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12 Febbraio 2010 ARCHEOLOGIA
Corriere della Sera
Caravaggio, la verità in nove scheletri
tempo di lettura previsto 4 min. circa

Nella cripta dell'antico cimitero di S.Sebastiano a Porto Ercole: già sottoposte ad analisi preliminari.

La verità potrebbe essere nascosta in quei nove scheletri del Seicento appena riesumati e che la scienza sta cercando di decifrare con analisi accuratissime. Appartenevano presumibilmente a quarantenni, costituzione robusta, altezza media. «Uomini dalla corporatura compatibile con quella del Caravaggio», dicono gli esperti. Le ossa sono già state sottoposte ad analisi preliminari (ne seguiranno poi altre) anatomiche e antropologiche nel laboratorio di antropologia del Dipartimento di Beni culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna) dall'équipe coordinata dal professor Giorgio Gruppioni, che sta indagando su uno degli enigmi più affascinanti della storia dell'arte: il ritrovamento della tomba di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

GIALLO STORICO - Una vicenda che ha seguito un cammino tortuoso, tra giallo storico e leggenda metropolitana, e che adesso potrebbe diventare realtà a quattrocento anni esatti dalla morte del grande pittore. Grazie alle testimonianze di Giovanna Anastasia, una storica toscana appassionata di archeologia che nell'aprile scorso aveva svelato al Corriere della Sera una storia affascinante di rinvenimenti e sparizioni dei resti del pittore, un gruppo di ricercatori delle università di Pisa, Ravenna e Bologna, ed esperti del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali guidati da Silvano Vinceti, hanno iniziato la campagna di scavi nella cripta dell'antico cimitero di San Sebastiano a Porto Ercole. I primi accertamenti hanno individuato i resti di 17 individui, e di questi nove hanno mostrato caratteri simili a quelli del Caravaggio ricostruiti grazie a documenti di archivio. Adesso gli scienziati, con nuove e più approfondite analisi, stanno cercando di stabilire l'epoca e l'età di morte e la presenza di pigmenti di cui il pittore faceva uso.

La squadra al lavoro nella criptaSATURNISMO O SIFILIDE - Un particolare di straordinario interesse. Una delle ipotesi avanzata dal gruppo di ricerca sulla morte del Caravaggio si riferisce infatti a un possibile avvelenamento dal piombo contenuto nei colori, chiamato in medicina saturnismo. È storicamente accertato che il Caravaggio dipingesse con le mani e dunque fosse un soggetto a rischio saturnismo, la stessa sindrome che uccise Van Gogh e Goya. Esiste però anche una seconda ipotesi: il Merisi potrebbe essere stato ucciso dalla sifilide. «Caravaggio è ricordato dai biografi come un accanito frequentatori di bordelli», spiega Silvano Vinceti. «Le sue descrizioni del comportamento anomalo dell'artista e dei sui malori sono compatibili con le due malattie. E non escluso che il pittore potesse essere stato colpito da entrambe».

SEPOLTURA - Secondo gli studiosi, e grazie anche a un documento che attesta l'atto di morte del pittore recuperato nel 2001 sempre da Giovanna Anastasia, il Caravaggio dovrebbe essere stato sepolto nella parte più bassa del camposanto. «Il piccolo cimitero che ospitava i resti mortali dell'ospitale di S.Maria Ausiliatrice della Confraternita di Santa Croce», spiega Vinceti, «iniziò la sua funzione nel 1590. La sepoltura avveniva secondo la tecnica della lisca di pesce, cioè per via orizzontale e procedendo per strati successivi. Il cimitero poi cessò di funzionare nei primi anni del 1800. Le sepolture più recenti occupavano gli strati più alti ed è verosimile che molti dei resti ossei collocati nelle parti superiori del cimitero siano andati persi o per mareggiate o per atti vandalici». Secondo Vinceti un altro indizio che i resti ossei selezionati siano quelli più vecchi, e presenti nello strato più basso del cimitero, è arrivato da un primo esame empirico della composizione del terriccio «povero degli elementi organici tipici del terreno più profondo». Sui nove scheletri saranno effettuate anche analisi del Dna che infine saranno confrontate con quelle dei discendenti del Caravaggio.

TOMBA - La storia della tomba di Michelangelo Merisi è sorprendente e misteriosa come la vita dell'artista. Il giorno dopo la morte avvenuta dell'ospedaletto di Santa Maria Ausiliatrice il 19 luglio 1610, Caravaggio viene sepolto cimitero San Sebastiano. È un luogo di periferia, sabbioso e ventoso, davanti a una grande spiaggia. Qui veniva sepolta la gente comune: artigiani, pescatori, soldati, forestieri. Trascorrono quasi 400 anni di quiete quando nel 1956, durante lavori alla strada, vengono alla luce alcune tombe. E tra queste alcune c'è quella del Caravaggio. Sulla cassa c'è una targa con il nome del pittore e la data della morte. La scoperta sorprendentemente passa inosservata e le ossa, collocate in una cassetta più piccola, sono traslate dall'allora parroco, don Mariano Sabatini (che custodisce anche l'atto di morte del pittore), chi dice nella chiesa di Sant'Erasmo e custodite nella cripta, chi afferma nel nuovo cimitero di Porto Ercole in una delle tre cripte della chiesa dove si sta scavando oggi. Poco dopo don Mariano muore e si porta con sé il segreto della tomba del Caravaggio.

Marco Gasperetti