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1 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
Bryant G.Wood ABR ELECTRONIC NEWSLETTER
Due recenti articoli relativi alla Conquista
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Uno delle sfide che si propone a coloro che sostengono la storicità della Conquista, come presentata nel Libro di Giosuè, consiste nell´assenza di documentazione dell´evento al di fuori del testo biblico. La critica è rapida ad evidenziare che essendo la Bibbia un testo religioso, il racconto della Conquista potrebbe essere stato esagerato, o addirittura inventato di sana pianta, per sostenere il messaggio religioso dell´autore. Per contrastare questa tesi, ci si può appellare alle prove archeologiche della distruzione di Gerico, Kh. El-Maqatir (identificato come Ai da questo autore) e Hazor come elementi a sostegno della Conquista, avvenuta attorno al 1400 a.C., la data approssimativa dell´evento secondo la cronologia biblica (Wood 1990). Ma la prova archeologica è soggetta ad interpretazione, così coloro che intendono dissentire dal modello biblico possono prontamente trovare giustificazioni per liquidare queste prove, come non utili a dimostrare in senso definitivo l´arrivo del popolo di Israele nella terra di Canaan.

Gli studiosi secolari sono generalmente dell´opinione che la primissima storia di Israele, anteriore al Periodo dei Re, non possa essere presa in seria considerazione, a meno che la veridicità degli eventi descritti trovi riscontro da mezzi di testimonianza indipendenti.

Questo approccio è, a nostro avviso, interamente pregiudiziale e non scientifico. Altri documenti antichi sono assunti come accurati malgrado vi siano credibili evidenze che dimostrerebbero il contrario. Questi documenti sono tra l´altro, religiosi al pari della Bibbia. Gli autori di testi antichi menzionano frequentemente le loro divinità pagane ed i prodigi che hanno saputo operare per loro conto. E da dove proverrebbe questa documentazione extra-Biblica?

Lo studioso inglese Kenneth Kitchen ha rilevato la deficienza di testi storici anteriori al Periodo dei Re. A parte pochi e limitati riferimenti alle campagne di Canaan nelle registrazioni egizie, i soli testi storici che abbiamo a disposizione sono le Lettere dell´Amarna risalenti alla metà del XIV secolo a.C. (Moran 1992). Secondo la cronologia biblica, questo sarebbe stato il primo Periodo dei Giudici, dopo che la Conquista aveva già avuto luogo. Del periodo della Conquista stessa, ca.1406-1400 a.C., siamo assolutamente privi di documentazione scritta che offra una testimonianza indipendente degli eventi relativi.

A dispetto di questa premessa negativa, abbiamo diversi documenti che offrono prove indirette circa il concreto svolgersi della Conquista. La Stele di Merenptah è conosciuta da oltre 100 anni. Fu scoperta nella tomba del Faraone Merenptah, figlio di Ramesse II (il Grande) a Tebe, da Flinders Petrie nel 1896. Una sezione ma altamente significativa della stele, registra una campagna in terra di Canaan da parte di Merenptah attorno al 1210 a.C. Uno dei risultati della campagna, secondo la stele, fu che:

"Israele è disperso ma non lo è il suo seme; e Harru è divenuta una vedova a causa dell´Egitto" (Hoffmeier 1997).

Era fenomeno frequente che, nelle antiche documentazioni, l´autore fosse meno che veritiero nell´esaltare le imprese del faraone. Merenptah, infatti, non annichilì Israele come indica la stele. D´altro canto, la menzione di Israele nella lista delle città stato e nazioni presuntivamente sconfitte dal faraone, attesta che Israele fosse un´entità importante ai tempi di Merenptah. Il re della più grande nazione sulla terra non avrebbe certamente esaltato la sconfitta di un popolo sconosciuto o poco importante. Da che Israele è l´unico gruppo etnico proveniente dalla regione centrale di Canaan menzionato nel testo, ciò implica che fosse il gruppo più autorevole nella terra di Canaan a quel tempo. In addizione, Merenptah sostiene che Harru, un termine generico per Siria e Canaan, divenne vedova per causa dell´allegata eradicazione del popolo di Israele. Ciò indicherebbe che la perdita di Israele avrebbe devastato l´intera regione, attestando ancora una volta l´importanza di Israele. Per ottenere una tale considerazione, Israele deve essersi trovata in Canaan per una lunghezza di tempo significativa, prima del 1210 a.C. Così, la Stele di Merenptah offre evidenze indirette che Israele arrivò nella regione attorno al 1400 a.C., come indicato nel testo biblico.

Due articoli recenti offrono un sostegno addizionale al modello della Conquista, relativo all´ingresso di Israele nella terra di Canaan. Il primo riscontro si ha con un altro, apparente, riferimento ad Israele nei testi Egizi (Görg 2001). Un frammento alla base di una colonna, ora nel Museo Egizio di Berlino, è inscritto con una porzione di una lista di nomi. I nomi ancora leggibili sono Ashkelon, Canaan ed un terzo nome che è solo parzialmente preservato. Görg interpreta il terzo nome come Israele. L´iscrizione è ricondotta al regno di Ramesse II, precedente dunque alla Stele di Merenptah. Perfino più significativo il fatto che Görg sostenga, basandosi sulla scansione sillabica, che i nomi siano stati copiati da una lista di nomi ancora precedente risalente al tempo di Amenothep II, che regnò attorno al 1453-1419 o 1427-1401 a.C., a seconda di quale cronologia egizia si intende usare. Si tratta di una notizia fondamentale con riguardo alla data e alla natura dell´ingresso Israeliano in Canaan. Se Görg avesse ragione, ciò porrebbe il popolo di Israele in terra di Canaan al tempo della Conquista biblica. Ma come pressoché tutte le scoperte archeologiche importanti, vi è un elemento d´incertezza riguardo alle conclusioni di Görg. Dal momento che il nome di Israele è solo parzialmente preservato, e la scansione letterale è leggermente differente che quella sulla Stele di Merenptah, vi è spazio per un dubbio. Fino ad ora, comunque, nessuno ha potuto confutare l´interpretazione di Görg.

Il secondo articolo ha a che fare con una solida tradizione secondo la quale i Fenici che si stanziarono nel Nord Africa furono condotti fuori da Canaan da Giosuè (Frendo 2002). Uno storico greco dal nome di Procopio di Cesarea, scrisse nel VI secolo d.C.:

Loro [i Canaaniti] hanno anche costruito una fortezza in Numidia, dove ora si trova la città chiamata Tigisis [probabilmente in Algeria]. In quel luogo vi sono due colonne di pietra bianca, presso una grande sorgente, che recano lettere Fenice incise su di esse che dicono in lingua fenicia: "Siamo coloro che fuggirono alla presenza di Giosuè, il saccheggiatore, figlio di Nun" (Frendo 2002).

Anche Moses di Khoren, uno dei primi storici armeni, cita le due colonne fenicie incise (Frendo 2002). In seguito, gli stessi storici greci si riferiscono a questa tradizione. Per esempio, è riportato nel Chronicon Paschal, opera anonima del 630 d.C. circa

Gli abitanti di queste [isole, ovvero le Baleari a nord dell´Algeria e ad est della Spagna] erano Canaaniti che fuggirono dal cospetto di Giosuè, figlio di Nun (Frendo 2002).

L´originale testo Greco di questa citazione è di molto precedente, addirittura al 234 a.C. (Frendo 2002). E´ pertanto altamente improbabile che i Fenici del Nord Africa avessero inventato una tale tradizione priva di significato per spiegare come si trovarono ad essere in Nord Africa.