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1 Marzo 2010 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Nuove scoperte dalle catacombe di Santa Tecla
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Continuano le sorprese sul fronte dell'archeologia sacra. Gli scavi sono eseguiti dalla Pontificia commissione di Archeologia sacra presieduta da Monsignor Gianfranco Ravasi. Le ipotesi e le voci che più si sentono sono quelle che in un cubicolo siano stati scoperti altre due icone di Apostoli, si dice che raffigurino forse Giacomo e Giovanni, e ancora un Daniele tra i leoni e il sacrificio di Isacco. Si sta lavorando con il laser per ripulire la patina calcarea che ricopre la volta dell'ipogeo. Nel giugno scorso, nella ricorrenza dell'anno giubilare di San Paolo, fu scoperta una icona raffigurante l'Apostolo delle genti risalente al IV secolo d.C. Il volto di San Paolo ha la fronte ampia e con rughe, barba lunga a punta, l'Apostolo è raffigurato con i tratti tipici del pensatore.

Le Catacombe si Santa Tecla sono sulla via Ostiense, a poca distanza dalla Basilica di San Paolo fuori le mura. La via Ostiense è il luogo dove San Paolo e San Pietro si videro per l'ultima volta, di questo incontro una epigrafe marmorea ne ricorda il luogo ch'è sito all'attuale civico 124 dell'omonima via davanti all'ingresso del Museo della Centrale Montemartini.Le Catacombe sono già note nel Settecento. Fu l'Archeologo Mariano Armellini che identifico questa zona sepolcrale.

Nelle Catacombe di Santa Tecla si trovano i resti di centinaia di cristiani che vollero essere inumati vicino alla Santa, una martire romana che non va confusa con la Santa omonima amica di San Paolo, protagonista dell'antico apocrifo Acta Pauli et Theclae. Alcuni studiosi, tra questi lo Styger, ritengono che la Tecla qui venerata sia la martire Tecla di Iconio sepolta e venerata a Seleucia, la moderna Selefkie in Asia Minore, dove si trova la sua sepoltura. Le reliquie della Santa sarebbero state trasportate a Roma e deposte in questo cimitero, va ricordato che la Santa venne convertita da San Paolo. Lo studioso Fasola invece sostiene che Tecla sia una martire romana vittima delle persecuzioni di Diocleziano e che il suo nome e la sua sepoltura vicino alla Basilica di San Paolo abbiano generato questo dubbio, il Fasola esclude l'ipotesi della traslazione di reliquie della Santa Tecla sepolta a Seleucia a Roma.