L'intensità dei campi magnetici a esse associati appare in continuo, anomalo declino, prospettando la possibilità di un lungo periodo di assenza.
Secondo una ricerca condotta da astronomi del National Solar Observatory (NSO) a Tucson, in Arizona, entro il 2016 il Sole potrebbe raggiungere un minimo di macchie solari e rimanere in tale stato per diversi decenni. L'ultima volta che le macchie solari sono completamente scomparse è stato fra il XVII e il XVIII secolo, in corrispondenza con quella che è nota come "Piccola era glaciale".
Le macchie solari - la cui formazione è innescata dalle dinamiche del campo magnetico della stella - sono state tenute sotto osservazione fino dal XVII secolo e si sa che il loro numero e la loro intensità seguono un ciclo in cui si alternano un minimo e un massimo solare in media ogni 11 anni. Il minimo solare ha solitamente una durata di 16 mesi, ma il minimo attualmente in corso perdura già da 26 mesi, rappresentando il minimo più lungo dell'ultimo secolo.
Studiando i campi magnetici associati alle macchie solari, Matthew Penn e William Livingston, hanno ora identificato alcune anomalie di questo ciclo, che hanno illustrato all'International Astronomical Union Symposium No. 273 e in un articolo al momento postato su arXiv.
Penn e Livingston hanno esaminato 1500 macchie solari scoprendo che la forza media del campo magnetico è calata da 2700 gauss a 2000 gauss. (Per confronto, il campo magnetico terrestre è inferiore a 1 gauss.) Le ragioni di questo declino non sono note, ma Livingston dice che se continuerà a diminuire alla stessa velocità, entro il 2016 arriverà a 1500 gauss, limite al di sotto del quale dovrebbe essere impossibile la formazione delle macchie solari.
Fra il 1645 e il 1715, periodo noto come minimo di Maunder, le macchie solari sono state pressoché assenti e contemporaneamente in Europa si è assistito a una diminuzione delle temperature, tanto da far soprannominare quel lasso di tempo come "Piccola era glaciale".
Livingston avverte che comunque i risultati ottenuti vanno presi con cautela, dato che la tecnica di analisi utilizzata è relativamente nuova e non si sa se il declino del campo magnetico sia destinato a continuare o se il ciclo solare presto si riprenderà. (gg)
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