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20 Ottobre 2002 ARCHEOLOGIA
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La stella di Betlemme: tornare indietro nel tempo per scoprire le sue origini
tempo di lettura previsto 11 min. circa

Sembra quasi tradizionale in questo periodo dell´anno fermarsi ad osservare la volta celeste per riflettere sull´antica questione della possibile origine della Stella di Betlemme. Era la cosiddetta Stella del Natale un´inusuale, notevole all´occhio nudo, configurazione di pianeti, o era invece il favoleggiato "segno nel cielo", una meteora, una cometa, una nova o ancora qualcosa di sovrannaturale?

Nuove conoscenze sulle antiche credenze in materia astrologica e moderne tabelle di planetari computerizzate, possono ora aiutarci a trovare una soluzione plausibile. Ma prima di tornare indietro nel tempo ad esplorare la possibile risposta, è necessario comprendere i molti problemi dietro la questione.

Ci sono molti fattori che contribuiscono a creare il mistero, inclusa l´incertezza della data reale dalla nascita di Cristo e la terminologia usata per descrivere gli eventi celestiali per l´apparizione della Stella circa 20 secoli or sono. Per esempio, ogni oggetto celeste abbastanza luminoso da attirare l´attenzione, era definito "stella". Le meteore, per esempio, erano stelle "cadenti"; le comete erano stelle "dotate di chioma"; le novae erano stelle "nuove" e i pianeti, stelle "erranti".

Fissare una data.

La Bibbia non dice niente riguardo alla data del calendario della Natività, ma si riferisce ad eventi e personaggi storici, come il regno del Re Erode. I moderni ricercatori di storia sostengono che Erode dovrebbe essere morto in un periodo compreso tra il 4 a.C.e l´1 a.C., del nostro attuale calendario. I Magi si dice abbiano visitato Erode poco prima della sua morte, e presumibilmente la nascita di Cristo e l´apparizione della Stella si sono verificate anch´esse poco prima di ciò.

E´ veramente incerto che Gesù sia nato nel tardo dicembre. Per una cosa: il passaggio biblico di San Luca: "C´erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge", indicando la primavera come la stagione più probabile; e questo era anche il periodo in cui in Giudea si vedevano gli agnellini appena nati.

Nei tempi antichi, il 25 dicembre era la data della festa Romana dei Saturnalia. Era il periodo in cui si scambiavano i doni; le case, le strade e gli edifici erano decorarti; la gente tornava a casa per le vacanze e tutti erano felici, e di buon umore, in vena di festa. E´ stato detto che i primi cristiani scelsero la data dei Saturnalia in modo da non attrarre l´attenzione sui loro festeggiamenti, ed evitare così le persecuzioni.

Quando l´Imperatore romano Costantino adottò ufficialmente la religione cristiana, nel IV secolo, la data del Natale rimase comunque il 25 dicembre.

La nascita di Cristo quasi certamente non si verificò 2002 anni or sono. La nostra attuale cronologia per la quale gli anni sono considerati prima o dopo la nascita di Cristo, fu concepita dal romano Dionisio il Piccolo attorno al 523 d.C.

Sfortunatamente Dionisio fece due errori significativi nel suo calcolo. Il primo fu collocare l´1 d.C. immediatamente dopo l´1 a.C., ignorando completamente lo zero, richiesto matematicamente tra i due. A quel tempo, però, lo zero non era considerato un numero. Così, per esempio, quel che ora chiamiamo 3 a.C. è in realtà –2 parlando numericamente.

In secondo luogo, Dionisio accettò la disposizione di Clemente di Alessandria, secondo la quale Gesù nacque nel 28° anno di regno dell´Imperatore romano Cesare Augusto. Ma Dionisio non comprese che nel corso dei primi quattro anni del suo regno questo sovrano romano, era conosciuto per il suo nome originale di Ottaviano, fino a che il senato romano lo proclamò "Augusto". Così, anche qui abbiamo un errore di 4 anni, ma quando fu compreso, si disse che ormai la cronologia era troppo conosciuta e accettata per essere modificata.

Per quanto riguarda l´apparizione della Stella, la maggior parte degli astronomi e gli studiosi biblici ritengono che si verificò con probabilità in un periodo compreso tra il 7 ed il 2 a.C. Pertanto, questo è il lasso di tempo che dobbiamo esplorare per determinare se vi fosse qualcosa di insolito nel cielo che potrebbe avere attratto l´attenzione dei Magi.

Che cos´era?

Almeno quattro teorie sono state avanzate per spiegare la Stella da un punto di vista puramente astronomico.

Probabilmente la prima idea da avanzare sarebbe quella di una meteora infuocata insolitamente luminosa. Ma come la maggior parte degli osservatori del cielo sa, un tale oggetto può essere osservato come un lampo in mezzo al cielo, in un lasso di tempo di secondi –difficilmente abbastanza a lungo da guidare i Magi lungo la via dall´Oriente fino alla piccola città di Betlemme. Così possiamo accantonare questa teoria.

Non così facilmente liquidabile, invece, la possibilità che la Stella fosse in realtà una cometa luminosa.

Le comete possono rimanere visibili ad occhio nudo per settimane, sia nell´immediatezza del tramonto, che per la durata della notte. Non è impossibile credere che una cometa con una testa luminosissima ed una lunga coda gassosa, puntata come una sorta di dito cosmico verso l´orizzonte, possa avere condotto i Magi a Betlemme.

La famosa Cometa di Halley, vista all´inizio del 1986, attraversò i cieli nel corso dei mesi di Agosto e Settembre nell´11 a.C. Comunque, la maggior parte delle autorità in materia, sostengono non sia durata abbastanza da fare al caso nostro. Malgrado sembri improbabile che un´altra grande cometa possa essere apparsa in tempi ravvicinati, senza essere adeguatamente documentata dai testimoni del tempo, non potremmo mai essere davvero sicuri.

Del resto, le comete erano viste come simboli del male, presagio di inondazioni, carestie, come della morte –e non della nascita- di re e governanti. I Romani, nell´indicare la morte del generale romano Agrippa, per esempio, usarono l´apparizione dell´11 a.C. della Cometa di Halley quale punto di riferimento. Con questo in mente, per gli antichi sarebbe stato difficile considerare la cometa come un segno celeste dell´avvento di un nuovo re.

Esplosione di una stella.

Forse la più semplice risposta è l´esplosione di una nova o di una supernova: una nuova stella compare in un bagliore accecante laddove nessuna stella era mai stata vista, senza lasciare modo a noi di ritrovarla o di risalire ad essa.

Malgrado il nome implichi il concetto di una nuova creazione, questi oggetti spettacolari sono in realtà stelle morenti, anche se figurano come nuovi oggetti (temporaneamente) aggiunte al solito scenario stellare notturno. L´apparizione di una nova non è prevedibile – una veramente luminosa è visibile forse una volta ogni 25 o 30 anni.

Dato questo assunto, una nova potrebbe comparire in un qualsiasi momento al giorno d´oggi, dato che l´ultima si è resa visibile nel 1975 (non lontano dalla stella Deneb nella costellazione del Cigno).

La maggior parte delle novae improvvisamente ed inaspettatamente raggiunge un picco di elevata luminosità nel corso di una notte, attirando l´immediata attenzione del popolo degli osservatori del cielo. Ma dopo alcuni giorni o settimane di tale prominenza, gradualmente, la luminosità decresce fino a che l´oggetto scompare alla vista.

Perfino più spettacolari –ma molto più rare- sono le supernovae; stelle che improvvisamente esplodono, liberando per un breve tempo un´incredibile emissione di energia, equivalente alla luce combinata di un´intera galassia di stelle.

All´altezza della sua esplosione, una supernova può splendere con una brillantezza capace di proiettare ombre, e può perfino essere vista in pieno giorno – proprio un annuncio celeste degno della nascita di un re.

Nella nostra galassia, la Via Lattea, nel corso dell´ultimo migliaio di anni, vi sono state quattro brillanti supernovae, nel 1006, 1054, 1572 e 1604.

Anche se una nova o supernova è la spiegazione più soddisfacente circa la natura della Stella vi sono seri problemi poiché manca qualsiasi registrazione scritta dell´apparizione di una nova nel tempo in cui gli storici biblici ritengono che i Magi abbiano compiuto il loro viaggio.

Una nova effettivamente apparve, ai confini delle costellazioni del Capricorno e dell´Acquario, nel corso della primavera del 5 a.C. Ma le testimonianze cinesi, che descrivono quest´oggetto, sottintendono che non fosse molto cospicua.

Forse un pianeta.

L´ultima eventualità è che si trattasse di uno o più dei pianeti visibili ad occhio nudo in congiunzione.

La possibilità che i Magi possano avere confuso uno o più dei familiari pianeti con una stella, sembra remota.

In ogni modo, talvolta due o più di questi solitari viaggiatori dei cieli, si ravvicinano in mirabili congiunzioni. Forse un raggruppamento planetario di particolare bellezza; la congiunzione di due pianeti o tre o addirittura di più, potrebbe avere creato una figura geometrica, attirando l´attenzione dei Magi in un periodo compreso tra il 7 e il 2 a.C.

Una figura del genere potrebbe essere stata piuttosto insolita e certamente carica di significato.

Uno di questi eventi, spesso citato nelle fonti, si verificò nella sera del 25 febbraio del 6 a.C., coinvolgendo Marte, Giove e Saturno, nella costellazione dei Pesci.

Un´altra possibile spiegazione per la Stella di Betlemme è il triplo passaggio di Giove e Saturno tra il maggio ed il dicembre del 7 a.C.; un raro esempio di tripla "grande congiunzione".

Giove apparve per passare un grado a nord di Saturno il 29 maggio; praticamente lo stesso accadde il 30 settembre; ed infine per una terza volta il 5 dicembre.

Non vi è dubbio sulla visibilità di questi eventi, la maggior parte avvenuti in opposizione al sole nei cieli notturni. Per il loro impatto astrologico, i Magi avrebbero certamente notato che entrambe i pianeti non sembravano mai allontanarsi di tanto nel periodo tra le loro congiunzioni. Per circa otto mesi consecutivi –il tempo che potrebbero avere impiegato i Magi per percorrere le 500 miglia o più da Babilonia alla Giudea- Giove e Saturno rimasero nel raggio di tre gradi di distanza l´uno dall´altro, dalla fine dell´aprile del 7 a.C. all´inizio di gennaio del 6 a.C., per coprire una distanza massima di 10 gradi.

Ma forse, nessun altro raggruppamento planetario potrebbe uguagliare quello dei due maggiori pianeti –Venere e Giove- per la spiegazione di ciò che cerchiamo. E se noi prendiamo il solo racconto della Stella letteralmente, come dato nel Vangelo di Matteo, allora quel di cui abbiamo bisogno è l´apparizione non di una sola stella, bensì di "due".

E forse qualche elemento utile alla nostra ricerca, può essere ritrovato nella costellazione del Leone.

Per i primi Israeliti, il Leone era una costellazione di grande significato astrologico, considerata una parte sacra del cielo.

Una congiunzione molto ravvicinata di Venere e Giove fu visibile al tramonto nel cielo orientale del Medio Oriente da circa il 3:45 alle 5:20 del 12 agosto del 3 a.C.

Quando per la prima volta emerse sull´orizzonte orientale, i due pianeti erano separati di soli due quinti del diametro apparente della Luna di 12 minuti d´arco. Come paragone, la distanza delle stelle Mizar e Alcor nel Grande Carro è di soli 12 minuti. Pianeti così vicini sono molto suggestivi, se non differiscono troppo in luminosità.

Incidentalmente, San Matteo scrive che i Magi così cominciarono il loro incontro con il Re Erode: "Abbiamo visto la sua Stella nell´Oriente e siamo venuti ad adorarlo". Non è mai stato chiaro se videro la stella nel cielo orientale, o se essi la videro dall´oriente. Il fatto che il 12 agosto del 3 a.C. la congiunzione di Venere e Giove si verificò nei cieli orientali e possa avere anche dato inizio al viaggio dei Magi dall´est a Betlemme, confermerebbe entrambe le affermazioni di Matteo – inclusa quella su Re Erode.

Venere in ultimo si stemperò nella luminosità del Sole, ma Giove ed il Leone rimasero visibili nel cielo notturno per i successivi dieci mesi. Nel corso di questo periodo ebbero luogo un numero addizionali congiunzioni planetarie, tutte di grande importanza per i preti-astrologi del tempo. Quindi, nel corso del giugno del 2 a.C., quando Giove e la stella del Leone iniziarono a tramontare, Venere tornò nella stessa regione del cielo per uno spettacolo perfino più spettacolare.

I Magi certamente avrebbero preso nota che nella sera del 17 giugno, Giove e Venere si presentarono persino più vicini di quanto non avessero fatto nel cielo del tramonto del precedente agosto. Quando i pianeti lentamente scesero verso l´orizzonte, si avvicinarono ulteriormente.

Infine, alle 8:30 della sera, ora locale, raggiunsero una prossimità di 0.6 minuti d´arco l´uno dall´altro apparendo ad un´altezza di 15° sopra l´orizzonte occidentale. Per i Magi, i due pianeti più brillanti devono essere apparsi come un unica grande luce, guida nel cielo del loro lungo cammino verso la Giudea. Gli occhiali dovevano ancora essere inventati, così solo persone con vista perfetta avrebbero potuto notare che si trattava di due pianeti separati.

Gli astronomi possono dirci che tutte queste congiunzioni planetarie si verificarono effettivamente.

Usando uno dei software per il calcolo del cammino delle stelle nei cieli, ciascuno di noi può tornare indietro nel tempo e scoprire come ebbero luogo, quando, e visibili da dove, e tentare di giudicare quale possa essere sembrata più sconvolgente per i Magi.

Ma se qualcuno mai li osservò, o se alcuno di questi fu mai responsabile del viaggio storico dei Magi, sarà sempre oggetto di congetture.