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23 Novembre 2001 ARCHEOLOGIA
D.Laing BibleMysteries.com
Alla ricerca dell´Eden
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tempo di lettura previsto 13 min. circa

La collocazione dell´Eden è data dalla Genesi, 2:10-14:

"Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava Quattro corsi. Il primo fiume si chiamava Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avila, dove c´è l´oro e l´oro di quella terra è fine; qui c´è anche la resina odorosa e la pietra d´onice. Il secondo fiume si chiama Gihcon; esso scorre intorno a tutto il paese d´Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Ed il quarto fiume è l´Eufrate".

Nel passaggio deve essere notato che l´originale riferimento ebraico riguardante il Fiume Gicon era che esso comprendeva la terra di "Kush" e di "Gush". Questo fu interpretato dal traduttore del XVII secolo, come un riferimento all´Etiopia, molto più lontano verso sud e situato in Africa.

Ci sono due correnti di pensiero riguardo l´Eden.

Una lo pone nelle montagne della Turchia vicino a dove hanno origine le sorgenti dei Tigri e dell´Eufrate. Questa collocazione è stata sostenuta inizialmente poiché è stato notato che la traduzione originale sarebbe dovuta essere "Ed un fiume sorgeva in Eden", e si ritiene pertanto che tutte le quattro origini citate dei fiumi si riferiscano a quelle che noi consideriamo sorgenti. La collocazione settentrionale invece, si fonda su dati piuttosto imprecisi. Doveva certamente trovarsi in qualche luogo presso l´inizio del Tigri e dell´Eufrate. Ma il problema è: dove si trovavano gli altri due fiumi? E a cosa potrebbero riferirsi i "Cherubini di guardia" e la "Spada Fiammeggiante"? Nonostante le risposte siano piuttosto vaghe, la collocazione turca per l´Eden ha un forte seguito di studiosi della Bibbia e tradizionalisti.

L´altra corrente pone l´Eden all´inizio del Golfo Persico, e all´estremità opposta del Tigri e dell´Eufrate. Questa teoria ritiene che la collocazione più corretta per i fiumi esista laddove i meccanismi e le figure che spiegherebbero la presenza della Spada Fiammeggiante e del Cherubino di guardia. Questa corrente, composta per la maggior parte di geoscienziati cita tutti i criteri richiesti, anche se non senza fare riferimenti a corollari allegorici.

Tenteremo al meglio di esaminare entrambe le possibilità.

LA COLLOCAZIONE MERIDIONALE

Esami dei sistemi fluviali nelle aree dell´Iraq e del Kuwait potrebbero sembrare porre la collocazione dell´Eden in qualche luogo nel basso Iraq, od in Kuwait sulla sommità del Golfo Persico. Per la Bibbia, questa descrizione sembra piuttosto precisa. I nomi dei fiumi sono cambiati comunque, con l´eccezione dell´Eufrate. Se noi accettiamo i dati dell´inondazione del Bacino del Mar Nero definita da Ryan e Pitman come i dati del Diluvio Biblico, allora l´Eden deve essere esistito secondo la cronologia della Bibbia in un momento prossimo al 7.200 a.C. o ancora prima. Il clima nella regione a quel tempo era molto più temperato, ed il livello del mare non si era ancora elevato.

Un esame delle terre associate con ognuno dei quattro fiumi indicati identifica ogni fiume stesso ad un giusto grado. L´ Hiddekerl, per esempio, non può essere niente altro che il Tigri, che scorre ad est di quel che una volta era l´Assiria. Il Pison è associato con la terra di Avila, notata per il suo oro. Oro, rame, ed altri metalli arrivavano dalla terra di Ur, ove nacque Abramo, dalla Persia o dall´attuale Iran.

Il più plausibile candidato, pertanto, è il sistema fluviale attualmente conosciuto come Karun. E´ un interessante parte delle conoscenze storiche che i Persiani usassero pelli di montone lungo le correnti dei ruscelli per recuperare l´oro. L´oro si sarebbe in questo modo intrappolato nel fitto tessuto lanoso mentre i sedimenti più leggeri sarebbero stati lavati via. Questa è probabilmente la fonte di un mito del vello d´oro, cui i greci fecero uso in una delle loro storie riguardanti il loro eroe popolare, Giasone. Esami delle fotografie satellitare indicano che il Karun, che scorre da sud, allo stesso tempo era molto più esteso di quanto sia ora, forse in connessione con il Karkheh, che scorre dal Nord. In questo modo, il sistema fluviale Karun/Karkheh sembrerebbe infatti abbracciare l´intera terra di Persia, o Avila.

Il fiume successivo, il Gicon, è un po´ più difficile da identificare. Ancora, esami delle fotografie satellitari ad infrarossi, indicano che in Arabia in direzione sud ovest è il rimanente di quello che una volta era un clima più umido, che fu una volta un sistema fluviale estensivo, il Wadi al-Batin. Questo sistema Wadi una volta attraversava l´intera zona centrale dell´Arabia, e si collegava al sistema fluviale del Tigri e dell´Eufrate dopo che essi si erano uniti per diventare il Shat al-Arab che fluiva dalla cima del Golfo Persico. Con questa conoscenza, ed il fatto che il Shat al-Arab abbia lentamente migrato verso Est fin dal tempo della fondazione di Ur, possiamo stimare la sua posizione nell´ottavo millennio. Ancora le fotografie satellitari all´infrarosso, indicano un corso probabile per il Shat al-Arab, proteso verso un´area chiamata Isola di Bubiyan.

Non è la prima volta che viene proposta questa osservazione. Nel 1983 l´archeologo Juris Zarins propose la parte superiore del Golfo Persico come collocazione per l´Eden. Lavorando sulle sue conoscenze della cultura Ubadian, Zarins sviluppò le sue ipotesi e propose che l´Eden fosse esistito durante la fase umida del neolitico, ponendolo in un periodo compreso tra il 6, 000 ed il 5, 000 a.C. I linguisti infatti indicano che possa essere corretto. Il primo linguaggio scritto, il Sumero, contiene le parole Eden o Edin. Anche se questo accadde qualcosa come tre migliaia di anni dopo il sorgere della cultura di Ubadian, i linguisti attribuirono l´origine della parola ad una fonte molto più antica. Nel 1943, Benno Landsburger come Assirologo, propose che questa parola e molte altre trovate in terra Sumera fossero resti linguistici di una cultura pre-Sumera che lui definì Proto-Eufratiano. Secondo questa teoria, i fiumi e i confini locali avevano tutti nomi che furono incorporati nella successiva cultura Sumera. Basando le sue ipotesi sui suoi stessi studi e sulle incoraggianti evidenze linguistiche, Zarins formulò la sua teoria e pose l´Eden sotto le acque del Golfo Persico del nord. Egli collocò anche Avila in Arabia basandosi sul fatto che "havila" è la parola ebrea per "sabbioso" o "terra di sabbia". Questa visione naturalmente comportava un´inversione dei fiumi Pison e Gicon, ponendo il Gicon ad est ed il Pison ad ovest in Arabia meridionale.

L´autore ha collocato il Gicon ad est ed il Pison ad ovest basandosi sulle prove dei primi lavoratori d´oro e rame in Persia, così come sulla considerazione che l´Arabia, per via delle condizioni meteorologiche, era una terra molto meno ospitale. Potremmo a questo proposito ricordare che alla foce del principale sbocco occidentale del Shat al-Arab, la terraferma era sabbiosa.

Secondo le ricerche del Dr. Pitman e del Dr. Ryan il Grande Diluvio ricordato nella Bibbia si verificò in un periodo compreso tra il 6000 ed il 5000 a.C., cosicché l´Eden sarebbe dovuto esistere in un periodo anteriore. Gli antichi livelli del Mar Morto agiscono come una sorta di barometro delle condizioni climatiche. Sulla carta raffigurata sotto, sono mostrate le fasi umide del neolitico, che giunsero come risposta al precedente periodo asciutto, negli anni attorno al 9500 a.C.

Questo periodo durò fino a circa il 5000 a.C. quando il livello cominciò a ridiscendere. Se accettiamo questa come un´evidenza regionale, allora avremo un periodo di circa 4500 anni, nel quale posizionare l´esistenza dell´Eden. Sappiamo comunque che il diluvio si verificò attorno al 5500 a.C., approssimativamente verso la fine del periodo. Possiamo anche esaminare nelle immagini satellitari un delta residuo formatosi quando il Wadi-Batin (probabilmente il fiume Gicon) si vuotò in una baia poco profonda. Dal momento che il canale principale è ampio, ancora più poveramente definito del delta stesso, il delta dovette formarsi dopo il canale, che fu successivamente in qualche modo oscurato. Questa è la conferma che, a quel tempo, il livello del Golfo Persico stava crescendo. Se il Golfo Persico avesse seguito un processo analogo a quello del Mar Morto, al quale è simile per molti versi, la descrizione fornitaci dal testo Biblico corrisponderebbe alla configurazione dei fiumi, per come essi erano molto tempo prima che le acque del Golfo raggiungessero il massimo livello.

Dal momento che la configurazione è simile oggigiorno, fatta eccezione dell´ora prosciugato Wadi Batin, questo porrebbe il tempo dell´evento dopo il 7, 500 a.C., ma forse non dopo il 7, 200 a.C.

E´ stato proposto da Zarins che al momento attuale, il Shat al-Arab (che significa il "fiume degli Arabi" in Arabo) sia ciò che rimane del fiume che usciva dall´Eden. Il Shat al-Arab scorre in Iraq per la lunghezza di 120 miglia, ed si forma dalla confluenza del Tigri e dell´Eufrate ad Al-Qurna; scorre verso sud est lungo il confine tra Iran ed Iraq passando per paludi, campi di riso, e piccoli boschi, fino a raggiungere il Golfo Persico. Le sue acque sono usate per l´irrigazione e i natanti oceanici possono raggiungere Basra a nord, anche se la navigazione non è semplice superata Abadan.

Il Shat al-Arab, come l´Eufrate, attraverso i millenni ha modificato il suo cammino verso est. I canali più antichi, ora colmati, si trovano - come già rilevato - ad ovest del suo attuale corso e sembrano indicare lo sbocco del fiume direttamente all´isola di Bubiyan.

Potrebbe allora l´Isola di Bubiyan essere l´Eden? Sappiamo che i livelli del mare sono stati sia più bassi che più alti del presente fin dall´VIII millennio a.C.; ciò rende plausibile che l´Eden sia esistito, e si trovasse proprio qui? L´idea non è da respingere.

L´Isola di Bubiyan è situata sopra una cupola salina, e le cupole saline, per via della loro relativamente bassa densità e fluidità plastica, sotto pressione, tendono a eternarsi come strutture per via del progressivo deposito di sedimenti. Questo è stato appreso dagli studi su altre cupole saline dove la storia geologica è ben compresa, e i dati sono sufficienti per mappare accuratamente differenti tipi di strutture saline. [2] Un letto di sale (illustrazione sotto) si crea quando il sale precipita, a causa del processo di evaporazione, in un bacino isolato. Non appena l´acqua del bacino si abbassa, l´accumulo di sale può diventare piuttosto spesso. Quando, a causa del risalire dei livelli del mare o dei mutamenti delle condizioni ambientali il bacino si riempie nuovamente, i sedimenti coprono il sale.(A) Il sale è dunque ad una densità inferiore rispetto a questi sedimenti che si compattano e si induriscono mano a mano che i depositi si ispessiscono. Il sale è – al confronto - relativamente fluido. Nella stessa maniera di un olio viscoso, coperto dall´acqua, il sale ha la tendenza a risalire.

Una cupola salina può nascere come una lieve protuberanza nel letto piatto (B). Non appena cresce verso l´alto, il sale che circonda la cupola alimenta la sua crescita (C). Per via di fattori sia fisici che geologici, la distanza dalla quale essa può rimuovere sale per nutrire la sua crescita è limitata. Questo determina deformazioni sinclinali o discendenti nell´area circostante la cupola, e un andamento sinclinale anulare. Con l´aumento del suo volume, la cupola potrebbe addirittura arrivare a rimuovere la maggior parte del materiale accumulato che la circonda (D). Se ciò si verifica, la cupola utilizzerà il sale dei suoi stessi fianchi per alimentare la sua crescita. A questo punto, saranno utili i segni di perforazione sulle rocce soprastanti ed i sedimenti (E). Come risultato della perdita di supporto dovuto alla mutata configurazione dei fianchi, spesso si ha una formazione di faglie sopra la cupola. Queste faglie sono visibili sulla superficie, specie quando incidono su un terreno friabile. Così, con il crescere della parte superiore della cupola fino ad incontrare il fondo di acque basse, il sale può venirsi a dissolvere per l´azione del volume che i minerali insolubili si lasciano dietro, e dar luogo così ad una formazione rocciosa. La combinazione di una formazione rocciosa e di rocce con faglie sedimentarie potrà spesso creare una figura superficiale stabile (F).

Se questo è il tipo di figura che comprende l´isola di Bubiyan, allora è piuttosto probabile che l´Isola fosse in evidenza al tempo dell´Eden e che vi sia rimasta sino a quando, crescendo come i sedimenti si accumulavano per via del deposito dell´enorme indotto del sistema fluviale al nord.

Dati i carichi di sedimento che si depositano annualmente nel Golfo Persico per via del sistema fluviale formato da Tigri/Eufrate/Karun/Karkheh, il fatto che il golfo si sia riempito solo in tempi recenti, e l´assenza di un sistema significativo di delta, potrebbe indicare che nell´area opera un altro meccanismo geologico. Potrebbero così verificarsi stasi relative della linea costiera, determinate dalla differente compattezza e compressione dei sedimenti, possibili relazioni nei blocchi di faglie dei basamenti, e depressione delle figure geologiche dovute alle masse di sedimenti che contengono. Mobile Bay in Alabama è l´esempio di una formazione geosinclinale nella quale questo processo è attivo. L´estremità settentrionale del Golfo Persico può essere una figura di basamento di roccia con spaccature, nella quale opera un processo similare. Se questo fosse verificato, allora l´Isola di Bubiyan potrebbe bene essere la locazione per l´Eden. In altre parole, l´Eden potrebbe non essere collassato al di sotto del Golfo Persico, come proposto da Zarins, ma essere stato posizionato sopra una cupola salina, o essere seppellito sotto tonnellate di sedimenti fluviali.

E´ stato recentemente sottolineato che "un fiume usciva da Eden" potrebbe anche essere interpretato per significare "un fiume nasceva nell´Eden". Se fosse questo il caso, certamente gli antichi Ebrei sapevano che le acque scorrevano giù da una collina. In effetti, considerando l´Isola di Bubiyan, è giustificata l´impressione che tutti i fiumi sorgessero di lì.

Si potrebbe notare altresì che il moderno termine "testa del fiume" e "bocca del fiume" potrebbero confondere le persone di altri linguaggi, se non sono propriamente familiari con questi termini. Dopo tutto, chi assocerebbe la bocca a qualsiasi cosa che non sia la testa?

Ci sono molti esempi di rappresentazioni allegoriche di elementi di geografia fisiche identificati con animali. In molti casi si svilupparono nei tempi in cui le montagne, i laghi, i fiumi e gli oceani erano adorati dai popoli primitivi come fossero divinità. Basta un piccolo sforzo di immaginazione per associare il sinuoso corso di un fiume con un grande serpente argentato, e potremo pensare che la menzione del serpente nella storia della creazione non sia altro che un riferimento velato al Shat al-Arab, il serpente con la bocca nell´Eden ed il resto del corpo che spiraleggia nord. E questo potrebbe spiegare anche un´altra parte della storia. Esami delle fotografie satellitari sembrano indicare che l´isola di Bubiyan fu una volta circondata dalle acque del Shat al-Arab e del Golfo Persico, con la possibile eccezione di un collegamento con la terraferma ad est. Se il fiume fosse stato rappresentato come un serpente e fosse stato in grado di innalzare il suo livello, avrebbe allora potuto invadere molta parte dell´isola, separandola così dalla terraferma. Provati dalla fame, i suoi abitanti potrebbero aver mangiato dal sacro albero.

La collocazione dell´Eden non è significativa come la descrizione stessa. E´ chiaro dall´analisi delle foto satellitari che se questa teoria fosse corretta, la descrizione, tramandata oralmente e posta per iscritto migliaia di anni dopo l´evento "Eden", non si discosta di tanto da quanto è possibile osservare direttamente. Descrive la posizione dei fiumi e le configurazioni che ebbero centinaia di anni prima della fondazione di Ur, attorno al 5, 000 a.C. E´altamente improbabile che si tratti della semplice invenzione di un popolo, che poco sapeva in materia di cicli ambientali, fenomeni meteorologici influenzati dalle glaciazioni, e processi geologici; le osservazioni bibliche, sembrano pertanto, corrispondere ai fatti.