
I primi europei ad usare pigmenti di origine minerale sono stati gli uomini di Neanderthal 250.000 anni fa. Lo dimostra l'eccezionale ritrovamento di resti di ocra rossa in un sito olandese vicino a Maastricht, che retrodata di quasi 200.000 anni l'uso di questa materia prima nel Vecchio Continente. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), aggiunge un nuovo tassello al complesso mosaico sui Neanderthal, rivelando comportamenti e tecnologie piu' 'moderni' del previsto.
Durante gli scavi nel sito di Belvedere, i ricercatori guidati da Wil Roebroeks dell'universita' di Leiden hanno rinvenuto delle tracce rosse vicino ad alcuni strumenti in selce posizionati in prossimita' di residui di carboni, forse i resti di un fuoco. Le analisi delle tracce hanno rivelato una forte presenza di ematite, un minerale ferroso probabilmente importato da luoghi lontani decine di chilometri e forse depositato dalla goccia di un liquido ricco di ocra rossa. Dagli scavi non sono emersi indizi che potessero fare intuire l'uso che i Neanderthal facessero di questo pigmento. Diverse le ipotesi sul tavolo: l'ocra poteva essere usata per dipingere, forse il corpo o alcuni oggetti, oppure per trattare le pelli o ancora per produrre dei mastici da usare per fissare e costruire manufatti.
''Questa scoperta dimostra che i primi Neanderthal erano piu' 'moderni' del previsto'' spiega l'archeologa Laura Longo, tra i maggiori esperti di Neanderthal in Italia. ''Conoscevano bene il territorio e sapevano dove andare a recuperare una materia prima come l'ocra, e probabilmente - ha aggiunto l'esperta - usavano tecnologie piu' complesse di quanto non immaginiamo. Se gli uomini di Neanderthal non erano poi cosi' sprovveduti come si pensava fino a qualche tempo fa, resta quindi da capire per quale motivo siano stati sorpassati dall'uomo Sapiens''.






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