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1 Dicembre 2010 ARCHEOLOGIA
ditadifulmine.com
UN'ALTRA TEORIA SULLA COSTRUZIONE DI STONEHENGE
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Un ingegnere sostiene che Stonehenge è stata costruita grazie a "involucri di vimini"!

Come sia stato costruito il complesso di Stonehenge, nessuno ancora lo sa con certezza. Ci sono ipotesi che tentano di dare una spiegazione, ma spesso si incorre in problemi fisici che limitano l'attendibilità delle varie ipotesi.

Gary Lavin è quasi certo di aver trovato la soluzione all'enigma del metodo costruttivo di Stonehenge. Secondo lui, le pietre che compongono il complesso sono state trasportate attraverso pianure, colline e fiumi grazie ad contenitori di vimini che creavano una sorta di "capsula galleggiante".

Secondo Lavin, il lavoro si sarebbe svolto attraverso due team da 10 persone ciascuno. Mentre il primo team riposava, il secondo faceva rotolare le pietre sulle campagne inglesi, o le spostava facendole galleggiare sull'acqua.

Non si parla di pietruzze: le pietre di Stonehenge pesano almeno 4 tonnellate, e sono state trasportate per decine, a volte centinaia di chilometri. Le pietre più grandi arrivano a pesare fino a 50 tonnellate, e provengono da circa 30 km di distanza dal sito. Le pietre di dimensioni inferiori, invece, provencono dal Galles, ad oltre 200 km di distanza da Stonehenge.

"Ho sempre pensato che trascinare queste pietre enormi sia fisicamente impossibile per via della frizione con la superficie. La chiave è la tecnologia che è sempre stata attorno a noi" dice Lavin.

Chi ha costruito Stonehenge pare sia stato molto abile nella lavorazione del legno, e secondo Lavin, la costruzione di questi "bozzoli" per le pietre non è altro che un'elaborazione ulteriore delle tecniche di lavorazione del legno utilizzate al tempo.

Gli involucri delle pietre venivano realizzati con giovani salici e ontani. Lo scopo era quello di creare una struttura leggera, flessibile, e facilmente manovrabile da 4-5 uomini grazie al rotolamento. Per rendere tutto più stabile e aumentare il galleggiamento, gli spazi tra il telaio di legno e la pietra venivano riempiti di rami.

La galleggiabilità della struttura sembra essere stata un punto chiave dello spostamento delle pietre di Stonehenge: grazie al trasporto fluviale (forse sul fiume Wye), le pietre avrebbero potuto percorrere decine di chilometri senza sottoporre gli operai a sforzi eccessivi.

"Le strutture di vimini erano ovunque al tempo, sono state anche scoperte delle sorgenti piene di manufatti di vimini. Si tratta di prendere quella tecnologia e utilizzarla in un nuovo modo" spiega Lavin. La sua ipotesi è stata messa alla prova la scorsa estate nei pressi di Stonehenge: Lavin è stato in grado di spostare una pietra di una tonnellata grazie ad un telaio che lui stesso ha costruito.

Il passo successivo sarà quello di mettere alla prova la gabbia di vimini con una pietra da cinque tonnellate. Per cercare di dimostrare la sua ipotesi, Lavin si è messo in contatto con un ingegnere, un archeologo specializzato nell'antica lavorazione del legno, e un intrecciatore di salice professionista.

Il loro lavoro verrà probabilmente messo alla prova nell'estate del 2011.

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