Il libro è stato finiti di scrivere IL GIORNO 18 SETTEMBRE DEL 1995, alla creazione hanno collaborato: Romagnoli Stefano, Pellegrini Giancarlo, e Vito De Ieso.
Romagnoli Stefano ha curato la parte tecnica Archeologica e storico/scientifica.
Giancarlo Pellegrini ha scritto i vari passaggi romanzati che si alternano tra un capitolo e l'altro.
Vito De Ieso ha curato il montaggio e la parte grammaticale e dialettale.
Ma veniamo alla spiegazione di "come è nata l'idea di questo libro":
Io Stefano Romagnoli, fin da piccolo, ho incominciato ad immagazzinare migliaia di informazioni, riguardanti il territorio in questione, essendo nato li, in campagna, ed avendo conosciuto parecchi anziani abitanti di queste terre, ho avuto modo di raccogliere, leggende, racconti, storie, e testimonianze, su tutto quello che riguardava la parte Archeologica di queste zone.
Fin da adolescente appassionato delle "zone Archeologiche", e di tutto quello che riguardava tesori nascosti, e storia antica, incominciai a fare di persona delle piccole ricerche, al solo scopo di verificare, vedere, e poi presupporre i punti dove si sarebbero dovuti trovare tesori ancora nascosti.
Studiando i posti dove si potevano vedere le sepolture già depredate, per poi paragonare le lori strutture geometriche, in luoghi dove non si vedevano ed erano ancora da scoprire.
Ben presto col passare degli anni mi resi conto di avere un "intuito per tutto quello che era di nascosto, molto al di sopra del normale, insomma sapevo individuare con estrema semplicità parecchie "cose nascoste".
Un bel giorno conobbi Giancarlo e Vito, i quali mi proposero di sfruttare tutte le mie conoscenze ed esperienze, per scrivere un libro speciale, che avrebbe svelato dove si sarebbero trovati tutti i tesori, le strutture archeologiche, e tutto ciò che ancora era nascosto, ma che io ne conoscevo le esatte locazioni.
Ecco come mettemmo insieme il libro, una serie di descrizioni dettagliate di 14 zone archeologiche, non solo parlandone e descrivendone quello che si poteva vedere di persona li sul posto, ma includendo nelle descrizioni quello che c'era ancora da portare alla luce, indicandone anche i punti.
Il lavoro più importante e faticoso, fu quello per individuare, (tramite ricerche storico/scientifiche), il famoso Sepolcro dove giaceva nascosto il RE PORSENNA, in una delle 14 zone da noi descritte nel libro.
Altra scoperta fortuita, molto importante fu la zona da noi chiamata "scalinata", nella Solaia, vicino a Castiglioncello sul Trinoro, nel libro descrivemmo questa imponete costruzione, della quale adesso se ne vede sono una parte, ove una scalinata in pietra portava ad una parete rocciosa, finendovi addosso.
Sopra questa struttura rupestre di epoca remote, in tempi più recenti vi sono stati costruiti come dei rifugi, quasi fosse un eremo, forse l'eremo di cui si parla in Paese: "quello di Fra Bonaventura"
Dopo la fatica per mettere insieme il tutto, e cercare di far filare i discorsi al meglio, saltò fuori il primo problema: "se avessimo pubblicato il libro così come era avremmo corso il rischio di essere accusati, per aver messo a rischio il Patrimonio Archeologico, indicando di persona a tutti i punti esatti dove si trovavano certi (tesori)".
E da allora incominciò il nostro calvario, nell'intento di voler fare le cose in regola, e comportarci da buoni ed onesti cittadini.
Di seguito leggerete un riassunto cronologico, riguardante tutto quello che è successo per questo LIBRO, e per le cose che indicava.
Nel testo seguente, cercherò il più brevemente possibile, di descrivere i principali punti che si sono susseguiti durante la nostra (lunga e tortuosa) vicenda.
Tutto è incominciato il 19 Settembre, quando assieme a due altri miei amici e collaboratori, (De Ieso Vito e Pellegrini Giancarlo), durante la stesura dei testi, e l'elaborazione del materiale cartografico, servito alla scrittura del LIBRO, che stavamo portando a termine, ci siamo accorti di avere fatto casualmente parecchie scoperte, in parecchie zone archeologiche che circonda il comune di SARTEANO.
Il libro che tratta, di archeologia locale (Sarteano) riporta 14 siti archeologici, descritti nei minimi dettagli, comprendendo Tombe violate ed anche ancora da aprire, "compreso il presunto Sepolcro della Tomba del RE ETRUSCO PORSENNA, nei pressi del pianoro di S. Giuseppino (Pianacce)".
Tutte le mappe, disegni, e le scoperte, sono venute fuori durante lo studio storico-scientifico del materiale elaborato, e durante le ricognizioni campestri fatte per vedere, di persona, in dettaglio tutti i punti descritti nel Libro.
Data l'importanza, e la segretezza di alcune intuizioni da noi scritte, abbiamo creduto necessario denunciare tali (scoperte fortuite) alle autorità competenti "più alte", e consegnare l'intero libro alla Procura della Repubblica di Montepulciano, affinché venisse analizzato, prima di una eventuale pubblicazione, onde tutelare il più possibile il "Patrimonio Artistico" ancora nascosto, ma che il libro avrebbe (svelato) molto dettagliatamente.
14-09-1995 : Su suggerimento, e con il supporto dello studio Avv. VACCARO di ROMA abbiamo presentato un esposto a tutte le autorità (superiori), e quelle competenti di zona, riguardante le scoperte effettuate durante studio scientifico per la descrizione delle zone riportate nel libro, compreso al Presidente della Repubblica, l'Ansa e tutti gli altri giornali più conosciuti.
21-09-1995 : La caserma dei carabinieri di Sarteano ci convoca per avvertirci che Il Procuratore della Repubblica di Montepulciano ci voleva innanzi a Lui.
Ci presentiamo In Procura, muniti di libro, e cartine topografiche, e dopo aver spiegato in poche parole la vicenda al Sig. Procuratore (Federico Longobardi), lo stesso ordina una serie di sopralluoghi in tutte le14 zone, e pretende indicazioni precise (e non supposizioni), su i punti da scavare, fotografando minuziosamente, ogni nostra indicazione come prova di riferimento da archiviare, tutto questo, in presenza dei vari rappresentanti delle autorità competenti, tra i quali anche l'ispettore onorario della Soprintendenza locale.
Nello stesso tempo furono fatte dalla Procura, delle indagini su noi tre per accertare che non eravamo recidivi, o personaggi poco affidabili, o, che non avessimo commesso delle azioni illegali nell'individuare le suddette Tombe, (Scavi Saggi Ecc.), addirittura c'era la possibilità che venissimo accusati del reato di "Millantatori", aver fatto ricerche non autorizzate ecc ecc.
21-09-1995 Iniziani i sopralluoghi, con una ventina di auto e jeep, parteciparono:
Il Procuratore della Repubblica, dott. Federico Longobardi;
il C.T.U della Procura arch. Angelo Vittorio Mira Bonomi;
l'Ispettore Onorario per i Beni Archeologici, Dott. Giulio Paolucci;
il Brig. Comandante Inter.Staz Rur.o Moreno;
il V.Brig. Pietro Ventura;
l'app. Set. P.G. ., Vincenzo Veno;
il Sig. Giancarlo Pellegrini;
il Sig. Vito De Ieso; il Sig. Stefano Romagnoli;
il ML.llo Ml. re S.U.P.S. Luigi Tardani.
Ed una decina di assistenti dell'arma, e della Forestale.
Con l'intera trup incominciamo a visitare le 14 zone da noi indicate nella cartina topografica di riferimento, allegata all'esposto, e per ogni presunta struttura sepolta da noi individuata, vennero presi appunti e misure, completi di fotografie, con uno di noi che indicava sempre con il dito il punto preciso dove si sarebbe dovuto scavare per portare alla luce le suddette strutture nascoste.
Tengo a precisare che, il rappresentante della Soprintendenza (Ispettore Onorario di zona), era contrariato ogni volta, e disapprovava quasi tutte le nostre affermazioni, ripetendo continuamente che, in quel posto non poteva esserci niente, firmando ad ogni scrittura sul posto, la sua convinta dichiarazione.
In una occasione lo sentimmo affermare anche: "Io Sarteano ve lo regalo (come zona archeologica), tanto non c'è nulla di importante".
22-09-1995: Arrivata la lettera dalla Procura dicendo, che le indagini su di noi erano terminate, ed il nostro caso archiviato, senza che fosse stato trovato alcun reato nelle nostre azioni, quindi adesso si poteva procedere con la pubblicazione del LIBRO, che poi per mancanza di fondi, e per garantire una maggior tutela del patrimonio artistico, non venne pubblicato.
Nel decreto di archiviazione infatti venne sentenziato: "nessun tipo di reato: ne diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità popolare, tentativi di truffa e violazione delle norme per la tutela delle cose d'interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939 n. 1089".
27-10-1995 : Il Soprintendente allora in carica "Dott. Nicosia" scrisse una lettera alla Procura, ed a noi per conoscenza:
Nella lettera il Soprintendente dice che noi ci siamo sicuramente sbagliati, e che le tombe da noi indicate non esistevano, aggiungendo una frase, che col passare degli anni diventerà poi sempre più ricorrente: "Le zone da voi indicate erano già note", infatti si da il caso che tutte le zone intorno a Sarteano siano già note da centinaia di anni, ed anche la maggior parte della Toscana e piena di "zone archeologiche già conosciute da anni", ma non per questo si può rifiutare una (scoperta fortuita) nelle nostre zone.
Concludendo ci fece capire che era arrabbiatissimo con noi tre, perché avevamo avvertito la stampa, e il Presidente della Repubblica, e così facendo avevamo creato un putiferio, invece Lui avrebbe voluto che fossimo andati a dire queste cose scoperte, direttamente al più vicino organo competente (Soprintendenza locale di Chiusi).
25-01-1996 : Il soprintendente Dott. Nicosia ci scrive ancora asserendo questa volta: che la tomba Del Re Porsenna era a Chiusi e non a Sarteano, ( Non considerando il fatto importante che il territorio Chiusino a quei tempi, si estendeva fino sopra le colline di Sarteano, e quindi all'epoca, si poteva dire tranquillamente che era stato seppellito a Chiusi), continuando a parlare di errori secondo lui da noi fatti, ed ancora che ci eravamo confusi, le tombe riempite e già scavate in passato, con quelle inviolate, mentre invece le nostre indicazioni riguardavano per la maggiore "campi in piano", e certamente le nostre segnalazioni sarebbero state confermate, solo dopo scavi sistematici, con l'intento di verificare se tali sepolture nascoste esistessero realmente.
08-02-1996 : Chiediamo alla Procura di Montepulciano Il rilascio di tutti i verbali di sopralluogo.
Nel frattempo siamo andati a parlare a Chiusi, con la Direttrice Dott.ssa Rastrelli, con l'intento di offrire la nostra totale collaborazione.
In quella occasione alla Dr.sa furono consegnati parecchi documenti, tra i quali il Libro che stavamo portando a termine, all'interno del quale esistono descrizioni dettagliate di tutte le zone da noi menzionate nell'ESPOSTO.
Quel colloquio purtroppo non ci aiutò molto, non ottenemmo neanche il minimo cenno di una collaborazione, anzi fummo rimproverati, e quindi senza aver avuto modo di poterci esprimere, decidemmo di abbandonare quel colloquio (turpiloquio), l'atmosfera del quale non era certamente di nostro gradimento.
Cominciammo a capire, che tutti quei Signori si erano sentiti scavalcati da noi tre semplici cittadini, e che a loro, la cosa proprio non andava giù, e che avrebbero fatto di tutto pur di non darci soddisfazione.
Infatti noi tre, (nemmeno laureati) nel nostro intento, anche se involontariamente, abbiamo in un certo senso (messo in dubbio il prestigio di certe Persone), dimostrando di essere all'altezza di compiere studi, e di effettuare importanti scoperte, tante più di quante ne siano state fatte in questi anni dagli (addetti ali lavori).
18-03-1996 : Invito a noi, ed alle agenzie di stampa alla conferenza, tenuta Nella Procura di Montepulciano, Indetta dal Sua Eccellenza Federico Longobardi.
A questa conferenza ci sono stati solo 2 episodi dominanti:
1 (Il soprintendente Nicosia che diceva: " Anche io avrei potuto fare dei cerchi in una cartina e dire: "Tutto quello che è all'interno di questi cerchi l'ho trovato io", arrabbiandosi molto, senza accennare nemmeno l'ombra di una collaborazione.
Nessuno è riuscito a dirgli come sono andate veramente le cose, cioè : i sopralluoghi, le foto, i punti di riferimento, tutto in presenza anche di un suo rappresentante.
2 (I nostri avvocati, hanno fatto "scena muta", forse non erano all'altezza della situazione, l'Arch. Mirabonomi ha avuto anche lui un po' di timore del Sopr. Nicosia, e così si è limitato a dire dove, forse aveva individuato la locazione dell'allora Mausoleo del Re Etrusco, (ma non la sepoltura); comunque all'interno di uno dei 14 punti da noi segnalati.
10-05-1996: Invio dei plichi con l'intera documentazione ritirata in Procura al Ministro Dott. Veltroni, con l'intento di far conoscere la nostra vicenda ad un Personaggio molto importante, e così cercare di ottenere una mano in qualsiasi modo Lui avesse potuto darcela.
15-05-1996 : I plichi da noi inviati erano assicurati e raccomandati, ma fatto sta che andarono persi (fatti sparire?..) .
Facemmo una denuncia alle Poste Italiane, a causa della gravità del fatto.
Dopo 2 giorni mi telefonò personalmente il Direttore delle Poste, chiedendomi di ritirate la denuncia, in cambio mi avrebbero rimborsato la spese, accompagnate dalle "scuse".
Insomma ogni nostra iniziativa sembrava dovesse andar male, caso...; Sfortuna...; oppure....?
Nessuno che ci avesse saputo/voluto, dare una mano, ne offerta una possibilità di colloquio da parte della controparte.
20-06-1997 : In località Macchiapiana "Zona nella nostra piantina " anche quella da noi segnalata, e interessata dai sopralluoghi del 1995, vengono ritrovati dal gruppo archeologico due Canopi In Bucchero di elevata importanza.
24-08-1997 : Rapporto di valutazione dei nostri ritrovamenti scritto dal dott. Mirabonomi (Esperto valutatore incaricato dallo Stato).
RELAZIONE DE L C.T.U DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO LA PRETURA CIRCONDARIALE DI MONTEPULCIANO IN MERITO ALL' ESPOSTO DEI SIGG GIANCARLO PELLEGRINI, STEFANO ROMANGOLI E VITO DE IESO.
In questa relazione Il Mirabonomi conferma alcune delle nostre affermazioni, ma per quanto riguarda la sepoltura del Re Porsenna, non è d'accordo, infatti lui si era convinto che la Tomba ed il Mausoleo erano la stessa cosa, non aveva ben capito che noi abbiamo individuato l'eventuale "sepoltura del RE", che non ha niente a che vedere con il Mausoleo, il quale si trovava dall'altra parte dell'altopiano, zona da noi segnalata con il n° 14, sul quale poggia la parte est del paese di SARTEANO.
10-10-1997 :Lettera da parte del Ministero (Roma).
In questa lettera il Dott. Mario Serio ci dice: "Le zone da voi indicate sono tutte su un terreno archeologico già esplorato anni fa da Maetzke, quindi la vicenda si considera esaurita.
Allora se Sarteano è tutta una zona archeologica esplorata dal prof. Maetzke, le scoperte fortuite non valgono?
E poi: In questo paese, in quelle da lui dichiarate "zone archeologiche", non si sarebbe dovuto edificare case, e zone industriali, visto che in zone archeologiche (non si può costruire)?
In fine se le zone erano tutte già state sistematicamente esplorate dal Sig. Maetzke, come è possibile che ci siano ancora così tante sepolture da portare alla luce, forse gli sfuggirono?
20-10-1997 : Lettera da noi al Ministero, chiedendo di poter intraprendere, di nostra iniziativa dei saggi di ricerca, in alcuni punti da noi segnalate, a nostre spese a con l'assistenza della Soprintendenza locale.
04-11-1997 : Risposta alla lettera del 20-10-1997.
Il Ministero ci risponde che gli scavi possono essere effettuati solamente dalla Soprintendenza, oppure da un istituto universitario, e ci sconsiglia da prendere certe iniziative.
Ma la legge non dice invece che il Ministero può concedere in concessione gli scavi a chiunque, perché abbia rispettato l'articolo 8?
12-11-2000: Primi scavi in località pianacce.
Nel mese di agosto dell'anno 2000 in località Pianacce (S.Giuseppino) durante una passeggiata in campagna, abbiamo notato che a pochi metri, dal punto da noi indicato come: "Eventuale Sepolcro del R.P." erano stati effettuati alcuni saggi di scavo.
Il risultato di quei saggi, portò alla luce n° 2 Tombe di tipo a camera con DROMOS, ed un altro DROMOS più corto.
Gira voce (anche sui giornali locali), che abbiano trovato durante questi scavi, Vasi Dipinti, una dozzina circa in una camera tombale ancora intatta.
Qualche mese dopo, le ricerche (da parte del gruppo archeologico Sarteanese), sono andate avanti, ed ecco la spiegazione dei risultati:
Altri saggi perpendicolari all'andamento dei DROMOS portarono alla luce altre due Tombe a DROMOS con camera centrale, mentre una delle Tombe precedentemente aperta, è stata ricoperta quasi immediatamente.
NATURALMENTE IN TALE PIANORO NON CI DOVEVA ESSERE NIENTE........ DICEVANO..........
Queste ultime due tombe sono più profonde delle prime, spostate a nord rispetto alle altre, non si capisce bene, se potessero essere già state profanate, o se erano (inviolate), e quindi con reperti archeologici al loro interno.
Tutto questo resta un mistero perché non essendo stato reso pubblico il ritrovamento, non ne abbiamo notizie concrete.
Detto ciò, aggiungiamo:
A noi avrebbe fatto molto piacere, durante questa iniziativa di scavo, almeno essere stati interpellati; sia per correttezza, che per dare suggerimenti utili, dato che siamo stati noi a fornire mappe molto precise, ed altro materiale riguardante il suddetto "sito", e potevamo indicare loro i punti di scavo con la stessa precisione usta il giorno dei sopralluoghi.
Ci parve anche molto strano, che: il MINISTERO, (il quale aveva ricevuto ormai parecchio del nostro materiale, descrivente anche i punti di scavo), come avesse potuto dare una concessione di ricerca, in un punto dove noi (già da tempo), segnalammo l'esistenza di importanti sepolture.
Non sapendo chi avesse potuto procedere a tali scavi, per precauzione abbiamo fatto una denuncia alla Procura descrivendo gli scavi che abbiamo visto in località pianacce, non si sa mai, poteva essere opera di scavatori clandestini, visto che nei pressi (durante il nostro sopralluogo) non vi era nemmeno uno scavatore, non esistevano cartelli con la scritta "scavi in corso", e null'altro che potesse far pensare ad una campagna di scavo regolarizzata, fatta da parte della Soprintendenza o comunque da un gruppo archeologico autorizzato.
24-05-2001: Lettera al Presidente della Repubblica On. Ciampi.
Ci siamo sentiti in dovere di scrivere un esposto al Presidente della Repubblica per avvertirlo dell'andamento dei fatti, ed anche perché tutto stava accadendo tutto, senza che noi venissimo interpellati da nessuna autorità.
Infatti eravamo convinti (fino ad oggi), che il Ministero quando da una concessione, per un punto dove sono avvenute (ufficialmente) delle segnalazioni, per lo meno ne avrebbe avvertito gli scopritori.
01-06-2001: Il Presidente Della Repubblica ci risponde che non è un suo compito, ribadendo di rivolgerci ad un organo di competenza, e dicendoci che tale esposto lo avrebbe recapitato, al Ministero incaricato.
07-08-2001 : E' arrivata una lettera dal Ministero "Roma", indirizzata al Soprintendente Archeologico della Toscana (Firenze), e per conoscenza a noi tre.
La lettera è molto sintetica e di poche righe, 0rdina espressamente al Soprintendente di Firenze:
"Si trasmette in allegato la nota* dei sigg. Giancarlo Pellegrini, Vito De Ieso, Romagnoli Stefano pervenuta per il tramite del Capo di Gabinetto e si invita la S.V. a dare diretto riscontro ai richiedenti, tenendo informata questa Direzione.
Firmata dal Direttore generale "Giuseppe Proietti".
* Per nota si intende la lettera da noi mandata al Capo dello Stato il 24-05-2001.
28-08-2001 : E stata aperto, il "DROMOS e la tomba", "ultima di sinistra fine pianoro ovest", gemella di quella a fine pianoro, ad est (denominata tomba di san. Giuseppino o delle pianacce), aperta da sempre, come si vede nei riferimenti della nostra mappa.
Ancora nessun contatto con noi.
Speravamo tanto in un contatto, o una collaborazione, ma purtroppo la Soprintendenza locale sembra non voler scendere a compromessi, con tre semplici operai, quasi analfabeti come siamo noi.
10-09-2001 Lettera da parte Dell'Avv. Rossi Lorenzo (di Sarteano) al Dott. Proietti (Ministero), Dott. Bottini (Soprintendenza di Firenze), ed alla Procura della Repubblica di Montepulciano.
Ecco alcune righe della lettera:
Nonostante tale esplicito invito, a tutt'oggi, i miei assistiti non hanno ricevuta alcuna Vostra risposta e, cosa ancora più grave, nessuna notizia è stata loro fornita in merito alle attività di scavo recentemente intraprese in località "Pianacce" dal Gruppo Archeologico di Sarteano, sotto la direzione della Dott.ssa Minetti, con cui, proprio in questi giorni, si stanno riportando alla luce importanti sepolcri rinvenuti nei luoghi esatti a suo tempo indicati e documentati dai miei assistiti (prova di tale individuazione è anche contenuta nella copiosa documentazione agli atti, del procedimento archiviato presso la Procura di Montepulciano).
09-09-2003 Sempre località Pianacce, apertura di un'altra camera tombale, e nessuno ci ha avvertiti nemmeno questa volta.
Si dice che nella camera portata alla luce, ci siano delle ulne e sarcofagi, tre o 4, non si sa con precisione per adesso sono solo voci.
11-12-2003 Apertura della Tomba (subito denominata) delle Meraviglie, con dipinti parietali di inestimabile valore, subito dopo vari articoli e notizie da tutte le fonti di stampa, si parla anche di una collana in oro.
14-01-2004 Mandata lettera Al Ministero ecc ecc, ove viene ricordato il fatto che (fino a prova contraria), gli scopritori siamo ancora noi, e confermiamo ancora una volta il fatto di essere stati esclusi da questa vicenda, mentre in alcuni quotidiani, si tenterebbe, di far credere (in alcune interviste rilasciate da parte di componenti della Soprintendenza), che le scoperte in quel punto siano da attribuirsi non a noi, ma ad altri Signori, intervenuti sette anni dopo le nostre segnalazioni.
Adesso non solo, non ci vengono riconosciuti i nostri meriti, ma si cerca di portarci via anche la scoperta di certe sepoltura venute alla luce in qui precisi punti, da noi indicati in precedenza.
Un'altra trainante motivazione che mi ha spinto a scrivere tutto questo, è una frase che mi sento ripetere da anni, e credo sia venuto il momento di chiarire anche questa situazione:
Nella nota (allegata) "Prot. N° 6560" il Redattore (Dott. Mario Iozzo), scrive la seguente frase:
"I Sigg. De leso, Pellegrini e Romagnoli hanno utilizzato un carta catastale in scala 1:50.000 del territorio comunale di Sarteano e vi hanno semplicemente tracciato dei circoli che delimitano (tra l'altro in maniera approssimativa e il più delle volte anche parzialmente errata e incompleta) alcune aree archeologiche."
Vorrei smentire definitivamente questa affermazione ricordando quanto segue:
La suddetta "Cartina con ampi cerchi" è servita nel 1995 solamente come strumento di riferimento alla commissione d'inchiesta che ha effettuato i sopralluoghi dentro ognuno dei 14 cerchi.
Tali sopralluoghi (indetti dalla Procura della Repubblica di Montepulciano) hanno voluto verificare se quello che noi avevamo affermato nel nostro "esposto, riguardante i ritrovamenti", corrispondeva a realtà, oppure fossero state delle bufale da noi inventate per qualche motivo.
Nei suddetti sopralluoghi sono state analizzate tutte le aree contenute dentro i "14 ampi cerchi" della cartina in questione.
All'interno di ognuno dei suddetti "circoli come dice il Dott. Iozzo", ho indicato tutti i rispettivi punti (più volte fotografati e dettagliati da misurazioni, e punti di riferimento da parte degli addetti), nei suddetti punti, si sarebbe dovuto (scavare) per portare alla luce le strutture da noi individuate.
A tali precise segnalazioni, avvenute sul posto era presente il rappresentante della Soprintendenza locale "Dott. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni Archeologico della Toscana", il quale dopo aver acquisito minuziosamente tutte le (indicazione) voglio sperare abbia logicamente fatto un "rapporto dettagliato" alla Soprintendenza, o comunque ad un suo (superiore).
Tali rapporti di sopralluogo, (tutti registrati agli atti presso la Procura della Repubblica di Montepulciano), sono tutti controfirmati a testimonianza da rappresentanti di inconfutabile affidabilità, dei quali ne segue un elenco:
Pellegrini, Romagnoli, De Ieso, M.llo Luigi TARDANI della sezione di P.G. di MONTEPULCIANO, del M.llo BONI Luigi della Sezione Carabinieri di Sarteano, del Brig. Pietro VENTURA del NORM di Montepulciano, dell'App. Vincenzo VENO della Sezione di P.G di Montepulciano del M.llo Leonardo LUCII del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze, dell'App. Marco PANUZZI del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze nonché con l'assistenza del Dr. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni Archeologici della Toscana e del Dott. Arch. Mira BONOMI Angelo Vittorio questo ultimo nominato consulente tecnico ai sensi dell'art. 359 C.P.P. dal Procuratore della Repubblica (ed in persona) Il Procuratore della Repubblica Dott. Federico Longobardi.
Siamo fermamente convinti quindi, di aver fornito "segnalazioni dettagliate", e che tutti i firmatari dei verbali di sopralluogo, (condotti sui posti) si ricorderebbero esattamente dove indicammo i punti esatti da scavare, anche nel caso della tomba delle PIANACCE (denominata Quadriga Infernale), della quale avevo fornito l'esatta posizione su una cartina in scala consegnata durante i sopralluoghi al redattore dei verbali nel 1995.
Lasciamo pure perdere quindi le necropoli, si sa bene che erano già conosciute da tutti, è noto che Sarteano è circondato da necropoli Etrusche, ma qui si tratta di sepolture, e di punti esatti da noi scoperti, ed in seguito indicati e segnalati ufficialmente, nei quali la Soprintendenza avrebbe dovuto scavare per portarle alla luce.
Sempre Nella nota (allegata) "Prot. N° 6560" è scritta la seguente frase:
"Quanto, poi, al rivendicare la paternità della scoperta della tomba dipinta rinvenuta lo scorso Ottobre 2003 nella necropoli delle Pianacce (Podere Le Tombe), non corrisponde al vero che lo scavo abbia restituito "importanti reperti, tra i quali urne e sarcofagi"
Come si può chiaramente notare dalle parole (sopra, sottolineate), lo scrivente non aveva le idee tanto chiare riguardo la topografia della zona.
Infatti gli scavi si stanno svolgendo alle Pinacce, ed è questa località il fulcro della questione attuale, il (Podere Le Tombe), si trova in ben altra località, distante qualche chilometro, tale (Podere Le Tombe), e' si, una zona archeologica, ma non a niente a che vedere con gli attuali scavi e ritrovamenti in oggetto.
E per poi dirla tutta, Sarcofagi ed urne, in quel punto del pianoro, ne sono stati trovati parecchi, ed uno anche dentro la Tomba dipinta, quindi non corrisponde a verità nemmeno la seconda parte del discorso in questione.
Insomma una grande confusione, non si capisce bene cosa volesse dimostrare lo scrivente, con certe frasi intersecate e intricate, sembrerebbe quasi un tentativo di affrettata e confusa difesa, nei confronti delle nostre rivendicazioni.
Il paragrafo seguente fa sempre parte del documento "Prot. N° 6560":
"La tomba è venuta alla luce in un'area già nota in dettaglio; da sempre (ben prima delle presunte segnalazioni dei Sigg. sunnominati, visto che esistono relazioni di scavo pubblicate nel Bollettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica del 1836, del 1840 e nel Corpus Inscriptionum Etruscarum, nn. 1421-31) è nota l'esistenza di tombe nell'area, come rivela lo stesso toponimo "Podere Le Tombe" e da almeno 15 anni è stato in pratica individuato persino l'allineamento preciso degli ipogei: ed è proprio questa la ragione per la quale l'area è stata sottoposta a vincolo ai sensi della L. 1089/1939, con Decreto del 3.2.1984, e per la quale vi si conducono scavi sistematici (nel 1955-56, nel 1965 e negli anni '80 condotti da questa Soprintendenza; successivamente, dal 2000, condotti a spese dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione dal Ministero).
La necropoli, poi, ed in particolare l'area nella quale i Sigg. De leso, Pellegrini e Romagnoli postulano l'esistenza del sepolcro del Lucumone Pursina, a parte qualche sporadico oggetto è prevalentemente di IV sec. a. C; quindi è praticamente una mera utopia volervi ritrovare (e ricercare, ammesso che andare alla caccia di uno specifico sepolcro sia scientificamente ammissibile e corretto nell'ottica della tutela di un sito archeologico) il sepolcro di un Lucumone morto alla fine del VI sec. a. C! Senza considerare che le dimensioni e l'imponenza supposte per tale monumento sepolcrale sia dalle fonti antiche che dagli studi moderni, mai potrebbero trovar posto nella conformazione geologica e topografica del costone collinare in corso di scavo al momento.".
Come si potrà notare dalle parti sottolineate, in questo paragrafo viene fatta ancora una grossa confusione, confondendo i ritrovamenti e le date, riguardanti la località (Podere Le Tombe), con quelli invece della questione in corso, cioè (Località Pianacce) dove è in atto la campagna di scavo.
Infatti, le date sottolineate, si riferiscono (se non erro) a ritrovamenti effettuati in passato nella zona archeologica del (Podere Le Tombe), che come abbiamo detto, è del tutto fuori dalla nostra questione attuale.
La frase: "Dal 2000, condotti a spese dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione dal Ministero" invece si riferisce alla zona giusta (Le Pianacce), ma è intersecata in un discorso che parla di una diversa zona.
Nella località (Pianacce), (se non erro) esistono "documentati ufficialmente", circa 2 interventi di ricerca, uno dei quali effettuato dal dott. Guglielmo Maetzke nell'anno 1954-1956, e tale intervento si riferisce allo svuotamento e ripulitura della tomba (gia profanata), al margine destro del PIANORO in questione, denominata anche (Tomba di Famiglia di S. Giuseppino), a sinistra della quale, sono avvenuti appunto gli scavi (in questione) .
Per quanto riguarda poi "le nostre scoperte fortuite", l'argomento è già noto alle Autorità competenti, le quali hanno avuto modo tramite "decreto di archiviazione", di confermare il fatto che, durante il nostro operato non sono stati commessi reati, tanto meno "Ricerche sul terreno non autorizzate".
Per il semplice motivo che le nostre ricerche Storico / Scientifiche, sono avvenute nel pieno rispetto delle leggi, e le SCOPERTE si sono verificate tutte "durante la elaborazione dei dati cartografici e storici", e quindi in maniera casuale, e quasi "virtuale".
"IL LIBRO INDAGATO":
Tutto il materiale raccolto ci permise di suddividere la descrizione del territorio, in questione in 14 zone "di alto interesse Scientifico e Storico", elaborando tali dati, ed assemblando, mappe cartine e topografia, sono saltate fuori per (logica intuizione), parecchie scoperte.
Ci eravamo resi conto, che potevamo facilmente "ed è stata una cosa puramente casuale" individuare i punti (con una precisione quasi centimetrica), dove a rigor di logica si sarebbero dovute trovare, parecchie "sepolture", ancora da portare alla luce.
Unendo il mio iper intuito "ereditario" per l'individuazione di siti Archeologici, e di tutto quello che riguarda (tesori nascosti), alla grande quantità di informazioni acquisite attraverso le ricerche sopra citate, ho deciso poi di descrivere nel LIBRO in questione, non solo i punti visibili, già alla luce, ma anche quelli ipotetici ma quasi sicuramente precisi "ancora nascosti", indicando anche, l'ipotetica ubicazione della Sepoltura del Famoso Re Etrusco PORSENNA, individuazione avvenuta unendo le leggende paesane, ai testi Varroniani, e parecchie deduzioni fatte da noi stessi.
E' durante questa fase che ci rendemmo conto (del fatto), che non avremmo mai potuto far pubblicare un libro del genere, il motivo? Semplice chiunque avesse quel libro a portata di mano sarebbe potuto andare ad eseguire scavi abusivi, con una "mappa" precisa e facile da interpretare, e quindi la Tutela del Patrimonio doveva ad ogni costo essere garantita.
26-02-2004: Lettera da parte del Sindaco inviata al mio indirizzo:
Il sindaco Dionori di Sarteano mi manda una lettera, lamentandosi per gli "attacchi" che secondo Lui io facevo in alcune riviste e quotidiani, e forum internet, ad alcuni rappresentanti della locale Soprintendenza.
Minacciandomi, di procedere d'ufficio se avessi continuato a scrivere le mie (legittime) rivendicazioni.
Ma vogliamo scherzare...?
E la libertà di pensiero, e quella di opinione, e i diritti del cittadino??
Qui fino a prova contraria le scoperte da noi fatte sono "reali precise e sono già in parte già venute alla luce", quindi se qualcuno tenta di portarci via il titolo di (primi scopritori), mi pare ovvio che noi ci difendiamo, visto e considerato il fatto che abbiamo anche 8 kg di documentazione giudiziaria, la quale conferma e attesta tutto quello che noi stiamo rivendicando.
08-08-2004 : Invio dell'esposto alla Procura della Repubblica di Montepulciano:
Abbiamo consegnato alla Procura un esposto, dove "in parole brevi" si chiede alla Procura di poter essere dichiarati "Scopritori Ufficiali", tramite una sentenza del Giudice.
Il nostro intento e quello di tentare la via legislativa, visto che la Soprintendenza non ci vuol sentire, e non se ne parla nemmeno del fatto di poter essere dichiarati Scopritori da Loro.
06-06-2005 Ritiro del decreto di archiviazioni del nostro esposto.
Purtroppo, ma (era prevedibile) il caso è stato archiviato, con le seguenti motivazioni:
Il caso riguarda procedure prettamente civilistiche, e quindi un tribunale penale non poteva intervenire.
07-06-2005 Presi contatti con un grosso Studio di Avvocati Amministrativi Civilisti di Milano, dopo la consegna dei 600 documenti, che descrivono la vicenda, e dopo la loro visione da parte di esperti, lo Studio ci risponde che non ci sono problemi, l'unico inconveniente sarebbe la distanza per poter operare nella nostra zona, oltre all'elevato costo in denaro dell'operazione.
Nel frattempo cerchiamo di mantenerci (a galla), attraverso alcuni articoli e dichiarazioni, sui giornali locali e non. L'intento è quello di tentare di venire considerati scopritori, perlomeno Scientificamente, anche per quanto riguarda l'opinione pubblica, soprattutto, perchè non stiamo facendo una bella figura, visto che parecchie persona non sanno come sono andati realmente i fatti.
Una volta ottenuto il riconoscimento Pubblico/Scientifico, saremmo già a metà dell'opera.
19-08-2005 Inviato sollecito al Ministero "Direzione generale", Soprintendenza Firenze, Procura della Repubblica e Soprintendenza locale di Chiusi, al Dott. Mario Iozzo
Nelle raccomandate si sollecita il riconoscimento per le nostre scoperte del 1995, richiamando il primo esposto ufficiale che facemmo in quella data, sottolineando come fino ad oggi, non ci sia stato nessun cenno di attribuzione di meriti.
27-08-2005 Ricevuta risposta al sollecito inviato il 19-08-2005 "il quale sollecitava il riconoscimento per la scoperta delle Tombe Etrusche in località Pianacce a Sarteano (Si)", scrive la Soprintendente per la Toscana Dr.ssa G. C. Cianferoni.
La lettera replica in pratica le risposte che abbiamo ottenuto fino ad oggi, ma i punti in questione si sono ridotti a solo tre.
Secondo la Soprintendente, noi avremmo fatto delle "ricerche non autorizzate" e senza avvertirne il proprietario del terreno, in oltre dice che "le zone erano gia note", e che le nostre furono supposizioni, e non segnalazioni.
La nostra vicenda si fa ancora più lunga:
Nonostante le tante controversie, e lettere che ci siamo scambiati con i vari organi competenti della controparte, ancora si vuol insistere sui soliti punti, usati quali motivazioni per negarci ancora, i nostri legittimi titoli, riconoscimenti, e meriti di Scopritori.
Tutto questo, nonostante che, (in varie occasioni), abbiamo dimostrato, di essere in possesso di una copiosa documentazione, con la quale, (in qualsiasi sede), noi saremmo in grado di smentire le affermazioni, con le quali, la Soprintendenza in questi anni, ha sempre preso posizione dominante nei nostri confronti.
Cercheremo adesso di spiegare, in modo semplice e chiaro, quali sono i punti della nota, a noi inviata, i quali non avendo riscontro nella realtà dei fatti, debbano in ogni caso essere considerati smentiti, o comunque da non potersi utilizzare nell'intento, di negare qualcosa "per i quali".
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Il primo punto: (dalla lettera della Soprintendente): "secondo la normativa vigente, il premio di rinvenimento spetta in caso di "scoperta fortuita" di un bene archeologico mobile o immobile (e non di apposite ricerche, le quali devono essere sempre e comunque autorizzate preventivamente dal Ministero ed essere integrate anche dall'autorizzazione scritta dei proprietari dei terreni ad effettuare ricognizioni sulle loro proprietà)
Il decreto di archiviazione della Procura della Repubblica del 20-09-1995, nella sua sentenza, parla chiaro, le indagini preliminari hanno stabilito che in tutta la nostra vicenda non avevamo commesso nessuno dei seguenti tipi di reato: "ne diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità popolare, tentativi di truffa e violazione, ne delle norme per la tutela delle cose d'interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939 n. 1089".
Appare dunque chiaro che tale sentenza, smentisca l'accusa di aver effettuato "ricerche archeologiche non autorizzate", tutte le nostre ricerche sono state infatti del tipo (Storiche Scientifiche), e sono servite solo ed esclusivamente "come conferma anche la Procura nelle sue relazioni", alla scrittura dei testi del nostro libro, il quale raccontava dei segreti nascosti nelle terre del Re Porsenna, avvalendosi soprattutto, dei racconti, storie e leggende di vecchi abitanti delle campagne Sarteanesi, di lettura e traduzione di alcuni testi del Varrone.
Le vere (scoperte fortuite) sono avvenute, infatti, durante l'elaborazione delle mappe da me disegnate su base topografica, e l'individuazione (puramente casuale) delle precise locazioni delle sepolture in questione, è avvenuta (a tavolino), dove erano stesi tutti i fogli che avrebbero composto il libro.
L'unica ricognizione avvenuta sul terreno è stata quella di una passeggiata innocua, e non certo con l'intento di scrutare e sondare il terreno al fine di individuare "tombe etrusche", (come invece sembra voler affermare la nota della Soprintendente).
Non credo neppure, sia stata intenzione (della Soprintendente), quella di mettere in dubbio il lavoro svolto dalla Procura, la quale come già più volte ricordato, aveva già smentito nel 1995 tali presunti reati nei nostri confronti, evidentemente non era a conoscenza della sentenza di cui abbiamo appena parlato.
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Non va dimenticato in oltr l'Art.33 della Costituzione Italiana: " L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento" la ricerca scientifica e storica fanno parte della SCIENZA, e quindi non costituiscono REATO.
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Va ricordato inoltre, che dopo la nostra denuncia di scoperte fortuite, chiedemmo ufficialmente al Ministero una concessione di SCAVO, attraverso la quale volevamo dimostrare, che le nostre non erano SUPPOSIZIONI, ma certezze.
Non ci fu concessa: rispondendo che non eravamo una università, e nemmeno un ente qualificato ad effettuare ceri tipi di lavori, mentre invece in una lettera ufficiale (il Dott. Iozzo) ci scrisse: "Per quanto riguarda la concessione, basta inoltrare una richiesta a questa sede, e verrà valutata".
Tali certezze, si sono comunque concretizzate! Infatti gli scavi eseguiti dal Gruppo Archeologico locale, riportarono alla luce, negli esatti punti da noi indicati le Tombe (beni immobili), con al loro interno alcuni reperti, (beni mobili), quindi, quando le precise indicazioni, vengono confermate, dalla reale esistenza dei beni, la SUPPOSIZIONE (da noi mai fatta in quanto "noi supponiamo" non lo abbiamo mai detto), decade comunque inevitabilmente.
Sempre a prova del fatto che le nostre furono tutte "affermazioni" e non supposizioni, riporto una frase contenuta, nel verbale di sopralluogo del 27.9.1995 (Allegato 3) : "All'uscita del corridoio gli esponenti indicano con l'indice più volte fotografato l'esistenza del perimetro della tomba mausoleo".
Lo scopritore è letteralmente "chiunque scopre un tesoro nascosto (codice civile), il fatto che il tesoro sia o no, al momento visibile, non deve influire sull'importanza ed il merito della scoperta.
E' la fiducia, da parte delle istituzioni (alle quale lo scopritore segnala la scoperta), che deve essere buona, altrimenti può essere scambiato (l'evento steso), per una "supposizione", solo però fino al momento dello scavo, quando diventa "realtà", e quindi certezza.
Ed è altrettanto vero, il fatto che lo scopritore non può (onde mostrare, a chi percepisce la segnalazione), scoprire, ne in ogni modo portare alla luce il bene individuato, in quanto commetterebbe un reato.
Spetta quindi a chi ha ottenuto regolare concessione, il compito di togliere la "terra" e vedere quindi la sostanza, la forma e l'entità del bene scoperto e segnalato dallo scopritore.
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Secondo punto: "la scoperta deve riferirsi ad un bene mobile o immobile ben definito e non all'identificazione o alle ipotesi di identificazione".
Ed, infatti, la nostra scoperta si riferiva esattamente a beni "mobili ed immobili ben definiti", quali (Tombe etrusche con all'interno eventuali reperti Archeologici), c'era solo un piccolo particolare, "per vederle bisognava togliere la terra che le ricopriva", e questo di certo non era compito nostro, in quanto la legge ce lo vietava.
In quanto all'aggettivo "ben definiti", noi avremmo voluto fornire, (durante i sopralluoghi indetti dalla Procura), anche le misure, quali grandezze lunghezze e profondità, ma non fu fatto, per mancanza di tempo, ed anche per non fornire dettagli troppo precisi, e quindi difficilmente interpretabili, se non si fosse capito bene come li avessimo ottenuti a suo tempo.
Un altro importante particolare da aggiungere:
le nostre non erano "supposizioni", ma esatte segnalazioni, i punti da noi indicati con precisione, ed il dito indice puntato verso il basso, furono più volte fotografati durante i sopralluoghi, con la Procura, dei tanti testimoni presenti, ed alla presenza dell'Ispettore Onorario della locale Soprintendenza, e nei rapporti, si leggono sempre righe simili a questa: "gli esponenti indicano il punto dove si trova una Tomba Etrusca ancora inviolata o non visibile", non mi pare si stia parlando di "supposizioni".
Noi abbiamo usato convinzione e fermezza indicando tali punti, non usando mai la parola (forse), eravamo, sicuri e convinti di certe affermazioni, gli scavi eseguiti dal Gruppo Archeologico locale, in tali località, confermarono pochi anni fa, che non erano supposizioni, ma certezze.
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Terzo punto: "le aree in questione erano già note".
Non vedo il valore pregiudicante di tale affermazione, tutti sanno che Sarteano è un paese circondato da "aree archeologiche già note", lo dimostra il fatto che i Conti ed i Marchesi, a loro tempo facevano scavare le Tombe agli operai, certo ancor prima della legge del 39, in tutto il circondario comunale.
Dunque: se la maggior parte delle aree che circondano il mio Paese, sono già note, "cosa che tutti sanno", questo sta a significare che le (scoperte fortuite) non valgono, o comunque non sono valide? e questo quindi :"da nessuna parte"?
A noi non risulta, che nelle normative e decreti legislativi in vigore, si escludano i riconoscimenti, quando uno scopritore individua qualcosa, aree già note, o per lo meno non se ne parla.
E' ovvio in oltre, che la maggior parte delle scoperte debbano per logica, avvenire in aree archeologiche, per il semplice motivo, che al di fuori delle stesse, e molto difficile trovare sepolture importanti, salvo in qualche sporadico caso isolato.
In fine non vorrei insistere troppo su questo argomento, per il semplice motivo che, se ben ricordo: nelle "ZONE ARCHEOLOGICHE", non si può costruire e ne edificare, mentre invece a pochi metri da quella "quella in questione", è stata costruita addirittura una zona industriale, ed ancora più vicino, a pochi metri dagli scavi attuali, due ville private, una delle quali, sopra Tombe etrusche, nelle quali uno di noi tre, di persona da ragazzino andava a giocare prima della costruzione di tale villa.
Quanto detto sopra, si può verificare facilmente con un semplice sopralluogo, (sempre che il padrone dell'edificio in questione), non le abbia volutamente ricoperte, comunque sia, sappiamo mi il punto preciso della loro locazione.
03-11-2005: Inviato esposto che smentiva la lettera della Soprintendenza alle stesse sedi, e fatto un comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche locali.
In tale lettera ufficiale, spiegavamo e smentivamo la Soprintendenza del fatto che, non abbiamo mai fatto ricerche archeologiche non autorizzate, mandandole come prova il decreto di archiviazione il quale confermava ciò che diciamo in questa lettera, già nel 1995.
28-11-2005: Risposta alla smentita di qui sopra:
Il Soprintendente per la Toscana, risponde con una lettera sintetica contenete queste parole: "non ho nulla da aggiungere a quello che ho gia detto nella precedente lettera".
01-12-2005: Esposta una denuncia al Mediatore Europeo per i diritti del cittadino, la denuncia riguarda la suddetta lettera della Soprintendenza, la quale afferma e ci incolpa di aver effettuato ricerche non autorizzate.
22-12-2005: Fatto un esposto alla Procura di Montepulciano, indirizzato al Procuratore dove si descrive il comportamento della Soprintendente, la quale ci accusa di un reato non commesso. In tale esposto si chiede alla Procura della Repubblica di Montepulciano di poter intervenire in quanto la nostra reputazione veniva offesa in modo grave e diffamante.
25-12-2005: Risposta da parte del Mediatore Europeo del Tribunale per l'Europa.
Il Mediatore mi ha risposto con raccomandata dicendomi che ha assegnato al mio caso un numero di fascicolo, e se la denuncia andrà avanti e quindi la commissione decidesse di risolvere in caso, sarò avvertito al più presto.
24-01-2006: Il Mediatore Europeo, mi scrive dal "Tribunale Europeo", dicendo che, del mio caso se ne dovrebbe occupare il "Difensore civico per la Toscana", mi manda in oltre l'indirizzo di riferimento, il telefono e mi consiglia di mandare Lui tutti i documenti inerenti al mio caso.
27-01-2006: Arrivata dalla Procura della Repubblica di Montepulciano la notifica di archiviazione del caso "denuncia Soprintendente". Il caso è stato archiviato senza intervenire.
27-01-2006: Inviati documenti al Difensore Civico Per la Toscana, facendogli presente che anche il Mediatore Europeo, era convinto del fatto che la questione era di competenza dell'ufficio in questione.
28-02-2006: Lettera arrivata da parte del Difensore Civico Per La Toscana, dicendo: "purtroppo devo informarla che la vicenda non rientra nelle competenze dello scrivente Ufficio, poiché le questioni di natura penale, possono essere accertate soltanto dalla competente autorità giudiziaria".
20-09-2007: Durante la continuazione degli scavi in località Pianacce, il gruppo archeologico porta alla luce, una fattispecie di fondamenta a muri etruschi. Circola voce si dica, che si tratti di resti di un Tempio Etrusco.
di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
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di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
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