
Dagli scavi della Grotta di Fumane, nel veronese, giungono nuovi indizi sulle capacità cognitive dei nostri lontani cugini.
Come gli indiani d'America, anche i nostri antichi "cugini" amavano decorarsi con penne d'uccello: lo rivelano le rivoluzionarie scoperte effettuate nella Grotta di Fumane. ...Qui, nel corso degli anni, sono stati rinvenuti manufatti di selce, resti di animali cacciati e macellati, focolari e altri reperti che testimoniano una frequentazione pressoché ininterrotta di questo luogo per almeno 60 mila anni, sia da parte dei primi Homo sapiens che, in precedenza, dei nostri "cugini" Neandertal. Basterebbe questo a fare di Fumane uno dei siti preistorici più importanti d'Europa. Ma di recente la grotta ha restituito nuove, sorprendenti scoperte che descrivono quei nostri antichi parenti molto più simili a noi di quanto abbiamo finora immaginato.
...dai livelli musteriani (cioè riferibili a Homo neanderthalensis) della grotta, risalenti a 44-45 mila anni fa, sono emersi di recente altri straordinari reperti, solo all'apparenza modesti: alcuni ossicini di uccelli - gipeto, avvoltoio monaco, falco cuculo, gracchio alpino, colombaccio - che hanno contribuito a rivoluzionare per sempre la nostra immagine dei neandertaliani. "Si tratta di ossa dell'ala come l'omero distale, l'ulna e il carpometacarpo; ma la cosa straordinaria è che presentano microscopici ma nettissimi segni di tagli intenzionali effettuati con schegge di pietra", spiega Peresani. "La distribuzione dei tagli indica che quegli antichi uomini volevano proprio rimuovere le penne o comunque parti delle ali che non erano interessanti dal punto di vista alimentare. La domanda a questo punto era: a che cosa servivano quelle penne? I Neandertal non usavano né frecce impennate né giavellotti lanciati con il propulsore. La conclusione cui siamo giunti quindi non poteva che essere una sola: usavano quelle penne d'uccello per decorarsi, né più né meno come gli indiani d'America".






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