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2 Dicembre 2003 ARCHEOLOGIA
Piero Pisarra stpauls.it - San Paolo editore
Il thriller che intriga Hollywood
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Parlerà in latino e in aramaico, senza sottotitoli, il Gesù di Mel Gibson. Un latino e un aramaico con l´accento di Hollywood, anche se il film è stato girato quasi per intero in Italia e con attori italiani come Monica Bellucci, Claudia Gerini e Rosalinda Celentano. Gibson racconterà le ultime dodici ore della vita di Gesù, fino alla sua morte in croce, ma con numerosi flashback sugli episodi più importanti di cui parlano i Vangeli. «Molti autori», ha spiegato l´attore australiano, premio Oscar per Braveheart, «hanno già raccontato la storia di Gesù, ma nessuno dei film precedenti mi ha davvero coinvolto emotivamente. È come se guardassero sempre la vicenda dalla parte sbagliata del telescopio: in alcuni casi a essere sbagliata era la parrucca del protagonista, in altri era la versione a non risultare credibile». Vedremo se il telescopio sarà, questa volta, dalla parte giusta e se La passione di Cristo sarà un film esigente e, come promette l´autore, «religioso nel senso più alto» o un altro polpettone, un Gesù sdolcinato e strappalacrime. Gibson ha scelto di girare il film tra i "sassi" di Matera, nei luoghi in cui fu ambientato il Vangelo secondo Matteo di Pasolini (1964). E il confronto con quel capolavoro sarà inevitabile. Il nuovo Gesù, interpretato da James Caviezel, farà scandalo come quello dell´Ultima tentazione di Martin Scorsese (1988) o sarà un innocuo prodotto holliwoodiano, incolore e insapore? Già alcuni rappresentanti della comunità ebraica americana, senza aver visto il film, sono in allarme per il suo contenuto «potenzialmente antisemita». Ma, religiosamente corretto o no, The passion of Christ di Gibson (nelle sale italiane alla fine di febbraio) è l´ultima conferma di un interesse sempre altissimo per la figura di Gesù. Nessun altro personaggio della storia ha ispirato tanti plot cinematografici, tante rappresentazioni teatrali, tanti musical. Nessuno ha suscitato tanti dibattiti. Gesù è, insomma, più che mai "superstar". In 1.200 sale è uscito, a metà novembre, l´altro colossal su Gesù della stagione, Il Vangelo di Giovanni, diretto da Philip Saville: è il tentativo di una trasposizione quasi letterale del quarto vangelo. «Tre ore di poesia religiosa», è stato definito da chi lo ha visto. Ma anche un film "colto", che propone una nuova lettura dell´ebraicità di Gesù e gli interrogativi sul ruolo della leadership giudaica del tempo nella condanna a morte del Nazareno. Eppure due mega-produzioni holliwoodiane non bastano. Anche la fantascienza si è impadronita del personaggio-Gesù con un libro dello scrittore tedesco Andreas Eschbach (Lo specchio di Dio, edizioni Fanucci, 2003), da cui sarà tratto un altro film. Lo spunto di partenza dell´intrigo è il ritrovamento a Gerusalemme, in un sepolcro di duemila anni fa, di un libretto di istruzioni per una videocamera non ancora in commercio. Un libretto che non poteva trovarsi in quel luogo, in quella tomba scoperta di recente. Ed ecco che un´idea folle comincia a farsi strada: e se un misterioso viaggiatore del tempo avesse ripreso in diretta le scene della Passione e, prima, quelle del ministero di Gesù in Galilea? Immaginate lo scoop planetario, immaginate le conseguenze per la ricerca sul Gesù della storia e per la vita stessa di milioni di credenti. Infarcito di pregiudizi e di luoghi comuni, il libro di Eschbach è purtroppo un´altra, l´ennesima, occasione sprecata. Più interessante, se si torna al cinema, è un tentativo, ai limiti tra la fiction e il documento, come Il Messia (1999), del fotografo e regista americano William Klein. Illustrazione visiva dell´omonimo oratorio di Haendel, il film di Klein è un collage di citazioni non tutte di buon gusto, una specie di Blob in versione religiosa, da cui si esce un po´ storditi, ma anche con molte domande sulla figura del Messia e sulla fede dei cristiani. Dimenticata la saga del francese Serge Moati che non brilla per originalità (Jésus, 1999), archiviata la mini-serie della BBC diretta da Michael Wakelin e Jean-Claude Bragard (2003), per le numerose semplificazioni e imprecisioni, resta l´esperimento forse più riuscito, anche se il più esigente e il meno spettacolare, secondo i canoni classici: Corpus Christi, realizzato nel 1997 e nel 1998 da Gérard Mordillat e Jérôme Prieur per la rete franco-tedesca Arte. Corpus Christi è un´inchiesta serrata sul mistero Gesù e sulla sua morte in croce. Un vero giallo, con la partecipazione dei migliori esegeti nei panni del detective. Insomma, il thriller sulla storia oscura dello strano profeta venuto dalla Galilea continua.

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