

Marco Tullio Cicerone, il grande politico, oratore e filosofo romano, tiene un discorso al Senato nel 63 d.C. e un osservatore rileva: "I suoi gesti, la sua intonazione... com'erano potenti. E che fantastica oratoria!"
A fare questi commenti, però, non è un contemporaneo di Cicerone, bensì Padre Pellegrino Ernetti, un monaco benedettino nato nel 1925 e scomparso nel 1992. A rigor di logica, simili apprezzamenti sul portamento e sullo stile di un oratore sarebbero possibili solo osservando costui in azione: ed è esattamente quanto sostiene di avere fatto padre Ernetti. Non solo, il monaco avrebbe anche assistito a un discorso di Napoleone, a una tragedia latina del 169 d.C., e, addirittura, alla passione di Cristo sulla croce.
Un visionario mistico? Niente affatto, padre Ernetti era un musicista, un celebrato storico di musica arcaica al Conservatorio di Stato Benedetto Marcello di Venezia, un filosofo, un laureato in fisica quantistica e un appassionato di elettronica. Fu proprio grazie a queste sue passioni scientifiche che sarebbe riuscito a costruire, negli anni '50 del secolo scorso, il "Cronovisore", una vera e propria macchina del tempo! A differenza di quella romanzesca di H. G. Wells, però, la sua non trasportava le persone avanti e indietro nel tempo ma sembra permettesse "solo" di vedere nel passato eventi storici nel momento esatto in cui si svolgevano, come in una sorta di incredibile televisore tridimensionale.
Padre Ernetti, che nell'ambito della chiesa era anche un esorcista di fama, sosteneva che il Cronovisore era il risultato di molti anni di studio condotto insieme a un gruppo di 12 grandi scienziati che, però, preferivano restare anonimi. Gli unici di cui lasciò trapelare il nome erano Enrico Fermi e Werner von Braun, l'inventore della V2.
"Volevamo per prima cosa verificare che quello che vedevamo fosse autentico" raccontò Ernetti a un teologo francese, padre François Brune(1). "Così iniziammo con una scena abbastanza recente, della quale avevamo buoni documenti visivi e sonori. Regolammo l'apparecchio su Mussolini che pronunciava uno dei suoi discorsi. Poi risalimmo nel tempo, captando Napoleone (se ho ben compreso quello che diceva, era il discorso con il quale annunciava l'abolizione della Serenissima Repubblica di Venezia per proclamare una Repubblica Italiana). Successivamente andammo nell'antichità romana. Una scena del mercato ortofrutticolo di Traiano, un discorso di Cicerone, uno dei più celebri, la prima Catilinaria. Abbiamo visto e ascoltato il famoso: "Quousque tandem Catilina".
|
|
La presunta foto dell'immagine del volto di Cristo in agonia sulla croce pubblicata sulla Domenica del Corriere. |
Poco tempo dopo, continuava Ernetti, fu possibile assistere a una tragedia latina andata perduta, il "Thyestes", di Quinto Ennio, uno dei padri della poesia romana. Il monaco trascrisse la tragedia sostenendo di avere così restituito al mondo un tesoro perduto e di avere quindi dimostrato l'efficacia della sua meravigliosa invenzione.
Ma come era nata questa invenzione? Ernetti si mostrava reticente a parlare e a fornire dettagli, diceva che la scoperta era avvenuta per caso. Sembra che, all'epoca in cui lavorava con padre Agostino Gemelli, il fondatore dell'Università Cattolica di Milano, ebbe qualche esperienza di psicofonia. Questa pratica, di moda presso certi gruppi di spiritisti, sembra offrire la possibilità di registrare su nastro le voci degli spiriti dell'aldilà. Ernetti si convinse così di avere captato la voce del padre di Gemelli e immaginò che allo stesso modo si potessero captare le immagini di eventi del passato.
"In realtà", spiega Marco Morocutti, progettista elettronico e membro del Gruppo Sperimentazioni del CICAP, "tutte le verifiche fatte sulla psicofonia dimostrano che le voci registrate sono di solito interferenze radio di vario tipo captate dal registratore. Spesso, si tratta solo di rumori indistinti, ma la forte motivazione di chi pratica la psicofonia, e il desiderio di credere che chi non c'è più ci possa ancora parlarci, è sufficiente a farvi riconoscere tracce di una comunicazione intenzionale"(2).
|
|
Immagine del crocifisso nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza (Todi). |
La foto di Cristo
Quando gli si chiedeva di spiegare come funzionasse il misterioso
Cronovisore, Ernetti sapeva essere anche più enigmatico.
"L'intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato
da tutti", disse in un'intervista alla Domenica del Corriere,
"secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse,
non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti,
quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse
stesse energia"(3). Era una spiegazione che non spiegava
nulla, ma contribuiva indubbiamente a creare molta curiosità
e attesa intorno a padre Ernetti.
Restava però il fatto che nessuno avesse mai visto questa
macchina e che l'unica prova della sua esistenza fossero solamente
le parole del monaco.
Fu forse per questo che, sullo stesso numero della Domenica del
Corriere, Ernetti acconsentì che fosse pubblicata una fotografia(4)
che lui disse ottenuta con il Cronovisore: l'immagine ritraeva il
volto di Cristo in agonia sulla croce.
"Vidi tutto" raccontò Ernetti all'amico Brune.
"L'agonia nel giardino, il tradimento di Giuda, il processo...
il calvario". Ernetti sosteneva di avere addirittura filmato
con una telecamera l'intera sequenza, ma l'unica prova che emerse
fu quella foto.
Passarono pochi mesi, tuttavia, e l'enigma venne svelato: sul Giornale
dei misteri dell'agosto 1972 fu pubblicata la lettera di un lettore
e una fotografia . La foto, acquistata per 100 lire al Santuario
dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, vicino a Perugia, mostrava
un primo piano di una scultura in legno del Cristo sulla croce:
il volto era uguale a quello della foto di Ernetti. Lo stesso padre
Brune fu costretto ad ammettere che le due foto erano identiche.
Forse a causa dello scandalo suscitato, padre Ernetti fu invitato
dai suoi superiori a evitare di alimentare ulteriori polemiche.
A padre Brune, che gli chiese conto dell'evidente inganno, Ernetti
rispose che lo scultore che aveva realizzato il crocefisso era stato
ispirato da una monaca spagnola che, in una visione, aveva visto
la crocefissione di Cristo. Per questo, sosteneva, il volto del
crocefisso e quello da lui fotografato con il cronovisore si somigliavano
tanto: entrambi ritraevano il vero volto di Gesù! Ma le foto
erano identiche anche nelle ombre e nei riflessi di luce, segno
che non era tanto lo stesso volto a essere stato fotografato, ma
la stessa foto a essere stata riprodotta.
Una confessione?
Del misterioso cronovisore non esiste nessuna traccia, lo stesso
Ernetti sosteneva che era stato quasi subito smontato e i suoi pezzi
dispersi per evitare che una simile macchina cadesse in mano a potenze
malintenzionate.
Cosa concludere quindi su una vicenda molto suggestiva e affascinante
ma totalmente priva di qualunque riscontro concreto?
"E' vero, non esistono testimoni attendibili circa quanto affermava
Ernetti" riconosce Peter Krassa, autore di un recente volume
sulla vicenda(5). "Nessuno ha mai visto il cronovisore,
nemmeno Brune che gli era molto vicino. Inoltre, Ernetti non disse
mai chi erano gli scienziati che lavorarono con lui. Le uniche eccezioni
erano Fermi e Von Braun che però erano già morti al
momento del suo annuncio"(6).
Oltre alla fotografia, dimostratasi un falso, anche l'unica altra
prova che il cronovisore sia esistito, la trascrizione del "Thyestes",
la tragedia perduta di Quinto Ennio, a un esame più attento
si è rivelata inconsistente. Katherine Owen Eldred, una classicista
dell'Università di Princeton e una delle massime esperte
del "Thyestes", spiega che il testo di Ernetti è
molto breve e include quasi tutti i frammenti della tragedia che
erano già noti: "Le parti "nuove", per quanto
dimostrino che l'autore aveva una buona conoscenza del latino antico,
non possono considerarsi auentiche poiché contengono numerose
parole che sarebbero entrate nel linguaggio latino solo 250 anni
dopo che Ennio scrisse la sua tragedia"(7).
Infine, come in ogni buon giallo pieno di complotti e rivelazioni
inaspettate, è arrivata anche la confessione: nel suo libro,
infatti, Krassa riporta la lettera di un non meglio identificato
nipote di Ernetti che avrebbe raccolto le ultime volontà
del monaco sul suo letto di morte. Era vero, Ernetti aveva mentito,
la foto di Cristo era falsa e il Thyestes l'aveva scritto lui, ma
l'aveva fatto perché sperava di riuscire un giorno a trasformare
il Cronovisore in realtà.
Vittima di una fede mal riposta, convinto forse che una pia frode
avrebbe aiutato la diffusione del cristianesimo, oppure prigioniero
per tutta la vita di una menzogna iniziata per gioco? Non potremo
mai saperlo... almeno finché qualcuno non inventerà
per davvero una macchina del tempo che ci permetta di tornare da
padre Ernetti a chiederglielo di persona.
Tratto da "Enigmi della storia: da Stonehenge al Santo Graal" di Massimo Polidoro - Edizioni Piemme 2003. Riproduzione autorizzata e limitata a questa occasione.
Note:
(1) Brune, François e Remy Chauvin, En direct de l'Au-Delà,
Parigi, Robert Laffon, 1993 (trad. ital. In diretta dall'aldilà,
Roma, Edizioni Mediterranee, 1998). Vedi anche: Brune, François,
Cronovisore. Il nuovo mistero del Vaticano. La macchina del tempo,
Roma, Edizioni Mediterranee, 2003.
(2) Per saperne di più sulla psicofonia vedi: Morocutti,
Marco, Voci dell'aldilà. Indagine sulla psicofonia, Roma:
Avverbi, 2001. Vedi anche il sito di Marco, dove sono presenti molti
esempi di presunte "voci" dell'aldilà: http://www.marcomorocutti.it
(3) Maddaloni, Vincenzo, "Inventata la macchina che
fotografa il passato", La Domenica del Corriere, n. 18, 2 maggio
1972.
(4) De Silva, Alfonso, "Lettera", Giornale dei misteri,
n. 17, agosto 1972.
(5) Krassa, Peter, Father Ernetti's Chronovisor, Boca Raton,
FL: New Paradigm Books, 2000.
(6) Heinzerling, Jünger, "The Voyeur of Time",
Fortean Times, n. 165, Dicembre 2002, p. 35. Sullo stesso numero,
vedi anche: Chambers, John, "Father Ernetti's Machine",
Fortean Times, n. 165, Dicembre 2002, pp. 30-34.
(7) Krassa, Peter, op. cit.
di Massimo Polidoro
info@massimopolidoro.com
www.massimopolidoro.com




di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
di Vincenzo Di Gregorio8. Le dee viventi
di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
di Lionel Casson

ARCHEOLOGIA BIBLICA
ECCEZIONALE RITROVAMENTO IN UN TUNNEL SEGRETO IN MESSICOARCHEOLOGIA BIBLICA
CIMITERO DI ANFORE IN DUE NAVI ROMANE NELLE EOLIEARCHEOLOGIA BIBLICA
SCOPERTI VASI DI ARGILLA CRUDI A POMPEIPALEONTOLOGIA
IL GIGANTE DI ATACAMA: UN ALTRO GEOGLIFO CHE SFIDA LA NOSTRA COMPRENSIONE DEL PASSATOARCHEOLOGIA BIBLICA
TROVATA AD ORVIETO LA TESTA DEL DIO DEGLI ETRUSCHIPALEONTOLOGIA
IL MISTERO DELLE TORRI SEGRETE DELL'HIMALAYAARCHEOLOGIA BIBLICA
UNO SCAVO ILLEGALE SCOPRE UN TEMPIO DI THUTMOSE IIIPALEONTOLOGIA
LA BUFALA CHE GESU' FU PADRE E MARITOPALEONTOLOGIA
IL "SEME MAGNETICO" CHE DIEDE VIA ALLA VITA VEGETALE SULLA TERRAPALEONTOLOGIA
TRAPPOLE PER DEMONI SCOPERTE IN INGHILTERRA