

I movimenti apparenti delle stelle ed i movimenti reali della Luna e dei pianeti, hanno affascinato gli uomini in tutte le epoche e gli antichi abitanti della valle del Nilo furono fra i primi ed i più attenti osservatori del cielo.
"In Egitto infatti, più che altrove, si osservavano con gran
cura le posizioni ed i movimenti degli astri; e i sacerdoti conservano
le descrizioni di ciascuna fase astrale per un numero incredibile
di anni, perché han fatto a gara in questo studio fin da tempi antichissimi."
Diodoro Siculo (1)
Le decorazioni e gli scritti egizi che sono arrivati fino a noi nonostante le ingiurie del tempo e degli uomini, ci parlano di eventi celesti che coinvolgono astri e dei in stretta connessione fra di loro e/o in chiara sovrapposizione.
Nella mitologia, il faraone è un figlio di Atun Ra il demiurgo autocreato, è un predestinato a governare il Regno delle Due Terre come un Horus, per ascendere poi al cielo come un Osiride, dopo la morte.
"Io non sono per la terra, io sono per il cielo.
O tu mio dio locale, il mio Ka è accanto a te,
perché io sono salito al cielo come un airone,
ho baciato il cielo come un falco,
ho raggiunto il cielo come una locusta che oscura il sole."(2)
Sembra praticamente impossibile affrontare un qualsiasi argomento
egittologico senza parlare di astronomia, eppure gli studi di questa
particolare conoscenza degli Egizi è stata trascurata dagli studiosi
moderni.
C'è un solo autore italiano che ha affrontato l'argomento in modo
organico, è il Prof. Carlo Gallo, lo ha fatto nel suo libro "L'astronomia
egizia", pubblicato di recente.(3)
La situazione non cambia in ambito internazionale, che io sappia,
il solo Marschal Clagett negli ultimi decenni, ha affrontato l'argomento
in modo analitico nel suo lavoro in tre volumi "Ancient Egyptian
Science". (4)
Ci sono stati altri autori, sia ortodossi che eretici, che hanno
scritto di astronomia egizia, lo hanno fatto a lato delle argomentazioni
relative a varie teorie, e, sempre per quanto ne so, sono prevalenti
i lavori di studiosi indipendenti, fra gli altri vanno ricordati: Il mulino di Amleto - G. de Santillana e H. von Descend; Il mistero
di Sirio - R.Temple; Il mistero di Orione - R.Bauval e A. Gilbert;
La teocrazia faraonica - Schwaller de Lubicz ecc.. Naturalmente,
altri avrebbero fatto un elenco diverso, ma ognuno ha la sua scala
di valori e va comunque rispettata.
Nei lavori degli autori ricordati, vanno separate le parti di indagine
ed analisi dalle conclusioni che, a volte, risentono della necessità
di "fare notizia" a scopi editoriali, è sufficiente tenere distinte
le due parti e ci troviamo di fronte a teorie che meritano tutta
la nostra attenzione; la "verità" è un'altra cosa.
Forse è quella carenza di interesse da parte degli studiosi, forse
è la diffusa tendenza a scrivere di argomenti appena intravisti,
rimane il fatto che sull'astronomia egizia, come su atri argomenti,
a volte si leggono... cose strane.
Lasciamo alle spalle le considerazioni di natura varia e procediamo
con una elencazione di argomenti inerenti le conoscenze egizie di
astronomia, ricordando che Otto Neugebauer&Robert Parket negli
Egyptian Astronomical Texts (5), hanno fatto un elenco di
circa 100 documenti egizi, nei quali sono presenti riferimenti astronomici;
quei documenti sono stati catalogati su base cronologica separando
i documenti datati a prima della conquista di Alessandro Magno,
da quelli nei quali è evidente la presenza di influenze ellenistiche.
Noi ci limitiamo ad esaminare solo documenti nei quali i sacerdoti
astronomi hanno lasciato traccia della loro sapienza astronomica
millenaria ed originale; una ultima importante considerazione da
non trascurare è relativa alle modalità di rappresentazione di una
cultura che era già matura all'inizio dell'era dinastica, come attestano
in modo inequivocabile i Testi delle Piramidi, datati al predinastico
e l'orientazione e della Grande Piramide attribuita a Sua Maesta
Khufu.
Il calendario
Il primo argomento affrontato si riferisce alla "misura del
tempo", effettuata con l'uso di un calendario lunare in epoca predinastica
e successivamente con l'uso contemporaneo di due calendari:
- Il calendario lunare modificato, divideva l'anno in 3 stagioni
di 4 mesi cadauno, ogni mese di 30 giorni per un totale di 360
giorni ai quali aggiungevano 5 giorni intercalari. I 5 giorni
intercalari erano quindi presenti fin dall'inizio.
Una prima traccia di quei 5 giorni, considerati festivi, è stata individuata nella tomba di Userkaf, 1° re della V dinastia, 2450 a,C, circa,nonostante quanto scrive qualche "esperto" che attribuisce la immissione di quei 5 giorni ai greci, i quali non hanno fatto altro che dare a giorni un nome greco. - - il calendario civile, ugualmente organizzato in stagioni, mesi e giorni, ma con l'accortezza determinante dell'ancoraggio ad un evento astronomico certo e ricorrente puntualmente ogni anno, la levata eliaca mattutina di Sirio, la "ascesa di Sopdet".
Nel retro verso del papiro medico Ebers, i due calendari sono scritti
appaiati, per permettere al medico di indicare ai pazienti, che
probabilmente utilizzavano il calendario di derivazione lunare,
i giorni esatti nei quali assumere determinati medicanti somministrati.
Il capo d'anno del primo calendario, determinava una lunghezza dell'anno
a 365 giorni, quindi inferiore di o,25 giorni ad un anno solare,
con la conseguenza che ogni anno "perdeva" o,25 di giorno, quindi
un intero giorno ogni 4 anni.
L'ancoraggio alla "ascesa di spdt" determinava una durata effettiva
di 365,25 giorni:
La differente lunghezza faceva si che il capo d'anno del primo calendario
vagasse fra le stagioni a causa del suo ritardo annuale, (che gli
valse il nome di calendario vago) in modo che i due capi d'anno
si allontanassero per diversi secoli e ritornassero a coincidere
solo ogni 1460 anni circa.
Il mese era diviso un decadi ai fini dell'utilizzo delle stelle
decane, le festività cadevano a fine anno, a fine mese, a metà mese
ed in altre ricorrenze legate al culto di particolari divinità o
ricorrenze legate alla vita ed al regno del faraone.
C'è chi attribuisce agli egizi la divisione del tempo in settimane,
evidentemente non sa che l'idea della settimana è un concetto biblico:
"Ed Iddio benedisse il settimo giorno, e lo beatificò", Genesi.II.3.
ed è questa la ragione della presenza della settimana prima nelle religioni monoteistiche e da qui alla cultura occidentale.
Gli orologi stellari
Le ore del giorno erano determinabili utilizzando meridiane,
gnomoni e clessidre ad acqua. Per le ore notturne si poteva ricorrere
alle clessidre ad acqua, probabilmente inesatte, ed ai più precisi
"orologi stellari".
Si sono succeduti tre tipi di orologi stellari:
- nel primo periodo IX - XII dinastia - si utilizzava il sorgere ad est di particolari stelle ben individuate e disposte su una fascia decanale che si estendeva per tutti i 360 ° , 36 stelle utilizzate per 10 giorni ognuna ed altre 12 stelle per determinare le ore nei 5 giorni intercalari;
- nel secondo periodo - XII - XVII dinastia - gòi orologi stellari rinvenuti sono praticamente uguali al primo, ma la fine delle ore veniva segnato dal passaggio al meridiano delle stelle prescelte,
- nel terzo periodo - epoca ramesside, 1200-1100 a.C. circa - il cambiamento è stato radicale, le ore vengono segnate dalla posizione di particolari stelle rispetto ad una sagoma opportunamente orientata.
|
|
Tav. 1 . Fascia decanale. |
L'egittologia afferma che gli Egizi dividevano in 12 parti la notte
e in 12 parti l'intervallo compreso fra l'alba ed il tramonto, indipendentemente
dalle variazioni stagionali della durata delle ore di luce e di
buio.
L'affermazione non è convincente, ci sono sufficienti indizi per
rimettere in discussione questa convinzione che viene ripetuta acriticamente.
Abbiamo appena ricordato le 36 + 12 stelle decane utilizzate per
"far funzionare" un orologio stellare e ricordiamo che negli Astronomical
Texts sono state elencate più di 100 stelle decane aprendo il varco
a considerazioni diverse rispetto alle convinzioni dell'egittologia
accademica moderna della seconda metà del XX secolo.
Prima di affrontare il prossimo argomento, è opportuno ricordare
le concezioni che supportavano le esigenze figurative di artisti
che appartenevano ad una cultura separata da noi da almeno 5.000
anni.
Sbaglia chi confronta quelle rappresentazioni astronomiche simboliche
ad una "mappa della volta celestre" ricavata con strumenti moderni.
Le costellazioni
Ci sono diversi documenti nei quali sono state rappresentati aggregati
di stelle, quegli aggregati composti dalle stelle più luminose di
una porzione di cielo che chiamiamo costellazioni.
Le costellazioni della nostra cultura sono in gran parte di derivazione
ellenistica, assorbite a loro volta dalla cultura babilonese.
Gli Egizi conoscevano aggregati di stelle sulle quali apporre delle
immagini e gli egittologi le hanno divise in costellazioni del Nord,
composte dalle stelle fisse, le sempiterne, il cui solo movimento
si limitava ad una rotazione attorno al polo Nord, e le costellazioni
del Sud, fra le quali Orione-Osiride ed il sistema di Sirio-Iside.(6)
Gli Egizi non avevano dato importanza alle stelle che compongono
le costellazioni dello Zodiaco, la stella del Sud più importante
era Sirio, per cui le stelle identificate come stelle decane, utilizzate
per il funzionamento degli orologi stellari, erano le stelle che
seguivano il percorso di Sirio, su quella che viene definita come
Fascia Decanale, che scorre parallela alla fascia zodiacale, più
"bassa di circa 20°, come si vede nella Tav. 1.
Fra le i diversi documenti nei quali sono rappresentate sia le costellazioni
del Nord che quelle del Sud, ci limitiamo ad osservare le decorazioni
del soffitto astronomico del cenotafio di Seti 1° ad Abido.
|
|
Tav. 2 - Soffitto astronomico del cenotafio di Seti 1°. |
Il soffitto a volta si divide in due lati, uno meridionale, quello
superiore nella Tav.2 , ed uno settentrionale, nella parte bassa
della Tavola 2; nel lato Sud si vedono Osiride-Orione e Iside-Sirio,
che precedono nell'ordine Saturno,Marte, e Giove, dopo le colonne
nelle quali sono registrati i nomi di alcune stelle decane addizionali,
troviamo Mercurio ed infine Venere, rappresentata da un Airone Comato.
Nella parte centrale del lato settentrionale troviamo rappresentate
le Costellazioni del Nord. A sinistra c'è l'ippopotamo femmina che
regge sulle spalle un coccodrillo e sotto le zampe il "palo d'ormeggio"
che secondo alcuni rappresenta la nostra Orsa Minore, in alto cìè
Mes, rappresentata da un toro possente, la nostra Orsa Maggiore,
in totale ci sono 8 figure nelle quali un egittologo ha individuato
altrettante costellazioni; uno studio poi dimenticato dall'ortodossia,
anche se il confronto fra quella tavola e la porzione di cielo corrispondente
sembra proprio dargli ragione.
Ricordiamo come F.Petrie, utilizzando i nomi delle stelle decane,
abbia ricostruito delle rappresentazioni di "costellazioni egizie"
del Sud e del Nord; un tentativo poi dimenticato dall'ortodossia.
Prima di chiudere il punto, ricordo che fra le "cose strane", c'è
stato chi, pur ritenendosi un'esperto, ha affermato che : ...scientificamente
Orione è individuato come una costellazione del Nord".
Peccato, oltre a non conoscere i documenti astronomici egizi, non
si conosce neppure un accenno degli astri che brillano nel nostro
cielo.
I pianeti - Nel lato meridionale dela Tav. 2 . abbiamo visto
i pianeti che seguono Orione e Sirio, prima i tre pianeti esterni,
Saturno-Marte-Giove, ed infine i due pianeti interni all'orbita
della terra e più vicini al sole, Mercurio-Venere.
I pianeti interni, oltre ad essere ben separati dagli altri, avevano
anche nomi con riferimenti al loro moto diverso ed a tratti retrogrado,
da quello degli altri tre.
Non sappiamo fino a che punto arrivasse la conoscenza del sistema
solare e del movimento dei pianeti, dobbiamo accontentarci di quella
separazione fra pianeti interni ed esterni e del fatto che il nome
del dio Ra veniva rappresentato con un geroglifico composto da un
cerchio con un punto al centro. Era troppo forte la tentazione di
affermare che rappresentava il sole al centro ed i pianeti che ruotavano
attorno.
Uno dei problemi di interpretazione delle rappresentazioni egizie
è costituito, oltre che dall'abisso di differenza di mentalità che
ci divide, dal fatto che quelle rappresentazioni funerarie non erano
destinate ad essere viste da altri esseri mortali ma dagli dei e,
notoriamente, gli dei non abbisognano di molte spiegazioni per comprendere
il significato delle opere degli uomini.
L'orientazione della piramide di Sua maestà Khufu
Una delle discussioni che hanno animato l'egittologia, è quella
inerente alla orientazione dei monumenti egizi in generale e della
Grande Piramide in particolare.
Il punto è costituito dalla precisione con la quale le facciate
della piramide sono orientate rispetto ai punti cardinali, ad onor
del vero, non è solo la precisione dell'orientazione, ma c'è anche
la precisione con la quale è stata definita la base quadrata e poi
la esecuzione dell'intero monumento che fa discutere.
In questa occasione ci limiteremo ad esaminare le problematiche
relative all'astronomia.
Il quesito del "come sia stato possibile" si è immediatamente intrecciato
con altri aspetti quali l'esistenza di una religione solare o stellare
ed il livello delle conoscenze astronomiche degli Egizi del 3° millennio
a.C..
L'egittologo inglese Edwards, sostenitore della religione solare,
proponeva rilevamenti effettuati al sorgere ed al tramonto del sole
con un metodo rappresentato nella Tav.3, che è stato accettato da
quasi tutta l'egittologia accademica.
|
|
Tav. 3 - Muretto di Edwards |
Un osservatore posto al centro, dovrebbe far segnare sull'orlo
del muretto il punto della levata del sole ed, alla fine della giornata,
il punto dove il sole tramonta.
La posizione media fra i due punti doveva indicare il polo Sud.
Le obiezioni eretiche si riferiscono al fatto che il sole è "troppo
grande e troppo accecante" per essere traguardato con precisione,
inoltre la luce solare subisce una forte rifrazione che inficia
la precisione dei rilevamenti.
Le osservazioni del sole, utilizzate per la navigazione astronomica,
sono effettuabili grazie all'utilizzo di un sestante dotato di cannocchiale,
di filtri per selezionare i raggi solari, di specchi il cui movimento
permette di effettuare una rilevazione con un margine di errore
ridotto grazie ad un misuratore di angoli con regolazione micrometrica,
serve inoltre un cronometro di precisione ed una tavola aggiornata
delle effemeridi; strumentazione ben diversa da quella disponibile
per gli astronomi Egizi che si dovevano accontentare di una foglia
di palma con uno spacco e di una sorta di filo a piombo.
L' unica conclusione credibile consiste nell'accettare una elevata
conoscenza delle stelle e delle loro posizioni relative e nel fatto,
che si ripete anche in altri aspetti di quella cultura, che quegli
osservatori del cielo riuscivano ad ottenere risultati straordinari
utilizzando strumenti elementari, seguendo tecniche che non comprendiamo.
Un briciolo di umiltà non guasta mai.
Le strane coincidenze
Ci sono due epoche della millenaria storia egizia che vengono
ricordate più volte in modo più o meno esplicito, sono la metà dell'Undicesimo
millennio, e la prima metà del Terzo millennio a.C.
La prima era, oltre a coincidere con la parte terminale della fine
dell'ultima era glaciale, è stata anche il momento nel quale Orione,
come gli altri astri dell'emisfero Sud, si è trovato al punto più
basso della sua culminazione al meridiano as appena 9° circa.
Quello era il primo momento, lo Zep Tepi, l'inizio del ciclo precessionale
nel quale viviamo anche noi e che si concluderà quando Orione, dopo
essersi innalzato fino ad oltre 59° sarà ritornato alla posizione
di partenza.
In quella stessa epoca, nell'alba dell'equinozio d'estate, mentre
il sole sorgeva nel suo punto vernale, Orione culminava nel suo
punto più basso.
|
|
Tav. 4 - Equinozio d'estate nell'11° millennio a.C. |
La seconda era coincide con il momento di massimo splendore della
civiltà egizia, come attesta, fra altre cose, la realizzazione del
complesso monumentale di Giza.
C'è stata una evidente evoluzione dalla realizzazione della piramide
a gradoni dedicata a Sua Maestà Djiose, la prima piramide nella
quale sono stati impiegati blocchi di calcare in sostituzione dei
mattoni crudi.
Il secondo livello evolutivo della scienza delle costruzioni Egizia
viene identificato con le due piramidi di Dashour, attribuite a
re Snefru, il padre di Cheope, per arrivare alle tre piramidi di
Giza ed alla Grande Piramide attribuita a Sua Maestà Khufu in particolare.
Dopo quella costruzione che esprime l'apice della capacità tecnica
ed organizzativa, inizia un lento degrado dimostrato dallo stato
delle piramidi dei faraoni della V e VI dinastia.
In quell'epoca, all'equinozio di primavera, il sole sorgeva fra
le zampe di Horakhti, "Horus dell'orizzonte", davanti al lato orientale
della Grande piramide, Hor em akhet, "Horus nell'orizzonte".
|
|
Tav. 5 - Equinozio d'estate nel 2500 a.C. circa. |
Irrilevanti coincidenze, giochi del fato che hanno eccitato fuor
di misura l'intelligenza di alcuni egittomani, o incredibile dimostrazione
dello stretto intreccio esistente fra eventi astronomici, concezione
filosofica della vita prima e dopo la morte ed espressione monumentale
di entrambi ?
La precessione
Uno degli aspetti fra i più intriganti dello studio delle conoscenze
astronomiche degli Egizi è certamente costituito dalla accettazione
o meno del fatto che conoscessero il fenomeno astronomico della
precessione degli equinozi.
Quel lento movimento determinato dal fatto che i prolungamenti dell'asse
polare, attorno quale ruota il geoide, disegna cerchi nella volta
celeste, uno a Sud ed uno a Nord.
Una delle conseguenze di quel processo ciclico che si compie in
circa 26.000 anni, è costituita dal fatto che le costellazioni dello
zodiaco, al loro apparire ad est nell'equinozio d'estate, "ritardano"
di qualche frazione di grado ogni anno.
Quando si parla della New Age, ovvero l'avvento dell'Acquario, stiamo
dicendo che la costellazione dei Pesci, che da qualche secolo prima
di Cristo appare ad Est qualche attimo prima del sorgere del sole
nell'equinozio d'estate, sta lentamente ma inesorabilmente "precessando",
slitta indietro con un movimento antiorario e, fra qualche decennio,
lascerà il posto alla costellazione dell'Acquario.
Se accettiamo il fatto che gli Egizi si rendessero conto dell'evento
descritto nel Tav. 4, vuol dire che essi conoscevano almeno gli
effetti apparenti della precessione.
Ci sono stati vari studiosi che hanno avvalorato quella conoscenza,
ricordiamo fra gli altri Giorgio de Santillana e R.Bauval.
E' scritto nelle stelle?
Questa od altre frasi simili che sentiamo ripetere noi come gli
uomini del passato.
Quella concezioni richiama almeno due argomenti: l'esistenza di
quello che noi chiamiamo Libero Arbitrio e la possibilità di leggere
il futuro osservando le stelle.
Il volere degli dei - Alcuni autori ci parlano di una mentalità
egizia tendente alla accettazione fatalistica degli eventi che li
coinvolgevano.
Altri propendono per l'idea che gli uomini si sentissero padroni
del loro destino.
Questa seconda ipotesi viene avvalorata dal comportamento del Ka
del defunto nella camera delle due Ma'at.o della psicostasia, come
la hanno chiamata i greci-
Lo spirito del defunto, accompagnato da Anubi " colui che apre la
via", si presenta al processo di fronte ad Osiride ed è il suo cuore
che viene posto su un piatto della bilancia per fare da contrappeso
alla levità della piuma che rappresenta la Ma'at; è il cuore del
defunto, che ha conservato memoria delle azioni compiute nel corso
della vita, a condannarlo o a decretarlo giustificato", idoneo per
l'eternità.
Nella sala del processo lo spirito del defunto deve fare anche la
"dichiarazione negativa", deve elencare tutti i comportamenti negativi
di cui non si è macchiato:
"Non ho fatto del male.
Non ho infranto le leggi del regno.
Non ho offeso gli altri.
Non ho ucciso, non ho rubato.
Non ho sottratto il latte ai neonati.
Non ho arrestato l'acqua del canale.
Non ho spento il fuoco nel suo ardore.
Sono puro, sono puro, sono puro
Sono degno di figurare nell'assemblea degli dei."
Nei 10 comandamenti, che sembrano una derivazione di quella dichiarazione,
è il dio che impone le regole, qui è il ka del defunto che parla
delle sue scelte in vita che, evidentemente potevano anche essere
diverse.
Sia la pesatura del cuore che la dichiarazione negativa non avrebbero
nessun senso se l'individuo non fosse responsabile delle sue scelte.
Leggere il futuro - Anche i regnanti Egizi venivano consigliati
da sacerdoti ritenuti capaci di prevedere gli eventi ma, per quanto
mi è dato sapere, le previsioni avvenivano prevalentemente con la
lettura dei sogni.
La interpretazione del volere divino tramite la "lettura" delle
stelle era una pratica mesopotamica, era l'astrologia, basata sulle
coincidenze della presenza delle costellazioni dello zodiaco e dei
pianeti a definire il futuro degli uomini.
E' un caso se nella Bibbia si narra di Giuseppe chiamato dal Farone
per interpretare un sogno?
" E Faraone disse Josef , io ho sognato un sogno, e non v'è niuno che l'interpreti: or io ho sentito dire di te, che tu intendi i sogni per interpretagli." (7)
Uno dei primi documenti attestanti la presenza delle costellazioni
zodiacali è lo zodiaco circolare del tempio di Hator a Dendera
la cui costruzione è iniziata in epoca tolemaica ed è
stata ultimata in epoca romana e poi ristrutturata per volere di
alcuni imperatori romani.
Questo articolo ha lo scopo di suggerire argomenti e sollecitare curiosità. E’ mia intenzione continuare riprendendo un argomento alla volta per entrare più nel dettaglio. Sono comunque gradite domande, osservazioni e/o critiche che permetteranno di arricchire gli argomenti accompagnando le risposte con adeguata bibliografia.
Note:
(1) Diodoro Siculo - Cap. 81 - 1° libro - Biblioteca Storica
- Editore Sellero
(2) Testi delle Piramidi - Il re defunto raggiunge il cielo
come una locusta - A cura di Sergio Donadoni - Testi religiosi dell'antico
Egitto - Mondatori.
(3) L'astronomia egizia - Carlo Gallo - Franco Muzzio Editore
- 1998
(4) The Anciet Egyptian Science - Marschal Clagett - reperibile
presso la Egyptbook di Torino.
(5) Egyptia Astronomical Texts - O. Neugebauer e R.Pater
- reperibile solo in copia presso la Egyptbook di Torino.
(6) Il mistero di Sirio - Robert Temple - Piemme - 1998
(7) Bibbia - Genesi XVI.13
di Guglielmo Gualandi
ggual@libero.it
www.altroegitto.com




di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
di Vincenzo Di Gregorio8. Le dee viventi
di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
di Lionel Casson

ARCHEOLOGIA BIBLICA
ECCEZIONALE RITROVAMENTO IN UN TUNNEL SEGRETO IN MESSICOARCHEOLOGIA BIBLICA
CIMITERO DI ANFORE IN DUE NAVI ROMANE NELLE EOLIEARCHEOLOGIA BIBLICA
SCOPERTI VASI DI ARGILLA CRUDI A POMPEIPALEONTOLOGIA
IL GIGANTE DI ATACAMA: UN ALTRO GEOGLIFO CHE SFIDA LA NOSTRA COMPRENSIONE DEL PASSATOARCHEOLOGIA BIBLICA
TROVATA AD ORVIETO LA TESTA DEL DIO DEGLI ETRUSCHIPALEONTOLOGIA
IL MISTERO DELLE TORRI SEGRETE DELL'HIMALAYAARCHEOLOGIA BIBLICA
UNO SCAVO ILLEGALE SCOPRE UN TEMPIO DI THUTMOSE IIIPALEONTOLOGIA
LA BUFALA CHE GESU' FU PADRE E MARITOPALEONTOLOGIA
IL "SEME MAGNETICO" CHE DIEDE VIA ALLA VITA VEGETALE SULLA TERRAPALEONTOLOGIA
TRAPPOLE PER DEMONI SCOPERTE IN INGHILTERRA