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1 Aprile 2004 ARCHEOLOGIA
Alessandro Renzo korazym.org
La Passione. Dai Vangeli al film di Mel Gibson
tempo di lettura previsto 6 min. circa

"Ci vorrebbe una guida, qualcosa come un piccolo manuale per aiutare a capire il significato di quelle dodici ore a Gerusalemme e di queste due ore di proiezione che ce le sbattono in faccia in modo tanto provocatorio". Così lo scrittore Vittorio Messori inizia la prefazione a La Passione. Dai Vangeli al film di Mel Gibson scritto da Andrea Tornielli, vaticanista di Il Giornale, raccontando com´è nata l´idea del volume.

L´autore del libro (210 pagine, 5, 90 euro, in vendita nelle edicole a partire da martedì 6 aprile, vigilia della prima italiana del film) ha descritto e confrontato ogni sequenza di The Passion of the Christ con il testo dei quattro evangelisti e con il racconto di Anna Katharina Emmerick, la mistica con le stimmate alle cui visioni Gibson si è ispirato per tutte le scene che non trovano riscontro nel Vangelo. Ne è nata un´inchiesta che, a partire dal film, ripercorre le ultime ore di Gesù alla luce delle più recenti ricerche storiche e aiuta a scoprire tutti gli indizi di storicità disseminati nei testi evangelici.

"La via migliore per cogliere l´anima segreta del film è quella di ripercorrere l´unica compiuta e coerente attestazione di quelle ore, cioè la testimonianza evangelica. È ciò che ha voluto fare, in forma limpida e immediata, Andrea Tornielli". Così osserva il biblista Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, che firma la Postfazione al libro. E nella sua Prefazione Vittorio Messori scrive: "Tutto ciò che i Vangeli raccontano trova riscontro in ciò che è davvero successo, cominciando dal Getsemani, sino alla tomba vuota all´alba della prima domenica della storia. I Vangeli, in questo film, non sono leggenda: sono cronaca fedele".

"Certo - ribadisce Ravasi - il film segue prospettive più immediate, sollecita altre emozioni, provoca critiche, suggerisce riserve: lo stesso eccesso di violenza e di sofferenza contrasta con l´estrema sobrietà e asciuttezza della narrazione evangelica che, proprio in questo modo, riesce a segnalare la tragicità di quei momenti e di quegli atti. Ha fatto bene, allora, Tornielli a riportare il lettore a quella fonte unica e insostituibile, mostrandone la preziosità e la consistenza. Lungo l´itinerario che egli propone seguendo le varie tappe della Passione si riesce, allora, a comprendere - oltre ogni pur autentica commozione - il cuore del mistero cristiano".

Il libro La Passione. Dai Vangeli al film di Mel Gibson di Andrea Tornielli si propone dunque anzitutto come un´indispensabile guida non soltanto alla visione del film The Passion of the Christ di Mel Gibson, ma anche alla rilettura degli avvenimenti delle ultime dodici ore della vita di Gesù, sulla base delle più recenti scoperte storiche e filologiche. Il tradimento da parte di Giuda, il processo nel Sinedrio e quindi davanti a Ponzio Pilato, il ruolo di Maria, il diavolo tentatore, le flagellazioni, la crocifissione e la resurrezione sono altrettanti capitoli che mettendo a confronto i dati evangelici e gli studi esegetici, offrono una lettura approfondita delle scene principali di The Passion e dei simboli che a prima vista possono sfuggire.

Il libro contiene interventi e citazioni di Gianfranco Ravasi, dei cardinali Dionigi Tettamanzi, Darío Castrillón Hoyos e Christoph Schönborn, O.P., del sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede padre Augustin Di Noia, dei papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. La portata del libro non si esaurisce affatto con il film di Gibson e rappresenta dunque un "piccolo catechismo" della Passione di Cristo.

Il lavoro di Andrea Tornielli è cominciato con la visione attenta, e più volte ripetuta, della pellicola The Passion of the Christ di Mel Gibson. La sua inchiesta è poi continuata con richiesta di informazioni e colloqui con alcuni dei collaboratori più stretti del regista. In una fase successiva Andrea Tornielli ha eseguito una rilettura critica dalla gran massa di parole - di lode e di accusa - già dedicate a quest´opera dai media di tutto il mondo. Ne riportiamo alcune, a titolo di esempio, citate dall´autore nella sua introduzione: "Questo film nasce dalla stessa teologia che ha dato origine all´Olocausto" (rabbino Shamuel Herzfeld); "La Passione di Cristo è un film di orrore e squartamenti alla Pulp Fiction e Kill Bill di Quentin Tarantino" (New York Times); "È il film più violentemente antisemita dai tempi delle pellicole di propaganda nazista della Seconda Guerra mondiale" (Daily News); "Il film di Gibson non è antisemita ma produrrà un nuovo antisemitismo" (Abraham Foxman); "La Passione di Cristo è senza ombra di dubbio un film antisemita: e chiunque affermi il contrario non sa nulla, o fa finta di non sapere nulla, della storia iconografica dell´antisemitismo" (Leon Wieseltier); "Non credo che questo film affogato di stereotipi possa far rinascere un antisemitismo legato brutalmente all´accusa di deicidio rivolta per secoli agli ebrei. Penso piuttosto che quella rimozione emotiva possa spuntare da un´altra parte, cioè nella vicenda israelo-palestinese" (Moni Ovadia); "Vedendo quelle sofferenze si penserà che la colpa è degli ebrei. Così si torna indietro di secoli" (Franco Zeffirelli); "Gibson piace a una Chiesa pulp, che crede ai miracoli avvenuti durante le riprese e annunciati nel sito del film: una Chiesa lacrimosa ed orgogliosa, sprezzante verso la liturgia del postconcilio, bisognosa di una nuova oscurità densa nella quale sentir di nuovo gocciolare sangue e dolore" (Alberto Melloni); "Vorrei che tutti i sacerdoti cattolici del mondo vedessero questo film. Spero che tutti i cristiani possano vederlo, tutta la gente della Terra. L´antisemitismo, come tutte le forme di razzismo, distorce la verità con l´obiettivo di mettere in cattiva luce l´intera razza umana. Questo film non fa niente di simile. Fa sorgere dall´oggettività storica della narrazione evangelica sentimenti di perdono, misericordia e riconciliazione" (cardinale Darío Castrillón Hoyos); "Dopo essermi consultato con il Segretario personale del Santo Padre S.E. Mons. Stanislaw Dziwisz, confermo che il Santo Padre ha avuto l´opportunità di visionare il film The Passion of the Christ. Il film è una trasposizione cinematografica del fatto storico della Passione di Gesù Cristo secondo il racconto evangelico. È abitudine del Santo Padre non esprimere giudizi pubblici su opere artistiche, giudizi che sono sempre aperti a diverse valutazioni di carattere estetico" (Joaquín Navarro-Valls); "Ho maturato la convinzione che La Passione farà un gran bene a milioni di persone" (rabbino Daniel Lapin); "Antisemitismo, o, almeno, antigiudaismo? Non scherziamo con parole troppo serie ... Chiarissimo è, nel film, che ciò che grava sul Cristo e lo riduce in quello stato non è la colpa di questo o di quello, bensì tutto il peccato di tutti gli uomini, nessuno escluso" (Vittorio Messori); "Ho avuto modo di vedere due volte il film di Mel Gibson: non è un film antisemita" (padre Joseph Augustin Di Noia).

L´autore

Andrea Tornielli è nato a Chioggia (Venezia) nel 1964. Laureato in Lettere Classiche all´università di Padova. Giornalista professionista dal 1994, è dal 1997 vaticanista e inviato de il Giornale, per il quale segue l´informazione religiosa e l´attività della Santa Sede. Collabora con numerose testate italiane e internazionali, tra cui anche Korazym.org.