fuori dal terribile scontro accesosi per la contesa del corpo di Patroclo, ucciso da Ettore. La statua è stata esposta al British Museum in occasione delle Olimpiadi di Londra e continuerà a viaggiare per il mondo ancora per circa un anno e mezzo. Soprattutto negli Usa, dove rimarrà a lungo nel "Paul Getty Museum" di Malibù. Nigro da undici anni, d'intesa con la Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani e la Fondazione Whitaker, proprietaria di Mozia, dirige campagne di scavi sull'isola, che tra l'VIII e il IV secolo avanti Cristo fu importante colonia fenicia e centro egemone nel Mediterraneo. Il professor ha spiegato a Marsala che è stato possibile risalire all'identità del personaggio raffigurato nella statua grazie all'iscrizione ("Alkimedon") su un vaso di ceramica attico scoperto sull'isola nella zona dove sono state trovate le fondamenta del tempio ("Temenos") attorno al "Kothon", vasca per abluzioni effettuate nell'ambito di cerimonie religiose. Tracce di un tempio fenicio-punico, tra l'altro, finora non erano mai venute alla luce. Neppure a Cartagine. Il vaso di ceramica ("cratere di Alcimedonte") sarebbe stato commissionato in Attica dai moziesi e raffigura una scena di simposio. Nel posthomerica, dopo l'Iliade, si racconta che Alcimedonte venne trafitto mortalmente da Enea durante una delle tante battaglie sotto le mura di Troia. La statua del "Giovinetto in tunica", in passato esposta anche a Venezia (due volte) e a Berlino, è stata rinvenuta a Mozia il 26 ottobre del 1979, nel corso degli scavi effettuati nel settore nord-orientale, tra il santuario di Cappiddazzu e la cinta muraria. Secondo gli esperti sarebbe stata scolpita da un allievo di Fidia. Fu trovata sottoterra. Forse, fu nascosta nel corso della guerra con Siracusa (397 a. C.) per evitare che cadesse nelle mani del nemico.
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