
Il gioiello bizantino ha radici profonde nella nostra cultura. Esso racconta una storia complessa e affascinante: la storia dell’Impero Romano d’Oriente. Nel 395 d.C. l’Impero Romano si divise in due entità separate: l’Impero Romano d’Occidente, con capitale Roma, e l’Impero Romano d’Oriente, con capitale Bisanzio. Il secondo sviluppò una cultura autonoma, destinata a risplendere per lungo tempo e caratterizzata per la sua magnificenza. Tale sontuosità era perfettamente rappresentata dall’arte orafa dell’epoca. In particolare, la fastosità della gioielleria era indissolubilmente legata al processo di divinizzazione dei sovrani orientali, che venivano considerati come dei veri e propri idoli.
I mosaici dedicati ai cortei dell’imperatore Giustiniano I e della moglie Teodora all’interno della basilica di San Vitale a Ravenna (547 d.C.) sono divenuti emblema dell’arte bizantina. Osservandoli, non si può che rimanere senza fiato dinanzi alla ricchezza dei gioielli che adornano i protagonisti. Le figure dell’opera musiva sono caratterizzate da una vivace policromia in cui spicca l’abbondanza di gemme e ornamenti preziosi, simbolo del rango sociale della coppia imperiale e del suo seguito. La magnificenza di Giustiniano si esprime attraverso una ricchissima corona e una spilla con tre frange che chiude il mantello. Teodora indossa a sua volta una sontuosa corona, oltre che un paio di opulenti orecchini e un maniakon, ovvero una gorgiera tempestata di gemme, ispirata all’arte egizia, che arriva a coprirle anche le spalle. Le tessere di madreperla del mosaico, in particolare, rappresentano le cascate di perle con cui era solita adornarsi l’imperatrice, e ne illuminano il volto.

