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5 Novembre 2001 ARCHEOLOGIA
Michael S. Sanders BibleMysteries.com
La storia della Bibbia: realtà o mito?
tempo di lettura previsto 8 min. circa

Cercherò di rendere l´argomento più semplice possibile partendo dalle conoscenze di base su cui tutti siamo sostanzialmente d´accordo. Quelli di voi che sono esperti nel campo dell´archeologia e della storia antica, spero sopporteranno questa sorta di introduzione che mi permetterà così di porre le fondamenta del mio discorso.

La domanda che ci porremo nel corso di queste discussioni riguarda il grande, qualcuno direbbe, insostenibile, distacco tra coloro che credono, per sola fede, che la Bibbia sia la parola di Dio posta per iscritto, e coloro che invece sono stati educati a credere che la Bibbia sia solo un insieme di miti privo di basi storiche o archeologiche.

Poiché questa vuole essere essenzialmente una discussione archeologica, rivolgeremo il nostro tempo all´analisi del Tanakh o "Vecchio Testamento" e spero risolveremo molti dei problemi che le "prove" sembrano suggerire.

Per esempio, nella storia di copertina della popolare rivista "Time" del 18 dicembre 1995, alla pagina 69, si riponevano alcuni dei più alti interrogativi, e si davano le seguenti risposte:

1. "E´ mai esistito un Mosè?" e la loro risposta "A parte Charlton Heston, molti studiosi discutono se Mosè sia stato solo un eroe leggendario creato dagli Ebrei per instillare un senso di unità nazionale e di solidarietà nel popolo. Oltre la Bibbia, non esistono altre prove che un uomo simile abbia mai vissuto."

Indagheremo su questa tesi e troveremo prove contraddittorie così sorprendenti da domandarci come abbiano potuto gli studiosi sbagliare di tanto.

Perfino il nome della balia asciutta di Mosè è stato trovato nelle registrazioni Egiziane!!!

2. "L´Esodo è mai avvenuto?" La conclusione del Time: "Se avessero veramente trascorso 40 anni a vagare per il deserto dopo la schiavitù in Egitto, gli Israeliti avrebbero dovuto lasciare almeno qualche traccia. Ma nonostante gli scienziati abbiano prove dell´occupazione umana del Sinai databili all´Età della Pietra, niente indica che gli Israeliti siano mai stati lì.

Vedremo presto che gli scienziati hanno trovato non solo le tracce, ma prove evidenti che i Figli di Israele furono lì e perfino le rotte che seguirono nel loro pellegrinare coincidono perfettamente con quelle bibliche. Semplicemente non sono state datate nel modo adeguato.

3. "Giosuè conquistò mai la città di Gerico?" Il Time conclude "I muri di questa città canaanita caddero, dicono molti storici, ma molti secoli prima che il protetto di Mosè vi arrivasse. Quando gli Israeliti raggiunsero la Terra Promessa, la conquista fu lenta e per la maggior parte, piuttosto pacifica.

Bene, in realtà, dobbiamo dire un secco NO a questa versione. Ogni singolo evento menzionato nel libro di Giosuè può trovare riscontro preciso nell´archeologia del territorio. Il Libro dice che una città fu "bruciata", e gli strati bruciati sono stati trovati! Dice che fu "distrutta" dopo la conquista, e la distruzione è lì; dice ancora "abbandonata", la prova è pure lì, e assolutamente accurata.

Come, allora può esistere una tale apparente disparità tra quello che dicono gli scienziati ed il racconto del Tanakh? Devono essere piuttosto sicuri dei loro metodi di datazione e delle loro tecniche archeologiche per respingere sicuramente la più antica fonte di storia scritta di questa parte del mondo. Cosa li rende così sicuri che i loro metodi di datazione siano esatti, e che loro possano in questo modo ignorare con libertà una storia che, fino a 200 anni or sono, era universalmente presa per certa e considerata assolutamente accurata?

Per le risposte a simili quesiti, dobbiamo imparare qualcosa riguardo al metodo di datazione archeologica e di Esegesi biblica (dottrina).

Come già detto, fino a circa 200 anni or sono, era generalmente accettato dalla maggior parte degli storici del mondo che la Bibbia, se non propriamente la parola di Dio, fosse almeno la base per un´accettabile ricostruzione della storia del Vicino Oriente. Due eventi, distinti ma collegati, hanno spazzato via questa generale credenza. Il primo, fu la pubblicazione de "L´origine della specie per mezzo della selezione naturale" e de "La derivazione e selezione dell´Uomo in relazione al sesso" di Charles Darwin.

La trattazione scientifica di questi argomenti, relativi all´origine della specie umana e alla sua evoluzione, portarono ad una rilettura critica del libro della Genesi e determinarono l´inizio del lento processo di erosione dell´accettazione generalizzata del racconto biblico. Anche se la maggior parte delle persone non hanno mai letto questo libro, la caricatura dell´umanità fatta discendere dalla "scimmia" è diventata una sorta di risposta archetipa alla storia di "Adamo ed Eva". Così il grosso pubblico, in realtà, per la prima volta, ha avuto un motivo scientifico per dubitare. In ambiente accademico, tuttavia, ci fu una teoria perfino più devastante riguardo l´origine della Bibbia stessa. Fu la teoria che permise ai futuri archeologi di liquidare tutti i racconti biblici che era anche solo vagamente difficile dimostrare, e accettare qualsiasi altra teoria in merito. Nessun membro del mondo accademico sarà sorpreso nell´apprendere che la maggior parte dei dipartimenti di religione e di studi biblici credono ed insegnano che la Bibbia è un crogiolo di miti e pseudo-storie poste insieme come un documento politico dopo un esilio; e che invece coloro che hanno il dono della fede in Dio, oggigiorno, occupano nelle Università i dipartimenti di fisica avanzata o di matematica.

Quale fu la teoria che riuscì a rovesciare il generale sistema di pensiero del mondo accademico?

Tra il 1780-63, uno sconosciuto studente tedesco, Johann Gottfried Eichhorn propose una teoria secondo la quale i cinque libri di Mosè, la Torah, non sarebbero potuti essere scritti né da Dio né tantomeno da un solo uomo. Il suo terzo volume, "Einleitung", cominciò una ricerca accademica su quanti vari e differenti autori avessero prodotto le parti della Torah, e quindi, come queste diverse parti fossero poi state redatte (quel che in termini scolastici si dice edite) dopo l´esilio degli Ebrei a Babilonia. Nei successivi cento anni, molte variazioni su questo tema sono state proposte fino a che furono finalmente definite da due dei maggiori studiosi, Karl H. Graf nel 1865 ed infine Julius Wellhausen nel 1876-77. La teoria, ora conosciuta come l´Ipotesi Graf-Wellhausen, è la base di ciò che il mondo accademico ora generalmente accetta circa il modo in cui la Torah venne ad esistenza.

Citerò da "The Interpreters Bible Volume 1:

"L´Esateuco (i primi sei libri della Bibbia) è composto da quattro documenti separati originali dei quali il più antico è conosciuto come J, così chiamato per via del suo uso del nome Yahweh nella narrazione della Genesi. Il secondo è E, così chiamato per l´uso di Elohim prima della specifica rivelazione del nome Yahweh a Mosè, registrato in Esodo 3:14-15. Questi due documenti erano combinati, con le necessarie armonizzazioni, a formare una singola narrazione, JE da un redattore, RJE. Il terzo documento, in ordine di tempo, è il Deuteronomio D, che è identico in tutto o in parte ai libri della legge trovati nel tempio nel regno di Giosia. La combinazione di JE con D a formare JED fu effettuata da un redattore, RD, che nel corso del processo aggiunse un considerevole ammontare di materiale alle vecchie narrazioni. Mentre le sue aggiunte al racconto del periodo patriarcale e Mosaico sono severamente limitate nello scopo, e sono per la maggior parte di carattere teologico, quelle alla narrazione della Conquista sono di una tale natura da alterare radicalmente la rappresentazione di JE. Per questa e per altre ragioni, è probabile che la redazione del Deuteronomio sia stata portata avanti da mani differenti, probabilmente in tempi differenti. Il quarto documento è P, così indicato per il gran numero di legislazioni sacerdotali che contiene. Esso è successivo all´esilio, ed in origine, fu realizzato con JED da un redattore, RP, per formare JEDP. Questo, ammettendo l´inserimento di certo materiale legislativo supplementare, qualche narrazione occasionale, e probabilmente alcune minori addizioni al Deuteronomio, è sostanzialmente l´attuale Esateuco."

Ecco, in poche parole, con alcune moderne variazioni, come è considerata la Torah dalla maggior parte degli studiosi biblici. Ma c´è un´altra domanda, comunque: è possibile che, dato un tale lavoro di editoria, gli archeologi non abbiano sentito la necessità di considerare seriamente, da un punto di vista storico, nessuno di questi racconti? Se non possono trovare prove della distruzione di un sito in un particolare momento, è molto facile liquidare il racconto Biblico ed accettare che la datazione archeologica sia corretta e la Bibbia invece sbagli.

Bene, non è così semplice. In primo luogo, il sistema di datazione archeologica è completamente sbagliato e basato su una prima falsa premessa. Secondo, con l´avvento dei computer, la struttura della Torah rende plausibile sia invece il frutto di successive redazioni, sovrapposizioni ed interpolazioni di più mani. Le lettere ebree della Torah sembrano costruire una stringa che come il numero pi non può essere alterata senza rendere il tutto un´entità completamente differente.

Al momento, crediamo che, come ha dichiarato la rivista Time, ove si è provveduto ad effettuare scavi archeologici al fine di verificare il racconto, le prove tendono a non supportare il racconto Biblico. Ma noi intendiamo partire da un presupposto differente, e cioè che la storia narrata nella Bibbia sia esatta, e sia invece la cronologia convenzionale ad essere in errore. Ogni rilevante evento biblico può trovare la sua controparte in termini archeologici e senza eccezioni.

Prima di passare all´introduzione all´archeologia, riteniamo potrebbe essere interessante dare uno sguardo alla cronologia convenzionale, ed uno alla cosiddetta cronologia rivisitata.