Questo titolo potrebbe sembrare eccessivamente sensazionalistico, ma la meccanica quantistica sta arrivando a dimostrare quanto sopra.
La realtà non esiste o forse è meglio dire che la realtà non esiste come la intendiamo o la vediamo noi.
Da decenni si sente parlare della “meccanica quantistica” e si ritiene che questo sia appannaggio di certi matematici un pò “pazzoidi” e sicuramente fuori dalla portata del comprendonio di noi comuni mortali.
Ma ho scoperto recentemente che anche quei matematici e quei premi nobel che stanno riscrivendo le regole della nostra realtà, stanno scoprendo molte cose “strane” di cui riescono anche a ricavarne formule matematiche “eleganti”, ma in segreto (ed anche apertamente) devono confessare che non riescono ancora a capire NULLA di perchè succedono certe cose.
Cioè sanno perfettamente cosa succede nei vari esperimenti fatti sulla luce (ad esempio), ma non riescono a sapere PERCHE’ succede quello che succede.
A questo punto, in assenza di ulteriori sviluppi, si può cercare di capire come si è arrivati a questo punto.
Tutto è iniziato da lontano da un certo Newton e i suoi studi sulla LUCE.
Prima di Newton si riteneva che la luce si propagasse per mezzo di “onde”.
La teoria ondulatoria della luce venne codificata da Christiaan Huygens nel 1690 nel suo Traité de la lumière. La luce viene vista come un’onda che si propaga (in maniera del tutto simile alle onde del mare o a quelle acustiche) in un mezzo, chiamato etere, che si supponeva pervadere tutto l’universo. La teoria ondulatoria della luce permetteva di spiegare (anche se in maniera matematicamente complessa) un gran numero di fenomeni: oltre alla riflessione ed alla rifrazione, Huygens riuscì infatti a spiegare anche il fenomeno della birifrangenza nei cristalli di calcite.
Un problema della teoria ondulatoria era la propagazione rettilinea della luce. Infatti era ben noto che le onde sono capaci di aggirare gli ostacoli mentre è esperienza comune che la luce si propaghi in linea retta (questa proprietà era già stata notata da Euclide nel suo Optica).
Newton nel 1704 con esperimenti fatti con i famosi “prismi di newton” che la luce fosse composta invece da corpuscoli o non da onde.
Egli conclude che la luce è composta da particelle colorate, che si combinano apparendo bianche. Introdusse il termine spettro dei colori e, sebbene lo spettro appaia continuo, senza confini distinti tra i colori, decise di suddividerlo in sette colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Newton scelse il numero sette perché tale numero riflette la greco credenza antica che si tratti di un numero mistico, correlato con sette “stelle e un quarto del tempo che intercorre tra due lune piene”.
Ma questa sua teoria non convinse i suoi colleghi fisici che sino all’ottocento avevano mantenuto la teoria ondulatoria e la abbinarono alle scoperte sull’elettromagnetismo che si propagava per ONDE elettromagnetiche. Si giunse a determinare la velocità di propagazione di queste onde e si determinò che fosse di circa 300.000 km al secondo. Poiché anche la luce si propagava alla stessa velocità questo contribuì a ritenere che la luce era anche questa un’ONDA.
Nel 1905 un certo Einstein studiando l’effetto “fotoelettrico” propense per la teoria Newtoniana che la luce non avesse la consistenza di un ONDA ma che invece fosse composta da “corpuscoli”.
Allora ONDE o CORPUSCOLI ?
Chi avrà ragione ? Nessuno dei due…o meglio..ENTRAMBI.
Nel 1916 Ulteriori esperimenti convinsero che la luce era composta da corpuscoli che furono chiamati FOTONI.
Poi nel 1922 le cose si sono ingarbugliate.
Si fece un semplicissimo esperimento.
Si mise una fonte luminosa davanti ad uno schermo con una doppia FESSURA.
A quei tempi si è utilizzata la luce di una semplice candela, oggi stiamo utilizzando i laser.
Qua viene il bello.
La luce passando tra le due fessure e andando a “sbattere” su uno schermo posto dietro la barriera, dava delle fasce alternate tra luminose e oscure, facendo capire che la luce nel passare le due fessure si comportava come le ONDE del mare che se erano agitate da due fonti e fanno “interferenza”.
Quindi la luce è un’ ONDA ?
Quasi
Continuando gli esperimenti la situazione si è complicata.
E’ stato messo un rivelatore in una delle due fessure che misurasse quanti fotoni di luce passavano.
Appena fu messo questo rivelatore, la luce ha smesso di passare a forma di onde e ha ripreso a comportarsi come un “corpuscolo”.
Quello che ha dimostrato questo esperimenti è che i fotoni di luce se “osservati” cambiano struttura passando da “semplici” onde a “corpuscoli”.
Questo fenomeno è già paradossale ma non è finita qua.
Per evitare che il fotone si “accorgesse” di essere “osservato” dallo strumento rivelatore messo nella fessura, si è voluto posizionare DIETRO la fessura.
Si riteneva quindi che i fotoni vedendo le due fessure libere si comportasse come un’onda.
Invece ha deciso di continuare a comportarsi come un “corpuscolo”.
Dopo varie ipotesi quella che sta andando per la maggiore è che il fotone attraversa la fessura come onda ma appena supera la fessura e si accorge che c’è il rivelatore comunica questo fatto agli altri fotoni che ancora non sono stati generati dalla sorgente luminosa per “avvisarli” e farli comportare come corpuscoli.
In questo caso il futuro MODIFICA IL PASSATO.
Successive prove è stato utilizzato un emettitore di elettroni “singoli”.
Una macchina in grado di “sparare” un elettrone alla volta sulle due famose fessure.
La cosa più incredibile è che il fotone SINGOLO è passato dalle due fessure come un ONDA.
Sembrerebbe che non vi siano problemi, ma l’immagine che si è formata dietro le due fessure sono le linee chiare e scure tipiche della interferenza di un’onda.
Il problema è che l’elettrone era SINGOLO.
Come fa un singolo elettrone a fare interferenza con se stesso?
Se le fessure erano due e l’elettrone sparato contro era uno, sarà passato dalla fessura di sinistra o quella di destra?
Risultato? da TUTTE E DUE. altrimenti non si formava l’onda di interferenza.
Questo vuol dire anche una sola cosa: che l’elettrone nella “veste” di onda non ha materia comportandosi come un’onda acustica che si muove nell’aria.
Ma gli elettroni sono i costituenti di tutti gli atomi di quella che chiamiamo MATERIA.
Allora la materia è concreta come può essere un “corpuscolo” che può assomigliarsi ad una sferrata solida…oppure è un’onda senza una consistenza materica ?
Eppure se ci sediamo su una sedia fatta di atomi ed elettroni ci sembra solida, ci sostiene il peso e non ci ha mai tradito.
Ma se guardiamo nell’infinitamente piccolo le cose non sembrano più così semplici e “razionali”.