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30 Aprile 2003 MISTERO
Massimo Guzzinati-Bernardi
Il sapere iniziatico degli Inka
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Nel sedicesimo secolo l'impero incaico cadde sotto le armi degli spagnoli. Però, come è accaduto a tanti popoli visitati dai cristiani del periodo coloniale, l'invasione diede inizio a un progressivo processo di sincresi tra la religione locale e il cristianesimo, cosicché ora si può parlare di una tradizione andina moderna. Questo nuovo sviluppo religioso ha permesso che il misticismo proprio degli Inka (cioè la loro capacità tecnica di entrare in contatto con le varie forme di energia e le loro conoscenze inerenti le dinamiche energetiche) venisse integrato con l'aspetto mistico del cattolicesimo.
Da questa piega degli eventi prese vita una profezia, che parla di tredici santuari e del periodo storico in cui stiamo vivendo. Però prima di esaminarla bisogna spiegare un'altra importante acquisizione sviluppata dagli Inka: i livelli di esistenza.


I 7 LIVELLI DI CONSAPEVOLEZZA
I sette livelli sono una suddivisione che gli Inka hanno elaborato in merito a tutto ciò che riguarda l'Universo (conosciuto e non), una linea di pensiero che trova corrispettivi più incompleti in moltissime altre tradizioni, prima tra tutte quella biblica (basti pensare a quante volte questo numero compare nella sola Apocalisse).
L'ambito che più ci interessa dei sette livelli è quello legato alla consapevolezza umana, fondamentale perché permette di comprendere, con una chiarezza disarmante, aspetti della personalità, della condotta e della vita che normalmente non risalterebbero.
Il I livello corrisponde al ruolo dell'eroe, cioè a colui che ha sviluppato un Io abbastanza chiaro, forte e stabile da essere cosciente della propria identità e coerente con se stesso, indipendentemente dalle influenze esterne. Quindi chi è capace di partecipare alle attività collettive pur rimanendo fedele a se stesso, detiene il I livello di consapevolezza; chi invece devia dal proprio sentiero perché continuamente influenzato dagli altri, ha ancora della strada da fare prima di realizzare questo grado di consapevolezza.
Il II livello è quello di colui che riesce a partecipare armoniosamente e in base alle proprie qualità e difetti, alla vita di una piccola comunità che lavora in vista di uno scopo comune, come ad esempio la famiglia, un gruppo di volontariato o gli amici coi quali si svolge un'attività sportiva o di altro genere. Qui la coerenza deve essere raggiunta a livello interpersonale, altrimenti non può sussistere una reale collaborazione e, di conseguenza, il gruppo non può integrarsi con la società in cui vive. Il ruolo di chi detiene questo livello è quello dell'artista: in un piccolo gruppo ciò che conta di più, anche più dei risultati, è la qualità delle relazioni interpersonali, che devono garantire un'armonia prima di tutto emotiva tra i suoi membri; e colui che plasma e dà un senso alle emozioni è proprio l'artista.
Il III livello è un II livello espanso, riguarda cioè la capacità di riuscire a lavorare armoniosamente in un gruppo formato da così tante persone che la maggior parte possono non essersi mai incontrate fisicamente, come ad esempio lo Stato o la Chiesa. è in questo tipo di situazioni che emergono le più imponenti e antievolutive lotte per il potere, le quali costituiscono la barriera più limitante verso una vita piena e soddisfacente, libera cioè da invidie, vendette, sensi di colpa e ricatti morali. Siccome a questo livello l'individuo cerca di dare un senso alla realtà soprattutto soddisfacendo il suo lato razionale (non più quello emotivo), ad esso corrisponde il ruolo del filosofo, che si applica assiduamente per comprendere e far comprendere agli altri la realtà naturale e umana, per promuovere un miglioramento personale e collettivo. La maggior parte della razza umana non è ancora riuscita a trascendere le problematiche del III livello.
Il IV livello porta a un'ulteriore espansione del concetto di NOI, richiamando ciascuno a superare i pregiudizi e le resistenze verso le altre etnie e culture, anche quelle molto diverse dalla propria. Essere centrati nel IV livello significa identificarsi con l'intera razza umana e trascendere le barriere create dai confini di stato e dalle religioni, per potersi finalmente sentire nella casa di Dio in un tempio scintoista come in un cromlech celtico, anche se per nascita si appartiene a un'altra religione ancora. Qui lo sforzo individuale và oltre alle lotte di potere, perché l'Io si rende conto che l'Universo è pieno di energia e che non serve prenderla agli altri per poter sopravvivere o per vivere alla grande. Anzi, sperimentando il IV livello si capisce presto che dando la propria energia a qualcun altro, si finisce per concentrarne per sé una maggiore quantità rispetto a prima. Per energia, gli andini intendono sia quella rapida (mentale, emotiva e spirituale) che quella lenta (beni materiali e denaro). Il ruolo sociale legato al IV livello è quello dello scienziato, in quanto le sue valutazioni della realtà sono volte al miglioramento di tutti indistintamente, e perché esse si basano su concetti verificati (e falsificati) oggettivamente (anche se l'oggettività pecca comunque di una certa soggettività). Questo è l'ultimo livello della scala che la razza umana è riuscita sviluppare, sebbene solo in parte.
Il V livello è qualcosa che per ora esiste solo potenzialmente e la tradizione incaica ci dice che chi lo possiede è in grado di guarire chiunque da qualunque patologia e in qualunque momento, col solo tocco di una mano.
Il VI livello appartiene invece a chi è capace di brillare letteralmente di luce propria e le sue qualità sono, come sostiene la tradizione, enormi e legate al comando di regni o imperi (che oggi possiamo intende come stati e federazioni di stati).
Il VII e ultimo livello comporta il divenire l'incarnazione di Dio in Terra, cioè diventare capaci d'incorporare la totalità della Sua essenza. Questo livello non è stato realizzato nemmeno dal più grande illuminato dell'impero Inka, Pachakuteq, e neppure da personaggi come Buddha, Maometto, Zarathustra o Lao Tze. L'unico che sembra vi abbia avuto accesso è Gesù Cristo.

IL LIVELLO DEI SOVRANI E DEI NOBILI INCAICI
Al tempo degli Inka, gli ultimi sovrani erano riusciti a raggiungere il VI livello di consapevolezza grazie al nono imperatore, Pachakuteq, il quale non solo ricevette tale illuminazione dal Cielo durante una meditazione in riva a un lago, ma la rese disponibile, tramite un rituale d'iniziazione da lui concepito, anche per gli imperatori che lo succedettero.
Il V livello invece era posseduto dal membro più valoroso (in tutti i sensi) di ogni lignaggio reale, che, differentemente a come accade nella monarchia europea monolignatica, nella realtà incaica si contavano in numero di dodici. Il rituale che Pachakuteq aveva creato per iniziare un re incaico e la sua regina al VI livello, prevedeva la partecipazione di tutti i dodici rappresentanti di V livello di ciascun lignaggio, i quali, per poterlo portare a termine, dovevano entrare nei dodici tempietti del complesso templare di Wiraqocha (Wiraqocha è il nome con cui gli Inka chiamano il Dio supremo e metafisico). Fu per tale elitaria detenzione del potere che con la soppressione da parte degli spagnoli della nobiltà andina, si persero definitivamente le conoscenze legate al V e al VI livello. Se gli Inka avessero usato un qualunque sistema di scrittura, e non il semplice "pallottoliere di cordicelle" noto come quipu, forse ora la perdita sapienziale di questi ultimi livelli non sarebbe totale.
Comunque sia, la tradizione fino al IV livello è sopravvissuta nonostante il colonialismo ed è giunta fino a noi con una profezia legata a 13 santuari, situati tra le Ande e il Titikaka: uno incaico e dodici cristiani (l'energia di questi ultimi comprende anche quella di sacrari locali, un tempo eretti al loro posto o nelle immediate vicinanze). Questi luoghi particolari formano una sorta di ragnatela energetica, che può essere utilizzata per la crescita spirituale di chi voglia entrarvi propositivamente in contatto.

LA PROFEZIA ANDINA
La profezia che si è sviluppata nell'area andina negli ultimi cinquecento anni interessa il periodo che va dal 1990 al 2012, armonizzando così al suo interno un gran numero di profezie "culturali", cioè tutte quelle che prevedono eventi accaduti o che devono accadere in questo lasso temporale, tra le quali troviamo la profezia Hopi e quella Maya.
Gli Inka suddividevano le ere in cicli di 500 anni (detti pachakuti) e, sinteticamente, la profezia descrive quello che dovrebbe accadere a cavallo tra la nona e la decima pachakuti. Quest'ultima ha avuto inizio nel 1993 e le sue caratteristiche energetiche finiranno di assestarsi nel 2012. Perciò fino a tale data i cambiamenti e gli sconvolgimenti planetari saranno sempre più evidenti.
La profezia specifica inoltre che nel periodo compreso tra il 2000 e il 2012, durante le feste religiose che si celebrano annualmente in ciascuna delle 12 cattedrali cristiane (quelle della profezia appunto), grazie alla grande energia concentrata dai partecipanti si manifesteranno 12 individui di V livello, detti Inka Mallku (i maschi) e Ñust'a (le femmine).

 Monolito di Wiraqocha
Dopo il 2012 (non si sa di preciso quando) questi illuminati si recheranno nel tredicesimo santuario, il Tempio di Wiraqocha vicino Cuzco, dove prenderanno posto in uno dei dodici tempietti contenuti entro il suo perimetro - gli stessi utilizzati a suo tempo dai dodici nobili incaici di V livello - per svolgere il rituale di successione che farà (e che ha fatto) emergere due di loro come individui di VI livello, detti Sapa Inka (il maschio) e Qoya (la femmina).
Oggi i dodici lignaggi Inka sono scomparsi, però esistono le dodici chiese della profezia, quindi sussiste anche un nesso, sia logico che energetico, tra l'antica tradizione incaica e la moderna tradizione andina. Fino a qualche anno fa c'erano però due problemi insiti in tale contesto: non si era riusciti a identificare con esattezza quali fossero le dodici chiese della profezia e quindi, secondo problema, nessuno poteva andarci e capire la corrispondenza tra le cattedrali e ciascuno dei dodici tempietti interni al Tempio di Wiraqocha.
 Wiraqocha

LE ULTIME SCOPERTE
Fortunatamente però, nel 1999, l'antropologo e maestro andino di IV livello Don Juan Nuñez Del Prado era riuscito a rintracciare tutti i santuari (di cui aveva ereditato una lista molto imprecisa dal suo anziano maestro, il più grande rappresentante indigeno del IV livello andino vissuto nella seconda metà del XX secolo, Don Benito Qoriwaman). Poco dopo aver completato la lista "precisa", io e Don Juan c'incontrammo a Lima, grazie a una serie di eventi sincronici assolutamente inaspettati, e così finimmo per unire i rispettivi sforzi: lui mi spiegò quali fossero i santuari e io gli presentai la mia idea, secondo cui ogni santuario cristiano e ogni tempietto di Wiraqocha corrispondono energeticamente a un segno zodiacale, e che pertanto sarebbe forse stato possibile trovare la corrispondenza tra ciascuna chiesa e ciascun tempietto, grazie proprio all'interfaccia costituita dalle dodici energie zodiacali. A quel punto lui partì per Cuzco e io invece intrapresi il viaggio di ricerca che, grazie soprattutto al supporto della tradizione andina, cambiò completamente il mio modo di osservare le antiche vestigia templari.
Quella che all'inizio era solo un'idea probabile divenne presto una certezza, testimoniata da indizi e controprove sociologiche, psicologiche ed energetiche raccolte sul campo, emerse anche dai comportamenti delle persone che vivono in prossimità di ciascun santuario. Infatti abitando vicino a un luogo che emana una forte e particolare energia, si viene da essa influenzati nella psiche e nel comportamento, quindi osservare quelle genti è stato per me una conferma di ciò che andavo misurando energeticamente e osservando internamente, e cioè il particolare tipo di energia zodiacale espresso da ciascun santuario.
Infine, grazie al gioco delle concordanze coi segni zodiacali, sono riuscito a comprendere la "Sequenza di Wiraqocha", cioè la corrispondenza tra i tempietti di Wiraqocha e le dodici chiese. Così ora, non solo si sa quali sono i santuari della profezia e quali le loro tipologie energetiche, ma anche quale posto dovranno prendere i futuri individui di V livello, all'interno del Tempio di Wiraqocha, per poter svolgere il rituale di successione. Conoscere le qualità vibrazionali di ciascun santuario è importante perché consente a chiunque di giovarsi della loro energia in modo cosciente, nell'ambito di un percorso di crescita personale. Anche senza conoscere alcuna tecnica di misticismo, è infatti possibile immergersi nell'energia delle cattedrali soltanto entrandoci e "ascoltandole", al fine di affrontare le problematiche interiori ad esse collegate e, nel contempo, per avvalersi del supporto energetico da esse fornito, atto a superare tali limiti.

LE DODICI CATTEDRALI DELLA PROFEZIA
Il fulcro energetico principale di ogni chiesa è l'immagine sacra conservata al suo interno, che in questo caso corrispondono a sei rappresentazioni della Vergine Maria e a sei di Gesù Cristo, nelle quali si concentra sia l'energia della tradizione incaica che l'energia cristiana di Maria o di Gesù, i cui spiriti, secondo gli andini, esistono e "lavorano" nella dimensione del Mondo Superiore. Quindi le loro immagini fisiche non sono altro che dei portali che danno accesso alle rispettive energia provenienti dal Cielo.
Ogni santuario ha il nome dall'immagine che custodisce, la quale a sua volta può prendere il nome dal luogo in cui sorge l'edificio. Siccome gli elementi energeticamente fondamentali sono più le immagini che le chiese in sé, nella lista che segue, ordinata in base alla corrispondenza energetica coi segni dello Zodiaco, vengono riportati solo i nomi delle sacre rappresentazioni.

 Cattedrale del Signore dei Terremoti (Cuzco)


1. Signore di Q'oylorit'y (sopra a Mahuayani): corrisponde al segno dell'Ariete e la sua altitudine di 4.800 m s.l.m. (superiore a quella degli altri santuari della profezia), nonché l'impossibilità di arrivarci con un mezzo a motore, costringono chi lo vuole raggiungere a tirar fuori tutta la tenacia e la spinta interiore tipiche di questo segno di fuoco, che sono anche le caratteristiche di quest'icona cristica. Inoltre essa stimola l'iniziativa personale, a patto che sia volta verso qualcosa di realizzabile e non di campato in aria.
2. Signore dei Terremoti (Cuzco): corrisponde al segno del Toro e la sua energia porta a esprimere con fermezza la propria individualità. Il suo supporto vibrazionale è fondamentale per sviluppare il IV e il I livello; quest'ultimo è, tra i primi tre, quello indirettamente più importante affinché si manifesti il IV livello.
3. Signore di Pampakucho (Sicuani): corrisponde al segno dei Gemelli e infatti la sua energia aiuta a migliorare la propria abilità nel gestire i rapporti superficiali (di affari, di lavoro, di vicinato, ecc.), in modo da trarne il massimo beneficio per sé e per gli altri. Aiuta inoltre a mantenersi centrati su di sé anche in mezzo alla folla e quindi contribuisce allo sviluppo del I livello.

 Cattedrale della Vergine di Cocharcas (nell'omonimo villaggio)


4. Vergine di Chapi (vicino ad Arequipa): corrisponde al segno del Cancro e infatti i suoi poteri non solo aiutano le donne a rimanere incinte, ma anche a guarire varie patologie, tra cui appunto il cancro. A livello psicologico la sua energia aiuta a sviluppare un atteggiamento centroverso nei confronti della vita e a purificarsi soprattutto per ciò che concerne i blocchi psico-emotivi.
5. Vergine del Carmen (Paucartambo): corrisponde al segno del Leone e infatti la sua energia obbliga ad affrontare il proprio ego, al fine di trascenderlo ed aprire cuore e mente all'amore. Riuscire ad accettare e integrare l'energia di questo santuario è una prova estremamente difficile, ma diventa molto gratificante quando si lascia andare la propria importanza personale per accogliere l'amore, tutt'altro che languido, trasmesso dalla Vergine.

 Croce di Chalpon


6. Vergine di Cocharcas (Cocharcas): corrisponde al segno della Vergine e la sua energia aiuta a distinguere il bene dal male, sia fuori che dentro di sé. Col tempo, questo processo discriminatorio porta a comprendere le qualità e i punti deboli, propri e altrui.
7. Vergine dell'Assunzione (Chucuito): corrisponde al segno della Bilancia e la sua energia insegna a compartire con gli altri le cose, materiali e non, in modo equanime e onesto.
8. Vergine di Copacabana (Copacabana): corrisponde al segno dello Scorpione e la sua energia spinge ad affrontare il pungiglione del proprio dolore emotivo, in modo da trascenderlo e vivere così una vita più piena e soddisfacente. Anche in questo caso la prova è particolarmente difficile, infatti quante persone possono affermare in totale onestà di voler davvero liberarsi delle catene della propria sofferenza.
9. Croce di Chalpon (Motupe): corrisponde al segno del Sagittario e la sua energia permette di sviluppare l'intuito e la visione superiore.
10. Signore Prigioniero di Ayabaca (Ayabaca): corrisponde al segno del Capricorno e la sua energia aiuta a superare i limiti tipici di questo segno, quali la testardaggine, l'ambizione e il desiderio di dominio, nonché la paura del cambiamento e dell'abbandono del vecchio ego.
11. Signore dei Miracoli (Lima): corrisponde al segno dell'Acquario e la sua energia ha una funzione simile, ma più espansa, di quella del Signore di Pampakucho (Gemelli), infatti essa permette di sviluppare non più le relazioni superficiali tra le persone, ma quelle profonde, nonché di accedere a un'individualità di alta qualità.
12. Vergine della Nube (Azogues): corrisponde al segno dei Pesci e la sua energia permette di rilasciare i blocchi psico-emotivi profondi, al fine di rendere capaci di scambiare emozioni pure e vivere in un'estasi quasi perenne.

Ora la strada per il pellegrinaggio legato alla profezia andina è stata aperta e i santuari sono là, silenziosi, in attesa di accogliere nuovi e attenti visitatori.

di Massimo Guzzinati-Bernardi
massimogb@tiscali.it