Il più celebre dei pianeti nani, il recentemente declassato Plutone, è di sicuro una meta scientifica interessante per diversi motivi. Ma anche un altro pianeta nano, Haumea, si è dimostrato particolarmente affascinante. Non si tratta soltanto della sua forma a uovo, ma del fatto che pare sia completamente ricoperto da ghiaccio d'acqua.
Haumea è un pianeta nano che transita oltre l'orbita di Nettuno, e la sua esistenza è stata confermata solo sei anni fa. E' lungo circa 1.500 chilometri, e ha la particolarità di possedere una forma decisamente allungata dovuta alla sua elevata velocità di rotazione (una rotazione completa in meno di 4 ore), probabilmente una delle più veloci mai riscontrate in un corpo del nostro sistema solare.
Haumea appare bianco lucente se osservato con un telescopio sufficientemente potente, come anche le sue due lune, Hi'iaka e Namaka. I ricercatori dell' European Southern Observatory cileno hanno infatti scoperto che il 75% delle superficie di Haumea e il 100% di Hi'iaka sono ricoperte da ghiaccio d'acqua cristallizzato.
"Dato che la radiazione solare distrugge costantemente la struttura cristallina del ghiaccio sulla superficie, sono necessarie delle fonti di energia per mantenere la struttura del ghiaccio" spiega Benoit Carry, co-autore della scoperta. "Le due fonti che abbiamo preso in considerazione sono quelle in grado di generare elementi radiogenici (potassio-40, torio-232 e uranio-238), e le forze di marea tra Haumea e i suoi satelliti (come si osservano tra la Terra e la Luna)".
Haumea non finisce di mostrare aspetti curiosi. "Il suo piano orbitale è inclinato di 28° rispetto al piano solitamente osservato per i pianeti del Sistema Solare; le orbite dei suoi satelliti non sono anch'esse sullo stesso piano, cosa molto insolita, e l'intero sistema proviene da una singola famiglia di oggetti ghiacciati nella fascia di Kuiper".
Ad aggiungersi al mistero della composizione e degli strani parametri planetari di Haumea c'è anche una macchia, una regione decisamente vasta del pianeta chiazzata di rosso. "La mia interpretazione della fotometria a infrarossi" dice Pedro Lacerda, co-scopritore della macchia di Haumea, "è che questa regione potrebbe essere una fonte più ricca d'acqua cristallina rispetto al resto della superficie".
La veloce rotazione di Haumea, elemento che gli fornisce la tipica forma a uovo, potrebbe essere il frutto di una collisione che contribuì anche alla creazione delle due lune del pianeta nano.
La macchia rossa, invece, potrebbe essere stata creata dal deposito di minerali o di materia organica portati in superficie dall'emersione di acqua cristallizzata.
Ad oggi, tuttavia, si sa ancora poco su questo bizzarro pianeta: non se ne conosce l'orbita precisa, e nemmeno quella dei suoi satelliti. Non si conosce l'esatta origine della sua acqua e non si può soltanto ipotizzare la gamma di fenomeni che possono manifestarsi su un pianeta nano tanto particolare.
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