Ritornata ma sempre ambita. La Dea di Morgantina, rubata 30 anni fa da tombaroli della zona e restituita allo Stato italiano dal Paul Getty Museum di Malibu, torna a casa, nel museo di Aidone, nell'Ennese, a pochi passi da dove era stata scoperta, ma continua a essere contesa.
Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, nel giorno dell'apertura al pubblico, è categorico: "La statua è arrivata qui, deve restare qui, e qui resterà". Più possibilista il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan: "Può restare se c'è un circuito che cresce", e in ogni caso "una bellezza del genere deve essere portata nel mondo, chiedendo delle royalty".
Al centro della festa, e della contesa sulla futura destinazione, c'è una statua greca, alta 2, 30 metri, realizzata con due tipi di materiali lapidei: calcare per il corpo e marmo pario per la testa e gli arti. Lo stile e la tecnica fanno pensare all'opera di un artista della scuola di Fidia. E siccome la statua è lavorata su tutti i lati gli studiosi pensano che fosse tenuta al centro di un ambiente, forse un luogo sacro. Per questo è stata subito chiamata Venere di Morgantina, ma in realtà sarebbe una delle divinità pagane molto venerate nella Sicilia greca: Demetra o Kore.
Dopo il furto, e diversi passaggi nella rete commerciale illegale, nel 1988 la statua è stata acquistata dal Paul Getty Museum per 18 milioni di dollari. Dopo pressioni diplomatiche gli Stati Uniti hanno ceduto alle richieste dell'Italia, restituendola. Non è un caso se alla festa di Aidone partecipano anche rappresentanti del museo di Malibu, il console Usa a Napoli, Donald Morre e Luis Godart, consigliere del presidente della Repubblica per il patrimonio artistico che "porta il saluto del Capo dello Stato". C'è anche il leader dell'Api Francesco Rutelli, che da ex ministro ai Beni culturali favorì il ritorno della statua e che si dice "felice per la conclusione di un accordo che porterà grandi opportunità al Paese e alla Sicilia".
Galan, che ha visitato anche la preziosa Villa romana del Casale di Piazza Armerina, sottolinea come il polo culturale dell'Ennese, arricchito dall'arrivo della Dea, dagli acroliti e dagli argenti di Morgantina (arrivati lo scorso dicembre, ndr), sia "straordinario, ma bisogna essere bravi per trasformarlo una cosa pratica". "Piazza Armerina fa 500 mila visitatori l'anno - rileva il ministro -, con l'arrivo della dea devono diventare almeno 700 mila, creando un circuito. Se così non dovesse essere, sarà il fallimento delle politiche di promozione e valorizzazione. Io spero il contrario, invece, che la Regione Sicilia, che è autonoma, sappia raccogliere un'occasione che è davvero straordinaria. Noi la dea gliela abbiamo riportata - chiosa Galan -, ma adesso devono farci vedere come si fa...". Il ministro annuncia anche che sta lavorando a una legge "contro il furto del patrimonio storico italiano, perchè nessuno per questo reato va in carcere". "Ho un'idea - rivela - ma non faccio annunci".
Il presidente Lombardo è fermo nella sua decisione e crede nel futuro di cultura e turismo in Sicilia: "Nella zona - ricorda - ci sono tre grandi distretti, che mettono insieme altrettante civiltà: quella sicula, quella greca e quella romana. In questo contesto territoriale - ribadisce il governatore - si può costruire un grande distretto di valore nazionale e internazionale". La Dea di Morgantina resta nel salone più grande del convento dei frati francescani realizzato nel 1600 che la Regione ha trasformato in un museo: quella è casa sua. Almeno per il momento.
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