Dalla terra vicino ad alcune case, ecco spuntare il tesoro. Se lo sono trovato dinanzi gli occhi gli studenti di archeologia dell'Università di Pisa, sotto la guida del loro docente professor Federico Cantini, e della funzionaria della Soprintendenza ai Beni Archeologici Lorella Alderighi.
Durante lo scavo dei resti di una villa romana nella località dell'Oratorio delle Muriccia, sulle prime pendici del Montalbano sovrastanti Limite, sotto il sole ha cominciato a brillare un bellissimo mosaico, perfettamente conservato, risalente al IV secolo d.C., tarda età imperiale, epoca di un probabile rifacimento di questa villa appartenuta, secondo una lapide rinvenuta in loco, alla nobile famiglia romana dei Vetti.
Anzi, forse era proprio di Vettio Agorio Protestato, che per l'appunto in quell'epoca era governatore di Tuscia ed Umbria. Un antenato di un presidente di giunta regionale odierno, insomma.
Federico Cantini e Lorella Alderighi parlano senza indugio alcuno di "scoperta eccezionale". Che adesso è stata messa in sicurezza e che verrà mostrata ai cittadini, ed ai turisti, il 30 maggio con un incontro pubblico sul posto fra le 16 e le 18. Il mosaico è perfettamente conservato. Misura 5 metri per 4, 30 ed è assai probabile che una parte manchi ancora all'appello (ma si estenderebbe oltre l'area odierna di scavo).
Raggiante il sindaco di Capraia e Limite Enrico Sostegni, che ieri ha presentato, insieme al docente ed al funzionario, la scoperta nell'ambito di una conferenza in municipio: "Abbiamo intenzione di valorizzare questo sito archeologico sotto il profilo turistico, e stessa cosa vorremmo fare col sito etrusco di Montereggi".
Ne avrebbe ben donde, poiché il mosaico è bellissimo e per di più rarissimo dalle nostre parti, com'è stato spiegato. Raffigura una scena di caccia, con un uomo armato di lancia che trafigge un cinghiale, in mezzo a figure geometriche.
Argomento del tutto pagano "poiché i Vietti - ha affermato il docente universitario - si opponevano all'espansione del Cristianesimo in quel momento storico". Andiamo con ordine. Come ha spiegato Lorella Alderighi, da tre anni a questa parte, dopo i primi saggi all'esordio degli anni '80, alle Muriccia (toponimo che indica l'esistenza di resti di mura) si sta compiendo questo scavo esito della convenzione tra Università di Pisa e Soprintendenza. Visti i risultati, convenzione che sarà bene affrettarsi a rinnovare.
Si tratta di una grande villa del IV secolo, costruita su edifici preesistenti. Siamo alla fine dell'Impero, ma da quanto la terra lascia trapelare non c'è segno di decadenza, anzi: il pavimento musivo (e cioè a mosaico) è un capolavoro assoluto. E' policromo, curato in ogni minimo particolare.
Col mosaico, sono saltati fuori frammenti di anfore. Molti erano già stati rinvenuti trent'anni fa, nei primi saggi ad opera del gruppo archeologico di cui allora faceva parte la dottoressa Alderighi, e sono custoditi nel Museo Archeologico di Montelupo. Nonostante l'opposizione di quella famiglia patrizia, il Cristianesimo ha fatto la sua comparsa anche in questa contrada, ma l'oratorio odierno è rammentato solo a partire dal 1576.
Non sembra avere alcun legame - come invece talora succede con templi cristiani costruiti su resti romani - con la villa. "Nel giro di soli tre chilometri - ha concluso il sindaco Sostegni - abbiamo il sito etrusco di Montereggi, questo romano col mosaico, ed il villaggio preistorico. Puntiamo alla valorizzazione turistica". Effettivamente il sitolo merita, visto la portata che sta pian piano assumendo.
Solo due ore per poter visitare il mosaico di 5 metri per 4 e mezzo, rinvenuto durante gli scavi archeologici nella villa dei Vetti a Capraia e Limite.
Il mosaico, in ottimo stato di conservazione, dovrà essere reinterrato per la mancanza di fondi destinati al restauro e alla messa in sicurezza.
Il sito fu scoperto casualmente nel 1983, quando vennero effettuati lavori agricoli per l'impianto di un frutteto. Successivamente le indagini si fermarono per riprendere nel 2010 grazie ad un accordo tra l'Università di Pisa (Prof. Federico Cantini) e la Soprintendenza Archeologica della Toscana (dott.ssa Lorella Alderighi).
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