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15 Marzo 2003 ARCHEOLOGIA
Stephen Caesar ABR ELECTRONIC NEWSLETTER
INVESTIGANDO LA GENESI
tempo di lettura previsto 3 min. circa

I ciclidi sono pesci che abitano le basse acque lungo le costa del lago africano Tanganica. Gli evoluzionisti li considerano una prova inconfutabile dell´evoluzione in atto, poiché sono stati visti "evolversi" in parecchie nuove specie nel corso degli ultimi decenni. Questi eventi sono prove di microevoluzione intraspecie, discussa molte volte su queste pagine, ma non di macroevoluzione transpecie, dal momento che i ciclidi non stanno evolvendo in più avanzate e superiori forme di vita, nel classico e darwiniano scenario "dal fango alla scimmia a Mozart" o "da ameba a scimmia ad Einstein".

Le numerose "specie" di ciclidi di cui i naturalisti stanno testimoniando il venire ad esistenza, sono in realtà il risultato di plasticità fenotipica. Questo termine è già stato discusso in precedenti articoli su queste pagine; si riferisce all´abilità degli umani e degli animali di mutare drammaticamente come risultato dei mutamenti ambientali. Ciò deriva non dalle mutazioni o dalla selezione naturali, come proposto da Darwin, ma da una figura pre-programmata del codice genetico che permette ad un interruttore "acceso-spento" di attivarsi o disattivarsi a seconda delle circostanze esterne.

Hans Hofmann, studioso presso l´Harvard´s Bauer Center per la Ricerca sul Genoma, ha scoperto che la visibile "evoluzione" dei ciclidi è il risultato di plasticità fenotipica, non di evoluzione darwiniana. Hofmann concentra la sua attenzione sulla relazione tra l´ambiente di un organismo ed il suo comportamento, valutando come questi due fattori interagiscano sulla plasticità fenotipica (Shaw 2003: 30). L´Harvard Magazine riporta al riguardo:

"[C]erti geni che regolano i fenotipi –gruppi di tratti e comportamenti fisiologici- sono in realtà sotto diretto controllo sociale. Un genoma, la collezione completa dei geni di un organismo, è plastico, sostiene Hofmann. L´ambiente –sia esso sociale che culturale- può attivare o disattivare i geni a seconda della necessità".

Hofmann ha osservato che i ciclidi sia in ambiente selvatico che in laboratorio, e verificato che posseggono "un´inusuale mutabilità nel corso della vita" (ibidem). I geni "interruttore" dei ciclidi sono attivati non solo da fattori esterni, come i cambiamenti ambientali, ma, in uguale misura, da fattori sociali. Hofmann ha notato che i ciclidi maschi sperimentano mutamenti nel colore, nella territorialità, nell´attività riproduttiva, e nella loro stessa socialità, a seconda di quello che gli altri ciclidi fanno. In ogni gruppo di ciclidi, vi è un maschio dominante che gestisce tutti gli accoppiamenti con le femmine. Se la situazione si modifica, ad esempio per la morte di quel maschio o di un mutamento radicale nel lago, i maschi sottomessi combatteranno per il posto più importante. Tra essi, il pesce vincente svilupperà una striscia sull´occhio ed un colore più luminoso. Entro una settimana, avranno luogo mutamenti perfino più eclatanti. Precedentemente non in grado di riprodursi, l´organo del vincitore improvvisamente invierà un messaggio al cervello perché siano prodotte cellule spermatiche (ibid., 31-32).

Gli esperimenti di Hofmann hanno scoperto "almeno 14 caratteri fenotipica sotto controllo sociale" (ibid., 32).

Hofmann ha fino ad ora individuato 96 geni "interruttore" nei ciclidi, attivabili da fattori esterni. Ha dichiarato: "L´idea che un gene abbia una sola funzione è semplicistica – e trascura il complesso sistema di interazioni tra l´ambiente sociale e gli animali individuali" (ibid.33). L´Harvard Magazine conclude: "Hofmann sospetta che la plasticità fenotipica dei ciclidi possa avere messo i pesci in condizione di adattarsi a nuovi ambienti nel corso dell´evoluzione, ciò risultando dall´esame di numerosi branchi della specie trovati nel Lago Tanganica" (ibid.)

A dispetto delle teorie correnti in materia evoluzionistica, i ciclidi non stanno evolvendo verso forme di vita superiori e più avanzate, secondo il tradizionale scenario darwiniano di macroevoluzione, attraverso la selezione naturale e la sopravvivenza dei più forti. L´evoluzione alla quale l´Harvard Magazine fa riferimento è il risultato della plasticità fenotipica all´interno del più vasto "tipo" dei ciclidi. (...)

Riferimenti:

Shaw, J. 2003. "Phenome Fellow."

Harvard Magazine 105, no. 3.

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