sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
1 Febbraio 2009 ARCHEOLOGIA
Liutprand.it
PIRAMIDI IN SICILIA
tempo di lettura previsto 10 min. circa

In Sicilia, che è la maggiore isola del Mediterraneo (26000 km2), la presenza umana è molto antica e risale alla fine del Pleistocene. Nelle grotte dell'isola, nelle caverne dell'Addaura, dalle parti di Palermo, e nelle isole Egadi, si trovano disegni risalenti al 6000/8000 a.C. Vi sono anche molte tracce risalenti al Paleolitico superiore.

Nell'isola furono ambientati anche diversi episodi della mitologia dei Greci e dei Romani. Il patrimonio archeologico è di gran ricchezza e diversità, ma le sue piramidi rimangono poco conosciute. Sono partita in perlustrazione, con la mia équipe.

Comunità agricole dette "primitive" si stabilirono intorno al mare Egeo intorno al 6000 a.C., ma si sostiene che questa regione rimase arretrata rispetto alle punte di progresso che erano costituite dall'Egitto e dalla Mesopotamia. Crediamo che la realtà possa essere più ricca di sfumature. Omero, nell'Odissea, chiamava la Sicilia Sikania (nei testi classici troviamo anche il nome Sikelia) e menziona le montagne sicane. Uno dei tre popoli più antichi dell'isola si chiamava Sicani (Sikanoi) e pare risalire al 3000 – 1600 a.C., considerando anche il periodo proto–sicano, quando diversi influssi provenienti dal Mediterraneo si mescolavano nelle popolazioni durante il Neolitico, nelle parti centrale e occidentale dell'isola.

Molte delle nostre conoscenze sui più antichi abitanti della Sicilia provengono dalla letteratura greca e da scrittori come Diodoro Siculo, ma si sa troppo poco sui Sicani. Di loro parlò lo storico greco Tucidide (460–394 a.C.), padre della storia scientifica e del realismo politico. Egli li descriveva come una tribù proveniente dall'Iberia. Ci sarebbero elementi linguistici a sostegno di tale teoria e c'è un fiume Sicano in Spagna, ma le prove non sono definitive. Il nome deriverebbe dal termine Sika, che indicava il calcedonio, del quale sono ricchi i luoghi da loro abitati, e che era usato per costruire gli attrezzi neolitici. Si sa che vivevano in confederazioni autonome, che mantenevano scambi piuttosto stretti con la cultura cretese minoica (4000 – 1200 a.C.) e con i Micenei (1450 – 1100 a.C.). La civiltà minoica fioriva verso il 2000 a.C. come la principale cultura del Mediterraneo, e c'è una teoria che sostiene che si trattasse d'egiziani che sfuggivano ai disordini, presenti all'epoca nella loro terra, e che portavano le proprie tecniche e mantenevano scambi commerciali con la Mesopotamia. I Minoici inventarono una propria forma di scrittura. Secondo Tucidide, i Sicani sconfissero i giganti Ciclopi e occuparono tutta l'isola, prima dell'arrivo dei Siculi. Verso il 1400 a.C., dalle coste calabresi giunsero i Siculi (Si'keloi) che s'installarono nella Sicilia orientale e respinsero i Sicani verso la parte ovest dell'isola. Lo storico greco Filisto di Siracusa (IV sec. a.C.), autore d'una Storia della Sicilia (Sikelikà), racconta che l'invasione giungeva in origine dalla Liguria, guidata da un certo Siculo, figlio del re Italo, il cui popolo era stato respinto dai Sabini e dagli Umbri. Alcuni ricercatori moderni pensano che Siculo e il suo popolo provenissero da più lontano ancora, dall'Oriente. In Sicilia, i prof. Enrico Caltagirone ed Alfredo Rizza stimano che l'attuale lingua siciliana contenga oltre 200 parole che derivano direttamente dal sanscrito. Nell'Età del Bronzo, altri popoli giungono in Sicilia: gli Elimi (Elimoi, Elymi) provenienti dall'Anatolia e derivati dai famosi "Popoli del Mare". Tucidide dice che venivano da un gruppo di Troiani, sfuggiti all'eccidio della loro città, che si sarebbe mescolato ai Sicani. Virgilio scrive che erano condotti dall'eroe Aceste, re di Segesta, che aveva recato aiuto a Priamo ed Enea e aveva sepolto Anchise ad Erice.

Le alture d'Erice, dove sarebbe sepolto Anchise.

Essi dunque si concentrarono intorno a Segesta e ad Erice. L'interpretazione della loro lingua pone ancora problemi agli specialisti e non credo che l'origine troiana sia immaginaria, come qualcuno pensa. Occorrerebbe poter procedere ad analisi del DNA delle ossa ritrovate. In ogni caso, erano abbastanza forti da resistere all'espansionismo dei Greci di Selinunte, che riuscirono a contenere grazie all'alleanza con i Cartaginesi.

Nel sec. VIII a.C. comincia la colonizzazione della Sicilia da parte dei Fenici (Cartaginesi) alleati ai Cretesi e dei Greci, Corinti, Ioni e Megaresi.

Vediamo dunque che non è facile distinguere fra i tre popoli antichi della Sicilia, per stabilire chi di loro fossero i costruttori delle piramidi.

Le piramidi intorno all'Etna

La prima cosa da considerare, nello studio delle piramidi siciliane, è che si trovano per la maggior parte raggruppate in arco di cerchio intorno al vulcano Etna.

Perimetro dell'Etna con le piramidi da Piedimonte Etneo a dopo Randazzo.

L'Etna (Aïtné in Greco, Aetna in Latino, Jebel Utalamat in arabo (la mondagna di fuoco) e di conseguenza Mungibeddu (Mongibello, monte + jebel) in siciliano, è il più antico vulcano attivo del mondo. Occupa un'area di 1190 km2 ed ha una circonferenza di 165 km. La sua altitudine varia da 3326m a 3350m, secondo le eruzioni. Il cratere centrale ha una larghezza di 1/2 km. Si tratta d'un vulcano strato–vulcanico, ai piedi del quale sorge la città di Catania. La piana attuale di Catania era un golfo di mare, 700.000 anni fa, quando nacque l'Etna da una serie d'eruzioni sottomarine. Non si dimentichi che la Sicilia subisce gli effetti di spostamento di tre placche tettoniche: quella eurasiatica, quella araba e quella africana. Nel 6000 a.C., uno tsunami causato da un'eruzione dell'Etna lasciò i segni nell'Est del Mediterraneo, e nel 396 a.C. una sua eruzione arrestò i Cartaginesi che avanzavano per attaccare Siracusa. Le sue ceneri ancor oggi raggiungono Roma, a 800 km di distanza. Che fanno tutte queste piccole piramidi intorno al vulcano?

Diverse forme di piramidi, costruite tutte allo stesso modo

Innanzitutto, sapevo che una decina di piramidi erano già state identificate e documentate da fotografi italiani. Decisi di andare a vederle di persona, con le poche informazioni disponibili. Tentai d'identificarle da foto satellitari, ma senza successo, dato il terreno lavico, talvolta coperto da frutteti e vigne. Dopo un soggiorno a Catania, e poi a Giardini Naxos, ci dedicammo a percorrere in auto la zona, con circa 300 soste al giorno, per proseguire a piedi, scalare colline, fotografare e misurare. Ho scattato circa 2000 foto, d'una trentina di piramidi! La cosa non è stata facile, perché molte piramidi sono in proprietà private di difficile accesso, altre sono nascoste dalla vegetazione ed altre ancora sono state quasi interamente distrutte o sono servite da basamenti per la costruzione di case, vista la loro stabilità impeccabile.

Pensavo dapprima di ritrovare le piramidi già fotografate, ma rimasi sorpresa dalla scoperta di decine d'altre. Piramidi perfette, di pietra lavica, che sembravano non essere mai state inventariate.

Ben presto, avvicinandoci, facendone il giro, osservandole a diverse ore del giorno, ci rendemmo conto che tutte le piramidi intorno all'Etna risalivano ad una medesima civiltà, erano fatte con la stessa pietra lavica, la stessa disposizione, lo stesso trattamento degli angoli, e che ne esistevano diversi tipi, ben distribuiti intorno al vulcano. Abbiamo potuto elencare, da Piedimonte Etneo, passando per Linguaglossa, Passopicciaro, Randazzo, Bronte sino ad Adrano, piramidi rettangolari a gradoni, piramidi quadrate a gradoni, piramidi a base rettangolare con gli spigoli arrotondati, con gradoni pure arrotondati, talvolta con altari sommitali, e piramidi coniche, su base rotonda, a gradoni. Abbiamo visto anche un buon numero di percorsi pavimentati di pietre laviche, non utilizzati più d gran tempo e compresi tra muretti di pietre a secco, ricoperti da fichi d'india e da cespugli spinosi, come una rete di sentieri sinuosi che disegnano miriadi di piccoli campi, racchiusi da muri alti 4 m, e talvolta provvisti di porte e finestre... c'erano persino intere colline "lavorate" con sistemi antichi di canali d'irrigazione e stretti terrazzamenti a teatro, sui versanti che guardavano verso l'Etna... ad esempio, a Catena presso Linguaglossa, al di là della strada, a nord d'una stradina moderna che serve delle case, si trova subito a sinistra un percorso sinuoso pavimentato d'antiche pietre nere.

Lo strano sentiero sinuoso di pietre laviche che conduce alla piramide di Catena, con i tipici muretti.

La piccola piramide di Catena.

Antoine Gigal davanti alla piramide di Catena.

Stretti tra i due muretti, si raggiunge un ciuffo d'alberi e appare improvvisamente una piccola, perfetta piramide, la piccola piramide di Catena, che qualcuno ha tentato inutilmente di distruggere, e che ha ad ovest una rampa d'accesso, ancora visibile.

A sinistra: Muro di pietre laviche dietro la piramide di Catena (foto Gigal).

A destra: Muro di pietre laviche dietro le piramidi dell'Isola Mauritius (foto R. de Saint Simon per Giza for humanity).

Il tutto è circondato da brandelli di muri in rovina, parti d'un complesso, che si perdono in mezzo alla vegetazione incolta. Se si prosegue per lo stesso cammino, ma andando diritti verso le colline, si trovano muretti d'una fattura particolare, spessi e larghi, che si trovano solo in vicinanza delle piccole piramidi. Esattamente gli stessi muri che avevamo trovano nella plaine Magnien all'isola Mauritius, vicino alle piramidi di quella località! Si vedono poi almeno tre colline lavorate a terrazzamenti ad arco, come un vero e proprio teatro, con un luogo in basso pavimentato di grandi lastre, che fronteggia la maestà dell'Etna.

I gradoni sono stretti, troppo per coltivare, benché oggi si cerchi di piantarvi vigne e ulivi, con grandi difficoltà. Gli angoli sono perfetti e la lavorazione delle pietre denota maestria: un esempio notevole di quello che poteva essere un antico luogo di culto dedicato al vulcano.

La mitologia dei luoghi

Non si dimentichi che la parola Etna è il nome d'una ninfa siciliana, trasformata in una dea: Aetna (Aitnê, Aitna) che deriva dal greco Aitne, da aithô : "Io brucio". Ella si chiamava anche Thalia.

Aetna era figlia di Gaia, la terra, e d'Urano, il cielo, che erano i genitori dei Giganti, dei Titani, dei Ciclopi (uno dei quali si chiamava Bronte, come una cittadina ad Est dell'Etna) e delle Furie (una delle quali, Megaera, ha dato pure il nome ad una città siciliana). Aetna ebbe due gemelli da Adrano, un dio molto simile a Hephaïstos, che viveva sotto il vulcano, e che certi ricercatori paragonano al fenicio Adar ed anche al persiano Adramelech, tutti personificazioni del sole e del fuoco. Adrano, dio dei Siculi che abitavano intorno al vulcano, era adorato in tutta la Sicilia e in modo particolare nella città d'Adrano, che porta il suo nome, sulle pendici dell'Etna, dove terminano le piramidi. Per gelosia, Hera fece in modo che i gemelli di Aetna fossero inghiottiti dalla terra, ma questa li restituì, ed ecco perché questi figli ctonei sono detti "Palici" (dal greco "palin", ancora, e "ikein", venire), "i nati due volte"(v. Ovidio e Virgilio) e divennero i "santi patroni" siciliani dell'agricoltura e della navigazione, ma localmente erano considerati anche le divinità tutelari dei geyser e del mondo sotterraneo del vulcano. È interessante notare che il mito dei due volte nati esiste anche nel vicino Oriente e nel sanscrito (Dvija). Si sa in ogni caso che in un tempio, dedicato ad Adrano, i Siculi mantenevano un fuoco eterno, e secondo l'autore romano Eliano, nel passato, un centinaio di cani sacri era custodito in questo tempio. Si vede quindi che culti molto importanti si svolgevano intorno al vulcano, ancor prima dell'arrivo dei Greci e dei Romani.

Sempre intorno all'Etna

Dall'altro lato di Linguarossa, sul versante Nord Est dell'Etna, si trova su diversi km2, una miriade di sentieri sinuosi fiancheggiati da muri, che chiudono piccoli giardini, alti talvolta sino a 4 m e larghi anche 80 cm, che non si trovano in nessun altro luogo della Sicilia, della stessa fattura delle piramidi di pietra lavica, con la stessa usura e la stessa disposizione. Questi muri sono davvero impressionanti. Oggi i campi racchiusi dai muri contengono talvolta costruzioni e abbiamo visto strutture piramidali usate come zoccolo per piccole case. È difficile vedere che cosa si trovi esattamente nei piccoli campi chiusi, di proprietà privata, ricchi d'alberi e d'orti.

continua su :

http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=279