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17 Settembre 2003 MISTERO
Rosario Vieni
Le colonne d´Ercole un´inchiesta all´inchiesta!
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Il bianco calcinato della città sta lentamente svaporando sotto la cappa azzurro-turchese della sera.
La civetta vìola il rosa pallido dei Propilei col suo stridìo ironico.
E' l'ora in cui i poeti rincorrono i ladri di sogni; quella in cui il sommo filosofo siede sugli scalini dell'Acropoli sognando un'improbabile e perfetta Repubblica.
Ci avviciniamo lentamente, quasi temendo di turbare le sue meditazioni; quasi temendo di recare danni irreparabili al futuro genere umano.

"Maestro... vorremmo rivolgerle qualche domanda..."

Ci guarda a malapena senza quasi distogliere l'attenzione dalla sua Repubblica.

"Sa...è per quella brutta storia di Atlantide..."
"Brutta storia?"
"No di certo. Non ci riferiamo di certo alle cose che lei narra nel Timeo e nel Crizia..."
"Volevo ben dire!..."
"Ci riferiamo al chiasso che sta facendo un libro apparso di questi tempi. Scritto da un sardo, un tale di nome Frau. Sergio Frau.

Il filosofo ora alza il viso e pianta su di noi il suo sguardo da fauno.

"Frau... Sarà mica un nome tedesco?... Sa, in tal caso sarebbe compromettente..."
"Ma guardi che ha tanto di barbetta e baffi!"
"E che vuol dire? Anche il mio amatissimo maestro, Socrate, aveva tanto di barba, e che barba!; ma rammento ancora le ore gioiose passate con lui..."
"In ogni caso, maestro, le posso assicurare che Frau è persona del tutto normale."
"Sarà!...Ma allora, qual è il problema?"

Platone ora volge il viso ad occidente. Il sole sta calando dietro il Licabeto. Solenne.

"Il problema è che in questo libro Frau sostiene che le Colonne d'Ercole si trovavano nel canale di Sicilia, fra la Sicilia e l'attuale Tunisia, e che Atlantide fosse in Sardegna. Sa, lui è sardo..."

Una fragorosa risata sconvolge la quiete del tramonto e per un attimo, che a noi pare lunghissimo, ci sentiamo crollare addosso i marmi del Partendone.
Anche le tristi e severe Cariatidi sembrano sghignazzare nel turchese e oro della sera.

"Quando ho scritto quello che ho scritto su Atlantide in Sardegna non c'erano neppure le capre, figuriamoci Atlantide. Al massimo ci potevano essere alcuni poveri profughi di Creta i quali, presumo, avevano già dimenticato gli splendori della loro patria d'origine. Mammuttones !
E quello che ho scritto, poi, l'ho desunto non solo da fonti orali, come dico nei miei dialoghi, ma anche da tre libri sacri che potei acquistare, grazie alla generosità di un amico, da Filolao di Crotone pitagorico.
"E dove sono finiti questi libri?"
"Ah, non lo so. Atene la democratica me li ha sottratti e credo che li abbia fatti bruciare."

Le grillaie aprono i loro roseti immacolati nel turchese ora profondo.

"Insomma, secondo lei dove ha immaginato che fosse Atlantide?"
"Non di certo in Sardegna... con buona pace di Frau e compagni."
"E le Colonne d'Ercole?"
"Vede, anche noi greci ci siamo messi al passo coi tempi; e anch'io navigo spesso su Internet. E lì si trovano tante notizie interessanti. Non ho letto il libro di Frau... sa, noi filosofi veri non riceviamo dallo stato nessun aiuto e spesso io, per sopravvivere, me ne devo andare all'estero, a Siracusa. I soldi lo stato li spende per atleti e saltimbanchi, non per la cultura.
Ma torniamo a noi. Ho letto però quello che c'è sulla Rete. Ma... sulla Rete c'è ben altro!"
"Ad esempio?"
"Semplice: che ad aver individuato il sito delle "Colonne" non è stato Frau, ma un intellettuale della Magna Graecia; uno di quelli veri e che non è legato a nessun circolo di potere."
"E che c'entra ora questo?"
"Via, non sia ingenuo! C'entra eccome! Non dimentichiamo che il povero Socrate fu ucciso solo perché era un uomo che pensava, nemico delle finte democrazie. Questo non gli fu mai perdonato da quei finti democratici, ieri come oggi."
"Ed allora?"
"Le spiego. L'idea del Canale di Sicilia non è mica nuova. Essa risale addirittura al marzo 1928 quando il Berliner Tageblatt diede notizia degli studi del dr. Paul Borchardt; il quale affermava -le risparmio tutte le analisi- che le Colonne si trovavano all'altezza della Piccola Sirte. Naturalmente Borchardt lavorava in quella zona e aveva quindi un interesse a dire quelle cose che, peraltro, non riuscì a puntellare in alcun modo."
"Accidenti!, è abbastanza informato."
"Che vuole... non mi limito ad andare per Internet; io sono uno che legge, e tanto. Mica come taluni intellettuali del tempo vostro.
Come dicevo questo geografo Borchardt cominciò a localizzare più presso a noi Atlantide. Ma chi ha veramente detto cose nuove e interessanti è quell'intellettuale magno-greco cui accennavo prima. Se lei va al sito internet www.dipmat.unipg.it/~bartocci (al n.5 della rivista Episteme ) troverà uno scritto dal titolo "11500 anni fa..." che reca la firma del dr. Rosario Vieni.
Bene, questo scritto ha visto la luce almeno un anno e mezzo prima di quello del signor Frau. Questo è ampiamente documentato, ragion per cui il signor Frau non può vantare alcuna primogenitura."
"Ma tutti i grossi accademici che appoggiano Frau?"
"O sono poco informati, oppure, come è probabile, facendo parte di piccole o grandi consorterie hanno in odio chi da solo riesce laddove tanti illustri ingegni hanno fallito. E' storia vecchia..."
"Ma allora il merito di Vieni quale sarebbe?"
"Semplice. Ha dimostrato di conoscere il greco meglio di tanti altri. Io non ho detto che Atlantide era un'isola più grande; ho detto che era più potente. Poi ha saputo cogliere quel riferimento al limen, e tante altre cosette. Insomma attraverso un'analisi linguistica semplice ma acuta ha colto nel segno. Come al solito ( è accaduto già a Meucci, a Olinto De Pretto ) altri cercano di approfittarsene... forti di appoggi, naturalmente democratici. E se ve lo dico io, potete crederci..."

La notte ora è calata come un denso sipario sulle miserie degli uomini.
Il filosofo comincia ad avviarsi verso casa. Non vuole aggiungere altro.
Fra breve comincerà di nuovo la sua navigazione verso altri siti, verso altri ladri di sogni.

Appendice:
Da: "sergio frau" sergio.frau@email.it
A: "r.vieni" r.vieni@tin.it
Data invio: mercoledì 25 dicembre 2002 12.52
Oggetto: Re: auguri. E parola d'onore che...

Caro Rosario
mi ha fatto davvero piacere questa tua. Anche se ci sento dietro - come sotterraneo - un
rimprovero e forse un po' di rancore per non averti citato nel libro. Non ti ho citato
semplicemente perché non sapevo nulla della tua splendida intuizione e contributo... Lo so,
questo non depone a mio favore come internet-nauta ma è proprio così: parola d'onore di
Natale, che -quindi- vale tripla.
A me -del resto- una cosa come la tua avrebbe fatto un gran comodo all'interno del "verbale"
che andavo costruendo. Evidentemente lo stimolo "castellani" ci ha aperto due strade
divergenti: tu sapevi già tutto e hai potuto rapidamente fare quel che hai fatto; io non sapendo
niente, invece - dopo aver scartato l'idea di farne dei pezzi cotti e mangiati al volo per il
giornale - ho messo tutte le mie energie e il mio panico in un lavoro di carotaggi e
stratificazione nei testi che mi ha anche obbligato a ridisegnare - seppure a tentoni - la logica
cartografica dello slittamento.
Due anni e mezzo, insomma!
Bravi tutt'e due, quindi...
Ma nessuno ha rubato niente a nessuno...
Anzi se mai andrò avanti con questa storia mi piacerebbe raccontare la tua analisi dando a
Vieni quel che è di Vieni...
Sono per il vecchio proverbio (miceneo?): Patti chiari, amicizia lunga...
Un abbraccio e un rilancio con: Buon anno! sergio
Ps. Godart e Tozzi io, comunque, li stimo. E per di più con me son sempre stati più che civili.
Non c'è un salamelecco/pompino in tutto il libro! C'est pas mon genre...

Ricambio i cari auguri. Non ti ho potuto mandare
dell'altro materiale per la semplice ragione che qui a Pistoia ho portato poche
cose e ho giù in Calabria il resto del mio archivio e della mia biblioteca.
Che dirti? Il libro ovviamente l'ho letto e m'è
piaciuto. Quello che non mi piace è l'atteggiamento di coloro che ti stanno
attorno e che tu, ovviamente, curi per ragioni altrettanto ovvie. Io quello che
faccio lo faccio "per diletto", e della "carriera" me ne impipo altamente. Non credo difatti che Godart
(ho letto l'intervista su Hera) avrebbe detto le stesse cose di me... anche se arriviamo alle medesime conclusioni, almeno per le Colonne d'Ercole. Non parliamo poi del giovane
rampante Tozzi, il quale è stato con me di un'arroganza senza pari.
Non ti curar di loro..., direbbe il Poeta.
Una cosa però ti devo, caramente (siamo poi sotto
Natale), rimproverare: l'evitare accuratamente di dire che ad individuare il
sito delle Colonne era stato già RV tanto tempo fa. Ma lo capisco: Cicero pro domo sua...
Ti auguro ogni bene, tanti cari saluti ed auguri

rosario vieni

(come vedi, a questo punto mi firmo anche in minuscolo)

 


 

di Rosario Vieni
r.vieni@tin.it