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12 Marzo 2010 ARCHEOLOGIA
GIANNI RIVA La redazione di La Porta del Tempo
Lecco gioca la sua Carta e punta sull'archeologia
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Aggiornamento" a cura di Michela Ruffa, direttrice del settore Archeologia dei Musei Civici lecchesi, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Presentata ieri, la nuova edizione raccoglie 66 siti archeologici che vanno dal Neolitico all'Alto Medioevo.

TRA LE NUOVE scoperte figurano le incisioni rupestri di Valmadrera-Monte Cornizzolo (risalenti al Neolitico) e quelle di Lecco-Maggianico (datate tra l'XI e il VI secolo a.C.), gli abitati protostorici di altura di Introbio, Dervio-Castello di Corenno Plinio e Chiuso, le tombe tardo romane di Olginate e il sito sepolcrale dell'Età del Bronzo di Ballabio. "Nell'area addossata ai piedi di una parete rocciosa - spiega Michela Ruffa - abbiamo trovato alcuni resti che in precedenza erano stati sepolti nella struttura tombale risalente al periodo finale del Bronzo antico e all'inizio del Bronzo medio. Dei cinque individui rinvenuti due sarebbbero morti in età fetale e tre, tutte donne, tra gli 8 e 15 anni. All'interno della caverna, anche tracce di ceneri e carboni". Nella località Corna del Biscia, a Introbio, invece la scoperta di frammenti ceramici che si possono identificare come provenienti da un muro di contenimento di un terrazzo risalente ad abitati protostorici.

Fra le scoperte degli ultimi anni anche le attività siderurgiche a 1300 metri di altezza ai Piani Erna, dove si è accertata la presenza di lavorazioni metallurgiche databili tra il 210 a.C. e il 60 d.C. Scavi effettuati nel 2003. "Questa scoperta - prosegue Ruffa - ha dimostrato che già in quella lontana epoca il territorio lecchese era attivo nella lavorazione del ferro, con la presenza anche di forni. Nei forni abbiamo scoperto anche dei residuati di carboni".

"L'AGGIORNAMENTO della Carta Archeologica, grazie anche al lavoro di Michela Ruffa - aggiunge il direttore dei Musei Civici, Gian Luigi Daccò - consentirebbe addirittura l'ampliamento del museo che è stato inaugurato nel 2001. L'archeologia non è solo una scienza degli uomini, ma come tutte le discipline storiche è una scienza degli uomini nel tempo e questo è il suo segreto e anche il motivo del suo fascino che porta tante persone, come gli autori dei saggi della Carta, a impegnarsi per cogliere questi inestimabili frammenti di scienza e offrirli gratuitamente al pubblico". Nella prefazione del volume Raffaella Poggiani Keller della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Lombardia scrive inoltre: "Il volume racconta l'attività e la tutela del patrimonio archeologico lecchese. Un lavoro capillare della Ruffa che dà un ulteriore spessore di identità storica a Lecco e a tutto il suo territorio".