Nei primi anni '90, la superficie del pianeta Venere fu mappata per il 98% dalla sonda Magellan della NASA. Durante la raccolta dei dati, Magellan collezionò ache informazioni relative all'attrazione gravitazionale del pianeta, e riuscì a calcolarne con precisione il periodo di rotazione (243.015 giorni terrestri) basandosi sulla velocità di spostamento di monti e valli sulla superficie di Venere.
Quasi 20 anni dopo la missione Magellan, il Venus Express dell'Agenzia Spaziale Europea sta mappando la superficie di Venere con una precisione impossibile fino ad una decade fa. La nuova mappatura si serve dei dati raccolti dalla precedente missione Magellan per riprendere con maggiore livello di dettaglio alcune delle caratteristiche più interessanti del pianeta.
Durante queste operazioni di mappatura, tuttavia, il team scientifico del Venus Express si è accorto che gli stessi elementi di superficie utilizzati dalla sonda Magellan per calcolare la velocità di rotazione di Venere si trovavano a circa 20 km di distanza dalla posizione in cui ci si sarebbe aspettati di vederli.
Tradotto in soldoni: Venere sta ruotando più lentamente di quanto facesse 16 anni fa, impiegando 6, 5 minuti in meno per compiere una rotazione completa.
"Quando le due mappe non si sono allineate, ho pensato inizialmente che ci fosse un errore nei miei calcoli, dato che Magellan ha misurato la velocità di rotazione di Venere in modo molto accurato" spiega Nils Müller, ricercatore del DLR German Aerospace Centre. "Ma abbiamo controllato ogni possibile errore immaginabile".
Cosa può rallentare la rotazione di un pianeta come Venere? Nella rotazione di un pianeta intervengono diversi elementi, tra i quali l'atmosfera e i suoi movimenti più o meno violenti. Come accade sulla Terra, anche su Venere i venti ad alta velocità e la densità dell'atmosfera possono modificare la velocità di rotazione planetaria, anche se sul nostro pianeta questo cambiamento si verifica in proporzioni molto più ridotte di quello osservato su Venere.
Grazie ad una spessa coltre di anidride carbonica, la pressione superficiale di Venere è 90 volte superiore a quella terrestre, e le nubi di acido solforico che popolano l'alta atmosfera del pianeta viaggiano costantemente ad una velocità che può raggiungere facilmente i 300 km/h.
I venti vicini alla superficie, invece, si muovono molto lentamente, a velocità di pochi chilometri orari; ma considerando l'elevata densità dell'atmosfera venusiana, questi venti esercitano una notevole pressione su ogni oggetto di superficie, roccia compresa.
La differenza di velocità dei venti che soffiano nello strato basso e in quello più alto dell'atmosfera del pianeta potrebbero essere la chiave per spiegare il mistero del rallentamento della rotazione di Venere. I venti d'alta quota corrono il 60% più velocemente della velocità media di rotazione del pianeta, mentre quelli più bassi esercitano una spinta costante sulle caratteristiche geologiche superficiali.
Mistero risolto? Non proprio: il cambiamento nella velocità di rotazione, anche se minuscolo rispetto ai 243 giorni necessari per una rotazione completa, è comunque troppo elevato da poter essere giustificato dai soli venti che soffiano nell'atmosfera.
Queste dinamiche atmosferiche, infatti, sono note da ben oltre 16 anni, e caratterizzano il pianeta Venere da chissà quanti milioni di anni. Solo un brusco cambiamento nei consueti meccanismi climatici potrebbe alterare l'atmosfera venusiana a tal punto da modificare il periodo di rotazione del pianeta.
Potrebbero intervenire, ad esempio, i cicli solari della nostra stella, già da tempo messi in relazione diretta o indiretta con il clima terrestre ed extraterrestre (per approfondire l'argomento, invito a leggere questa ricerca: Solar activity and earth rotation variability).
L'attività solare può incidere sensibilmente sulle temperature del nostro pianeta con effetti riscontrabili anche sui meccanismi climatici terrestri; lo stesso potrebbe accadere su Venere, dove anche un piccolo aumento di velocità dei venti sposta dense porzioni di atmosfera.
"E' difficile trovare un meccanismo in grado di causare un cambiamento così evidente nella velocità media di rotazione in soli 16 anni" sostiene Håkan Svedhem, membro del team del Venus Express. "All'origine di questo fenomeno potrebbe esserci il ciclo solare o i meccanismi meteorologici a lungo termine che modificano le dinamiche dell'atmosfera. Ma questo rompicapo non è ancora stato risolto".
Perchè è così importante preoccuparsi della rotazione di un pianeta che, nel suo punto di maggiore vicinanza al nostro pianeta, dista dalla Terra almeno 38 milioni di km? Se vogliamo continuare ad esplorare Venere, e approfondire le nostre conoscenze su un pianeta così simile e allo stesso tempo così differente dal nostro, conoscere l'esatta velocità di rotazione del pianeta è fondamentale.
Considerando le temperature superficiali di oltre 400°C e le estreme pressioni atmosferiche, è difficile collocare sul pianeta un rover in grado di muoversi più o meno liberamente lungo il terreno venusiano. Il corretto e preciso atterraggio delle future sonde esplorative, quindi, è un elemento di rilevanza critica per una missione di successo.
C'è poi da valutare un'ultima questione: ciò che ha effetti così evidenti su Venere potrebbe causare alterazioni anche sul nostro pianeta, sebbene con conseguenze meno rilevanti. Già da tempo è stato dimostrato un legame tra il clima terrestre e la velocità di rotazione del pianeta, e tutto ciò che potrebbe alterare la nostra atmosfera, che si tratti di attività solare anomala o di cambiamenti causati dalle attività umane, è meritevole di attenzione.
Non so voi, ma non mi conforta molto l'idea che ci sia qualcosa di misterioso in grado di alterare addirittura la rotazione del nostro pianeta...
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