Nota - Questo articolo riassume le opinioni espresse dal professor Barry Fell nel suo libro: America a.C., Antichi colonizzatori nel Nuovo Mondo (prima edizione 1976).
Tra la fine degli anni Sessanta ed i primi anni Settanta il prof.
Barry Fell, dell'Università di Harvard, coagulò intorno
a sé un gruppo di ricercatori e individuò nei boschi
e nelle campagne del New England (la regione delle prime colonie
inglesi in territorio americano) le incredibili tracce di una cultura
megalitica, precedente alla colonizzazione degli europei, con caratteristiche
molto simili alle testimonianze della cultura celtica in Europa
occidentale.
Il gruppo individuò diversi osservatori solari, costituiti
da cerchi di grandi pietre infisse nel suolo, ed un certo numero
di costruzioni "a dolmen" (camere coperte da lastre di
pietra). Fell descrisse questa entusiasmante avventura nel suo libro
"America B.C." e in numerose altre pubblicazioni successive,
nel corso degli anni Settanta.(1)
I caratteri tipici osservati nelle camere coperte da lastre del
New England sono i seguenti:
1 - Come le loro corrispondenti europee, le camere a lastre del
New England sono quasi sempre rivolte verso oriente, con una deviazione
rispetto all'est astronomico, corrispondente alla direzione del
sorgere del sole in un giorno dedicatorio.
2 - L'asse principale di una camera a lastre del New England punta
quasi sempre ad uno dei seguenti assi astronomici:
- ad est, con declinazione zero, ossia al sorgere del sole in posizione
equinoziale;
- alla declinazione +23°30' sull'orizzonte est (nascita del
sole al solstizio estivo);
- alla declinazione -23°30' sull'orizzonte est (nascita del
sole al solstizio invernale);
- ad un altro punto astronomico ben definito (ad esempio il sud,
direzione di massima elevazione dei corpi celesti, che si usa per
calcolare la latitudine con un astrolabio).
3 - L'architrave d'ingresso, negli esemplari ben conservati, reca
un'iscrizione ogam con la dedica ad una divinità celtica,
solitamente a Bel. La dedica, oltre alla scrittura ogam, può
includere anche il nome del dio scritto in lettere fenicie. La dedica
si può trovare anche sulle pareti verticali del portico.
4 - I muri interni o le lastre di copertura recano di solito altre
iscrizioni e graffiti fallici.
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Il prof. Barry Fell al lavoro |
Il prof. Barry Fell ritenne che le numerose camere coperte da lastre
di pietra (dolmen), ritrovate in territorio americano, fossero in
origine dei luoghi di culto. La visita ad una camera ben conservata,
coperta da lastre dell'epoca megalitica, come il cosiddetto "Pantheon",
presso South Woodstock, offre un'esperienza indimenticabile. Il
complesso è stato chiamato Pantheon perché nelle architravi
si leggono i nomi di diverse divinità celtiche, scritti in
caratteri ogam. Le impressionanti lastre di copertura e la lunghezza
della camera, con la sua apparente antichità, ispirano sensazioni
di rispettoso timore. Sull'architrave s'identifica una dedica al
dio solare Bel e si possono intravvedere parti di dediche ad altre
divinità. L'asse principale del complesso è orientato
verso il sorgere del sole al solstizio d'inverno (declinazione verso
sud-est di -23°30'). La collina di terra, che da sempre copre
la camera trilitica, è ancora intatta, e vi sono cresciuti
grandi alberi. La porta d'ingresso è tanto alta che una persona
alta può entrarvi senza chinarsi, una caratteristica piuttosto
inusuale in altre camere simili.
Questi templi megalitici hanno di solito una specie di comignolo
di ventilazione a sezione quadrata, sopra l'altare, nel punto più
interno. Esso può essere intagliato in una lastra circolare
di roccia del diametro di circa 60 cm, oppure è fatto proprio
come un camino, con diverse pietre. Presso il comignolo può
anche esserci nel soffitto una finestra rettangolare, come una ventilazione,
con una feritoia al di sopra. Queste caratteristiche sembrano indicare
che sull'altare, nel punto più interno del tempio, si accendesse
il fuoco.
Non è stata osservata nessuna connessione tra la divinità
cui il tempio è dedicato e l'orientamento astronomico del
complesso. A Woodstock ci sono due templi, l'uno dei quali è
orientato esattamente al sud, l'altro al sorgere del sole al solstizio
d'inverno. Una cappelletta dedicata a Bel, nel sito "del Calendario"
(presso South Royalton, Vermont, trovato dal giovane astronomo dilettante
Byron Dix, che collaborava con Barry Fell), è orientata esattamente
in direzione del sorgere del sole agli equinozi (est geografico),
mentre un'altra, adiacente, guarda verso sud.
Le decorazioni dei muri o dei soffitti si riferiscono in generale
alla divinità cui il tempio è dedicato. La cappelletta
di Bel, nel sito detto "del Calendario", reca un quadrato
quadripartito, simbolo atto ad indicare la divinità solare.
Il tempio della Dea Madre Byanu, dietro lo stagno di South Woodstock,
Vermont, ha sul soffitto una rappresentazione lievemente incisa
e stilizzata di Tanith, la Dea Madre dei fenici(2). Nello
stesso tempio di Byanu appaiono simboli fallici e piccoli falli
si trovano anche nel Pantheon, nella stessa località.
Le strutture identificate come templi hanno gli assi principali
rivolti al sorgere del sole in particolari punti dell'orizzonte.
Il tipico tempio celtico è rettangolare, con una stretta
porta d'entrata al centro della parete orientale e il comignolo
(e quindi l'altare) sul lato opposto, verso ovest, sempre lungo
l'asse maggiore. Non ci sono finestre, la luce entra soltantodalla
porta.
Supponiamo di trovarci nella cella del sito di South Woodstock,
nel Vermont. L'asse maggiore punta alla declinazione -23°30'
rispetto all'est geografico. Ciò significa che nei tre-quattro
giorni prossimi al solstizio d'inverno, quando il punto in cui il
sole sorge raggiunge il limite più meridionale (oggi tra
il 21 ed il 23 dicembre), una persona che stia presso l'altare e
guardi attraverso l'apertura dell'ingresso vedrà sorgere
il sole. In nessun altro giorno dell'anno potrà scorgere
i primi raggi del sole nascente. è quindi evidente che l'orientamento
del tempio serve a garantire un evento drammatico nei giorni prescelti
come "dedicatori" per quello stesso tempio, in questo
caso i giorni della festa centrale dell'inverno. è logico
pensare che ciascun tempio fosse associato con una o due feste nell'anno
celtico, più o meno come le chiese cristiane sono usualmente
dedicate ad un santo particolare, la cui festa cade in un certo
giorno dell'anno.
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In alto: L'attesa del solstizio d'inverno nel tempio solare di South Woodstock; in basso: La "sala dell'oracolo" a Mystery Hill (foto P.J. Garfall, J.D. Germano) |
Lo spostamento apparente del sole lungo l'orizzonte è relativamente
lento intorno ai solstizi, perciò le feste centrali d'inverno
e d'estate erano estese su alcuni giorni. Invece presso gli equinozi
il sole sembra spostarsi più rapidamente, e la celebrazione
delle feste di primavera e d'autunno era fissata in modo più
preciso: ciascuna festa equinoziale coincideva col sorgere del sole
in un solo giorno. Perciò la festa equinoziale era più
breve e meno importante. Non è sorprendente che il tempio
dedicato a Bel (nel sito del Calendario di Dix, presso South Royalton,
Vermont), il cui asse è esattamente orientato est-ovest,
nella direzione del sorgere e tramontare del sole all'equinozio,
sia un edificio modesto, poco più d'una piccola cappella.
Possiamo supporre che qui la celebrazione non avvenisse presso la
cappella equinoziale, ma in tutto il sito adiacente, mentre i druidi
erano impegnati in osservazioni astronomiche.
I significati legati al calendario, collegati alla religione dei
celti e riflessi dall'orientamento dei loro edifici religiosi, sono
da riferirsi ad un antico culto solare. Certi simboli, ampiamente
distribuiti per tutto il Vecchio Mondo, nei siti in cui si adorava
il sole nei tempi antichi, si ritrovano anche sui muri e sulle architravi
di altri siti, collegati a varie tribù indigene del Nord
America.
Il sole, che dà calore e stimola la crescita d'ogni tipo
di vegetazione, sia delle foglie della foresta, sia dei grani commestibili,
e il cui ritorno ogni anno, dopo i mesi invernali, dà inizio
alla primavera ed alla nascita dei piccoli di molte specie animali
selvatiche, fu visto come il "generatore della vita".
Tale espressione appare sia nell'Inno semitico della Creazione,
sia anche - ad esempio - negli inni sacri del popolo pima, che vive
nell'Arizona e nel New Mexico. Tutte le considerazioni sulle funzioni
del tempio celtico riconducono al ciclo solare annuale, i cui assi
astronomici determinavano l'orientamento e le date in cui ciascun
tempio celebrava le proprie feste particolari.
L'orientamento astronomico dei templi celtici del New England è
uno dei fatti decisivi per convincere che tali strutture non possano
essere state costruite dai primi coloni come granai, in tempi ormai
moderni. I coloni che sottrassero le terre alle foreste, nel sec.
XVIII, erano semplici contadini provenienti dalle isole britanniche,
non si trattava certo d'astrologi o di filosofi, impregnati di sapere
druidico. L'affermazione che quegli edifici megalitici fossero semplici
"depositi di radici", costruiti dai coloni, è quindi
priva di motivazioni. Neppure la supposizione che - per qualche
strana ragione - i coloni fossero capaci di scrivere dediche in
caratteri ogam e fenici sui loro "granai" potrebbe spiegare
in alcun modo i sistematici orientamenti, corrispondenti agli antichi
riti solari dell'anno celtico.
I monoliti, o pietre erette, sono tra i più caratteristici
elementi del paesaggio celtico, nel New England come in Europa,
e in America se ne trovano esempi non meno impressionanti dei monoliti
giganti della Bretagna. Certi sembrano essere stati monumenti ad
eroi scomparsi. Altri commemorano forse una battaglia, una cerimonia
d'incoronazione, o qualche altro evento a lungo ricordato, ma oggi
dimenticato. Spesso le pietre erette si trovano in gruppi di tre,
allineate.
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Il "trono del Druido", scolpito nella viva roccia presso South Royalton, Vermont, reca incisa la lettera D in caratteri ogam (foto J. Williams, J.D. Germano) |
Gli anelli di pietre, talvolta doppi, con o senza una pietra centrale,
sono pure caratteristici delle terre celtiche, inclusi il Vermont
ed il Connecticut, Burnt Mountain nel Massachusetts, ed altre località
del New England. In Irlanda essi hanno un diametro minimo di tre
metri, e quelli dell'America hanno dimensioni simili. Non si conoscono
le loro vere funzioni, che probabilmente erano diverse. Taluni sembrano
avere avuto funzioni religiose o astronomiche, con l'asse est-ovest
segnato da pietre particolari. Altri possono essere stati soltanto
recinti di protezione, intorno a qualche tumulo funerario. Alcuni
sembrano essere stati i recinti d'una capanna o d'una tenda. Due
schizzi dal mio quaderno d'appunti illustrano quei piccoli cerchi
dalla funzione non chiara. Il cerchio rappresenta il potere protettivo
della divinità.
Quando un celta dei tempi antichi aveva vissuto tutta la propria
vita, gli amici ed i parenti preparavano una veglia funebre per
la sua dipartita, il feill degli irlandesi o gwyll dei gallesi,
e dopo molte tristi caoin (lamentazioni) il suo corpo veniva deposto
a giacere nella terra. Molti antichi eroi del New England giacciono
tra le Green Mountains, nel suolo che un tempo calpestarono. Le
loro semplici tombe hanno solo il nome loro e del loro padre, occasionalmente
si trova anche il termine "alas", come sulle iscrizioni
funebri dei celtiberi della valle Susquehanna. I nomi che si trovano
sono le forme più antiche di nomi che molti eredi dei celti
portano ancora: Da o Dai, Lu o Lew, Hu o Hugh, Yoghan (Ewan o Evan),
Gab (Gavin) e molti altri.
I druidi del New England
Nella parte precedente di questo articolo abbiamo mostrato che i
celti del New England usavano un alfabeto ogam composto almeno di
dodici segni, identici a quelli in uso in Portogallo ed in Spagna
nella tarda Età del bronzo, verso l'800 a.C. I segni del
New England hanno gli stessi valori di pronuncia di quelli della
penisola iberica; quando si assegnano loro i suoni iberici, si possono
leggere frasi appropriate al loro contesto.
Le possibilità che due eventi tanto simili possano verificarsi
indipendentemente possono essere calcolate con la teoria matematica
delle probabilità. Esiste meno d'una probabilità su
430 milioni che alfabeti identici di dodici lettere nascano in modo
indipendente, presso due civiltà che non hanno alcun rapporto
tra loro. Per l'alfabeto ogam di diciassette lettere di Monhegan,
Maine, e dell'Irlanda, le probabilità di un'origine indipendente
in due luoghi diversi sono inferiori ad una su 300 milioni di milioni.
è un altro modo per dire che le probabilità d'un tale
doppio evento sono inesistenti. In altri termini, coloro che scrivevano
iscrizioni ogam celtiche in Iberia ed in Irlanda dovevano appartenere
allo stesso popolo che scriveva le iscrizioni corrispondenti nel
New England. Non c'è alcuna probabilità che le iscrizioni
del New England siano opera di amerindi, a meno che gli stessi amerindi
non siano derivati in parte dei celtiberi.
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Un menhir di forma fallica presso South Royalton, Vermont (foto J.D. Germano) |
Gli edifici e le altre costruzioni di pietre erette, trovati nel
New England, sono di fatto degli osservatori e presentano spesso
iscrizioni celtiche, e quindi i loro costruttori dovevano essere
quegli stessi filosofi celtici che sono chiamati druidi. Nel sec.
II d.C. un geografo illirico, di nome Strabone, scrisse che gli
uomini di scienza dei celti si distinguevano in tre categorie. I
bardi erano responsabili di comporre, conservare e suonare la musica
e la poesia; i vati erano i sacerdoti, responsabili di compiere
i sacrifici agli dèi; e i druidi coloro che studiavano la
scienza naturale e la filosofia.
Giulio Cesare, dopo l'invasione della Britannia nel 55 a.C., dei
druidi:
"Essi possiedono una notevole conoscenza delle stelle e dei
loro moti, e delle dimensioni della Terra e dell'Universo che la
circonda. Conoscono la scienza in generale ed i poteri delle sfere
d'influenza degli dèi immortali. Essi discutono di tali argomenti
e li insegnano ai loro allievi". (De Bello Gallico, l. VI,
l. XIV.)
Moderni studi sui monumenti megalitici della Britannia, come quello
famoso di Stonehenge sulla piana di Salisbury, mostrano che alcune
di tali strutture servivano come osservatori astronomici, per regolare
il calendario con le osservazioni dei moti ciclici annuali del sole
e d'altri corpi celesti, causati dalla rivoluzione della Terra,
nella sua orbita annuale. Per quanto sia ancora incerto chi abbia
costruito gli edifici megalitici in Europa, è sicuro che
i celti, ed i druidi in particolare, ne facevano uso.
Ebbene, una delle scoperte più importanti del lavoro compiuto
dall'équipe di Barry Fell nel Vermont è stata la dimostrazione
che certi monumenti megalitici sono in relazione con le funzioni
astronomiche, come quelli della Britannia e d'altre parti d'Europa,
e che alcuni d'essi recano iscrizioni celtiche, riferite alle loro
funzioni astronomiche. Questo studio fu condotto da Barry Fell con
Byron Dix. Robert Stone aveva svolto le prime ricerche pionieristiche
a Mystery Hill, sin dagli anni Sessanta. Ben prima che qualsiasi
iscrizione fosse scoperta, egli si convinse che nel sito che studiava
fosse esistito un osservatorio. Robert Stone sarà certamente
ricordato dagli archeologi per questa sua fondamentale scoperta,
la prima chiara indicazione che le rovine sulla Mystery Hill fossero
opera di gente che regolava il proprio calendario, nello stesso
modo dei costruttori dei siti megalitici europei. Bob si fece aiutare
dal cugino, Osborn Stone, per identificare gli altri principali
monoliti, e sistemò percorsi radiali, tra la boscaglia, che
ripulì per fornire chiare vedute. Il profilo della pietra
del tramonto del solstizio d'inverno ora si vede nettamente alla
fine d'uno di tali viali, ed il sole può essere osservato,
quando scende dietro di essa, il 21 dicembre, con la neve che di
solito imbianca il suolo. Byron Dix ha studiato i ritrovamenti di
Mystery Hill ed ha cominciato a porre in luce simili siti-calendari,
ma più ampi, nel Vermont centrale. Uno di essi, che egli
chiama Sito Calendario n. 1, si trova in alto sulle colline, presso
la Valle dell'Elefante. Un altro, il Sito Calendario n. 2, si trova
sul fianco d'una collina a South Woodstock, presso il gran tempio
chiamato Pantheon. Un importante contributo da parte di Byron, nel
1975, fu la scoperta che il calendario usato da coloro che realizzarono
i siti del Vermont era diviso in otto parti.
La successiva scoperta significativa fu compiuta da Daniel Leary,
componente del gruppo che lavorava a Mystery Hill. Il giorno dopo
la conferenza, Bob Stone informò Fell della scoperta d'una
nuova pietra, con un'iscrizione diversa da tutte le precedenti;
così Fell, con Gloria Farley dell'Oklahoma e John Williams,
visitò il sito la sera successiva. L'iscrizione era una stele
scritta in numerali romani e lettere ogam, che si poteva tradurre:
GIORNO XXXVIIII.
Fell identificò una spiegazione nella riforma del calendario
attuata da Giulio Cesare. Al tempo stesso, Fell capì perché
si trovasse l'anno diviso in otto parti, nei suoi calendari del
Vermont.
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La scoperta della Pietra di Beltane a Mystery Hill, 31 agosto 1975. Si vedono P.J. Garfall, J.D. Germano e Barry Fell (foto P.J. Garfall) |
I monoliti dei siti celtici si regolano sul calendario. L'anno celtico
era diviso dai druidi in otto parti, con un sistema che sembra derivato
da un calendario usato in Grecia, istituito dal filosofo Ippocrate,
e apparentemente portato in Catalogna dai coloni greci. L'anno d'Ippocrate
cominciava nel giorno dell'equinozio di primavera, in marzo. Altre
date importanti erano il solstizio d'estate, in giugno; l'equinozio
d'autunno, in settembre, ed il solstizio d'inverno, in dicembre,
quando la declinazione del sole è più bassa. Tra queste
quattro date, ciascuna delle quali segna l'inizio della stagione
corrispondente (primavera, estate, autunno, inverno), vi sono altre
quattro date scelte arbitrariamente, che segnano l'inizio d'ogni
stagione. Così dalla primavera si passa all'estate il primo
maggio, che i celti chiamavano Beltane, e dedicarono al dio del
sole Bel. Le altre tre date intermedie segnano in modo simile l'inizio
dell'autunno, dell'inverno e della primavera.
Nel 45 a.C. Giulio Cesare (che fu anche autore d'un trattato perduto
di astronomia) chiese all'astronomo greco Sosigene di segnalargli
come si potesse riformare il calendario romano, e Sosigene raccomandò
d'adottare il sistema ippocratico greco. Questo sistema si basava
sul moto annuale del sole ed ignorava il vecchio calendario lunare,
visto che il numero dei mesi lunari non divide equamente l'anno
solare. I giorni residui sono sempre stati una fonte di difficoltà
per gli antichi costruttori di calendari, che trovavano frazioni
di mesi trascurate alla fine d'un anno solare (basato sui 365 giorni
- e un quarto - che la Terra impiega a compiere una rivoluzione
completa intorno al sole). Il nuovo calendario di Sosigene fissò
l'equinozio di primavera il 25° giorno di marzo. Quando questo
calendario, detto giuliano, fu istituito per tutto l'impero romano,
i celti di Gallia, di Britannia e d'Ispania furono obbligati ad
accettarlo. I celtiberi, abituati a far iniziare il nuovo anno nell'equinozio
di primavera, accettarono il nuovo calendario, ma continuarono a
fissare l'equinozio di primavera come inizio. Il 25 marzo divenne
il nuovo Capodanno e - come conseguenza - la grande festa di Beltane
cadeva 39 giorni dopo l'equinozio di primavera e, contando alla
maniera latina, divenne il Giorno Trentanove.
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in alto: Un cerchio di pietre o cerchio druidico a Gunjiwaump, Connecticut (foto P.J. Garfall); in basso: Il cosiddetto "cervo in corsa", graffito nella roccia a Mystery Hill, New Hampshire, scoperto da Malcom Pearson negli anni Trenta |
Sembrò chiaro a Barry Fell che la stele scoperta da Danny
Leary su Mystery Hill fosse il segno di Beltane, nell'osservatorio
di Mystery Hill. Il fatto che questa pietra recasse numeri romani
la datava al periodo romano, che in Iberia cominciò nel 160
a.C. Il fatto che il numero 9 sia espresso come VIIII invece che
come IX è interessante, perché è il solo modo
in cui il 9 sia scritto su tutti gli altri calendari celtici ritrovati,
come quello di Coligny, in Francia. Infine, la coincidenza col calendario
riformato di Sosigene è ancora una volta significativa, perché
porta l'ultima data conosciuta d'occupazione di Mystery Hill intorno
all'era dei tempi di Cristo.
Per il moto dell'asse terrestre chiamato "precessione",
la data dell'equinozio si sposta progressivamente in anticipo, d'un
giorno ogni quattro secoli. Così, mentre Sosigene aveva fissato
l'equinozio di primavera al 25 marzo, verso il 300 d.C. esso si
era spostato al 24 marzo. Oggi esso cade il 21 marzo, e per conseguenza
la data di Beltane (primo maggio) s'è spostata al giorno
43 (XXXXIII). Così, se riconosciamo che il giorno 39 corrisponde
a Beltane, stiamo datando la stele all'era dell'antico impero romano,
dopo il 46 a.C., ma non oltre il sec. III d.C.
Il fatto di trovare numeri romani, così come l'evidenza della
riforma del calendario, attuata da Sosigene nel 45 a.C., mostra
che i celti del New England mantenevano collegamenti navali col
Vecchio Mondo ai tempi dei romani. La loro accettazione del calendario
riformato non è un segno di servilismo nei confronti di Roma,
ma l'accettazione dell'inevitabile, ossia del calendario ormai usato
da tutti i loro visitatori e da coloro con cui commerciavano. Come
avrebbero potuto prepararsi a vendere alla giusta data pellicce
o altri prodotti, se la controparte avesse usato un calendario diverso?
Come oggi i membri delle religioni ebrea, islamica, greco ortodossa
usano il proprio calendario universale, e in conseguenza celebrano
il capodanno in diversi momenti, a seconda dei loro precetti religiosi,
ma tutti - arabi, cristiani ed altre religioni - usano un identico
calendario civile durante l'anno, così poterono anche i celti
dell'Iberia o dell'America conformarsi all'editto di Cesare, pur
mantenendo le proprie feste religiose in accordo con gli antichi
costumi.
Poiché abbiamo introdotto l'argomento della religione, occorre
sottolineare che il calendario celtico era senza dubbio strettamente
connesso con la loro vita religiosa. Vi sono diverse ragioni che
ci spingono a ritenere ciò. Esse sono:
1 - Gli assi maggiori dei templi degli dèi coincidono con
gli assi principali dei siti dei calendari. Ciò può
significare solo che le feste religiose si svolgevano in giorni
determinati dai calendari solari, ossia nei giorni in cui il sole
era visto in allineamento con un particolare monolite (quelli dei
solstizi e degli equinozi erano, a quanto appare, i più importanti).
2 - La tradizione celtica in Bretagna mantiene vivi i nomi delle
antiche feste e le loro date. Esse coincidono col calendario di
Sosigene, diviso in otto parti. In tempi cristiani, tali feste sono
state "ribattezzate", e pur tuttavia mantengono alcuni
elementi pagani, più o meno camuffati.
3 - Ogni centro celtico del Vermont sembra avere il proprio "sito
calendario", come se si trattasse del luogo in cui si svolgevano
riunioni religiose. Se si fosse trattato soltanto di "osservatori
astronomici" e non anche di luoghi di culto, sarebbe bastato
avere un unico buon sito calendario e - da questo - inviare messaggi
a tutti i villaggi circostanti, per fissare le date delle feste,
come oggi ci accontentiamo tutti di seguire i calendari determinati
da pochi grandi osservatori nazionali.
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Coppelle rituali incavate nella roccia, su un monolite di sei metri, a South Woodstock, Vermont (foto P.J. Garfall) |
Per vedere come il sito calendario fosse usato, occorre rendere
visita agli zuni del New Mexico. Qui certi incavi e certe sporgenze
d'una catena montuosa sono stati identificati come punti in cui
si vede il sole nascere (o tramontare) nelle date importanti, in
tal caso i solstizi d'estate e d'inverno. Uno speciale mago o sacerdote
è preposto all'atto, come reggitore del calendario o sacerdote
del sole. Egli ha il compito d'osservare regolarmente il sole e
di stimare con alcuni giorni d'anticipo quando il sole stia per
raggiungere uno dei punti di solstizio. Appena ha compiuto tali
determinazioni, manda messaggi che convocano i gruppi della tribù
per la festa del solstizio d'inverno o d'estate, a seconda dei casi.
Si tratta d'una semplice versione del sistema celtico, con due sole
feste solari annuali. Il sistema celtico, con otto feste, doveva
funzionare allo stesso modo. Altri studi di Byron Dix mostrano che
nei siti del Vermont vi sono pietre, orientate in modo che implica
che i druidi locali compissero studi particolari sui moti della
luna e del sole. Byron ritiene che i druidi del New England possedessero
un metodo per predire le eclissi.
A differenza degli anonimi calendari d'Europa, le pietre americane
cominciavano a fornire nomi celtici, che parlavano delle loro funzioni.
Sui monoliti che segnavano punti importanti negli osservatori solari,
si trovavano caratteri ogam, consunti ma ancora leggibili, che confermavano
la funzione della pietra. Le righe del testo erano spesso incise
in modo da suggerire un occhio, forse l'occhio dello stesso osservatore,
o forse l'occhio di Bel, il poetico nome dato dai celti al sole.
Da varie località, distanti anche molte miglia da Mystery
Hill, arrivavano notizie di ricercatori che individuavano il simbolo
di Bel, e piccole tavolette di pietra triangolari con iscrizioni,
che da principio erano sembrate sconcertanti, erano interpretate
da Fell ed ai suoi collaboratori come offerte di pellegrini, forse
ottenute all'ingresso del recinto di Mystery Hill e poi depositate
come offerta votiva sugli altari. Osborn Stone ed i suoi assistenti,
con una nuova sensibilità negli occhi per le tracce di un
ogam consunto dal gelo, si lanciarono in un'ondata di nuove scoperte.
L'era del mistero stava cedendo il passo ad una comprensione crescente,
accompagnata da meraviglia.
La seconda scoperta importante di Byron Dix riguardava l'orientamento
degli assi maggiori dei templi di pietra del Vermont. Nel Pantheon
di South Woodstock l'asse maggiore è orientato verso sudest-est,
con una declinazione di -23°30', il limite estremo al quale
sorge il sole, nel solstizio d'inverno.
Dix scoprì che le diagonali della camera del Pantheon puntavano
all'orizzonte in punti corrispondenti al "cerchio metonico".
La luna gira intorno alla terra in modo tale che le sue orbite talvolta
la portano in posizioni spostate di 5° verso sud, rispetto alla
massima escursione apparente a sud del sole, e in altri momenti
di 5° a nord della stessa. Un periodo di 18,6 anni intercorre
per portare la luna in ogni possibile posizione che essa possa occupare,
rispetto al sole. Questo "ciclo metonico" di 18,6 anni
è il periodo che intercorre tra tutte le possibili eclissi,
ripetute in sequenza, e fu scoperto nel 433 a.C. dall'astronomo
greco Metone. Alcuni suggeriscono però una data molto più
antica.
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La sala del solstizio di South Woodstock, Vermont, sotto la neve (foto J.D. Germano) |
Si scoprì che le dimensioni del Pantheon erano definite per registrare tali eventi. Dunque la data di costruzione del Pantheon di South Woodstock non poteva essere anteriore alla scoperta del ciclo metonico in Europa, e - poiché i celti non avevano l'abilità matematica di calcolare tali posizioni - essi dovevano averle determinate empiricamente, tramite osservazioni dirette della luna su lunghi periodi. In altri termini, l'edificio del Pantheon dovette essere costruito in un periodo di almeno diciannove anni. Una volta costruito il Pantheon con tali caratteristiche, i druidi potevano usarlo per predire le eclissi.
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Un grande menhir fallico, presso un tempio della fertilità, a South Woodstock, Vermont (foto P.J. Garfall) |
La scienza sofisticata che questi edifici e le pietre negli osservatori
presuppongono gioca anche a favore dell'esistenza d'un sistema avanzato
di navigazione per mare, con l'uso di strumenti simili all'astrolabio
- o torquetum - che il dr. Sentiel Rommel e Fell hanno descritto,
dagli studi sulle iscrizioni libiche trovate in una grotta dell'Irian
occidentale.(3) Lo strumento usato dai libici, del quale
Rommel ha costruito riproduzioni, somiglia molto allo strumento
che i fenici ed i celti debbono aver usato nei viaggi attraverso
l'Atlantico.
Un gran mistero rimane insoluto. Quando e perché i druidi
del New England cessarono di praticare i loro riti? Forse occorrerebbe
girare la domanda altrimenti: che cosa sappiamo dell'astronomia
e della regolazione del calendario in Britannia (ad esempio) durante
i secoli bui, dopo la partenza dei romani, in quei 400 anni di "vuoto"
della storia britannica? Non sappiamo quasi nulla delle risposte
ad entrambe le domande, perciò forse - dopo tutto - lo storico
dell'America non si trova in condizioni peggiori del suo confratello
inglese.
La madre degli eroi: la dea signora Byanu
Tra le due grandi divinità degli antichi celti, Bel e la
gran Dea Madre, la dea può essere non la divinità
secondaria, ma la principale. Molti archeologi che hanno esaminato
le famose rovine delle prime civiltà mediterranee, a Malta,
in Grecia, a Creta, in Italia ed in alcune località dell'Asia
Minore, hanno concluso che l'adorazione dei poteri della natura
in guisa di Dea Madre rappresentasse la più antica religione
organizzata del genere umano. Si trovano molti oggetti intagliati,
dipinti o sculture complete di figure femminili, in posizioni tali
che possiamo solo concludere che rappresentino una divinità
maggiore, mentre le figure maschili appaiono ridotte a ruoli secondari.
Inoltre le immagini o statuette di donne gravide, databili all'indietro
sino all'era paleolitica, suggeriscono che l'unico evento visto
con gran meraviglia ed ammirazione dagli antichi fosse il mistero
della nascita, il mezzo con cui la famiglia umana era mantenuta
in esistenza. Molti archeologi sono giunti alla conclusione che
probabilmente la predominanza di divinità femminili rifletta,
nelle testimonianze religiose delle prime civiltà, un primitivo
sentimento di meraviglia e d'ammirazione, che tutti sentivano per
una donna pregnante. In qualche modo misterioso le donne diventavano
pregnanti, e ciò era una misura del loro ruolo essenziale
nel perpetuare la tribù.
Secondo tale interpretazione, il maschilismo nacque quando si scoprì
che nessuna donna poteva rimanere incinta senza che un uomo si fosse
prima accoppiato con lei. Allora, la potenza del maschio fu riconosciuta.
Era il primo gradino per riconoscere il sesso maschile come fonte
di fertilità. Allora il fallo assurse a simbolo della fertilità
naturale. Gli dèi maschili della caccia e della guerra furono
aggiunti in un pantheon di divinità paterne: giovani divini
ed astuti eroi, fabbri, guardiani della casa, delle navi e simili,
divini ispiratori di canti e danze, e così via. Essi, col
loro corredo di mogli e figli, presero il posto della Dea Madre
primigenia. La donna non rigenerava più la specie da sola:
era diventata la moglie dell'uomo, l'oggetto del suo amore, la madre
dei "suoi" figli (di lui, mentre prima era madre dei "propri"
figli). Tra i celti il potere della Dea Madre rimase più
a lungo, condiviso col suo sposo divino, il dio solare Bel. Per
la gioventù, speranza della tribù, una figura divina
più giovane era rappresentata da Mabo-Mabon, la "Gioventù
della Gioventù" o l'"Eroe degli Eroi", talvolta
paragonato all'Apollo dei greci.
Giulio Cesare, quando descrisse i galli nel sesto decennio a.C.,
elencò le divinità venerate dai celti, come egli le
conosceva. Molte altre sono state aggiunte dagli archeologi europei,
che hanno letto le numerose - benché frammentarie - iscrizioni
trovate negli scavi. Nelle rovine celtiche del New England non si
sono trovate tracce evidenti, se non delle tre divinità sopra
citate. Sembra che gli antichi celti avessero meno dèi dei
loro discendenti dei tempi romani e che i celti del New England
portassero in America un sistema religioso corrispondente a quello
dell'Europa celtica verso l'800 a.C., sempre che le iscrizioni del
New England siano state datate correttamente. Se Fell è nel
giusto a datare l'incursione dei celti nel New England verso l'800
a.C., occorre ammettere che verso quell'epoca i celti europei avessero
già spostato sul maschio l'onore che un tempo era accordato
alla donna. Le iscrizioni relative alla sessualità, infatti,
sono state trovate su monumenti fallici. Gli stadi di creazione
del figlio dell'uomo sono raffigurati non sugli altari della Dea
Madre, ma in distinti recinti fallici, apparentemente frequentati
da donne che avessero difficoltà di fecondazione, e probabilmente
anche da nuove coppie o da coppie che praticavano l'accoppiamento
rituale, come parte della cerimonia druidica del matrimonio (come
fanno pensare i corrispondenti petroglifi ritrovati in Scandinavia,
dove l'influenza celtica compare durante l'Età del bronzo).
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Una serie di falli scolpiti alla base di un gran fallo di pietra, alto 120 cm, nel "Tempio del rito del Matrimonio" a South Woodstock (foto J.D. Germano) |
Qual è il titolo assegnato nelle iscrizioni del New England
alla Dea Madre? Fell trovò il termine Byanu, corrispondente
a Beanu o Beann dei celti europei, che significa "Donna",
come personificazione di tutte le donne. Una serie di conversazioni
con l'indiano dr. Chhabra, però, gli fecero riconsiderare
tale interpretazione, con una lunga disquisizione che stabiliva
un parallelismo tra i nomi "Byanu" e "Yoni".
Il gruppo di Fell scoprì nel Vermont un ritratto di Byanu.
La dea fu identificata con certezza da Gloria Farley(4) nel
dipinto, che si trovava sul soffitto di un tempio di medie dimensioni,
il cui portale recava, in caratteri ogam molto chiari e grandi,
la scritta B-Y-N. La figura somiglia alla dea cartaginese Tanith,
nella sua posizione stranamente stilizzata, come di bambola, come
si trova dappertutto, ove sia giunta l'influenza punica. Ella esprime
il simbolo punico della sposa di Baal, il dio solare semitico. Ciò
fece ritenere a Fell che i celti dell'Iberia avessero assorbito
molto della religione cartaginese, secondo il costume diffuso anche
tra i greci di assimilare divinità straniere con quelle native,
ma avessero assimilato anche l'aspetto della divinità straniera.
Non c'è da stupirsi che Tanith si trovi sul soffitto, a South
Woodstock, in compagnia di un gran fallo lievemente inciso, che
presenta l'usuale esagerazione nella lunghezza, caratteristica dei
falli del Vermont.
Nei monumenti punici di Cartagine, e delle zone del Mediterraneo
in cui penetrarono i cartaginesi, Tanith appare sotto due aspetti.
In una forma ha le braccia allargate, come se volasse, come nella
versione di South Woodstock, in cui le braccia sembrano le ali d'un
angelo. L'iscrizione del tempio dichiarava in lingua celtica che
esso era dedicato a Byanu, così Barry Fell attribuì
alla figura del soffitto il nome "Byanu Tanith" e ritenne
che il tempio fosse visitato sia da celti, sia da fenici provenienti
da Tarshish, che navigavano sino al fiume Connecticut, per commerciare
nella regione di Woodstock. Gloria Farley, che per prima fissò
gli occhi sul dipinto di Woodstock, scoprì anche un'altra
Tanith americana, scolpita sulle pareti del Cimarron, presso Oklahoma
Panhandle. L'esempio meridionale, identificabile dalla scritta punico-iberica,
non è opera di celti, ma è conforme alla seconda varietà
delle immagini di Tanith, in cui le braccia non sono aperte come
ali, e tiene nella mano destra alcuni oggetti rituali.
Barry Fell segnala l'esistenza di due grandi pietre falliche, associate
con l'altare-yoni di Byanu a Woodstock, nei boschi che oggi coprono
i versanti più bassi della collina di fronte alla Stag Court.
Entrambi i falli recano iscrizioni in diretto rapporto con l'altare
di Byanu. Uno di essi è relativamente lungo e sottile, e
reca un'iscrizione ogam che si può leggere "Per coloro
che sono lontane da Byanu". L'altro, più corto e con
un glande esagerato, aggiunge le parole "Per inseminare le
loro vagine".
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Il simulacro giacente della Grande Dea Madre (Venere delle Nevi), a South Woodstock, Vermont (foto J.D. Germano) |
Nella tarda stagione del 1975 John Williams trovò numerosi
nuovi siti interessanti nelle zone di Royalton e Pomfret, nel Vermont.
Uno di essi era una grotta che penetrava nella ripida parete d'una
collina, coperta da un bosco di pini. La grotta, che sembrava costruita
all'origine come un guscio a dolmen, era parzialmente crollata.
Ad un'estremità si trovava la sagoma d'un animale di pietra
del peso di circa 80 kg, parzialmente scolpita nella pietra. Una
bestia ignota, sacra, posta come a guardia, la testa levata in aria.
Una lastra di pietra da mezza tonnellata, caduta dalla camera della
grotta, è parzialmente lavorata come un torso femminile chinato.
Si tratta sempre d'una forma suggerita dalla natura della pietra,
leggermente ritoccata da qualche antico scultore, per indicare il
seno, il tronco e le cosce d'una donna reclinata, oggi priva di
testa. Appariva come una rappresentazione di Byanu, non nel suo
ruolo di Madre degli Eroi, ma piuttosto di seduttrice compagna dell'uomo.
Perciò Fell ed il suo gruppo battezzarono il dolmen "Grotta
di Venere".
Note:
(1) Cfr. i precedenti articoli dello stesso autore, pubblicati
sugli scorsi numeri di Archeomisteri. In particolare, la scheda
biografica di Barry Fell è stata posta in evidenza nell'articolo:
A. ARECCHI, Quei Cirenei che colonizzarono il Pacifico (Archeomisteri
n. 14).
Nato in Inghilterra e cresciuto in Nuova Zelanda, Howard Barraclough
Fell (1917-1994), meglio conosciuto come Barry Fell, ha avuto un'enorme
influenza negli Stati Uniti. Biologo marino di grandi capacità,
Fell divenne professore di zoologia comparata a Harvard. Aveva una
buona conoscenza del latino, del greco e delle lingue celtiche.
Si dedicò a studi di crittografia quando prestava servizio
nell'Esercito Britannico. Per la conoscenza di ogni altra lingua
fu un autodidatta. Cominciò ad interessarsi della diffusione
delle razze umane dallo studio delle migrazioni delle specie marine,
e trasferì i propri interessi allo studio delle lingue delle
società umane. Cominciò a studiare i Polinesiani e
concluse che diverse culture provenienti dall'Europa e dall'Africa
fossero presenti nel Nuovo Mondo prima di Colombo.
(2) Per le connessioni del culto di Tanith con l'antica Atlantide,
cfr.: A. ARECCHI, L'impero di Atlantide dal Mediterraneo al Nuovo
Mondo (Archeomisteri n. 17) e A. ARECCHI, Atlantide, una civiltà
marinara (Archeomisteri n. 20).
(3) Cfr.: A. ARECCHI, Quei Cirenei che colonizzarono il Pacifico
(Archeomisteri n. 14).
(4) Per caratterizzare la figura di Gloria Farley, cfr.: A.
ARECCHI, L'impero di Atlantide dal Mediterraneo al Nuovo Mondo (Archeomisteri
n. 17).
di Alberto Arecchi
liutprand@iol.it
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di Michael A. Cremo, Richard L. Thompson2. Archeologia Misterica
di Luc Bürgin3. Archeologia dell'impossibile
di Volterri Roberto4. Archeologia eretica
di Luc Bürgin5. Il libro degli antichi misteri
di Reinhard Habeck6. Rennes-le-Château e il mistero dell'abbazia di Carol
di Roberto Volterri, Alessandro Piana7. Il mistero delle piramidi lombarde
di Vincenzo Di Gregorio8. Le dee viventi
di Marija Gimbutas9. Come ho trovato l'arca di Noè
di Angelo Palego10. Navi e marinai dell'antichità
di Lionel Casson
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