Una lepre marzolina dalle dimensioni gigantesche: è questa la sorpresa che hanno trovato alcuni scienziati che lavoravano sull'isola spagnola di Minorca.
I ricercatori hanno appena annunciato il ritrovamento della specie di lagomorfo più grande mai apparsa sulla Terra, una bizzarra creatura battezzata Nuralagus rex, "il re minorchino delle lepri".
Secondo l'analisi condotta su alcune ossa, la specie preistorica, pesante circa 12 chilogrammi, era circa sei volte più grande del comune coniglio europeo. Per il responsabile della ricerca Josep Quintana, il megaconiglio di Minorca è una vecchia conoscenza, anche se gli ci è voluto un po' di tempo per capire di aver fatto una "grossa" scoperta.
"Avevo 19 anni quando ho trovato il primo osso, ma non sapevo a che animale appartenesse. Pensavo che fosse un osso della testuggine gigante di Minorca!", dice Quintana, paleontologo all'Institut Català de Palentologia di Barcellona.
L'animale, vissuto fra i 3 e i 5 milioni di anni fa, secondo la ricerca presentava alcune bizzarre caratteristiche mai rinvenute nei lagomorfi, sia attuali che estinti.
Ad esempio, la colonna vertebrale "corta e rigida" della specie indica che non poteva saltare. E le dimensioni relativamente ridotte delle aree sensoriali del cranio suggeriscono che avesse occhi piccoli e orecchie tozze. "Credo che N. rex si muovesse in maniera abbastanza goffa", ipotizza Quintana. "Come un castoro fuori dall'acqua".
Nonostante le bizzarre caratteristiche, N. rex presentava comunque sufficienti tratti del cranio da non mettere in dubbio che si trattasse di un antenato del coniglio, assicura Brian Kraatz, un esperto dell'evoluzione di questi animali della Western University of Health Sciences di Pomona, California.
Una vita tranquilla
L'aspetto "tondeggiante" della nuova specie e la sua strana anatomia potrebbero essere frutto di "uno stile di vita esente da stress", fa notare Kraatz.
Il megaconiglio infatti non aveva nessun predatore a Minorca, un lusso che ha consentito alla specie di evolvere dimensioni più grandi e di condurre una vita sedentaria, mentre i lagomorfi odierni sono in genere piccoli, veloci e hanno una vista molto sviluppata per sfuggire ai predatori.
Eppure, anche se il megaconiglio "non aveva troppe preoccupazioni, si è abituato alla vita comoda, e alla fine si è estinto", dice Kraatz.
La ricerca sulla nuova specie fossile è stata pubblicata sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology.
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