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31 Dicembre 2002 ARCHEOLOGIA
IHT - International Herald Tribune
Si intensifica il dibattito sugli autori dei Rotoli del Mar Morto
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Providence, Rhode Island – Centinaia di libri e migliaia di articoli sono stati scritti sui Rotoli del Mar Morto, scoperti più di 50 anni fa nelle grotte vicino alle rovine di un insediamento conosciuto come Qumran. Gli studiosi e i teologi hanno trascritto, tradotto e discusso questi testi, alla ricerca di una migliore visione della storia dell´antico Israele al tempo del passaggio dal Giudaismo alle origini del Cristianesimo.

Ma Qumran stessa è stata largamente inesplorata per lungo tempo. Perfino i risultati dei primi scavi, negli anni ´50, sono stati per lo più inediti e indisponibili per lo studio indipendente. E la situazione, dicono alcuni studiosi, non cambia per la conservazione degli stessi rotoli, gelosamente conservati da biblisti selezionati, la cui egemonia sulle pubblicazioni è stata finalmente spezzata dopo una rabbiosa contesa, circa un decennio fa.

Ora sono gli archeologi ad essere impazienti. Molti di loro non accetteranno ancora a lungo senza discussioni la tradizionale visione di Qumran, avanzata dopo i primi scavi condotti da Padre Roland de Vaux, uno studioso della Bibbia ed archeologo francese.

Dall´esame delle fondazioni degli edifici, seppellimenti e probabili bagni rituali al sito, de Vaux aveva concluso che si dovesse trattare di un insediamento monastico appartenente agli Esseni, una ristretta setta ebraica, e che siano stati i loro scribi a redigere i rotoli nei primi secoli avanti e dopo Cristo. Alcune delle pratiche ascetiche e credenze radicali religiose menzionate nei rotoli sembravano corrispondere alla dottrina Essena, come registrata anche dagli storici pressoché coevi, Giuseppe e Plinio.

La sfida a questa interpretazione è emersa negli ultimi anni. Qumran potrebbe invece essere stata una fortezza militare, sostengono alcuni storici, o una magione fortificata, o una villa. Potrebbe essere stata una comunità agricola o commerciale. In ogni caso, è sostenuto con crescente veemenza, non vi è alcuna prova archeologica certa circa il collegamento tra l´insediamento di Qumran e i rotoli trovati nelle grotte vicine.

La frammentazione dei consensi è stata manifesta in una conferenza di archeologi dedicata a Qumran, tenutasi alla Brown University, Providence, lo scorso novembre. Gli organizzatori hanno riferito che si trattava del primo incontro dedicato esclusivamente all´archeologia del sito, 20 chilometri a sud di Gerico, su una piana rocciosa sopra i lidi occidentali del Mar Morto.

Sulla base delle nuove ricerche, gli archeologi hanno riportato la descrizione di terraglie individuate al sito, che sembrano respingere l´ipotesi di De Vaux, e altre ceramiche di sostegno.

Inferiscono dal genere di arredi per la tavola la possibile dimensione e natura della comunità.

Hanno discusso anche degli scheletri esumati dai seppellimenti – perché una coppia di donne dovrebbe essere seppellita in un cimitero Esseno?

Obbiettano che l´acquedotto e i bacini dovessero necessariamente trovarsi lì per bagni rituali o fossero piuttosto deputati alla raccolta di acqua potabile o a scopi agricoli.

"Non vi è nuovo consenso" ha dichiarato Katharina Galor, un´archeologa della Brown ed organizzatrice della conferenza, nel corso di una pausa nella discussione. "O il nuovo consenso è che il vecchio consenso è morto".

Jean-Baptiste Humbert della Scuola Francese Biblica ed Archeologica di Gerusalemme, successore di de Vaux, ora deceduto, difende generalmente l´interpretazione tradizionale. Ma concede che: "Oggi nessuno può provare con certezza che Qumran fosse un sito Esseno, malgrado questa ipotesi rimanga la più plausibile".

James Tabor, storico e professore di studi religiosi all´Università del North Carolina a Charlotte, ha dichiarato: "La maggior parte degli studiosi potrà anche credere che questa sia l´ipotesi più plausibili. Ma se si va oltre le prime apparenze, e ci si pongono domande specifiche, ecco che le cose cambiano".

Forse riflettendo sui dubbi di molti autori circa il coinvolgimento Esseno, Yizhar Hirschfels dell´Università Ebraica di Gerusalemme, ha dichiarato: "Per sostenere la natura monastica dell´insediamento, gli studiosi hanno dovuto talvolta manipolare le prove archeologiche." De Vaux, per esempio, è stato criticato per aver forse veduto Qumran attraverso la lente della sua propria vita di sacerdote domenicano che viveva in una comunità religiosa chiusa.

Potrebbe essere comprensibile che egli vedesse le larghe stanze dell´edificio principale e l´assenza di alloggi privati come prova di una struttura comunitaria sociale, come un monastero.

Le tracce dei bacini d´acqua suggeriscono la presenza di miqva´´ot, o bagni rituali ebraici, che le comunità Essene avrebbero dovuto avere.

I seppellimenti individuali nel cimitero erano dissimili dai seppellimenti in tombe di famiglia, preferite dalla maggior parte degli ebrei del tempo, e pressoché tutti gli scavi effettuati contenevano scheletri di uomini adulti.

In difesa di de Vaux, Galor ha notato che gli archeologi a quel tempo avevano scarsamente studiato le coste del Mar Morto.

"Solo dopo avere visto altre cose in altri siti, avendo un quadro d´insieme della regione, allora si può capire che Qumran non era probabilmente un sito così unico nelle sue caratteristiche", ha riferito.

"Sono risentita per il fatto che la maggior parte del materiale di Qumran sia ancora inedito" ha dichiarato Jodi Magness dell´Università del North Carolina a Chapel Hill, sostenitore delle tesi di de Vaux e autore del molto considerato "Archeologia di Qumran e Rotoli del Mar Morto".

Juergen Zangenberg dell´Università di Wuppertal in Germania ha riferito: "La deplorevole mancanza di rilevanti dati affligge ogni possibile teoria su Qumran, sia le correnti principali, che le minori."

Solo il volume sul rapporto degli scavi di de Vaux è stato pubblicato; due successivi, provenienti ancora dal gruppo di Humbert, sono in corso di preparazione e saranno disponibili probabilmente nei prossimi uno o due anni. Il progetto, allo studio presso la scuola Francese di Gerusalemme, ma facente partecipe un team internazionale di studiosi, si è più volte arrestato per mancanza di fondi.

Come oggi molti archeologi ritengono, non vi è prova in equivoca di chi fossero i popoli che abitavano Qumran a quel tempo, o cosa facessero lì. Questa è ancora la domanda centrale, che conduce alla necessità di nuovi scavi.

Recentemente, sono stati trovati diversi forni, molti oggetti di ceramica ed altre prove che sostengono probabilmente un´estensiva industria di ceramica al sito.

La somiglianza nello stile degli utensili trovati alle rovine e le giare di argilla che contenevano i rotoli furono un elemento importante nell´associazione di Qumran alle grotte dei rotoli, quando fu proposta per la prima volta l´ipotesi tradizionale.

Ma l´argomento potrebbe essere destabilizzato dalle ricerche riportate da Rachel Bar Nathan, dell´Autorità Israeliana sulle Antichità. Esaminando gli stili delle ceramiche nella regione, ha trovato gli stessi tipi di ceramiche prevalenti a Gerico ed altrove. Qumran potrebbe non essere stata quindi una comunità così isolata, dopotutto, bensì collegata da molte iniziative commerciali attraverso la regione.

L´approccio regionale è uno dei nuovi elementi negli studi di Qumran, che coinvolgono scienziati, sociologi, e studiosi di economia antica. Zangenberg ha dichiarato che: "Questo ci insegnerà che perfino i ´siti religiosi´ – se Qumran si proverà essere stato qualcosa di simile – avevano la loro economia, la loro struttura sociale ed il loro substrato naturale, che determinavano la gamma delle opzioni" che hanno influenzato il carattere e le imprese della comunità