Home / SAPEVATE CHE / DEUS SIVE NATURA : E=MC2

DEUS SIVE NATURA : E=MC2

1904 Secondo piano di Kramgasse 49 – Berna (Svizzera). Un edificio dall’aspetto massiccio come erano gli edifici in muratura di fine ottocento, Grandi portici e scale strette senza ascensore.

All’interno di quell’appartamento una coppia fresca di matrimonio discuteva sulla possibilità di dare la loro unica figlia Lieserl in adozione. Quando la discussione raggiunse un livello che il giovane Albert ritenne insopportabile, uscì dalla porta di casa sbattendola con voluta violenza.

Scese in strada e si diresse verso il centro senza una meta precisa.

In quel periodo non gliene andava bene neanche una. Qualche anno prima si era laureato in matematica e fisica presso il Politecnico federale di Zurigo (ETH). Anche in quel caso il suo punteggio non era quello che si aspettava 4,9 su 6.

Nonostante le sue capacità nessuno gli diede l’opportunità di trovare un incarico accademico. Dopo la laurea seguì un lungo periodo di frustrazione: intellettuale, economica e familiare. All’università si era innamorato di Milena e dal loro amore inaspettatamente era nata una figlia.

Per dargli una paternità si erano sposati l’anno prima, ma nessuno dei due aveva le risorse economiche per dargli un futuro e stavano discutendo sulla possibilità di darla in affidamento a qualche famiglia più facoltosa che le avrebbe dato un futuro migliore di quanto avrebbe potuto fare loro.

Il lavoro che aveva trovato come impiegato ad un ufficio statale di brevetti (non poteva permettersi di fare tanto lo schizzinoso) riusciva a mantenerli in vita, ma non vedeva alcun futuro.

Con questo umore vide una libreria con alcuni libri patinati in vetrina. Entrò quasi senza pensare e una volta dentro si guardò un pò intontito senza dire nè chiedere nulla. Il proprietario osservando quel ragazzo poco più che ventenne capelli ricci e crespi in piedi imbambolato, gli si avvicinò e gli chiese:

“Desidera qualcosa?”.

“Non saprei…avete qualcosa di interessante ?”

“ Di cosa si occupa?”

“ Matematica e fisica”

“Ah” e lo guardò in maniera strana…”aspetti che vedo… forse ho qualcosa che può interessarle”.

Il libraio si immerse in corridoi polverosi tappezzati da librerie con vecchi libri e dopo un paio di minuti riemerse tenendo in mano un volume rilegato in cuoio, come si usava per i libri destinati a rimanere.

Albert lo prese e per prima cosa lesse il nome dell’autore: Baruch Spinoza.

Alzò lo sguardo verso il libraio e disse “Chi è costui? Non conosco nessun matematico con questo nome”

Sorridendo guardandolo da dietro i suoi occhiali cerchiati d’oro rispose: “E’ un filosofo ebreo del 1600”.

“Perchè dovrebbe interessarmi un filosofo di 300 anni fa ?”

“Lo prenda. Penso possa interessarle. Tra un mese me lo riporti. Se le è piaciuto me lo pagherà se non le interessa me lo restituirà senza alcun costo”.

In quel periodo era proprio a corto di soldi ed una proposta di questo tipo non si poteva rifiutare.

Albert guardò il titolo di quel libro “”Ethica ordine geometrico demonstrata”

“Ma è in latino !” sbuffò

“Si ma questa versione ha anche all’interno una traduzione in tedesco”.

Questo lo convinse del tutto ed incuriosito, ringraziando per l’offerta del libraio, uscì dalla porta continuando a pensare a quell’incontro.

A volte il destino tesse delle trame che solo dopo molto tempo acquistano un significato. Nulla avviene a caso e quell’incontro con quello sconosciuto libraio cambiò la vita del giovane Albert.

Quel libro non lo abbandonò mai.

L’aveva stretto sotto il suo braccio quando si trasferì nel 1914 a Berlino perchè lo aveva chiamato l’Accademia Prussiana delle Scienze come direttore del Kaiser Institute for Physics.

In quegli anni completò i suoi studi sulla Teoria Generale della Relatività.

Nel 1933 lo aveva ancora ben stretto quando si trovò a passare da Haberlandstrasse 5 e assistette ad una scena che lo inorridì: montagne di libri dati al fuoco da un esercito di uomini in divisa nazista.

Quell’anno stesso si trasferì in America. La Germania non era più un posto dove un ebreo poteva avere un futuro. La sua casa a Berlino e quella estiva che aveva comprato a Caputh furono confiscate dai nazisti. Per fortuna che in quel momento si trovava in Belgio da amici e saputo di questi fatti prese la prima nave che andava in America destinazione Princeton, dove accettò una cattedra all’Istituto di Studi Avanzati. Non tornò più in Europa.

Lesse più e più volte l’Etica di Spinoza in maniera quasi ossessiva perchè avendo avuto un’istruzione ebraica quello che c’era scritto in quel libro, sconvolgeva il mondo che gli avevano sempre raccontato.

Albert aveva spesso pensato all’origine dell’universo ed alle sue leggi e la religione ebraica gli aveva insegnato che Dio aveva creato l’intero universo e poi una volta creato lo governava dall’esterno, quasi un capo che guarda gli operai della sua fabbrica dalle finestre del suo ufficio.

Spinoza aveva ribaltato questa visione con un semplice ragionamento: Se Dio ha creato l’intero universo non poteva averlo abbandonato a se stesso e quindi Dio doveva essere al suo interno, anzi Dio era l’Universo.

Spinoza introduce esplicitamente i concetti di “Natura naturans” (la natura che produce, cioè Dio stesso con i suoi attributi) e “Natura naturava” (la natura prodotta, cioè tutti i modi finiti e infiniti che derivano da Dio).

La sua ammirazione per quel filosofo lo spinse sino ad andare a visitare (quasi in pellegrinaggio) la casa dove abitò Spinoza a Voorburg, un villaggio vicino all’Aia.

Il Filosofo visse una vita rifiutato e respinto dalla sua comunità ebraica di Amsterdam e rifiutò le cattedre di filosofia che gli avevano offerto continuando a vivere col frutto del suo lavoro di produttore di vetri ottici. Morì di tubercolosi il 21 febbraio 1677, all’età di 44 anni, a causa della polvere che riempiva l’aria del suo laboratorio per lucidare il vetro (silicosi).

La carriera di Albert Einstein è stata fulminante e ancora oggi è considerato lo scienziato che più ha cambiato le scienze dell’intero secolo.

Morì il 18 aprile 1955 all’età di 76 anni al Princeton Ospita a causa della rottura di un aneurisma aortico.

In punto di morte fu assistito da un’infermiera a cui rivolse alcune frasi prima di spirare.

Purtroppo le disse in tedesco e l’infermiera americana parlava inglese, e non abbiamo la testimonianza delle sue ultime parole.

Helen Dukas era stata la sua segretaria per molti anni e sua fedele collaboratrice.

Fu lei a organizzare e mantenere i suoi documenti dopo la sua morte.

Alcuni dicono che trovò nelle sue cose un vecchio libro con la copertina di cuoio e con le pagine ingiallite e stropicciate per essere state sfogliate spesso.

Con reverenza lo aprì. Lo trovò zeppo di appunti e di annotazioni a piè pagina come se Albert Einstein lo avesse usato come suo taccuino di appunti. Vi erano poesie, formule di matematica, pensieri e motti diventati poi famosi.

Ne lesse alcuni ma una la colpì particolarmente:

Wie lieb ich diesen edlen Mann, mehr als ich mit Worten sagen kann. Doch hab ich ihn mein Gott, Drum liebe ich ihn mehr noch als den Spott.


Che amo quest’uomo nobile, Più di quanto possa mai descrivere.

Temo che sia il mio Dio. Per questo lo amo ancora più dello scherno.

Einstein non poteva esprimere meglio l’ammirazione che aveva per Spinoza che trascende persino la razionalità o il potenziale scherno.

In un’altra pagina: “credo nel dio di Spinoza, che si rivela nell’armonia ordinata di ciò che esiste, non di un Dio che si preoccupa del destino e delle azioni degli esseri umani”.

Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata

Guarda la Natura nel profondo, e allora capirai meglio tutto

Ci sono due modi per vivere la vita. Uno è come se niente fosse un miracolo. L’altro è come se tutto fosse un miracolo”.

Ma Helen Dukas non potè non dilatare le pupille quando vide la famosa formula di Einstein E=MC2 scritta accanto al motto che sintetizza il pensiero di Spinoza ( I capitolo )

“DEUS SIVE NATURA” “DIO, OVVERO LA NATURA”.

DIO = NATURA

Accanto a queste tre parole in latino E=MC2

L’Energia immateriale, DIO che muove tutte le cose e la Materia dell’Universo sono la stessa cosa E=M


Davanti ai suoi occhi quella formula le apparse improvvisamente chiara.

Era la trasposizione matematica del pensiero più profondo di Spinoza.

Einstein aveva un’adorazione per il pensiero filosofico di Spinoza e lo ha ispiratore suo lavoro.


DIO E’ LA NATURA quindi la MATERIA è la stessa cosa dell’ENERGIA. Un concetto espresso 300 anni prima da un filosofo eretico.

La sua mente da matematico/fisicousò questo concetto per fare quadrare le sue formule sulla relatività (con l’aggiunta di una costante ..come in quasi tutte le formule..data dalla velocità della luce).

La famosissima formula E=MC2 non è quindi solo il geniale compendio di una delle teorie più rivoluzionarie della fisica del novecento ma è filosofia pura. Un testimone passato da un ebreo maledetto del 1600 ad un’altro ebreo fuggito dal suo paese e morto in terra “straniera”. Forse anche per questo Einstein sentì Baruch Spinoza così vicino.

PS: Non abbiamo la certezza dell’esistenza di questo libro con gli appunti di Einstein…ma ci piace crederlo.

Sign Up For Daily Newsletter

Stay updated with our weekly newsletter. Subscribe now to never miss an update!

[mc4wp_form id=53]