Introduzione
Dimostrare l'unitarietà progettuale del sito di Giza divenne
il mio obiettivo quando notai il disegno generale preciso che legava
i più importanti monumenti dell'immensa necropoli menfita.
Le piramidi di Khufu, Khafre e Menkaure, con la loro mole e l'enigmatica
Sfinge dallo sguardo dissolto ad oriente, erano per me affascinanti
monumenti opera della mente e delle fatiche di un popolo eccezionale.
Avendo letto molti libri di egittologia ufficiale e qualche testo
di ricercatori indipendenti che avanzavano nuove teorie sul fantastico
sito di Giza, iniziai a chiedermi se davvero tali teorie alternative
ed innovative avessero un qualche fondamento, un filo logico comune
che portava tali autori a formulare ipotesi a volte davvero "sconvolgenti",
almeno se paragonate alla sobrietà ed al rigore dettato dall'Egittologia.
La mia lunga ricerca, fatta di studi e raccolta di informazioni,
sfociò dopo molti anni nella stesura di un libro: Osiride
rivelato.
L'originale parvenza che l'immensa necropoli fosse il frutto di
un progetto unitario, divenne certezza quando mi accorsi che le
rampe cerimoniali delle tre piramidi furono disposte con un preciso
orientamento che, in seguito, descrissi dettagliatamente nel mio
libro. Le rampe furono la prova, per me definitiva, dell'unitarietà
progettuale dei monumenti di Giza.
In Osiride rivelato, attraverso l'analisi di alcune planimetrie
del sito, ero giunto alla conclusione che la necropoli, in quanto
tale, era edificata riproducendo materialmente, attraverso la particolare
disposizione dei monumenti, l'Aldilà egizio, la Duat, il
regno dell'oltretomba degli antichi egizi descritto in molti testi
religiosi. I sacerdoti e gli architetti avevano dato forma terrena
alla loro concezione di oltretomba.
Alzato il velo sul significato della necropoli iniziarono ad emergere
molte altre prove in merito l'ipotesi unitaria. Quella che io ho
ribattezzato la "Teoria della planimetria Duat" descritta
nel libro, si è rafforzata con l'emergere di altri dati che
confermano la mia ricerca.
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Rigore scientifico
Seppur utilizzando tecnologie "artigianali" ed indagando
i fenomeni fisici con approccio totalmente differente dalla metodologia
moderna, gli antichi egizi furono all'avanguardia in molte discipline.
Non dobbiamo faticare molto per trovare la prova di ciò,
basta ammirare la piramide di Khufu! Quest'immenso monumento è
la prova, la sintesi dell'elevata cultura scientifica raggiunta
dal popolo del Nilo. Per erigere l'immenso mausoleo architetti,
artigiani e manovalanza dovettero affrontare e risolvere problemi
davvero complicati, applicando tutto il loro sapere. La Grande Piramide
ingloba conoscenze geometriche e matematiche all'avanguardia, basi
su cui gli antichi architetti progettarono l'imponente e preciso
monumento e tutti quelli della famosa necropoli risalenti alla IV
dinastia. Come dimostrato in Osiride rivelato le rampe cerimoniali,
elementi importanti del complesso monumentale sia dal punto di vista
architettonico sia, ed ancor di più, da quello simbolico,
sono disposte secondo un orientamento voluto e preciso, nell'intento
di dare una chiara indicazione simbolico-religiosa a quella che
i costruttori vollero fosse la Duat terrena. E' quindi normale trovare
conoscenze avanzatissime sulla piana di Giza: il progetto fu pianificato
e realizzato con vigile rigore in quanto luogo divino. In molti
testi di ricercatori indipendenti si legge di numeri particolari
legati alla piramide di Khufu, di elementi matematici che, in teoria,
solo nei secoli successivi si conobbero ed analizzarono scientificamente.
Ciò, però, non implica che gli antichi egizi non conoscessero
tali leggi matematiche. La geometria ed i numeri sono vincolati
a leggi immutabili, per risolvere un problema si possono utilizzare
termini ed impostazioni differenti ma il risultato per essere corretto
deve sottostare ad un percorso logico che ad un risultato univoco.
Ecco perché quelle che a molti sembrano conoscenze scientifiche
avanzate ed impossibili per gli egizi di quel tempo remoto per me
sono naturali ed ovvie: le leggi matematiche e geometriche sono
immutabili in ogni era, in ogni cultura e gli egizi dell'Antico
Regno erano certamente a conoscenza di importanti leggi matematico-geometriche
e fisiche, tanto da permettersi di erigere opere "faraoniche"
in grado di resistere ai millenni.
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Le proporzioni
Per essere concreto farò riferimento ad alcuni numeri che
personalmente ho incontrato ed interpretato nelle mie ricerche.
In molti testi di autori alternativi sono descritte "coincidenze
numeriche" legate alla Grande Piramide che avrebbero particolari
significati, soprattutto di carattere astronomico; non farò
l'elenco delle possibili combinazioni scaturite dalle dimensioni
del mausoleo di Khufu; è sufficiente leggere uno dei tanti
libri in proposito per avere un'idea di ciò che rappresenta
tale piramide per molti. Ci sono, però, numeri e proporzioni
geometriche che hanno senza dubbio un significato scientifico preciso,
in quanto leggi matematiche o misure architettoniche volute derivanti
da dette leggi perché applicate materialmente in fase di
progetto dei monumenti, pertanto, relativamente facili da rilevare.
In Osiride rivelato la particolare geometria del sito è manifesta
solo da una vista in pianta. Ciò è del tutto normale
in quanto, il progettista del sito, di fronte all'immensità
dell'area, ha senza dubbio redatto a tavolino il progetto della
zona, pianificando a livello teorico la necropoli, magari con l'aiuto
di un plastico in miniatura.
Guardando singolarmente i monumenti della piana difficilmente noteremo
l'unitarietà progettuale di Giza, proprio per le grandi dimensioni
dei monumenti e della loro distanza. Non a caso teorie sull'unitarietà
sono nate e si sono diffuse soprattutto in tempi recenti in cui,
appunto, dopo molti rilievi sul campo, la zona è stata riprodotta
in scala ed è stata studiata a tavolino. A quel punto ci
si è resi conto che alcune misurazioni portavano ad ipotizzare
un progetto unitario della necropoli.
Tutto questo è emerso in Osiride rivelato in cui la geometria
descritta sottostà a proporzioni precise riconducibili al
concetto di doppio e metà, applicato sia a livello geometrico
sia a livello religioso in riferimento al Ka, il doppio spirituale.
La Camera del Re della piramide di Khufu ha il pavimento che misura
metri 10,46 x 5,23: lato lungo doppio rispetto il corto.
La pianta della camera mortuaria ha forma rettangolare con proporzioni
uguali alla ricostruzione grafica generata dalle rampe cerimoniali
descritta in Osiride rivelato.
Il sarcofago presente nella camera ha una strana ed unica caratteristica:
il volume esterno di 2332,8 litri è esattamente il doppio
del volume interno che è di 1166,4 litri.
Questi dati sorprendenti sono legati alla schematizzazione in quanto
è evidente il concetto di dividere, di considerare la metà
e gli antichi egizi ci indicano il percorso da seguire per comprendere
il significato di Giza proprio attraverso le enigmatiche misure
della Camera del Re della piramide di Khufu.
Un dato che può apparire assurdo è la connessione
che esiste tra il numero 43.200, la Terra e la Grande Piramide.
Ebbene, alcuni noti ricercatori indipendenti (es. Graham Hancock
in "Impronte degli Dei", Corbaccio 1996) ipotizzano che
la piramide di Khufu sia la rappresentazione in scala 1/43.200 del
pianeta Terra! Ammetto la mia iniziale perplessità di fronte
a tale dato ma, in seguito alle conclusioni tratte in Osiride rivelato,
la proporzione diviene logica nel contesto della "Teoria della
planimetria Duat". Il fatto di considerare il solo numero può
non avere senso, ma considerandolo nel contesto unitario di Giza
il dato assume un valore preciso. La Duat, l'Aldilà egizio,
era costituita, secondo le credenze, da 12 ore. Guardando questo
numero in modo differente possiamo osservare che esso è costituito
da ben 43.200 secondi! Riassumendo, quindi, 12 ore = 43.200 secondi.
Ecco che il dato iniziale, apparentemente assurdo se preso a se
stante, assume un significato ed un valore ben diverso. Ritengo,
pertanto, che la piana di Giza sia la Duat, mentre la piramide di
Khufu n'è la sintesi numerica.
Se poi si prosegue nell'analisi e si applica il concetto di doppio
e di metà indicato dagli antichi egizi attraverso il particolare
orientamento delle rampe cerimoniali e si divide in due il numero
43.200 otteniamo:
- 43.200 : 2 = 21.600
- 21.600 : 2 = 10.800
- 432 mt = perimetro della piramide di Menkaure;
- 216 mt = lato base della piramide di Khafre (due volte quella di Menkaure)
- 108 mt = lato base della piramide di Menkaure.
A fronte di ciò, ritengo che gli antichi costruttori abbiano legato volontariamente le misure dei monumenti a sottomultipli temporali della Duat, al fine di conservare dati evidentemente ritenuti importanti che non dovevano essere soggetti all'usura dei millenni. Infatti, i normali metodi di misurazione si devono per forza confrontare con il grave disfacimento subito dalle imponenti tombe (prevalentemente per mano dell'uomo), introducendo errori evidenti nei risultati. Ingegnosamente, per usare un termine riduttivo, gli eccelsi costruttori egizi, da qualcuno considerati ancora dei semplici ed abili artigiani e nulla più, hanno immortalato per l'eternità le vere misure nella mitologica temporale dimensione della Duat. Un'impresa sconcertante al di fuori di ogni canone immaginabile.
di Gianluigi Guzzi
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