
AMSTERDAM 27 LUGLIO 1656, ORE 10,47 DEL MATTINO.
Il silenzio può essere più letale di qualsiasi grido. Un uomo cammina lentamente verso la sinagoga portoghese di Amsterdam. I suoi passi risuonano contro le pietre umide. Ogni passo che fa sa che potrebbe essere l’ultimo come membro della sua comunità. Ogni respiro potrebbe essere l’ultimo prima che il suo mondo intero crolli. Il suo nome è Baruch Spinoza e ha appena 23 anni, ma nella sua mente ribolle un’idea pericolosa che sta per cambiare per sempre il modo in cui l’umanità comprende Dio. Quello che non sa è tra tre secoli i più grandi geni della storia (Einstein, Freud, Hegel ) sussurreranno il suo nome con riverenza. Quello che non può immaginare è che le sue idee saranno così potenti da ispirare intere rivoluzioni, guerre di pensiero e un nuovo modo di vedere la realtà. Ma oggi ? Oggi è solo un giovane ebreo sul punto di essere scomunicato per una semplice idea, ma talmente radicale che non era mai passata per una mente umana. Era semplice ma nello stesso tempo esplosiva: che Dio non è quello che tutti credono. Che Dio non è separato dall’universo a osservarlo dall’alto come un re sul suo trono. Che Dio E’ l’universo. Ogni atomo, ogni stella, ogni tuo pensiero in questo stesso momento. Tutto è Dio che si manifesta. Suona bello vero ? Allora perchè i rabbini di Amsterdam stanno tremando di paura? Perchè la Chiesa Cattolica considera queste idee come la più grande minaccia alla Fede Cristiana ? Perchè interi governi proibiranno i suoi libri. Perchè se Spinoza ha ragione…allora tutto quello che ci hanno insegnato su Dio, sul Paradiso, sull’Inferno, sull’Anima…è tutta una menzogna !
Spinoza si ferma davanti alla porta della Sinagoga. Le sue mani tremano leggermente ma non di paura, ma di qualcosa molto più potente. La certezza assoluta di avere ragione. Dentro quella sinagoga i rabbini hanno preparato qualcosa che non si vedeva da molti decenni. Un Erem e una maledizione di scomunica così severa che trasformerà Spinoza in un fantasma vivente. Nessuno potrà parlargli o commerciare con lui o semplicemente aiutarlo. Per tutto il suo mondo sarà come se fosse morto. Ma respirava ancora. Tutto questo per una semplice domanda che si era fatto tre settimane prima. Una domanda che potrebbe fare qualsiasi bambino a scuola ad una lezione di religione: “Se Dio ha creato l’intero universo e tutto quello che esiste, come può essere separato dalla sua creazione ?”
Era una domanda innocente, ma era una domanda che conteneva dinamite pura. Perchè se Dio non è separato dalla sua creazione, se Dio non è un essere esterno che manipola l’universo come un burattinaio, allora le religioni organizzate con i loro sacerdoti e rabbini come intermediari tra Dio e gli uomini non avevano alcuno scopo. Non hai bisogno di templi. Non hai bisogno di sacerdoti. Non hai bisogno di rituali complicati né di donazioni per la Chiesa cattolica. Hai solo bisogno di pensare e capire.
Spinoza spinge la porta della sinagoga. Lo scricchiolio dei cardini taglia l’aria mattutina come un coltello. Dentro 40 volti si girano verso di lui. Volti che conosceva sin dall’infanzia. Uomini che erano amici di suo padre che l’hanno visto crescere. Che hanno celebrato il suo Mitzvah. Ora lo guardano come se fosse il diavolo stesso.
Il rabbino Saul Morteira, si alza lentamente. Nelle sue mani tiene una pergamena. E’ il documento che trasformerà Spinoza nel filosofo più pericoloso della storia Occidentale.
“Baruch Spinoza”
La sua voce risuonava stentorea nel silenzio.
“Sei stato citato davanti a questo tribunale per avere sostenuto opinioni abominevoli e atti abominevoli.”
Spinoza non risponde. La sua mente è altrove. Sta vedendo l’universo come una macchina perfetta dove ogni evento è collegato a ogni altro evento in una catena infinita di cause ed effetti. Sta vedendo Dio non come un giudice capriccioso che premia e punisce, ma come la natura stessa che opera secondo leggi, eterne e immutabili. Sta vedendo una verità così chiara, così evidente, così ovvia, che non riesce a capire perchè gli altri non la vedano.
“Hai qualcosa da dire a tua difesa? “ chiede il rabbino.
Spinoza alza lo sguardo. I suoi occhi brillano di una luce strana. Non è arroganza, non è ribellione. E’ qualcosa di molto più inquietante. E’ la pace assoluta di chi ha visto la verità nuda dell’universo. Dice solo questo con voce dolce, ma ferma.
“Dio agisce solo secondo le leggi della sua propria natura e non è costretto da nessuno”
Le sue parole cadono nel silenzio come pietre in un pozzo profondo.
Il quelle 17 parole Spinoza ha appena distrutto migliaia di anni di tradizione religiosa. Ha appena detto che Dio interviene nel mondo perché Dio…E’ il mondo. Ha detto che non ci sono miracoli perchè tutto quello che succede è determinato da leggi naturali perfette. Ha appena detto che non c’è libero arbitrio perchè tutto è interconnesso in una rete infinita di cause ed effetto. Ha appena detto che non ci sono bene e male assoluti, ma solo prospettive umane su eventi naturali. In 17 parole ha appena creato una filosofia che ispirerà i più grandi pensatori della storia e che, allo stesso tempo, terrorizzerà le istituzioni più potenti del mondo.
Il rabbino Morteira srotola la sua pergamena. Anche le sue mani tremano e sussurra con un filo di voce: “Che tu sia Maledetto”.
Ma in quel momento, senza immaginarlo, ha appena liberato il genio più pericoloso della storia del pensiero umano.
Questa è l’inizio della storia di un giovane ebreo che fu espulso dalla sua comunità per le sue idee. Ma che erano talmente potenti che indussero, alcuni secoli dopo, Albert Einstei a dire “Io Credo nel Dio di Spinoza”.
Questo è l’inizio della storia di come i suoi pensieri arrivarono sino a Freud che trovò in essi la chiave per capire la mente umana.
La storia di come filosofi come Hegel e Schopenhauer costruirono interi sistemi basati sulle intuizioni di quest’uomo maledetto. Ma è anche la storia del perchè i suoi libri furono proibiti. Perchè visse come un Paria e morì in povertà. E’ la storia del perchè le sue idee anche oggi rimangono radicali.
La pergamena si srotola come un serpente di carta e il rabbino Morteira respira profondamente prima di iniziar a leggere.
La sua voce si alza nel silenzio mortale della sinagoga. Pronunciando parole che non si sentivano ad Amsterdam da decenni.
“Per decreto degli Angeli e per comando dei Santi, scomunichiamo e espelliamo da questa comunità Baruch Spinoza”.
Ogni parola cadeva come un colpo di martello sull’anima del giovane filosofo, ma successe qualcosa di straordinario. Mentre i rabbini si aspettavano di vedere Spinoza spezzarsi, supplicare perdono. Inginocchiarsi e rinunciare alle sue idee eretiche…lui rimane immobile. I suoi occhi non mostrano paura. Non mostrano alcun pentimento, anzi brillano di qualcosa che terrorizza ancor di più gli anziani. Più di qualsiasi atto di ribellione. Brillano della tranquillità assoluta di chi ha trovato la verità.
“Che sia maledetto di giorno e di notte. Maledetto quando si corica e quando si alza. Maledetto quando esce e maledetto quando entra.”
Le parole del rabbino erompevano come una cascato di veleno, ma Spinoza non le ascoltava. Per lui sembravano solo un rumore fastidioso di sottofondo come un ronzio di un insetto su di un fiore. La sua mente era andata avanti e stava calcolando. Non era per arroganza ma semplice matematica e geometria pura. Pensava che se le sue idee erano corrette, e lui sapeva che lo erano, allora quel momento di dolore si trasformerà nel catalizzatore che libererà il pensiero umano dalle catene che duravano da millenni.
Mentre il rabbino continua a leggere le sue maledizioni, Spinoza pensa a qualcosa che scriverà anni dopo: “Il desiderio è l’essenza stessa dell’uomo”…e in quel momento il suo desiderio più profondo non è quello di essere accettato dalla comunità che lo rifiuta. Il suo desiderio è che l’intera umanità si svegli dall’illusione che Dio sia un tiranno celeste che osserva e giudica dalle nuvole. Che dall’alto guarda e che nessuno possa comunicare con Lui o oralmente o per iscritto.
Il rabbino continuava:”Nè che faccia alcun favore, né che rimanga con lui sotto lo stesso tetto. Nè si avvicini a lui a meno di quattro cubiti, né legga carta fatta o scritta da lui”
Quattro cubiti, circa 2 metri. Questa sarà la distanza che separerà da allora Spinoza dal resto dell’umanità per il resto della sua vita. Ma c’è qualcosa che i rabbini non sapevano: che Spinoza aveva già calcolato questo costo e aveva deciso che valeva la pena accettarlo.
Perchè aveva visto qualcosa che nessun altro aveva visto: che l’universo intero è lo stesso Dio che esprime se stesso. Ha visto che ogni lacrima, ogni risata, ogni momento di dolore, come ogni istante di estasi, sono manifestazioni di una sostanza infinita ed eterna che alcuni chiamano Dio ed altri Natura. Ma che in realtà sono la stessa cosa.
La pergamena era arrivata alla fine. Il silenzio che seguì era assoluto.
40 paia di occhi osservavano Spinoza aspettando il suo crollo che non avvenne.
Con stupore di tutti, lui sorrise, anche se un sorriso strano quasi triste. Ma era pieno di una compassione infinita verso quegli uomini che credevano di difendere Dio, quando in realtà difendevano solo la loro paura.
Si gira e cammina verso la porta. I suoi passi risuonano nel silenzio come un tamburo funebre. Ma non è il suo funerale. In quel momento si stava assistendo alla nascita del pensatore più radicale della storia occidentale. Arrivando alla porta si ferma senza girarsi e dice: “ Questo non mi costringe a fare nulla che non avrei fatto già di mia spontanea volontà” La sua voce era dolce ma chiara.
“Ma sono contento che così la mia uscita sarà più facile. Cercherò la mia fortuna in altre terre”.
Così dicendo esce dalla porta della sinagoga che si chiuse dietro di lui.
Spinoza cammina per le strade di Amsterdam come un uomo libero per la prima volta in vita sua. Il paradosso era incredibile. Lo avevano appena maledetto, trasformandolo in un Paria, tagliandolo da tutto quello che conosceva e stranamente non si era mai sentito più liberato. Ora poteva dedicarsi completamente al compito che sapeva che Dio o la Natura (che era la stesa cosa) gli avevano affidato. Il suo compito sarebbe stato dimostrare con la precisione che può avere solo la matematica che l’universo è molto più bello, molto più perfetto e molto più sacro di quanto qualsiasi religione abbia mai osato immaginare. Come un fiore, la cui vita inizia quando si inserisce un seme sotto terra, così Baruch Spinoza sbocciò ed il suo nome divenne quel gigante che ancora oggi troneggia e che lo sarà in eterno.