
Un frammento fossile di appena 10 centimetri, conservato al Museo di Storia Naturale di Londra, è tutto ciò che resta del più grande pterosauro dentato del Cretaceo: aveva un'apertura alare di ben 7 metri.
Un nuovo studio, condotto da due paleontologi delle università inglesi di Portsmouth e Leicester, ha rivelato che un piccolo frammento fossile, conservato al Museo di Storia Naturale di Londra, appartiene in realtà a un esemplare di pterosauro dentato gigante, il più grande mai ritrovato finora.
Si tratta di un esemplare di Coloborhynchus capito, dotato di un'apertura alare di ben 7 metri e vissuto nel Cretaceo inferiore tra i 140 e i 99 milioni di anni fa. Gli pterosauri dentati, apparsi più 200 milioni di anni fa, furono i primi rettili in grado di volare. Questa scoperta consente così di fissare il nuovo limite superiore delle loro dimensioni.
(Vedi anche: Pterosauri, i signori dei cieli preistorici)
David Martill, della University of Portsmouth, e David Unwin, della University of Leicester, hanno riesaminato un piccolo fossile che era custodito in una collezione del museo londinese fin dal 1884. Il frammento studiato consiste nella punta del becco di uno pterosauro ed è lungo poco meno di 10 centimetri. Il fossile venne donato al museo, insieme a molti altri reperti, da Sir Richard Owen, uno dei più grandi paleontologi britannici, e proviene da una cava di fosfato del Cambridgeshire che venne sfruttata durante la seconda metà dell'Ottocento.
Il reperto, definito da paleontologo Martill come "il fossile più brutto che abbia mai studiato", è costituito dalla sola punta della mandibola superiore e conserva ancora in un alveolo un dente spezzato. Il fossile si presentava incompleto e gravemente danneggiato, ma grazie al confronto con altri resti fossili di pterosauri ritrovati in Brasile gli studiosi hanno potuto calcolare le dimensioni totali e individuare la specie di appartenenza, Coloborhynchus capito.
(Vedi anche: Lo pterosauro, globetrotter della preistoria)
Unwin spiega che "il fossile apparteneva a un esemplare enorme con un'apertura alare che potrebbe aver raggiunto i 7 metri. Molto più grande di un qualsiasi uccello moderno e anche più grande di alcuni volatili estinti che raggiungevano i 6 metri. La nostra ricerca dimostra che alcuni pterosauri potevano raggiungere dimensioni spettacolari e ci consente, almeno per ora, di fissare come apertura alare massima i 7 metri".
(Vedi anche: Il gigante alato che cacciava i dinosauri)
Predatori alati
Gli pterosauri, i primi rettili in grado di volare, apparvero nel Triassico, 215 milioni di anni fa e si estinsero solo alla fine del Cretaceo, dominando incontrastati i cieli per almeno 150 milioni di anni. Questi predatori alati colonizzarono tutti i continenti e si evolsero in un numero molto ampio di specie. Il loro scheletro era estremamente leggero, ma la loro caratteristica più particolare è il quarto dito della mano, estremamente allungato e unito ai fianchi dell'animale dalla membrana alare. Questi rettili volanti avevano dimensioni molto variabili ma gli esemplari più grandi, che raggiunsero anche i 10 metri di apertura alare, appartenevano esclusivamente alle specie prive di dentatura, come gli Azhdarchidi, apparsi alla fine del Cretaceo circa 80-70 milioni di anni fa.
(Vedi la galleria sulle creature del Cretaceo)
I paleontologi suddividono gli pterosauri in 6 o 7 gruppi, e Unwin e Martill si sono soffermati su un gruppo in particolare, quello degli Ornithocheiroidea, al quale appartiene Coloborhynchus capito. Diversamente dagli altri gruppi provvisti di dentatura, che avevano tutti dimensioni relativamente modeste (2-3 metri di apertura alare), questo gruppo era quello che raggiungeva le misure maggiori, che fino ad ora erano stimate in 5-6 metri di apertura. Gli Ornithocheiroidea erano animali predatori e si cibavano di pesci che catturavano volando a pelo d'acqua, grazie a dei denti particolari posti sulla punta del becco.
Ora i ricercatori vogliono capire perché solo i gruppi privi di denti, come gli Azhdarchidi raggiunsero dimensioni giganti, mentre le forme dentate rimasero più piccole. Secondo gli studiosi una spiegazione potrebbe essere la perdita dei denti. L'assenza dei denti, che sono comunque pesanti, probabilmente consentì a questi gruppi di diventare più grandi senza effetti sulla capacità di volare.
Secondo Unwin, "questa ricerca è molto importante perché ci permetterà di comprendere meglio il lungo percorso evolutivo durato milioni di anni di questi gruppi, ora estinti."
La ricerca sul più grande pterosauro dentato è stata pubblicata su Cretaceous Research






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