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22 Novembre 2010 PALEONTOLOGIA
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Scoperto in Calabria un cacciatore di 18.000 anni
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Nei giorni scorsi l'equipe guidata dal professor Fabio Martini, del Dipartimento di Paletnologia dell'Università di Firenze ha concluso i lavori di scavo nel sito archeologico Grotta del Romito di Papasidero (Cs) che hanno portato alla luce i resti umani di un giovane cacciatore risalenti a circa sedicimila anni fa, consentendo anche di scoprire nuove tecniche di sepoltura di cui non si aveva ancora conoscenza.

Tali scoperte collocano il sito archeologico "Grotta del Romito" di Papasidero tra i più interessanti d'Europa.

A margine di questo eccezionale ritrovamento Fiorenzo Conte, sindaco del piccolo centro del Parco Nazionale del Pollino, e Loredana Olivieri, assessore alla Cultura ed al Turismo, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta.

"L'evento - affermano Conte e Olivieri - coincide con il cinquantesimo anniversario del rinvenimento del Bos primigenius, il famoso graffito unanimemente ritenuto dagli studiosi la più maestosa e felice espressione del Verismo Paleolitico Mediterraneo. Per celebrare questa ricorrenza il Comune di Papasidero sta lavorando ad un calendario di manifestazioni che scandiranno i prossimi mesi ma, soprattutto, l'Amministrazione è impegnata nella realizzazione di infrastrutture che rendano pienamente fruibile il sito ai visitatori".

"In particolare - affermano gli amministratori - intendiamo allestire un archeodromo all'interno del Parco archeologico dove saranno ricostruiti gli ambienti del Paleolitico, e rendere i locali dell'Antiquarium, sede del museo di Papasidero, idonei ad ospitare i reperti originali rinvenuti nella Grotta nel corso degli anni, che attualmente sono conservati tra Firenze e Reggio Calabria. Inoltre è necessario sistemare il tratto stradale che conduce al sito, attualmente non adeguato ad un'area di così ampia rilevanza archeologica".

"Raggiungere questi ambiziosi traguardi - sottolineano Conte e Olivieri - è di primaria importanza non soltanto per la comunità di Papasidero, ma per l'intero comprensorio del Pollino e, più in generale, per la Calabria che, dopo la straordinaria scoperta delle scorse settimane, ha suscitato l'attenzione degli studiosi di tutto il mondo. In queste ultime settimane riviste scientifiche specializzate di caratura internazionale, si sono occupate del sito archeologico ed è fondamentale che le istituzioni si impegnino per la cura e la salvaguardia del sito stesso, anche per garantire al territorio un positivo ritorno di immagine.

"Per questo - concludono -siamo convinti che tutti gli enti preposti, ed in particolare la Soprintendenza, la Regione, la Provincia, ma anche l'Ente Parco, faranno la loro parte per valorizzare la Grotta del Romito, nella consapevolezza che essa rappresenta non soltanto un patrimonio culturale inestimabile da tutelare, ma anche una occasione di sviluppo".