Prima di proseguire è necessario spendere qualche pagina
per parlare della Lancia di Longino, alla cui forma si ispirarono
Himmler e i suoi consiglieri per il progetto finale del complesso.
Si dice che la Lancia, chiamata anche Heilige Lanze (Sacra Lancia),
Lancia del Destino, Lancia di Longino, Lancia di S. Maurizio e una
miriade di altri nomi, fosse l'arma con la quale il centurione romano
Gaio Cassio Longino trafisse il costato del Cristo sul palo di tortura.
Esistono decine di variazioni sul tema e non avrebbe senso esaminarle
tutte anche perché molte di esse sono deviazioni altomedievali
che vengono pesantemente influenzate dalla necessità di nobilitare
la propria città con una santa reliquia. Ricordando come
in molte chiese d'Europa fossero conservate svariate teste o membra
dello stesso santo, possiamo farci un'idea dell'attendibilità
di tali leggende.
Tuttavia, qualcosa di vero deve esserci perché al museo Hofburg
di Vienna è conservata una lancia che è passata di
mano in mano almeno dall'VIII sec. fino ad oggi, da Carlo Magno
fino ad Hitler, che la considerava un oggetto di potere. Si tratta
di una lancia senza asta, formata da una lama con una zona vuota
al centro a cui è stato saldamente legato un chiodo. Due
piccoli foderi, di argento sotto e oro sopra, inguainano una porzione
di essa. Lungo il chiodo ci sono due piccolissime croci di ottone
e dietro ad esse, sempre sul gambo del chiodo, vi sono due piccole
saldature, come se qualcosa di importante fosse stato ribattuto
a forza, come un intarsio, all'interno del chiodo.
La storia di quest'arma merita davvero una piccola indagine, anche
perché, come vedremo, in anni recenti è stato individuato
all'interno di essa un vero e proprio mistero. E si tratta di un
mistero terribilmente intrigante.
Quattro passi nella leggenda
Tra le tante variazioni sul tema, possiamo identificare un filone
principale nella storia della Sacra Lancia che cercheremo di riassumere
e che sconfina varie volte nella leggenda. La storia della Heilige
Lanze comincia con il supplizio di Gesù. Giovanni, che possiamo
senz'altro considerare una fonte storica attendibile, racconta:
<<Ma venuti da Gesù, poiché videro che era già morto, non
gli ruppero le gambe. 34 E uno dei soldati gli forò il fianco con
la lancia, e immediatamente ne uscì sangue e acqua. 35 E colui che
[lo] ha visto ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è
vera, e quest'uomo sa di dire cose vere, affinché anche voi crediate>>
- Giovanni 20: 33-35
Matteo 27:49,50 è il racconto parallelo e conferma l'accaduto. Interessante
il desiderio di Giovanni di essere creduto, si trattava in questo
caso di una necessità di fede ma egli parlava a persone che avevano
visto Gesù o che ne avevano sentito parlare da chi lo aveva ascoltato,
per cui non era particolarmente difficile che gli si prestasse fiducia.
Quindi un soldato gli trafisse effettivamente il costato da cui
uscì sangue ed acqua.
Entriamo ora nella leggenda: la tradizione afferma che il soldato
si chiamava Gaio Cassio Longino, un nome comune in ambiente latino,
il quale comandava una centuria. Si dice che egli fosse quasi cieco
e che il sangue di Gesù, colato dalla Lancia sui suoi occhi, gli
avesse ridonato immediatamente la vista. C'è da chiedersi come facesse
un centurione ad esercitare la sua funzione di comando vedendo poco
o nulla; si tratta certamente di una storia con diversi punti deboli.
Ad ogni modo in fondo a molte leggende, specialmente quelle che
si estendono così a lungo nel tempo, esiste un nocciolo di verità
e quindi andiamo avanti. Alcune fonti riportano che Longino studiò
con gli apostoli e divenne monaco in Cappadocia.
è necessario notare che nel primo secolo non esisteva il monachesimo,
perché era un insegnamento estraneo ai precetti di Gesù che invece
aveva mandato i suoi nel mondo per predicare la buona notizia e
la stragrande maggioranza dei suoi apostoli erano sposati con prole;
inoltre Gesù stesso era tutto fuorché un monaco, poiché prendeva
l'iniziativa nell'avvicinare le persone e non aveva una sede fissa
essendo in viaggio continuo. Non ci addentriamo su altri particolari
riguardanti Longino perché sono pieni di inesattezze del genere
e quindi scarsamente affidabili.
Ci interessa però notare che la Lancia secondo la leggenda, fu conservata
come reliquia e passò di mano in mano tra i primi cristiani sino
a giungere a Maurizio, comandante della legione tebana di stanza
in Egitto. Non sarebbe strano trovare la lancia a tale distanza
da Gerusalemme perché i primi cristiani avevano una vita piuttosto
frenetica, soprattutto i missionari, come Paolo che erano costantemente
in viaggio in tutto il bacino del Mediterraneo per rafforzare ed
incoraggiare le congregazioni.
Maurizio comandava una legione formata esclusivamente di cristiani,
cosa difficile da credere nella sua interezza poiché dalle testimonianze
patristiche sappiamo che nessun cristiano, almeno tra I e II sec.
rimaneva nelle fila dell'esercito dopo aver accettato l'insegnamento
di Gesù; ciò perché il servizio militare era contrario all'amore
per il prossimo e ad una buona parte di insegnamenti del maestro
di Nazareth. 1 Ad ogni modo nel III sec. ci si era allontanati parecchio
dall'insegnamento iniziale del cristianesimo e qualcuno già serviva
nell'esercito romano. Per comando di Massimiano, la legione tebana
fu spostata in Gallia, più o meno nella Svizzera di oggi, per piegare
la resistenza dei galli pagani. Lì giunto, Maurizio trovò un simbolo
cristiano appeso al collo di un gallo ucciso e questo gli causò
un grosso problema: avevano sterminato dei fratelli, barbari che
avevano accettato da poco il cristianesimo. A questa vista, Maurizio
cominciò a pensare di non essere dalla parte giusta della barricata,
ma il problema si fece ancora più grosso quando arrivò Massimiano
e richiese un sacrificio generale agli dei e a lui stesso come divus
incarnato.
La legione intera si oppose a questo atto idolatrico e il generale
romano comandò che uno alla volta fossero uccisi tutti quelli che
non avrebbero compiuto il sacrificio. Anche qui v'è da chiedersi
come mai la legione non avesse incontrato prima questo problema,
visto che le cebrazioni in onore del divino imperatore erano uno
dei caposaldi religiosi, anche nell'esercito romano. Ad ogni modo,
Maurizio incoraggiò i suoi soldati e la sua forza d'animo nell'affrontare
la prova per primo rafforzò i compagni che caddero volontariamente.
Sembra davvero poco credibile che Massimiano eliminasse l'unica
forza difensiva che lo circondava, comunque, il coraggioso comportamento
di Maurizio divenne la base del codice della cavalleria, anzi egli
stesso fu considerato il primo cavaliere e come è risaputo la cavalleria
è legata a molti aspetti misteriosi relativi ad una ricerca esoterica,
dal Graal alla Sacra Lancia. Ma Maurizio lasciò un'altra traccia
nella storia, che ci ricorda come molte tradizioni abbiano una base
reale: la città di Saint Moritz, in Svizzera, sorge sul luogo tradizionalmente
accettato del martirio e non può essere solo un caso che si chiami
come il comandante della legione tebana.
Da allora la tradizione narra che la Heilige Lanze passòdi mano
in mano fino a giungere all'imperatore Costantino; sua madre Elena
era una fervente cristiana con una devozione speciale verso gli
oggetti relativi alla vita del Cristo sulla Terra. Durante i suoi
viaggi in Terra Santa sembra che ella abbia portato un chiodo e
vari frammenti di legno considerati schegge del palo di tortura
di Cristo che fece installare nell'armatura del figlio per garantirne
l'invincibilità. Alcuni pensano che un chiodo fu inserito e bloccato
anche all'interno della Lancia; effettivamente al Museo di Vienna
c'è proprio un chiodo ben serrato tra le lame della lancia di Longino.
Da Costantino la reliquia di Longino passò a Teodosio, Alarico,
Teodorico, Giustiniano e Carlo Martello. Infine se ne appropriò
nel 774 D.C.Carlo Magno, fondatore del Sacro Romano Impero. Nel
961 il vescovo Liutprando da Cremona scrive quella che rimane come
la prima certificazione scritta considerata autentica 2 dell'esistenza
della Heilige Lanze; Liutprando descrive nei particolari l'oggetto
così come appare oggi, descrivendo anche le minuscole croci di ottone
e gli inserti misteriosi all'interno del chiodo, di cui parleremo
dopo. La sua cronaca sembra attendibile ed' è accettata anche dagli
specialisti curatori del museo di Vienna. Liutprando tuttavia afferma
che la Lancia di Carlomagno sia la stessa di Costantino e che fu
passata negli anni seguenti agli eredi del re dei Franchi. Vedremo
come almeno questa affermazione risulti falsa.
I successori di Carlo Magno, fedeli alla leggenda che chi possiede
la Lancia diverrebbe invincibile, ne fecero una reliquia da esporre
ai fedeli, riconoscendone il potere spirituale oltre che politico.
All'inizio del XIII sec. un documento scritto di pugno dal papa
menziona la reliquia ma solo durante il secolo successivo la Lancia
fu ufficialmente accettata dalla Chiesa come reliquia. Precedentemente
aveva rappresentato per gli imperatori dell'età carolingia la più
nobile insegna regale.
Da essi giunse durante il XIV sec. a Carlo IV, che fece delle attuali
Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca il suo regno. Carlo era un
fanatico collezionista di reliquie e si era convinto che alla fine
dei tempi i santi sarebbero scesi sulla Terra nel luogo in cui esse
erano conservate: a questo scopo fece costruire un piccolo castello
a trentadue chilometri da Praga. Dietro l'altare, in una camera
segreta, erano conservate varie reliquie, tra cui la Heilige Lanze,
protette da imponenti mura spesse sei metri. è opinione di alcuni
che sia stato proprio Carlo IV a realizzare il fodero d'oro; il
Kunsthistorisches Museum afferma ufficialmente che fu sempre lui
a far incidere l'iscrizione <<Lancia e chiodo del Signore>>
sul fodero. Sulla punta della Lancia esisteva comunque già una incisione
dedicata a S. Maurizio.
Dopo la morte di Carlo, la Lancia fu venduta nel 1424 ad una corporazione
di facoltosi mercanti di Norimberga che compresero subito l'importanza,
a fini prettamente economici, della reliquia: essa fu trasportata
con un carretto del pesce per evitare furti durante il trasporto
e giunse a Norimberga dove fu presentata al vescovo locale.
Gli storici Volker Schier e Corine Schleif che hanno studiato approfonditamente
la storia della Lancia 3 affermano che essa fu conservata, insieme
ad altre reliquie, nella chiesa dello Spirito Santo, e chiusa in
un pesante scrigno d'argento. 4
Normalmente lo scrigno, simile a un grosso baule, era appeso al
soffitto nella Chiesa con un adeguato sistema di funi e veniva tenuto
a mezz'aria, con un evidente effetto psicologico sulle persone:
sotto di esso vi era una raffigurazione pittorica di angeli intenti
a sostenere la Sacra Lancia che collegava l'impatto emotivo generato
dall'insolita esposizione dello scrigno al sostegno angelico. Sotto
di esso, sul pavimento, dormivano due giovani del coro, a guardia
del tesoro più importante della città.
La Heilige Lanze veniva mostrata al popolo solo una volta l'anno,
in occasione della Festa della Sacra Lancia, istituita cento anni
prima da Carlo IV, che si teneva due venerdì dopo la Pasqua. Venne
costruita ad hoc una stanza adiacente alla chiesa in cui venivano
esposte anche altre reliquie: un dente di Giovanni Battista, una
scheggia della mangiatoia di Betlemme, un osso di S. Anna. Il momento
culminante della festa era naturalmente l'ostensione della lancia
di Longino; il vescovo la mostrava da una finestra alle migliaia
di pellegrini qui giunti da tutta la Germania, con grande felicità
della corporazione di mercanti che aveva portato a Norimberga la
reliquia. Molti facevano anche venti chilometri al giorno a piedi
pur di giungere in tempo; se avessero guardato la Lancia almeno
una volta nella vita, sarebbero stati certamente accolti in Paradiso,
più o meno come girare sette volte intorno alla Kaaba della Mecca.
Il giro di affari per la città era notevolissimo: la secolarizzazione
della religione e i traffici e i guadagni di mercanti e cambiavalute
legati a oggetti sacri, furono anch'essi tra le scintille che scatenarono
l'ira dei riformisti poco più di un secolo dopo.
La Heilige Lanze causò una serie di curiosi effetti sul comportamento
di pellegrini e nobili: moltissimi si premuravano di portare con
sé specchi che tiravano fuori durante l'ostensione in una sorta
di estasi collettiva. La credenza comune era che lo specchio acquisisse
parte delle forza spirituale della reliquia e che potesse di conseguenza
emanarla per un certo periodo di tempo e benedire la casa in cui
veniva portato. Anche i nobili si convinsero del potere della Lancia:
molti vollero che con essa fossero toccati oggetti personali e armi,
con un evidente scopo magico potentizzante derivato dal contatto
del sangue di Cristo con suppellettili personali. 5 Addirittura
ci furono nobili che vollero immergere la Lancia nel loro proprio
calice convinti che da quel momento in poi avrebbero bevuto acqua
in grado di curare e dare vita eterna. Possiamo solo immaginare
quale forza psichica ed emotiva si generasse da una tale cerimonia.
Certamente queste ostensioni amplificarono l'aura di forza mistica
che circondava la Lancia e contribuirono ad amplificarne la leggenda.
La Riforma reagì violentemente a queste forme di venerazione palesemente
in contrasto con la norma biblica che vietava l'idolatria, e fece
di tutto per cancellare il sistema che ruotava intorno allo scandalo
delle reliquie; per questo la Lancia fu chiusa nel suo scrigno e
dimenticata per tre secoli. Nel 1805 Napoleone volle aggiungere
alle sue conquiste ciò che rimaneva del Sacro Romano Impero; gli
abitanti di Norimberga tentarono di sottrarre la lancia alle grinfie
del conquistatore e riuscirono fortunosamente a portarla a Vienna
dove resterà fino al 1938.
Per continuare la storia della Heilige Lanze, all'atto dell'Anschluss,
Hitler comandò di portarla su un treno corazzato a Norimberga il
13 ottobre 1938: fece preparare una zona appropriata all'interno
dela Chiesa, e vi pose a guardia un corpo scelto di SS. Certo non
avrebbe avuto alcun senso tutto questo disturbo se per il Fuehrer
essa non avesse rappresentato un oggetto magico/archetipico eccezionalmente
potente. Ad ogni modo, per tutta la guerra rimase nella nuova sede
fino a che il 30 aprile 1945 gli alleati se ne impadronirono e la
Lancia ritornò, a Vienna, al Kunsthistorisches Museum, con il resto
del tesoro degli Asburgo.
Ricordo che un interessante documentario prodotto da Atlantic per
Discovery Channel e BBC fu mandato in onda su una rete tv italiana
nel 2004 e mostrava una serie di eccezionali test e ricerche condotte
pochi mesi prima sulla Lancia del Destino. Mi allarmai subito, poiché
non sapevo nulla di queste nuove ricerche e mi misi immediatamente
in contatto con il dr. Franz Kirchweger, storico responsabile della
Lancia di Longino al museo: le sue parole mi tranquillizzarono.
Il dr. Kirchweger mi raccontò di come sia i vari stadi di preparazione
del video, sia i risultati finali scontentarono completamente i
tecnici del Kunsthistorisches che vi avevano preso parte.
In particolare il video delegava al dr. Robert Feather, un esperto
di metalli, la piena capacità di trovare la soluzione al mistero
della Lancia in una appassionante e quantomai suggestiva caccia
alla verità corroborata da analisi scientifiche di prim'ordine.
Comprensibile, trattandosi di un video che doveva poi essere venduto
e ottenere un ritorno economico ed era effettivamente davvero ben
fatto. Ma non reale. Il team di video maker aveva proposto al museo
il dr. Feather (che aveva in precedenza scritto un testo su un rotolo
di rame trovato a Qumran) e gli fu così permesso di svolgere alcuni
test forensi non invasivi, limitati principalmente all'analisi al
microscopio ottico. E null'altro.
Il dr. Kirchweger mi disse che il dr. Feather non aveva il necessario
expertise per svolgere altri tipi di ricerca sulla Lancia; con una
punta di amarezza mi confidò che egli aveva semplicemente attinto
le sue teorie dalle guide del museo presentandole nel video come
se fossero state sue personali scoperte. 6
In effetti nel documentario si vedeva Feather continuamente in giro
per l'Europa a colloquio con i maggiori esperti e lo si seguiva
mentre svolgeva anche analisi ai raggi X e con fluorescenza XRF.
Kirchweger mi disse invece che a Feather non fu permesso null'altro
che l'esame al tampone e al microscopio ottico; il personale che
svolse le analisi XRF e le lastre X faceva parte di un laboratorio
di cui si serviva spesso il museo: il dr. Feather era presente mentre
lo scienziato dr. Schreiner svolgeva i vari esperimenti per conto
del museo. Era stato quindi solo il dr. Schreiner a condurre e svolgere
tutti i test e aveva semplicemente permesso a Feather di mostrare
i risultati nel video. Inoltre Feather fu intervistato da una rivista
specializzata 7 e rilasciò una dichiarazione (l'articolo uscì nel
settembre 2004) che mi suscitò non poca sorpresa per le novità delle
affermazioni, a cui Kirchweger, da me di nuovo contattato a tal
proposito, ribatté puntualmente. Riporto di seguito le affermazioni
testuali dei due specialisti:
1) Feather : ci sono piccoli ovali sul chiodo di composizione chimica
diversa dal chiodo.- Kirchweger: per quanto riguarda i segmenti
a mezzaluna (gli ovali), le nostre analisi hanno mostrato che non
c'è alcuna differenza dalla composizione chimica del chiodo.
2) Feather: a un ingrandimento di 14 X abbiamo scoperto quello che
sembrava una semplice scalfittura e che invece sembra essere una
deliberata incisione dalla forma simile a un pesce, il simbolo dei
primi cristiani.-Kirchweger: Feather non ha mai detto nulla di questi
pesci incisi né a Vienna né nel documentario. Che senso avrebbe
avuto disegnare un oggetto cristiano che si poteva osservare solo
al microscopio ? Si tratta semplicemente di una interpretazione
errata di graffi o scalfitture.
Analisi finale
Il museo decise allora di cominciare una propria survey e in particolare
di eseguire i test con i mezzi più moderni a disposizione. Le analisi
condotte in maniera assolutamente scientifica dal personale specializzato
del Kunsthistorisches Museum, sotto la guida del dr. Kirchweger,
hanno ottenuto i seguenti dati che riporto esattamente come li ho
ricevuti e confermano solo in parte i dati del documentario:
- La Lancia risale all'VIII sec. Si tratta di una lancia carolingia
con ali laterali che fanno parte di questo tipo di arma.
- Il fodero dorato risale al XIV sec., aggiunto dall'imperatore
Carlo IV (reg. 1346 - 1378)
- Il fodero d'argento e i cordoni di legatura risalgono al tardo
II sec.
- L'iscrizione sul fodero d'argento nomina Enrico IV (reg.1056-1105)
che come imperatore fu chiamato Enrico III (come si evince dall'incisione
sul fodero)
In definitiva, le analisi del Museo non consentirono di datare
il chiodo in maniera certa. Il dr. Kirchweger mi spiegò che
il chiodo potrebbe tranquillamente non essere uno di quelli che
trafisse Gesù; fu la tradizione ad assegnargli questo ruolo,
e a partire, sembra, dall'XI sec.
L'opinione dello storico del museo era che se ci fosse davvero stato
un chiodo risalente alla crocifissione, difficilmente sarebbe stato
rimodellato e ribattuto fino ad essere intarsiato all'interno di
un altro chiodo, vista l'importanza che le reliquie avevano nel
medioevo. Tra l'altro i due materiali (il ferro del chiodo e gli
inserti ribattuti dentro di esso) a differenza di ciò che
aveva affermato il dr. Feather, alle analisi del museo risultarono
della medesima struttura chimica, non vi era differenza tra l'uno
e gli altri.
- Sì - Mi disse - Potrebbe essere possibile, ma è
solo una delle interpretazioni. Anche con le più accurate
indagini non siamo stati in grado di dare corpo a questa teoria.
Non abbiamo alcuna prova a sostegno. Non c'è prova che ciò
che è stato fatto entrare a forza nel chiodo abbia una consistenza
chimica diversa dal resto della Lancia. La conclusione delle ricerche
è che i dati tecnici e chimici riguardanti il materiale ribattuto
all'interno del chiodo non offrono possibilità di datazione
certa. Esiste solo la prova di documenti molto tardi che parlano
di chiodi santi o un chiodo santo all'interno della Lancia. La storia
della Heilige Lanze era davvero troppo complessa per la troupe della
BBC; a loro interessava soltanto far apparire Feather come il solutore
dell'enigma della Lancia. Ad ogni modo, ci vorrà molto di
più di ciò che hanno fatto loro e certi aspetti rimarranno
oscuri per sempre.-
Riassumendo la questione, mentre i ricercatori della BBC avevano
affermato che il chiodo sembrava simile a chiodi di crocifissione
del I sec. e che quel qualcosa che era stato aggiunto al suo interno
poteva essere parte dell'originale chiodo della croce, le analisi
del Museo non consentivano di datarlo a questo periodo. 8 E sappiamo
che le testimonianze scritte medievali sui chiodi santi sono inattendibili
perché avrebbero potuto divinizzare un qualsiasi chiodo pur
di ottenere una lucrosa reliquia che avrebbe reso sonanti monete
in quantità.
Quello che però mi continuava a risuonare nelle orecchie
era che nemmeno gli esperti del Kunsthistorisches poterono datare
il chiodo o il materiale al suo interno. E quindi poteva anche essere
uno dei chiodi originali, anche se sembrava abbastanza improbabile.
Non abbiamo, per il momento, materiale scientifico che possa fare
ulteriore luce sull'oggetto in questione e quindi dobbiamo fermarci
qui. Un mistero che sembra esistere da duemila anni, che passò
di mano in mano fino ai Franchi, agli Asburgo e poi a Hitler e che
non smette di affascinarci. Potrebbe essere veramente la Lancia
di Longino?
No, perché la lama risale al VII-VIII sec. D'altra parte
altre presunte Lance di Longino sono conservate a Roma, a Cracovia
e in varie città europee e diventa davvero molto difficile
trovare quella originale, se mai esiste.
Potrebbe tuttavia esserci qualcosa ribattuto all'interno del chiodo
centrale? Sicuramente. Le due piccole croci di ottone mandano un
messaggio piuttosto chiaro: dietro ad esse qualcuno ha voluto nascondere
qualcosa di prezioso, qualcosa legato agli insegnamenti del cristianesimo.
è vero la composizione, a detta degli esperti del Museo Hofburg,
è la stessa del chiodo. Ma se fossero entrambi parte della
stessa fusione? Se il chiodo e i suoi inserti facessero veramente
parte di quelli che trapassarono le mani e i piedi di Gesù?
Non c'è modo di appurarlo e mi sono sorpreso più di
una volta a riflettere su un inquietante pensiero: e se veramente
ci fosse un chiodo della crocifissione? E ancora di più,
se all'interno del chiodo centrale fosse stato sigillato del vero
sangue di Cristo? Quali meraviglie genetiche possederebbe? Ma sono
domande destinate a restare senza risposta. E siamo entrati ancora
una volta nella Terra dell'Ombra.
C'è rimasto però un piccolo dettaglio da considerare:
l'importanza della Lancia nel periodo del nazismo. Il primo problema
riguarda l'inconsistenza delle notizie storiche che traiamo dai
vari autori. A parte gli ottimi saggi di Kirchweger, Schier e Schleif
che però si occupano di altre fasce storiche, della Heilige
Lanze e del periodo hitleriano si sono occupati un certo numero
di scrittori, la stragrande maggioranza dei quali hanno però
sconfinato nella fantascienza: un esempio è lo scrittore
Trevor Ravenscroft che ottiene risultati altalenanti, continuamente
in bilico tra realtà e fantasia. Il libro di Ravenscroft
è certamente interessante ma ha un problema, e anche piuttosto
grave: mescola dati storici reali con fantasie e chiaroveggenze
varie, di cui non si può determinare in alcun modo la veridicità.
Per questo motivo, si può certamente leggerlo ma facendo
attenzione: molte delle informazioni presentate sono opera di fantasia
e Ravenscroft le ha mescolate così bene con i fatti (probabilmente,
era sinceramente convinto che le cosse fossero effettivamente andate
così) che alla fine non si capisce più quale sia la
verità. Per ritrovare il filo di un discorso legato alla
realtà, bisogna fare un passo indietro e perdere molto tempo
per scremare le due parti, la fiction dalla realtà. Ravenscroft
asserisce che Hitler facesse uso di peyote per accrescere la propria
sensibilità spirituale: non ci sono prove a sostegno e sinceramente
non è mai stato trovato nulla a conferma di questa illazione.
L'autore informa poi di rituali satanici e magici compiuti da Guido
von List legati alla materializzazione di incubi e forze demoniche:
List non compì mai cose del genere tantomeno scrisse di rituali
magici legati al principio crowleiano. La sua opera, perfettamente
visionabile e anzi tradotta anche in Italiano, sull'onda della moda
occultistica, riguarda principalmente lo studio della potenza esoterica
delle rune. Inoltre l'autore parla agevolmente della loggia del
Vril di cui Haushofer avrebbe fatto parte, la cui esistenza stessa
è in assoluto dubbio.
Ci sono poi molte formazioni sulla via iniziatica e spiritualista
(satanica) di Hitler, ma dove l'autore ha tratto tali informazioni?
Da Stein? E lui è attendibile? Mah... Bastano queste brevi
note per comprendere come sia effettivamente difficile ritenere
storiche anche altre notizie che Ravencroft fornisce. Perciò
è bene attenersi a ciò che già sappiamo senza
intorbidare ulteriormente le acque.
Senza voler fare un eccessivo e inutile studio letterario sulla
sua opera, ci serve capire che cosa è invece verità
e qui le cose diventano enormemente più difficili; se è
facile dire ciò che non è vero, è molto problematico
scegliere alcune informazioni e prenderle per vere. Per cui, per
le notizie che seguono il lettore userà discernimento e capirà
che sono state inserite solo come curiosità e per completare
la storia della Lancia, fermo restando una possibile manipolazione
delle stesse. In altre parole ho scelto quelle che sembrano più
vere ma non c'è modo di dimostrarlo in maniera assoluta con
testimonianze incrociate o documenti.
Travenscroft afferma di aver visitato negli anni '40 il dr. Walter
Johannes Stein; egli era ebreo che si era allontanato dalla Germania
per entrare in Inghilterra nientemeno come consulente di Churchill.
Stein aveva insegnato a Stoccarda in una scuola di matrice antroposofica,
secondo le teorie di Rudolf Steiner. Aveva scritto in gioventù
un opera letteraria in cui vedeva la battaglia tra cristianesimo
e islam come una sorta di versione allegorica della lotta per il
possesso di un oggetto di potere, la Heilige Lanze. Secondo Ravenscroft,
il giovane studente Stein nel 1912 aveva scoperto un vecchio libro
usato, il Parzifal, in una libreria esoterica, come tante ve ne
erano, a Vienna. Sfogliando con interesse il libro, scoprì
che il precedente proprietario lo aveva riempito di glosse e commentari
che facevano riferimento ad un iter di prove verso il conseguimento
di una superiore saggezza esoterica. Si trattava di note piene di
disprezzo per gli ebrei e contenenti principi di astrologia e ariosofia.
Decise di chiedere al proprietario del negozio di chi fosse stato
in precedenza il libro e gli fu fatto il nome di Adolf Hitler. Presto
decise di incontrarlo e cominciò ad ascoltare le sue elucubrazioni
razziste. Stein comprese che Hitler considerava la sacra Lancia
un oggetto dotato di enorme potere e che l'avrebbe posseduta, prima
o poi per poter così dominare il mondo. Più volte,
riferisce l'autore, Hitler era stato ad ammirarla nella sua gioventù,
provando anche una sorta di esperienza mistica di fronte alla teca
di cristallo contenente la Heilige Lanze.
Ad ogni modo nel 1938, all'indomani dell'Anschluss, Hitler entrò
personalmente a Vienna ed effettivamente, su questo non vi è
dubbio, fece trasportare la Lancia del Destino su un treno corazzato
fino a Norimberga, dove era stata conservata per secoli. A questo
punto è opportuno considerare che la spianata di Norimberga
era il centro essoterico del Reich, (il corrispondente pubblico
dell'omphalos esoterico di Wewelsburg) dove Hitler otteneva lo stato
di unione mistica con la sua Germania, durante le grandi cerimonie
pubbliche. La scelta di Norimberga sembrerebbe quindi perfettamente
adatta. Può darsi che nella sua allucinata ideologia Hitler
vedesse effettivamente la Heilige Lanze come un oggetto potentizzante
ed effettivamente sembra non esservi nulla che possa in qualche
modo negarlo. Ravenscroft rivela comunque molti particolari del
satanismo di Hitler che se in piccolissima parte potrebbero venire
accolti, per il resto si direbbero farneticazioni di un occultista.
A Norimberga la Lancia fu conservata nella chiesa di S. Caterina
per i successivi sei anni, finché, in pieno conflitto mondiale,
fu portata in un rifugio per garantirne l'incolumità dagli
attacchi aerei alleati. Tuttavia, alla resa di Berlino, il 30 aprile
1945 soldati americani entrarono nel rifugio; il tenente William
Horn prese ufficialmente possesso della Lancia per conto del Governo
degli Stati Uniti. 80 minuti dopo, Hitler si uccideva nel Bunker.
Solo il generale Patton, tipo curioso e con certi interessi esoterici,
mostrò un discreto interesse nei confronti della Lancia,
ma Eisenhower decise che sarebbe dovuta tornare al Museo Hofburg.
E così fu.
In questo modo finiva l'avventura hitleriana con la Heilige Lanze
e alcuni autori hanno ravvisato nella perdita della reliquia cristiana
il giusto epilogo della storia di un criminale che aveva dato fuoco
al mondo intero nella sua sete di potere.
Si può parlare a lungo della Heilige Lanze e della sua leggenda,
non essendo però il tema centrale di questo libro, mi sono
limitato a menzionare alcune notizie tra quelle che ho trovato più
interessanti. Ma c'è anche un altro elemento legato alla
Lancia del Destino, a Wewelsburg, all'ideologia occulta del nazismo
e al Graal che deve essere esaminato e che riveste una certa importanza
per lo scopo che ci siamo proposti: Castel del Monte.
di Pierluigi Tombetti
tombetti.pierluigi@virgilio.it
di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
di Vincenzo Di Gregorio8. Le dee viventi
di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
di Lionel Casson
ARCHEOLOGIA BIBLICA
ECCEZIONALE RITROVAMENTO IN UN TUNNEL SEGRETO IN MESSICOARCHEOLOGIA BIBLICA
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