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27 Febbraio 2009 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Colosseo, due milioni di euro per creare l'accesso ai sotterranei 400mila euro per aprire il terzo
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di Maria Grazia Filippi

ROMA (27 ottobre) -Fino ad oggi, per il suo Colosseo, ha avuto a disposizione cinquecentomila euro l'anno. Tanto ha in tasca, ogni anno, la dottoressa Rossella Rea, direttrice dell'Anfiteatro Flavio, per curare ferite e malanni del campione d'incassi dell'archeologia italiana insieme con Palatino e Foro romano. «Cinquecentomila euro per la manutenzione ordinaria ma anche per il restauro "continuo" che questo monumento, così frequentato, comporta. Ma l'unico restauro possibile per il Colosseo è un intervento di pulitura generalizzato di tutto il travertino, non certo solo della facciata», tiene a precisare la direttrice del Colosseo.

Posizionato nel cuore archeologico della città, l'Anfiteatro Flavio, accoglie ogni giorno un gran numero di visitatori attratti dal fascino intatto della sua storia. Nel 2008 è stato visitato da 4 milioni e 777 mila turisti e ha garantito 32 milioni e 484 mila euro di entrate (lorde).

Dal suo studio con vista sull'arena («si impressionano tutti quando ci entrano la prima volta», ammette) la dottoressa Rea fa il punto della situazione. «Ci vorrebbero due milioni di euro l'anno - spiega - e un progetto per l'apertura dei sotterranei. Con due anni di lavoro e un milione di euro si potrebbe restituire al mondo un monumento nel monumento. Gli ipogei del Colosseo non hanno subito restauri né spoliazioni in età rinascimentale. Sono la parte più antica e più intatta dell'Anfiteatro: quella che ospitava le belve prima che salissero nell'arena e che accoglieva i gladiatori in attesa che i combattimenti cominciassero. Un luogo di grande suggestione al quale i visitatori potrebbero accedere dall'entrata davanti al Celio da dove scendere fino a otto metri di profondità».

Il progetto, secondo la dottoressa Rea, potrebbe andare di pari passo con la realizzazione del cosiddetto "Museo diffuso" di cui si è avuto un assaggio in occasione della mostra sui Flavi della scorsa primavera. «Permetterebbe di posizionare in tutta l'area dell'anfiteatro i materiali emersi dagli scavi. Dal Medioevo all'epoca fascista, si è trovato di tutto». Nel frattempo, però, alcuni progetti già finanziati, stanno per prendere il via. «Quasi quattrocentomila euro (per la precisione 390) per la messa in sicurezza e l'apertura al pubblico (a marzo), dell'anello perimetrale che circonda l'arena, 400 mila euro per l'apertura al pubblico di un tratto dell'attico, l'anello più alto, quello che ospitava la plebe e le donne. E ancora 400 mila euro per un tratto del terzo anello, con la riapertura della suggestiva galleria che lo collega all'anello sottostante».

Ancora insoluto, però, il problema della cancellata. «Il sindaco Alemanno le ha definite "impresentabili". In realtà l'unica soluzione possibile è il progetto della Soprintendenza Speciale di una cancellata unica per l'intero parco archeologico Palatino-Foro Romano per eliminare quei brutti tubi innocenti che adesso bloccano l'entrata delle 80 arcate. Dieci milioni di euro la spesa prevista per recinzione, illuminazione e sistema d'allarme».

Nel frattempo è quasi pronta su progetto dell'architetto Meogrossi una cancellata nuova di zecca che include 5 arcate all'altezza dell'ingresso che dà verso il Celio. «Ottantamila euro di lavori completamente artigianali, solo per questo piccolo tratto».